Il potere divinatorio dei demoni
In uno dei giorni santi dell'ottava di Pasqua, al mattino, mentre stavano con me molti fratelli, laici cristiani, ed eravamo seduti insieme nel solito posto, si avviò un discorso intorno alla religione cristiana contro i pregiudizi e la presunta mirabile grandezza del sapere dei pagani.
Ho ritenuto di dover affidare ad uno scritto quel discorso, dopo averlo rievocato e completato, senza nominare quanti mi contestavano, pur essendo cristiani e, contestandomi, sembravano cercare soprattutto le risposte giuste da dare ai pagani.
La nostra ricerca verteva dunque sulla capacità divinatoria dei demoni.
Si diceva che era stata predetta, non so da chi, la distruzione del tempio di Serapide, effettivamente avvenuta ad Alessandria.
Io risposi che non c'era da stupirsi se i demoni avessero potuto conoscere e predire quella imminente distruzione del tempio e del suo idolo, così come molte altre cose, nei limiti in cui è loro permesso di conoscere e preannunziare.
Ed ecco la questione che mi venne sottoposta: dunque divinazioni siffatte non sono cattive, né sgradite a Dio; altrimenti Egli, nella sua onnipotenza e giustizia, non le permetterebbe, se fossero cattive e ingiuste.
Risposi che non debbono sembrarci giuste per il fatto che Dio, infinitamente onnipotente e infinitamente giusto, le permette: sono molte altre, infatti, le cose che avvengono di cui è assolutamente evidente l'ingiustizia, come omicidi, adultèri, furti, rapine e simili.
Sebbene tutto ciò, proprio in quanto ingiusto, risulti senza dubbio sgradito al Dio giusto, l'Onnipotente nondimeno lo permette secondo una ragione certa alla base del suo giudizio, beninteso non impunemente, ma per la condanna di quanti attuano quel che è sgradito alla sua giustizia.
A questo punto mi fu contestato che non erano minimamente in dubbio l'onnipotenza e la giustizia di Dio; tuttavia Egli non si cura di questi peccati degli uomini, che attentano alla loro vita sociale, mentre avvengono: per questo sono possibili, mentre sarebbero certamente impossibili, se l'Onnipotente non li avesse consentiti.
Invece non si deve assolutamente credere che Egli sia indifferente a tutto ciò che riguarda le stesse pratiche religiose; di conseguenza queste non sarebbero state possibili se non gli fossero state gradite: dunque non è il caso di considerarle un male.
Anche a questo risposi così: tali pratiche sono perciò sgradite a Dio ora, mentre si distruggono templi ed idoli e sono puniti i sacrifici pagani, eventualmente offerti.
Se infatti si afferma che tutto ciò non sarebbe stato possibile senza essere gradito a Dio, e per questo lo si deve considerare buono, in quanto gradito alla sua giustizia, allo stesso modo si può ugualmente affermare che non sarebbe stato possibile proibirlo, distruggerlo, punirlo senza che fosse sgradito a Lui: se quindi tali pratiche avvenivano giustamente allora, poiché per un verso risultavano gradite al Dio giusto, in quanto Egli consentiva che avvenissero, avvengono ingiustamente ora, poiché per un altro verso risultano sgradite a Dio, in quanto Egli ne comanda o permette la distruzione.
Ed ecco l'obiezione: ora queste pratiche sono sicuramente illegittime, non però cattive; illegittime in quanto avvengono contro le leggi che le proibiscono, ma non cattive, poiché, se lo fossero, certamente mai sarebbero state gradite a Dio; in quanto non gradite, infatti, mai si sarebbero verificate senza il consenso di colui che può tutto e che non sarebbe indifferente a simili atti, atti talmente importanti che, se cattivi, sarebbero esercitati contro la stessa religione grazie alla quale si venera Dio.
Ed io allora: se essi, dico, non sono cattivi, in quanto risultano graditi a Dio per il fatto che Egli, nella sua onnipotenza, li permette, come potrà essere cosa buona il proibirli e distruggerli?
Ma se la distruzione di ciò che è gradito a Dio non è cosa buona, l'Onnipotente non l'avrebbe consentito, dal momento che è contrario alla religione, grazie alla quale si venera Dio, anche il fatto che gli uomini distruggano le cose a Lui gradite.
Se perciò l'Onnipotente permette che ciò avvenga come un male, quegli atti non si debbono considerare beni per il fatto che l'Onnipotente li ha permessi.
Allora si obiettò: non è giusto che avvengano tali cose ora, lo si deve ammettere; anzi ormai non avvengono affatto, poiché ora sono sgradite all'Onnipotente.
Tuttavia gli erano gradite quando avvenivano e noi non conosciamo i motivi per cui allora gli erano gradite mentre oggi non lo sono, restando certo, tuttavia, che allora sarebbero state impossibili se non fossero state gradite all'Onnipotente e che ora non sarebbero cessate se non gli fossero state sgradite.
Ed io: perché mai, dunque, esse oggi avvengono furtivamente, destinate o a restare sempre clandestine o ad essere perseguite una volta scoperte, se l'Onnipotente non permette nulla all'infuori di quel che è gradito alla sua giustizia, essendo impossibile che l'ingiusto risulti gradito a chi è giusto?
Si obiettò quindi che tali cose non ci sono proprio più.
Non ci sono più, infatti, uno mi dice, quei riti sacri registrati nei libri dei pontefici: cose che avvenivano giustamente in passato, quando risultavano gradite a Dio per il semplice fatto che erano consentite da colui che è Onnipotente e giusto; se poi oggi in forma segreta e illegittima si compie qualcuno dei sacrifici proibiti, non è paragonabile a quel genere di sacrifici propri dei pontefici, dovendosi annoverare piuttosto fra le pratiche che avvengono di notte, tutte pratiche illegittime, sicuramente proibite e condannate dagli stessi libri dei pontefici.
Questa fu la mia risposta: perché allora Dio permette anche solo che avvengano cose del genere, se non è indifferente a nessuno di questi malefici che avvengono contro la religione?
A questo punto, infatti, quanti tengono in grande considerazione i libri dei pontefici, pronti a sostenere la sicura origine divina di tutti i divieti in essi contenuti, sono addirittura costretti ad ammettere che Dio si prende particolarmente cura di queste cose.
Come si può sostenere allora l'origine divina di tali divieti, se non perché riguardano cose sgradite a Dio, quando poi, vietandole, Egli mostra non solo di non gradirle, ma addirittura di prendersene cura, anziché esserne del tutto indifferente?
Da questo si conclude che Dio, in quanto giusto, riprova qualcosa, che tuttavia in quanto onnipotente permette.
Poste in chiaro queste cose, fu ammesso che un fatto non si deve ritenere giusto e buono solo perché l'Onnipotente, benché a Lui sgradito, consente che avvenga; si deve riconoscere che anche quei mali compiuti contro la religione, grazie alla quale si venera Dio, sono sgraditi a Dio in quanto giusto e sono permessi da Lui secondo una ragione che è alla base del suo giudizio.
Ma la questione da affrontare, a questo punto, era un'altra: qual è l'origine delle divinazioni dei demoni o comunque qual è l'identità di quelli che i pagani chiamano dèi?
C'è da vedere infatti se per caso queste cose non si debbano ritenere sicuramente buone non per il fatto che l'Onnipotente permette che si compiano, bensì perché sono talmente straordinarie, da sembrare attribuibili soltanto alla potenza divina.
Io promisi che in seguito avrei risposto; era ormai ora infatti di presentarsi al popolo.
Ebbene non ho tardato, appena mi è stata data l'opportunità di scrivere, ad accludere quel che precede e includere quel che segue.
La natura dei demoni è tale che essi, data la sensibilità del loro corpo aereo, oltrepassano agevolmente la sensibilità propria dei corpi terreni e, anche per la superiore agilità di questo corpo aereo, per rapidità hanno la meglio, senza possibilità di confronto, non solo sulla corsa di qualsiasi uomo o animale, ma anche sul volo degli uccelli.
Dotati di queste due qualità relative al loro corpo aereo, vale a dire l'acutezza della sensibilità e la rapidità del movimento, preannunziano o annunziano molti fatti conosciuti prima, fonte di meraviglia per gli uomini a causa della lentezza della propria sensibilità terrena.
Nei demoni s'è aggiunta, per di più, durante tutto il lungo arco di tempo in cui si sviluppa la loro vita, un'esperienza della realtà di gran lunga superiore a quella che può provenire agli uomini per la brevità della loro vita.
Grazie a queste proprietà, che sono toccate alla natura di un corpo aereo, i demoni non solo predicono molti fatti futuri, ma ne compiono addirittura molti di stupefacenti.
Ora, dal momento che gli uomini non possono dire o compiere questi fatti, alcuni, stuzzicati soprattutto dal vizio della curiosità, amando una falsa felicità terrena e un prestigio effimero, ritengono i demoni degni d'essere serviti e fatti oggetto di onori divini.
Quanti invece si liberano da tali passioni non si lasciano ingannare o catturare da loro, ma ricercano e amano quel che è sempre immutabile, e partecipandone sono felici; anzitutto osservano che i demoni non debbono esser posti al di sopra di sé in quanto prevalgono per la sensibilità più acuta del loro corpo, che è aereo, fatto di un elemento più leggero.
Del resto non ritengono al di sopra di sé, nei loro stessi corpi terreni, nemmeno gli animali, che pure hanno sentore di molte cose in modo più acuto: non il cane con il suo fiuto, capace di snidare con un olfatto affinatissimo un animale nascosto, guidando l'uomo fino alla sua cattura, evidentemente non per una più avveduta intelligenza spirituale, ma per una più penetrante sensibilità del corpo; non l'avvoltoio, capace di piombare da una distanza insospettata su un cadavere abbandonato; nemmeno l'aquila, di cui si dice che, volando alta, riesca a distinguere da tale altezza un pesce che guizza sotto le onde e, avventatasi violentemente sulle acque, lo ghermisce dopo aver sfoderato gli artigli; e nemmeno molti altri generi di esseri animati, che vagano in cerca di pascolo fra piante velenose, senza mai mangiarne una nociva, mentre l'uomo ha imparato a malapena a guardarsene dopo averne fatto esperienza e resta diffidente verso molte innocue, non avendone fatto esperienza.
Da qui è facile arguire in quale misura la sensibilità possa essere più acuta nei corpi aerei: non per questo, però, chiunque sia avveduto potrebbe pensare che i demoni, che ne sono dotati, sono da porre al di sopra di uomini buoni.
Questo potrei dirlo anche della rapidità dei corpi: riguardo a questo tipo di superiorità, infatti, gli uomini sono vinti non solo dai volatili, ma anche da molti quadrupedi, tanto da dover essere considerati, al confronto, pesanti come piombo; non per questo, però, essi pensano che debbano essere poste al di sopra di sé queste specie di animali, sui quali dominano, non con la forza fisica, ma con quella della ragione, per catturarli, addomesticarli e porli a servizio e profitto della propria volontà.
4. 7. Quanto poi a quella terza facoltà dei demoni, in base alla quale, grazie ad una lunga esperienza della realtà, essi hanno imparato il modo di conoscere prima e di predire molti fatti, coloro che si preoccupano di distinguere questi fenomeni dalla verità della luce pienamente vera se ne disinteressano, al punto tale che i giovani onesti non si ritengono per questo inferiori nemmeno ai vecchi malvagi, che hanno moltissima esperienza e perciò sono in un certo senso più istruiti; allo stesso modo non per questo pensano che siano da preferire loro i medici, né i navigatori, né gli agricoltori, di cui sia stata rilevata la volontà perversa e i costumi iniqui, solo perché capaci di molte predizioni: i primi intorno alle malattie, i secondi intorno alle tempeste, i terzi intorno agli alberi e ai frutti, tanto da sembrare, a chi è inesperto di queste cose, una forma di divinazione.
Quanto poi al fatto che i demoni non solo predicono alcuni fatti futuri, ma addirittura ne compiono di stupefacenti, evidentemente grazie alla superiorità del proprio corpo, perché mai le persone avvedute non dovrebbero restare indifferenti?
Oltre tutto spessissimo gli uomini ingiusti e corrotti addestrano il proprio fisico e acquistano abilità tali in varie arti, che chi non ne sa nulla né li ha mai visti stenta addirittura a credervi quando lo sente raccontare.
Quante sono le cose stupefacenti compiute dai funamboli e da tutti gli altri artisti che danno spettacolo?
Quante sono quelle compiute dagli artigiani e soprattutto dagli ingegneri?
Ebbene, sono forse per questo migliori degli uomini buoni e dotati di santa pietà?
Se ho ricordato tali cose, è perché chi le considera senza pervicacia e senza sterile e pretestuoso spirito di contraddizione, pensi, nello stesso tempo, a questo: se alcuni uomini, per la conformazione fisica più rozza o del proprio corpo, o della terra e dell'acqua, di varie pietre, legni e metalli, sono capaci di risultati tali, che quanti non vi riescono, per lo più presi da meraviglia, a confronto con se stessi li chiamano divini, mentre alcuni di quelli sono solo più capaci nelle arti e alcuni di questi migliori nei costumi, quanto più grandi e più sorprendenti sono le cose di cui i demoni sono capaci in proporzione alla potenzialità e all'agilità di un corpo leggerissimo, cioè aereo, pur essendo tuttavia spiriti immondi e perversi per la depravazione della volontà, e soprattutto per l'altezzosità della superbia e la malizia dell'invidia?
Per il resto, sarebbe troppo lungo ora mostrare di che cosa sia capace l'elemento aereo, al quale quei corpi debbono la loro superiorità, nel costruire, smuovere, spostare e rivoltare in modo invisibile molti oggetti visibili; penso che ciò si potrebbe mostrare facilmente a chi vi presti anche una modesta attenzione.
Stando così le cose, in primo luogo si deve sapere, dal momento che è in questione la divinazione dei demoni, che questi il più delle volte predicono le cose che essi stessi stanno per compiere.
Spesso infatti ricevono il potere di provocare malattie e di viziare persino l'aria, rendendola malsana; di incitare gli uomini perversi e amanti dei privilegi terreni ad azioni malvagie; e da questi costumi traggono la certezza che costoro finiranno per intendersela con chi li incita a tali azioni.
Quindi incitano, in forme stupefacenti e invisibili, grazie alla leggerezza dei propri corpi, insinuandosi nei corpi degli uomini a loro insaputa e intrufolandosi nei loro pensieri attraverso alcune visioni fantastiche, sia da desti che da dormienti.
Talvolta poi predicono in anticipo non le proprie azioni, ma eventi futuri, conosciuti in anticipo sulla base di segni naturali, che gli uomini non sono in condizione di percepire.
Se infatti il medico formula previsioni di cui non è capace chi ignora la sua arte, non per questo lo si deve ritenere divino.
Perché stupirsi allora se, come egli prevede malattie future più o meno infauste a seconda di sbalzi o modificazioni di temperatura del corpo umano, allo stesso modo i demoni prevedono tempeste future a seconda dello stato o dell'evoluzione atmosferica, a loro ben nota, ma ignota a noi?
Talvolta apprendono alla perfezione anche i disegni degli uomini, non solo quelli dichiarati verbalmente, ma anche concepiti soltanto con il pensiero, quando l'anima riesce ad esprimere taluni segni nel corpo; a partire da questi preannunziano anche molti eventi futuri, che stupiscono evidentemente gli altri, che non conoscono tali disegni.
Come, ad esempio, un'emozione più intensa appare sul viso, in modo che anche gli uomini riconoscano esteriormente qualcosa che si compie interiormente, così non deve essere incredibile se dei pensieri più miti vengono in qualche modo significati attraverso il corpo, risultando inconoscibili alla rozza sensibilità degli uomini, ma conoscibili alla sensibilità penetrante dei demoni.
Ben distante la divinazione dei demoni dalla profondità delle profezie.
Con un potere come questo e di questa portata, sono molte le cose che i demoni preannunziano, restando tuttavia ben distante da loro la profondità di quella profezia che Dio compie per mezzo dei suoi santi angeli e dei Profeti.
Se questi infatti preannunziano qualcosa a partire da quel disegno divino, per preannunziare ascoltano; e quando predicono cose che hanno ascoltato da quella fonte, non ingannano e non sono ingannati: sono oracoli assolutamente veritieri di angeli e di profeti.
Così quindi viene ritenuto deplorevole che i demoni possano ascoltare e predire anche qualcosa di simile; quasi che ci sia qualcosa di deplorevole nel fatto che tutto quel che si dice per farlo conoscere agli uomini non sia taciuto solo dai buoni, ma anche dai malvagi, quando si può rilevare che, sempre fra gli uomini, gli insegnamenti di vita buona sono ugualmente decantati dai giusti e dai perversi; e non è in qualche modo di ostacolo, ma a vantaggio di una maggiore conoscenza e diffusione della verità, il fatto che di essa dicono quel che sanno anche coloro che poi la contraddicono con i loro costumi corrotti.
In altre predizioni, invece, i demoni il più delle volte sono ingannati e ingannano.
Sicuramente sono ingannati perché, mentre preannunziano i propri disegni, improvvisamente giunge qualche comando dall'alto, che sconvolge tutte le loro decisioni.
È come se alcune persone, sottomesse ad altre, decidano qualcosa, pensando che i loro superiori non lo proibiranno, e promettano di farlo, ma coloro che dispongono di un'autorità più grande improvvisamente proibiscono tutto questo progetto premeditato in virtù di un'altra decisione superiore.
Sono anche ingannati quando conoscono in anticipo alcuni fenomeni che hanno una causa naturale, come li conoscono i medici, o i navigatori, o gli agricoltori, ma in una forma di gran lunga più penetrante ed eccellente, grazie alla sensibilità più lesta e più versatile di un corpo aereo; ciò avviene perché anche questi fenomeni, in modo inaspettato e improvviso, dagli angeli, devoti servitori del sommo Dio, sono modificati secondo un altro disegno sconosciuto ai demoni.
È come se ad un malato sopraggiunga qualcosa dall'esterno, che lo porterà alla morte, mentre il medico aveva promesso che l'avrebbe scampata, sulla base di precedenti sintomi autentici di guarigione; oppure se un navigatore, sulla base di una previsione atmosferica, avesse predetto che avrebbe soffiato a lungo quel vento al quale Cristo Signore, mentre era in barca con i discepoli, comandò di cessare, e si fece una grande bonaccia; ( Mt 8,26 ) o ancora se un agricoltore, ben pratico della natura del terreno e dell'entità delle gemme, assicuri che una vite darà frutto proprio in quell'anno in cui invece un improvviso turbamento atmosferico la farà seccare o un ordine superiore la farà sradicare: così molti fenomeni che rientrano nella prescienza e nella predizione dei demoni, dei quali si prevede il futuro sulla base di cause minori e più a portata di mano, risultano ostacolati da cause maggiori e più nascoste, e quindi modificati.
Tuttavia costoro ingannano anche per il gusto di ingannare e con una perfida volontà, che li fa rallegrare quando gli uomini errano.
Ma per non perdere il peso dell'autorità sui loro seguaci s'adoperano in modo da far ricadere la colpa sui loro intermediari e su quelli che indovinano i loro segni, nel caso in cui siano stati ingannati o abbiano mentito.
6.11 Perché stupirsi, allora, se quand'era ormai imminente la distruzione di templi o idoli, predetta dai profeti del sommo Dio con tanto anticipo, il demone Serapide ne svelò l'approssimarsi a qualcuno dei suoi seguaci, come per raccomandare la sua divinità nel momento in cui si ritirava o fuggiva?
In effetti questi demoni sono proprio messi in fuga, o addirittura strappati e allontanati dai loro posti in catene per ordini superiori, in modo che anche riguardo alle cose sulle quali essi dominavano e per le quali venivano venerati sia fatta la volontà di Dio.
Egli predisse molto prima che ciò sarebbe avvenuto in tutte le nazioni e comandò che avvenisse grazie ai suoi fedeli.
Perché mai allora non dovrebbe essere consentito ad un demone di predirlo, dal momento che questi lo sapeva come già imminente?
Del resto questa predizione è attestata anche dai profeti, che hanno scritto tali cose, e alle persone avvedute è data l'opportunità di comprendere con quanta circospezione ci si dovesse guardare dall'ipocrisia dei demoni e fuggire il loro culto.
Avendo questi ultimi, per un tempo così lungo, taciuto nei loro templi di tali eventi futuri, di cui non potevano ignorare le predizioni attraverso i profeti, in un certo senso vollero predirli, dopo che cominciarono ad avvicinarsi, per non esser ritenuti ignari e sconfitti.
È stato dunque predetto e scritto tanto tempo prima, per non dire altro, ciò di cui parla il profeta Sofonia: Il Signore prevarrà contro di loro e annienterà tutti gli dèi delle nazioni della terra e lo adoreranno, ognuno sul proprio suolo, tutte le isole delle nazioni. ( Sof 2,11 )
Oppure costoro, venerati nei templi delle nazioni, non credevano che ciò sarebbe capitato loro e perciò non vollero ripeterlo attraverso i loro vati e seguaci deliranti: come quando il loro poeta presenta Giunone assolutamente incredula intorno alla morte di Turno, annunziata da Giove.
Eppure Giunone viene esaltata da questi come potenza dell'aria e Virgilio ne parla in questi termini: Una dura fine sovrasta adesso un innocente, oppure io m'inganno: oh, che possa essere ingannata da una falsa paura e tu, che puoi, cambiare in meglio le tue imprese!1
Oppure i demoni, cioè le potenze dell'aria, erano incerti sulla possibilità che accadessero loro queste cose, che avevano conosciuto in quanto predette attraverso i profeti, e per tale motivo non vollero divulgarne la predizione: e questo basta per farci comprendere come sono fatti.
O ancora, pur sapendo con assoluta certezza che ciò sarebbe accaduto, tacquero fra i loro templi, per evitare che sin da allora gli uomini cominciassero ad abbandonarli e a disinteressarsene, in quanto avrebbero reso testimonianza, riguardo alla futura distruzione di templi ed idoli, proprio a quei profeti, che proibivano il loro culto.
Ed una volta giunto il tempo in cui si compiono gli oracoli dei Profeti del Dio unico, che dichiara falsi questi dèi e prescrive con la massima fermezza di non venerarli, perché non sarebbe consentito anche a loro di predire ciò di cui hanno avuto notizia?
Risulterebbe ancor più evidente, di conseguenza, che essi prima o non vi avevano minimamente creduto, o avevano temuto di annunziarlo ai propri seguaci.
In fin dei conti, insomma, come se per loro non ci fosse più nulla da fare, hanno voluto ostentare anche in questo caso la propria capacità divinatoria, quando ormai viene messo a nudo che per tanto tempo avevano simulato una natura divina.
Gli ultimi seguaci dei demoni dicono poi che questi eventi conosciuti in anticipo erano addirittura contenuti in alcuni loro libri, anche se si deve pensare che tali annunzi siano stati escogitati a cose fatte, mentre avrebbero dovuto farli conoscere molto tempo prima nei propri templi ai loro popoli, se fossero stati veri, così come le nostre profezie più antiche e conosciutissime sono declamate non solo nelle nostre chiese, ma anche nelle sinagoghe dei Giudei, e questo rende la testimonianza ancor più autorevole contro tutti i nemici.
Tuttavia non ci debbono colpire neppure tali profezie, che quelli a malapena riescono raramente e furtivamente a formulare, se qualcuno dei demoni ha dovuto svelare per forza ai propri seguaci quanto aveva appreso dalle parole dei Profeti o dagli oracoli degli angeli.
Perché mai questo sarebbe stato impossibile, trattandosi non di un affronto, ma di una testimonianza alla verità?
Essi comunque ( è questa la sola cosa che dobbiamo reclamare da loro ) non hanno mai dimostrato prima, né tenteranno mai di dimostrare dopo, se non inventando, che i loro dèi, tramite i propri vati, abbiano osato predire o dire qualcosa contro il Dio d'Israele.
Riguardo a questo Dio i loro autori più istruiti, che sono riusciti a leggere e conoscere tutte quelle cose, si sono interrogati intorno alla sua natura, piuttosto che riuscire a negarlo.
Ebbene questo Dio, che nessuno di loro ha osato negare come vero Dio ( andando incontro altrimenti non solo a castighi meritati, ma anche ad una sicura confutazione ); questo Dio dunque, che nessuno di loro, come ho detto, ha osato negare come vero Dio, tramite i propri vati, cioè i Profeti, ha predetto con un monito evidente, ha comandato con un potere evidente, ha portato a termine con verità evidente il fatto che quei falsi dèi dovevano essere completamente abbandonati e i loro templi, i loro idoli e oggetti sacri distrutti.
Chi può essere tanto stolto perciò da non votarsi al culto di quel Dio al quale non s'oppongono nemmeno quelle divinità che egli venera?
D'altra parte non c'è dubbio che chi ha incominciato a venerarlo, certamente non potrà più venerare quelle divinità, alle quali s'oppone il Dio che egli venera.
I suoi Profeti poi hanno predetto che le nazioni, una volta sterminati i falsi dèi che un tempo veneravano, venereranno proprio Dio; l'ho appena ricordato ed ora lo ripeto: Il Signore prevarrà contro di loro e annienterà tutti gli dèi delle nazioni della terra e lo adoreranno, ognuno sul proprio suolo, tutte le isole delle nazioni. ( Sof 2,11 )
E non solo le isole, ma tutte le nazioni, proprio come tutte le isole delle nazioni, visto che in altri passi non si nominano le isole, ma l'intero globo terrestre, quando si dice: Ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti quanti i confini della terra, l'adoreranno al suo cospetto tutte quante la famiglie delle nazioni.
Poiché il regno è del Signore ed Egli dominerà le nazioni. ( Sal 22,28-29 )
Che questo doveva essere portato a compimento per mezzo di Cristo è abbastanza evidente anche in molte altre testimonianze e proprio nel medesimo Salmo da cui ho tratto la citazione; parlando infatti, un po' prima, per bocca del Profeta della propria futura passione, il Signore stesso dice: Hanno forato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa; mi hanno guardato ed osservato, si sono divise le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. ( Sal 22,17-19 )
Poco più avanti poi si aggiunge il testo citato: Ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti quanti i confini della terra, con quel che segue.
D'altro canto, anche nell'altra testimonianza, cui ho fatto ricorso prima, in cui si dice: Il Signore prevarrà contro di loro e annienterà tutti gli dèi delle nazioni della terra, nell'espressione prevarrà è preannunziato in modo abbastanza chiaro che i pagani anzitutto avrebbero combattuto la Chiesa e perseguitato con tutte le loro forze il nome cristiano, in modo da cancellarlo del tutto, se possibile, dalla faccia della terra; ed è stato detto: Il Signore prevarrà contro di loro, proprio perché Egli avrebbe avuto il sopravvento su di loro, grazie alla perseveranza dei martiri e alla grandezza dei miracoli, e di conseguenza alla fede dei popoli.
Non si sarebbe detto infatti: Prevarrà contro di loro, se quelli non avessero opposto una pugnace resistenza.
Di qui la profezia che si trova anche nel Salmo: Perché le nazioni hanno congiurato e i popoli hanno cospirato invano?
Sono insorti i re della terra e i principi hanno tramato insieme contro il Signore e contro il suo Cristo. ( Sal 2,1-2 )
E un po' più avanti: Il Signore mi ha detto: Tu sei mio Figlio, oggi io ti ho generato; rivolgiti a me, ti darò in eredità le nazioni e in tuo possesso i confini della terra. ( Sal 2,7-8 )
Ecco da dove sono tratte le parole sopra citate anche da un altro Salmo: Ricorderanno e si convertiranno al Signore tutti quanti i confini della terra. ( Sal 22,28 )
Con dichiarazioni profetiche come queste e di questo tenore si rende manifesta una predizione, che vediamo portata a compimento per mezzo di Cristo: avverrà che il Dio d'Israele, che noi riconosciamo come unico vero Dio, sarà venerato non nell'unica nazione chiamata Israele, ma in tutte le nazioni ed estirperà tutti i falsi dèi delle nazioni dai loro templi e dai cuori di quanti li venerano.
Ora costoro si facciano avanti ed abbiano il coraggio di prendere le difese di antiche fisime contro la religione cristiana e il vero culto di Dio, se vogliono clamorosamente crollare.
Anche questo infatti è stato predetto a loro riguardo nel Salmo, con le parole del Profeta: Ti sei seduto sul trono come giudice giusto.
Hai minacciato le nazioni e l'empio è crollato, hai cancellato il loro nome in eterno, per tutti i secoli.
Le spade del nemico sono venute meno per sempre, hai distrutto le loro città.
La loro memoria è crollata clamorosamente e il Signore sussiste in eterno. ( Sal 9,5-8 )
È dunque necessario che tutte queste cose si compiano e non ci deve colpire il fatto che i pochi sopravvissuti osano ancora ostentare le proprie dottrine mistificatrici e deridere i cristiani come se fossero completamente ignoranti, mentre noi vediamo che in loro si realizza quel che è stato predetto.
La stessa ignoranza e stoltezza dei cristiani agli umili e ai santi, che la coltivano con passione, appare come sublime e unica vera sapienza; questa presunta stoltezza dei cristiani, quindi, li ha ridotti così in pochi, perché, come dice l'Apostolo, Dio ha dimostrato stolta la sapienza di questo mondo.
Ha quindi aggiunto una cosa stupenda, per chi riesce a comprenderla, che è la seguente: Poiché infatti nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
E mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani, ma per coloro che sono chiamati, Giudei e Greci, noi predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.
Poiché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. ( 1 Cor 1,20-25 )
Che deridano dunque come possono questa presunta nostra ignoranza e stoltezza, e sventolino la loro dottrina e sapienza: io so che questi nostri detrattori quest'anno sono meno numerosi dell'anno scorso.
Da quando le nazioni hanno congiurato e i popoli hanno cospirato invano contro il Signore e contro il suo Cristo, poiché facevano spargere il sangue dei santi e perseguitare la Chiesa, fino ad oggi e con continuità costante essi diminuiscono.
Quanto a noi, invece, una forza grandissima contro i loro insulti e le loro arroganti derisioni ci viene dagli oracoli del nostro Dio, che con gioia vediamo realizzarsi anche su questo punto.
Tramite il Profeta infatti ci vengono rivolte le seguenti parole: Ascoltatemi, voi che conoscete la giustizia, popolo mio, che porti nel cuore la mia legge.
Non temete l'insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni, non sopravvalutate il fatto che ora vi disprezzano.
Con il tempo saranno corrosi come una veste e saranno consumati come la lana dal tarlo, ma la mia giustizia dura in eterno. ( Is 51,7-8 )
Leggano per lo meno queste nostre profezie, se si degneranno, e quando le loro contestazioni saranno giunte fino a noi, con l'aiuto che il Signore ci darà, risponderemo.
1 | Virgilio, Aen. 10, 630-632 |