Suor Benigna Consolata Ferrero |
« Io godo di essere il tuo tutto, ma perciò bisogna che tu non sia niente, che tu riconosca che non sei niente, che ami di essere un niente.
Se Io potessi trovare un'anima veramente umile, che cosa non farei!
Ma ci sono poche anime che mi diano questa consolazione.
É necessario che tu ti spogli di te stessa per rivestirti della preziosa veste della virtù il tuo cibo, d'ora innanzi, sarà la volontà del tuo Padre Celeste.
La conoscenza di se stessi è il fondamento sul quale si eleva l'edificio della perfezione e se la base è solida, anche l'edificio è sicuro.
Tanto più un'anima è umile, tanto più è cara a Dio.
Tutte le volte che l'anima si mette nel suo posto, cioè nell'umiltà, Dio si comunica a lei.
L'umiltà è un fiore così prezioso, che va tenuto nascosto.
Quando il niente sta nel suo niente, Dio lo guarda con compiacenza e fa di questo niente grandi cose.
L'umiltà ha tre rami: l'umiltà verso Dio, l'umiltà verso te stessa, l'umiltà verso il prossimo.
L'umiltà verso Dio è come la radice dell'albero che comunica il succo alla pianta; se la radice fosse scoperta, esposta al sole, l'albero morirebbe.
Conviene che tu riconosca che il bene che è in te viene da Dio.
L'umiltà con te stessa è il tronco per il quale passa il succo per poi produrre i frutti che sono gli atti di compatimento e di benevolenza verso il prossimo.
Non vi è via che conduca più direttamente, più sicuramente, più prontamente e più soavemente a Dio che l'umiltà.
Ma l'umiltà studiala nel Vangelo, imparala nella mia vita, approfondiscila nell'Eucaristia.
Se tu attingi l'umiltà a queste tre fonti, la troverai sempre.
Le mie grazie si fermano nelle anime umili.
Procura di fare tutti i giorni qualche progresso nell'amore ed esaminati a sera.
Saranno molteplici le occasioni che ti si presenteranno nella giornata.
Sarà vincere una ripugnanza, accogliere con dolcezza e con mansuetudine le anime che danno minor soddisfazione, sarà nascondersi per far risaltare gli altri.
Quando l'anima è attaccata a sè, impedisce all'amore di operare.
Io non posso operare in un cuore pieno di sè.
Quando un'anima è chiamata alla conversazione intima con Dio, deve rivestirsi di umiltà come Dio è vestito di gloria.
Nel momento in cui muori alla natura, vivi a Dio.
Un'anima umile mi attira con catene così dolci, che Io mi precipito in lei.
Se tu sapessi quanto Io amo un'anima umile!
Il mondo non stima l'umiltà perchè non ne conosce il pregio, ma Gesù la stima perchè ne conosce tutto il valore.
Quando un'anima si fa piccola ai suoi propri occhi tenendo presente la sua miseria, si fa piccola innanzi alle creature non nascondendo le sue miserie, si fa piccola innanzi a Dio tenendosi abitualmente nell'abisso della sua indegnità, Gesù la guarda con uno sguardo pieno d'amore.
Con l'umiltà mi prepari il posto, con la fede mi vieni incontro, con la carità mi prendi, con la confidenza mi conduci e con la familiarità mi trattieni.
Le cose piccole si vedono tutto in un colpo, ma le cose grandi no.
Le anime piccole le ho sempre presenti per guardarle con compiacenza; esse sono vuote di sè, sono leggere e Io le porto.
Un'anima umile, quando prega, prega sempre come se chiedesse l'elemosina e quando riceve le grazie, anche se riceve poco, trova sempre che riceve molto ed è molto riconoscente.
Più ti nascondi e più ti cerco con premura, più ti so trovare.
Se vuoi piacere a Gesù, sii umile; se vuoi piacergli di più sii più umile.
Ogni simile ama il suo simile; Gesù è umilissimo e ama le anime umilissime.
Più un'anima tende all'umiltà, e più si avvicina a Lui.
Più ti elevo con le mie grazie e più ti abbasso nel tuo proprio concetto.
A misura che tu riconosci la tua incapacità assoluta nel vincerti, ti do la grazia di vincerti di più.
L'umiltà fa amare Dio sopra ogni cosa e disprezzare se stessi.
L'umiltà è verità e giustizia.
Tu devi riconoscere ciò che sei, e ciò che è in te da parte di Dio.
Da te non sei niente, non puoi niente, non vali niente, non meriti niente.
Sei meno che niente, perchè il niente per lo meno non mi offende.
Che cos'hai tu da gloriarti?
Non perdere mai di vista il tuo niente, ma non considerarlo mai fuori dell'abisso della mia bontà.
Io eleggo le anime più miserabili per effondere su di loro le mie grazie di scelta, così appare meglio la mia divina dovizia.
Io sarò il tuo maestro di umiltà.
Quando Io amo un'anima, quando prediligo, favorisco, voglio unire più intimamente a me un'anima, la distacco da sè e la innamoro di me, e poi la faccio sedere alla mia mensa.
La mia mensa è la volontà del Padre e i cibi che vi sono imbanditi sono gli stessi che il Padre ha preparato a me: i disprezzi, le umiliazioni, le contrarietà, i sacrifici e le sofferenze di ogni sorta.
Pratica l'umiltà nel modo che Io stesso ti insegno:
1° - Piena osservanza della volontà di Dio, senza discussioni e senza riserva.
É volontà di Dio qualunque cosa ti accada, perchè tutto tende a perfezionarti sempre più.
Così dispone Iddio per il bene dell'anima tua: sta a te trarne profitto.
2° - Pratica l'umiltà prestandoti per il bene del prossimo, senza alcun pensiero di umano interesse, ma unicamente in vista di piacere a Dio, al quale sei tenuta a ubbidire ciecamente.
3° - Pratica l'umiltà con te stessa, non sgomentandoti per alcun motivo, sia nel vederti carica di miserie, come nel saperti soggetta a cadere per debolezza, ricordandoti che se cadi, Io ti rialzo.
4° - Finalmente, pratica l'umiltà in generale, riconoscendoti quale Io ti faccio conoscere e ricordati che se Io voglio da te opere grandi, le stabilisco su solide fondamenta, quali sono appunto l'umiltà e la diffidenza di te stessa.
Devi però notare che diffidare di te stessa, non vuol dire dubitare di Dio ».
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