Maria Marta Chambon la vita

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Manifestazione delle sante piaghe

« Non si può dire quanto il Salvatore desideri entrare nelle anime nostre con questo amore di compiacenza dolorosa …

« Aprimi, sorella mia, amica mia, mia colomba, mia immacolata ( dice Egli nella Cantica ) perocché il mio capo è pieno di rugiada e i miei capelli dell'umido della notte ».

Che cosa sono questa rugiada e quest'umido della notte se non le pene e i dolori della sua Passione!

( S. Fran. di Sales: Am. di Dio 1. v. - cap. 5 ).

Eccoci ora in procinto di vedere l'oggetto di questa salutare devozione manifestarsi in modo più concreto.

Gesù mostra le sue Piaghe, rinnovando gli inviti che, per il tramite della sua Confidente sono rivolti a tutte le anime.

Oh quanto è vivificante collocarsi con lei sotto le radianti Piaghe redentrici!

Oh quanto è fruttuoso prestar l'orecchio agli inviti del Salvatore!

« Eccetto la mia SS. Madre - Egli diceva a Suor M. Marta - nessun'anima ha avuto come te la grazia di contemplare giorno e notte le Sante Piaghe ».

Leggiamo infatti nel manoscritto della N. On. Madre: « Nostro Signore le fa contemplare ogni giorno le sue Divine Piaghe, gliele presenta agli occhi dell'anima, in modo sensibile, talvolta sono risplendenti e la inebriano di gioia; tal'altra sono sanguinose e la immergono in un'inesprimibile angoscia: « Voglio che tu le veda così, affinché tu capisca meglio che cosa ho fatto discendendo sulla terra a soffrire per te ».

In queste meravigliose manifestazioni, il Salvatore si presenta talvolta alla sua Sposa, con l'insieme delle sue adorabili Piaghe, e con le carni talmente lacere che cadono a brani: « Nel tuo Sposo non troverai che Piaghe - le dice - bisogna che là dentro tu attinga le grazie per il mondo: questo è il tuo compito ».

« Ecco ciò che io mostro a tutte le anime: ma sono ben poche quelle che vi rivolgano lo sguardo.

Tu, figlia mia, contemplami dalla corona di spine fino ai Piedi e medita ».

Qualche volta le fa vedere una sola Piaga.

Così un giorno Egli scoprendosi il Piede destro, le dice: « Quanto devi venerare questa Piaga e nasconderti in essa come la colomba! »

Un'altra volta si tratterà della Mano sinistra: « Figlia mia, prendi nella mia Mano sinistra i miei meriti per le anime, affinché esse siano alla mia destra per l'Eternità ».

I suoi Piedi adorabili: « Conduci qui tutte le mie creature … questi fori sono abbastanza grandi per alloggiarle tutte …

Le Piaghe dei miei Sacri Piedi sono un oceano »1

La Sua Testa coronata di spine: « Figlia mia, qui tu apprenderai la sottomissione di giudizio ».

La Piaga del suo Divino Costato: « Qui dentro attingerai la dolcezza e l'umiltà ».

La consolazione e un amore veemente penetrarono nell'anima della nostra Sorella.

I suoi occhi non potevano più abbandonare le Sante Piaghe, e il nostro dolce Salvatore si compiaceva nel vederla nella sua estasi muta: « Figlia mia, contemplandole tu mi consoli … a mia volta, Io ti consolerò con la vista della mia gloria per tutta l'Eternità ».

La corona di spine e le piaghe del capo

Un biografo2 di Santa Giovanna Francesca di Chantal, accennando al regolamento di vita da Lei adottato prima di abbracciare la vita religiosa, ci dice che ogni sera essa riparava spiritualmente in una Piaga di N. Signore e che il Venerdì, sceglieva le ferite dell'adorabile Capo di Lui.

Ci è sembrato a proposito il ricordare qui la devozione della nostra Santa Fondatrice per il Capo ferito di Gesù, perché anche da Suor M. Marta il Divino Maestro esige per il suo augusto Capo coronato di spine, un culto specialissimo di venerazione, di riparazione e di amore.

La Corona di spine fu per Lui causa di sofferenze particolarmente crudeli: « La mia Corona di spine mi ha fatto soffrire più di tutte le mie altre Piaghe,3 confidò Egli alla sua Sposa.

Essa è stata per me la sofferenza più crudele dopo quella dell'Orto degli Ulivi.

Per alleggerirla bisogna che osserviate bene la vostra Regola »

Per l'anima fedele fino all'imitazione questa Corona è una sorgente di meriti: « Ecco, Egli dice, questa Testa che fu trafitta per tuo amore e per i meriti della quale sarai un giorno incoronata.

Sarà la Corona di spine che ti otterrà quella di gloria ».

Questo è il dono prescelto da N. Signore per i suoi amici: « Io dò ai miei prediletti la mia Corona di spine; è questa la ricchezza delle mie Spose, e la gloria dei Santi; ma per i miei eletti finché sono sulla terra, è una sofferenza.

( Da ciascuna spina la nostra sorella vedeva uscire un raggio di gloria impossibile a descriversi. )

I miei veri servi cercano di soffrire come ho sofferto io; ma nessuno può raggiugere il grado dei miei patimenti ».

Da queste anime Gesù reclama una più tenera compassione per il suo adorabile Capo.

Ascoltiamo questo grido straziante del Cuore, che Egli rivolge a Suor M. Marta, nel mostrarle la sua Testa trafitta sanguinante e con una sì angosciosa espressione, che la Sorella non sapeva descriverla: « Ecco Colui che tu cerchi! Vedi in che stato si trova!

Guarda … Togli le spine del mio Capo offrendo al Padre mio i meriti delle mie Piaghe per i peccatori …

Va in cerca di anime! … ».

In questi inviti del Salvatore, sempre ritorna, come un'eco dell'eterno Sitio, la preocupazione della salvezza delle sue creature: « Va in cerca di anime ».

Sorprendente contrasto: ecco Gesù che si presenta allo sguardo estatico della nostra Sorella, con questa stessa corona circonfusa di una smagliante luce di gloria: « La mia Corona di spine illuminerà il cielo e tutti gli Spiriti beati … »

Felicità dei giusti, la Santa Corona è al contrario, oggetto di terrore per i malvagi.

Suor M. Marta lo intravide in un quadro offerto alla sua contemplazione, da Colui che si dilettava d'istruirla, svelandole i misteri d'oltre tomba.

Il tribunale dove le anime subiscono il giudizio, apparve ai suoi sguardi tutto irraggiato dagli splendori di questa Divina Corona.

Le anime che passavano continuamente davanti al sommo Giudice, se erano state fedeli si gettavano con fiducia nelle braccia del Salvatore; le altre invece, alla vista della Santa Corona e al ricordo dell'amore di Nostro Signore, che esse avevano spregiato, precipitavano atterrite negli eterni abissi.

Questa visione fu cosi impressionante che la povera Sorella, raccontandola tremava ancora di spavento.

La ferita del cuore

Se il Salvatore scopriva così all'umile Conversa tutte le bellezze e tutte le ricchezze delle sue Divine Piaghe, con quale tenerezza le svelerà il tesoro della sua grande ferita d'amore!

Ma qui, più che altrove, l'amore domina il lamento.

L'invito ad amare rigetta in seconda linea l'invito a soffrire.

È vero che uno chiama l'altro, poiché l'amore vero si manifesta col sacrificio e la riparazione.

« Ecco la sorgente da cui devi attingere tutto », diceva Gesù a Suor M. Marta, mostrandole le Sue piaghe in un celeste splendore, e quella del Sacro Cuore che splendeva tra le altre di una luce incomparabile: « Vieni dunque nella Piaga del mio Divino Costato …

È la Piaga dell'amore, dalla quale si sprigionano vivissimi ardori! »

Nel tempo stesso le partecipa il suo immenso desiderio di vedere spargersi le grazie che traboccano dal suo Cuore: « Poni qui le labbra per attingere la carità e diffonderla nel mondo.

Metti qui la mano per prendervi i miei tesori …

Io non posso più contenerli, tanta è la mia brama di donarli.

« Venite a ricevere le effusioni del mio Cuore, che desidera versare in voi la Sua sovrabbondanza … ».

Ma Gesù porge speciale invito a l'unione con il suo Sacro Cuore, condizione di ogni apostolato.

Egli lo rinnova ad ogni istante, sotto forme diverse, con, accenti che commuovono le anime, fugando le timidezze e condannando l'indifferenza.

Un giorno, festa del Sacro Cuore, mostrando alla sua diletta questa « Piaga dell'amore » largamente aperta, le dice: « Ecco dove siete collocale! … Ecco il posto che vi assegno: Ecco il vostro centro, nessuno potrà impedirvi d'amarlo, ne farvelo amare se il vostro cuore non corrisponde.

Le parole delle creature non possono togliervi il vostro tesoro, il vostro amore! voglio che mi amiate senza appoggio umano ».

Un altro giorno: « Fa come la farfalla, vola qui nel mio Cuore!

Quando un'anima si è inabissata nella Piaga che essa onora, vi resterà per sempre … »

« Ah! mio Gesù, potevate forse assegnarmi un posto migliore di questo? » esclamò la Serva di Dio.

Ma ascoltiamo ancora il Divino Maestro: « Se volete entrare nella luce del Signore, bisogna penetrare nel mio Cuore Divino …

Se volete conoscere le viscere di Misericordia di Colui che vi ama tanto, dovete porre le labbra con rispetto ed umiltà, sulla ferita del mio Sacro Cuore.

« Io voglio che tutti i vostri cuori entrino nel mio.

È da questo Cuore che il vostro Padre San Francesco ha attinto la sua dottrina.

È nel mio Cuore che si trova la pace ».

Questo Cuore Sacratissimo aperto ai fedeli, come un asilo vuole in ricambio trovare nei nostri cuori un rifugio ove riposarsi.

Ascoltiamo le richieste rivolte a Suor M. Marla: « Mi ami tu? » - Si mio Signore, Vi amo!

« Ebbene le Spose devono tenere compagnia allo Sposo e non lasciarlo solo.

O mia diletta, il mio Cuore non sa più dove trovare un luogo di riposo …

Mi sono scelto una vittima nel cuore della quale vorrei riposarmi: quale ingratitudine se tu mi respingessi! »

Oh! mio Gesù, giacché Voi volete venire a riposarvi in me, purificatemi … io farò come la colomba: io mi nasconderò dentro le Vostre Piaghe.

« Sì, figlia mia, fa come la colomba, entra nel mio Cuore …

Vieni a prendere per te e per le anime.

Abbandonati nel mio Cuore per tutti quelli che non lo fanno ».

L'amore dei nostri poveri cuori è di tale pregio per Gesù, che Egli giunge fino a mendicarlo …

Comparendo un giorno a Suor M. Marta in tutto le splendore della sua Risurrezione, le disse: « Con tutto questo io mendico a la maniera di un povero!

Chiamo i miei figli uno ad uno … e li attendo … ».

Mostrandosi poi sotto l'aspetto d'un vero mendicante, pieno di tristezza al pensiero delle Mie tenerezze dispregiate, andava ripetendo: « Io vado mendicando l'amore perfetto, ma la maggioranza, anche fra le anime religiose.

Mi rifiuta questo amore! … Figlia mia, amaMi, sopra ogni cosa, per Me stesso ».

Designandole poi la nostra Santa Sorella Margherita Maria, il cui sguardo « divorava » il Cuore di Gesù « Questa sì che mi ha amato di amore puro e per Me solo ».

E Suor M. Marta procurava di amare con questo stesso amore, e vedendo il Sacro Cuore che l'attirava a Sé, vi si slanciava con indicibile ardore.

L'amor divino la consumava pur inondandole l'anima di celesti delizie.

« Se tu vedessi come possiedi completamente il mio Cuore - le diceva il Signore - ne saresti stupefatta.

Tu sei la diletta del mio Cuore; d'ora innanzi non respirerai e non amerai che col mio Cuore ».

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1 « Madre mia, che cosa è un oceano? » domandava in seguito alla sua Superiora la nostra ignorante Conversa
2 « Vita », di M. di Maupas, 2° ediz. p. 83-84
3 L'esame attento delle ferite della nuca ( sul S.to Sudario di Torino ) ci fa comprendere le rivelazioni di N. S. alla piccola Sorella Conversa della Visitazione di Chambéry, Suor Maria-Marta Chambon: « La mia corona di spine mi ha fatto soffrire più di tutte le altre mie Piaghe ». ( Bollettino del S.to Sudario. giugno 1925. p. 14 )