I lettera ai Corinti

XL - I tempi stabiliti

1. Sono per noi evidenti queste cose e siamo scesi nelle profondità della conoscenza divina.

Dobbiamo fare con ordine tutto quello che il Signore ci comanda di compiere nei tempi fissati.

2. Egli ci prescrisse di fare le offerte e le liturgie, e non a caso o senz'ordine, ma in circostanze ed ore stabilite.

3. Egli stesso con la sua sovrana volontà determina dove e da chi vuole siano compiute, perché ogni cosa fatta santamente con la sua santa approvazione sia gradita alla sua volontà.

4. Coloro che fanno le loro offerte nei tempi fissati sono graditi e amati.

Seguono le leggi del Signore e non errano.

5. Al gran sacerdote sono conferiti particolari uffici liturgici, ai sacerdoti è stato assegnato un incarico specifico e ai leviti incombono propri servizi.

Il laico è legato ai precetti laici.

XLI - Piacere a Dio

1. Ciascuno, o fratelli, nel suo posto piaccia a Dio, agendo in buona coscienza e dignità, senza infrangere la norma stabilita per il suo compito.

2. Non si offrano dappertutto, o fratelli, sacrifici perpetui o votivi, o di espiazione o di riparazione, ma solo a Gerusalemme.

Ivi pure non si offrano sacrifici in ogni luogo, ma innanzi al tempio sull'altare, dopo un esame minuto della vittima da parte del sommo sacerdote e dei ministri prima ricordati.

3. Quelli che agiscono non conformi alla di lui volontà meritano la pena di morte.

4. Vedete, fratelli, quanto maggiore è la scienza di cui fummo degnati, tanto maggiore il pericolo cui siamo esposti.

XLII - I ministri della Chiesa

1. Gli apostoli predicarono il Vangelo da parte del Signore Gesù Cristo che fu mandato da Dio.

2. Cristo fu inviato da Dio e gli apostoli da Cristo.

Ambedue le cose ordinatamente secondo la volontà di Dio.

3. Ricevuto il mandato e pieni di certezza nella risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo e fiduciosi nella parola di Dio con l'assicurazione dello Spirito Santo, andarono ad annunziare che il regno di Dio stava per venire.

4. Predicavano per le campagne e le città e costituivano le primizie del loro lavoro apostolico, provandole nello spirito, nei vescovi e nei diaconi dei futuri fedeli.

5. E questo non era nuovo; da molto tempo si era scritto intorno ai vescovi e ai diaconi.

Così, infatti, dice la Scrittura: "Stabilirono i loro vescovi nella giustizia e i loro diaconi nella fede".

XLIII - La dignità sacerdotale

1. Che meraviglia se quelli che avevano fede in Cristo stabilirono come opera da parte di Dio i ministri predetti?

Anche Mosè "fedele servitore in tutta la casa" segnò nei libri sacri tutto ciò che gli fu ordinato.

Gli altri profeti lo seguirono rendendo testimonianza alle norme stabilite da lui.

2. Quando sorse gelosia intorno al sacerdozio e le tribù si disputavano quale di esse si sarebbe ornata del nome glorioso, egli ordinò ai dodici capitribù di portargli delle verghe e che ciascuna fosse contrassegnata dal nome.

Avendole prese, le legò, le sigillò con gli anelli dei capitribù e le pose nel tabernacolo della testimonianza sulla tavola di Dio.

3. Chiuso il tabernacolo sigillò le chiavi come le verghe.

4. E disse loro: "Fratelli, la tribù la cui verga germoglierà, Dio sceglie per esercitare il sacerdozio e servirlo".

5. Venuto il mattino, convocò tutto Israele, seicentomila uomini.

Mostrò i sigilli ai capitribù e aprì il tabernacolo della testimonianza e tirò fuori le verghe.

E si trovò che la verga di Aronne non solo era germogliata, ma aveva anche il frutto.

Che ve ne pare, o carissimi? Mosè non prevedeva che questo sarebbe accaduto? Lo sapeva davvero.

Fece così perché non scoppiasse un tumulto in Israele e fosse glorificato il nome del vero e dell'unico Dio.

A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

XLIV - Giusto ufficio

1. I nostri apostoli conoscevano da parte del Signore Gesù Cristo che ci sarebbe stata contesa sulla carica episcopale.

2. Per questo motivo, prevedendo esattamente l'avvenire, istituirono quelli che abbiamo detto prima e poi diedero ordine che alla loro morte succedessero nel ministero altri uomini provati.

3. Quelli che furono stabiliti dagli Apostoli o dopo da altri illustri uomini con il consenso di tutta la Chiesa, che avevano servito rettamente il gregge di Cristo con umiltà, calma e gentilezza, e che hanno avuto testimonianza da tutti e per molto tempo, li riteniamo che non siano allontanati dal ministero.

4. Sarebbe per noi colpa non lieve se esonerassimo dall'episcopato quelli che hanno portato le offerte in maniera ineccepibile e santa.

5. Beati i presbiteri che, percorrendo il loro cammino, hanno avuto una fine fruttuosa e perfetta!

Essi non hanno temuto che qualcuno li avesse allontanati dal posto loro stabilito.

6. Noi vediamo che avete rimosso alcuni, nonostante la loro ottima condotta, dal ministero esercitato senza reprensione e con onore.

XLV - La persecuzione dei giusti

1. Voi siete pieni di emulazione e di zelo nelle cose che riguardano la salvezza.

2. Vi siete curvati sulle Sacre Scritture, le vere, date dallo Spirito Santo.

3. Siete convinti che nulla di ingiusto e di falso è scritto in esse.

Non troverete che i giusti siano stati ricusati da uomini santi.

4. I giusti sono stati perseguitati, ma dagli ingiusti; sono stati imprigionati, ma dagli empi; sono stati lapidati, ma dagli iniqui; uccisi da quelli che vengono presi dall'invidia perversa e malvagia.

5. Essi sopportarono gloriosamente queste sofferenze.

6. Che dire, o fratelli? Daniele forse fu gettato nella fossa dei leoni da quelli che temevano Dio?

7. Anania, Azaria e Misaele furono chiusi in una fornace di fuoco da quelli che praticavano il culto grande e glorioso dell'Altissimo?

Giammai questo. Chi sono, dunque, quelli che l'hanno commesso?

Persone detestabili e piene di ogni cattiveria spinsero il loro furore sino al punto da mandare alla tortura quelli che servivano Dio in santità e senza reprensione.

Esse non sapevano che l'Altissimo è difensore e protettore di quelli che con coscienza difendono il suo santo nome.

A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

8.Coloro che hanno sopportato con fiducia hanno ereditato la gloria e l'onore, sono stati esaltati e scritti da Dio nel suo memoriale per i secoli dei secoli. Amen.

XLVI - Attaccarsi ai giusti

1. A siffatti esempi bisogna, fratelli, che ci atteniamo anche noi.

2. È scritto, infatti: "Attaccatevi ai santi perché quelli che sono uniti ad essi diverranno santi".

3. E di nuovo in un altro luogo la Scrittura dice: "Con l'innocente sarai innocente, con l'eletto sarai eletto, ma con il perverso ti pervertirai".

4. Attacchiamoci dunque agli innocenti e ai giusti, sono gli eletti di Dio.

5. Perché tra voi contese, ire, dissensi, scismi e guerra?

6. Non abbiamo un solo Dio, un solo Cristo e un solo spirito di grazia effuso su di noi e una sola vocazione in Cristo?

7. Perché strappiamo e laceriamo le membra di Cristo e insorgiamo contro il nostro corpo giungendo a tanta pazzia da dimenticarci che siamo membra gli uni degli altri?

Ricordatevi delle parole di Gesù e nostro Signore.

8. Disse, infatti: "Guai a quell'uomo; sarebbe stato meglio che non fosse nato, piuttosto che scandalizzare uno dei miei eletti.

Meglio per lui che gli fosse stata attaccata una macina e fosse stato gettato nel mare, piuttosto che pervertire uno del miei eletti".

Il vostro scisma ha sconvolto molti e molti gettato nello scoraggiamento, molti nel dubbio, tutti noi nel dolore.

Il vostro dissidio è continuo.

XLVII - La discordia

1.Prendete la lettera del beato Paolo apostolo.

2. Che cosa vi scrisse all'inizio della sua evangelizzazione?

3. Sotto l'ispirazione dello Spirito vi scrisse di sé, di Cefa, e di Apollo per aver voi allora formato dei partiti.

4. Ma quella divisione portò una colpa minore.

Parteggiavate per apostoli che avevano ricevuto testimonianza e per un uomo ( Apollo ) stimato da loro.

5. Ora, invece, considerate chi vi ha pervertito e ha menomato la venerazione della vostra rinomata carità fraterna.

6. È turpe, carissimi, assai turpe e indegno della vita in Cristo sentire che la Chiesa di Corinto, molto salda e antica, per una o due persone si è ribellata ai presbiteri.

7. E tale voce non solo è giunta a noi, ma anche a chi è diverso da noi.

Per la vostra sconsideratezza si è portato biasimo al nome del Signore e si è costituito un pericolo per voi stessi.

XLVIII - La porta della giustizia

1. Liberiamocene subito e gettiamoci ai piedi del Signore.

Piangendo, supplichiamolo che fattosi propizio si riconcili con noi e ci ristabilisca nella nobile e santa pratica della carità fraterna.

2. Questa è la porta della giustizia aperta alla vita, come è scritto: "Apritemi le porte della giustizia; entrando confesserò il Signore.

3. Questa è la porta del Signore; i giusti entreranno per essa".

4. Molte sono le porte aperte, ( ma ) quella della giustizia è in Cristo.

Beati sono tutti quelli che vi entrano e dirigono il loro cammino nella santità e nella giustizia, tutto facendo tranquillamente.

5. Ciascuno sia fedele, sia capace di esporre la scienza, sia saggio nel giudicare i motivi, sia puro nelle opere.

6. Tanto più occorre che sia umile quanto più è creduto molto grande, e deve cercare il bene comune per tutti e non quello proprio.

XLIX - La carità

1. Chi ha la carità in Cristo pratichi i suoi comandamenti.

2. Chi può spiegare il vincolo della carità di Dio?

3. Chi è capace di esprimere la grandezza della sua bellezza?

4. L'altezza ove conduce la carità è ineffabile.

5. La carità ci unisce a Dio: "La carità copre la moltitudine dei peccati".

La carità tutto soffre, tutto sopporta.

Nulla di banale, nulla di superbo nella carità.

La carità non ha scisma, la carità non si ribella, la carità tutto compie nella concordia.

Nella carità sono perfetti tutti gli eletti di Dio.

Senza carità nulla è accetto a Dio.

6. Nella carità il Signore ci ha presi a sé.

Per la carità avuta per noi, Gesù Cristo nostro Signore, nella volontà di Dio, ha dato per noi il suo sangue, la sua carne per la nostra carne e la sua anima per la nostra anima.

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