Maria Marta Chambon la vita

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Zelo apostolico

« Ecco il vero amico dei suoi fratelli e del popolo di Israele … colui che prega molto per questo popolo e per tutta la città santa ».

( 2 Mac 15,14 )

Una cosa colpisce particolarmente chi ha vissuto con Suor Maria-Marta, è certo non è sfuggita al lettore, ed è - col soprannaturale profuso ad ogni istante di questa ammirabile esistenza - lo spirito apostolico che l'anima e la sostiene.

Niente di gretto nella pietà della nostra Sorella, e niente d'egoismo nelle sue preghiere.

Essa si sente membro del corpo mistico di Gesù, da cui non si separa giammai.

Il suo apostolato non si limita a identificarsi con la sua Comunità e il suo Istituto: essa non fa che una cosa sola con la Chiesa intera.

Investendola di una missione di preghiera universale, N. Signore dona alla sua umile Sposa lumi che essa traduce in pratica in modo tanto semplice quanto sublime: Essa s'immola in unione al suo Divin Maestro, prega in unione con Lui concentrando tutta la sua preghiera d'intercessione, nell'offerta assidua dei meriti del Salvatore.

Cosi l'abbiamo intraveduta nei capitoli concernenti le Sante Piaghe.

Ci resta ora a considerarla più da vicino in quest'opera d'immolazione e di preghiera alla quale nulla rimane estraneo.

I. Il Papa e la Chiesa - i Vescovi e i Sacerdoti

Per mezzo dell'offerta quotidiana1 tutta la vita di Suor M. Marta era consacrata alla grande causa di Dio: la causa della Chiesa: Pastori e Fedeli.

Nostro Signore rinnova sovente alla sua serva la promessa del trionfo della Santa Chiesa per mezzo delle Sante Piaghe e della Vergine Immacolata: « Figlia mia, devi compiere bene la tua missione, che è di offrire le mie divine Piaghe al mio Eterno Padre, perché da queste deve venire il trionfo della mia Chiesa, il quale passerà per le mani della mia Madre Immacolata ».

Ma fin da principio il Divin Maestro previene ogni illusione, come ogni equivoco.

Non si tratta del trionfo materiale, visibile universale, che sognano certe anime! …

Sotto la barca di Pietro i flutti non si piegheranno mai con perfetta docilità, anzi, talora, si potrà tremare davanti al furore della loro agitazione …

Lottare, lottare sempre, e una condizione della vita della Chiesa: « Non si capisce che cosa ci chiede domandando il suo trionfo …

La mia Chiesa non avrà mai trionfo visibile ».2

Tuttavia, attraverso le lotte e le angosce, continua a compiersi nella Chiesa e, per mezzo della Chiesa, l'opera di N. Signore Gesù Cristo: la salvezza del mondo.

L'opera di N. S. Gesù Cristo si compie tanto meglio quanto più la preghiera - che ha il suo posto nel piano divino - implora i soccorsi del Cielo.

E si comprende che il Cielo si lascia particolarmente piegare quando Lo si invoca nel nome delle Piaghe Redentrici.

Gesù insiste spesso su questo punto: « Bisogna che tu attinga senza posa da queste Sorgenti per il trionfo della mia Chiesa ».

In tempi di gravi perturbazioni, Suor M. Marta chiedeva istantemente a N. Signore di prendere sotto la protezione delle Sue Sante Piaghe il Sommo Pontefice.

Il Salvatore degnò gradire questa preghiera, e fece vedere alla nostra Sorella che la grazia sovrabbondava sul Santo Padre Pio IX e che le preghiere fatte dalla Comunità, vi contribuivano grandemente: « Dalle mie Piaghe si spande su di Lui una grazia speciale ».

Un altro giorno, in cui essa pregava per la Chiesa e la conversione dei suoi nemici.

Gesù le disse: « Quanto mi è gradita questa preghiera! …

Tutti coloro che veramente mi appartengono chiedono la conversione dei nemici della mia Chiesa ».

Le SS. Vergine teneva Io stesso linguaggio raccomandando alla sua figlia di pregare per i grandi interessi dei Papato e per l'Augusto Pontefice di Roma.

Il 6 ottobre 1867 ( festa della Madonna del Rosario ), questa buona Madre le disse: « Voglio insegnarti una giaculatoria e tu mi farai grandissimo piacere dicendola per i bisogni della Santa Chiesa: Nostra Signora del Rosario, proteggete il Santo Padre …

Nostra Signora del Rosario, convertite i nemici della Chiesa, e del Santo Padre ».

In ciascun giorno di questo mese, la fortunata Sorella ricevette la visita della Regina del Cielo, la quale le faceva vedere quante grazie scendevano sul mondo per mezzo delle Sante Piaghe di Gesù e della sua materna intercessione.

Dal 1867 alla morte di Pio IX, ma specialmente durante il Concilio Valicano, stupisce il veder fino a qual punto la vita di Suor M. Marta venne associata a quella della Chiesa.

La nostra umile Conversa, seguiva, per dir cosi, a distanza, i grandi avvenimenti di cui Roma subiva allora il contraccolpo.

Essa partecipava alle angosce del Santo Pontefice.

Sulla richiesta di N. Signore moltiplicava penitenze e preghiere e apprendeva dal Divin Maestro che « Sua Santità si manterrebbe sulla Santa Sede, ma nella tribolazione ».

Il 26 aprile 1869, durante le invocazioni alle Sante Piaghe, che la Comunità faceva ogni giorno per i bisogni della Chiesa, Gesù Crocifisso si fece vedere alla sua Sposa.

Il Sangue Divino scorreva in grande abbondanza dalle Sacre Piaghe: « Questo è per il mio Vicario Pio IX ».

Egli disse. E il Sangue del Salvatore continuava a scorrere, ed Egli soggiungeva: « Questo, per i miei Ministri! … per tutti, anche per quelli che non mi domandano la luce.

« Satana sta per muovere gli assalti più furiosi per tentare di annientare la Chiesa.

« Parecchie luci perderanno lo splendore e molti di coloro che sembrano colonne, cadranno ».

Ai primi del dicembre 1869 N. Signore ripete ancora: «Figliuola mia, bisogna pregare per il Concilio …

Bisogna raddoppiare di fervore, giacché è dal Concilio che deve emanare la luce ».

A questo tempo, il cilicio che, la nostra cara Sorella portava notte e giorno, le si faceva talvolta cosi doloroso, che essa provava pena gravissima a sopportarlo.

Gesù permetteva questo soprappiù di sofferenza perché le circostanze dell'ora critica esigevano sacrifici più eroici.

Nel marzo 1870, il Divin Maestro annunziava: « I Padri del Concilio non sanno quando finirà … nessun può prevederlo ».

Dal Sommo Pontefice, Suor M. Marta non separa i Vescovi, collaboratori del Papa e suoi fratelli in Gesù Cristo.

E tra i Vescovi, quello della Diocesi diviene oggetto particolarissimo della sua figliale sollecitudine.

Essa si sente obbligata a dedicarsi a Lui più che ad alcun altro.

Nostro Signore gliene fa un dovere.

Sarebbe interessante seguirla sotto questo rapporto.

Ci si permetta di citare solamente una vera consegna religiosa data dal Pastore Sovrano per uno dei nostri venerati Pontefici.

« Io voglio, dice Gesù, che quest'anima brilli in Cielo come una stella.

Io non la ritirerò da questo mondo, che quando, con le vostre preghiere, le vostre sofferenze e, specialmente, con le vostre invocazioni delle SS. Piaghe, le avrete ottenuto questa splendida bellezza ! »

Qualche giorno dopo, Maria SS. le soggiungeva: « Essendo Egli Arcivescovo, la perfezione di quest'anima dev'essere completa.

Essendo « vostro » Arcivescovo, la Comunità deve adornarlo.

Per questo occorrono preghiere, Comunioni, sofferenze.

Voi dovete coprirlo delle Palme che Egli deve portare in Cielo ».

Insieme all'Episcopato, tutto il Clero secolare e regolare beneficava di questo apostolato che Gesù richiedeva alla sua Sposa.

Per sostenere lo slancio delle sue immolazioni, N. Signore la illuminava vivamente sulla sublimità delle funzioni del Sacerdote, - la grandezza del suo ministero, - i pericoli e le difficoltà che lo circondano, la necessità di mia perfezione maggiore e, per conseguenza, di soccorsi più polenti: « I Sacerdoti e i Religiosi hanno ricevuto da Dio un grande onore nella grazia della loro vocazione.

Essi devono renderne gloria a Dio santificandosi e aiutando la santificazione degli altri.

« Colui che ammaestra gli altri, se non pratica ciò che insegna, è molto più colpevole e soffre maggiormente in Purgatorio.

« Nel caso opposto la ricompensa è incomparabilmente maggiore ».

Alla sera della festa dei Morti ( 2 novembre 1869 ), Suor M. Marta vide svolgersi una meravigliosa teoria d'anime salenti al Cielo …

Essa poteva contemplarle, ma non avvicinarle.

Due si staccarono da questa lunga processione e le vennero incontro.

Erano due anime di Sacerdoti! La loro bellezza era superiore ad ogni umano concetto …

Le dissero: « Noi abbiamo trovato la vera felicità, la vera gloria, la vera ricchezza! … »

Il Celeste Direttore, faceva comprendere alla sua Discepola la grandezza di questa Divina potenza accordata ai successori degli Apostoli, di rimettere i peccati in Suo Nome e in virtù del Suo preziosissimo Sangue.

La nostra Sorella Lo vedeva cadere su di lei al momento dell'assoluzione: « Io innaffio il mio giardino » le disse una volta il Salvatore.

In una visione, che la colmò di gioia, la Vergine Maria le si mostrò come la potente protettrice e la custode delle anime consacrate.

Suor M. Marta fu trasportata in luogo abbagliante di luce e di candore: « Figlia mia, le disse l'Immacolata, questo è il mio dominio, qui è la mia abitazione ».

Sotto i piedi di Maria si agitava un mostro spaventoso con le fauci spalancale, da cui sortivano mille strumenti aguzzi e taglienti.

Una voce disse: « Questo è per i Sacerdoti e i Religiosi ».

La buona Conversa non capì, dapprima, il significalo di questa visione.

Il domani Gesù le spiegò che quegli orribili strumenti « rappresentavano le varie tentazioni, con le quali il demonio cerca di ferire, ingannare, far cadere le anime consacrate ».

Che queste anime si rivolgano a Maria: il suo piede verginale schiaccia sempre la testa del serpente.

II. Le anime - i peccatori - i moribondi

Nostro Signore aveva insegnato a Suor M. Marta che il « vero trionfo della Chiesa è nelle anime ».

In corrispondenza a questa divina lezione Egli voleva trovare in questo cuore degli ardori di apostolo: « Vieni - le diceva - vieni alla conquista delle anime! … vieni a « raccogliere » delle anime insieme a Me! … Noi andremo insieme dovunque! … »

Più volte le sembrò che, introdotta nel Cuore ardente di Gesù, Egli la portasse attraverso tutte le regioni della terra, per raccogliere delle anime con Lui.

Era in questa santa occupazione che la cara missionaria passava una parte delle sue notti, felice quando, a proprie spese, la messe era ricca.

Un giorno rendendo conto alla Sua Superiora: « Ho passato la notte - diceva - a raccogliere delle anime con il potere che Dio mi ha concesso per i meriti delle Sante Piaghe del mio buon Maestro ».

Le era sembrato allora di mietere anime come quando faceva abbondante raccolta di frutta.

Ammirabile apostolato della perpetua intercessione che Gesù chiedeva principalmente a favore dei Peccatori e delle anime del Purgatorio.

« La grande piaga del secolo - confidava Egli alla sua Eletta - è che si salvano poche anime! …

Voi dovete pregare incessantemente per i peccatori.

« Sia principalmente alle anime religiose di convertire i peccatori, con le loro preghiere, le loro immolazioni e l'osservanza della Regola ».

La Visitazione di Chambéry aveva corrisposto ai desideri del Divin Maestro, adottando la devozione del Rosario della Misericordia.

Non per ciò N. Signore cessò dalle richieste.

Egli si rese di più in più incalzante nel presentare le sue Piaghe come sorgenti di grazia per i peccatori.

« Già da lungo tempo desidero di vedervi distribuire i frutti della mia Redenzione.

« Ad ogni parola che pronunziate della corona della Misericordia Io lascio cadere una goccia del mio Sangue sull'anima di un peccatore.

« Tutte le volte che cancellate i peccati degli uomini con le mie Sante Piaghe, voi fate più della Veronica.

Ciò che essa toglieva dal mio Volto era leggero, ma i peccati sono molto pesanti! »

E indirizzandosi specialmente alla sua Sposa prediletta: « Vuoi tu che Io spanda il Mio Sangue sopra i peccatori, su quelli che ne abusano e quelli che Lo calpestano? Vuoi tu offrirlo a mio Padre per loro? »

Poi facendole vedere attraverso il mondo la moltitudine dei peccatori: « Io te li mostro, affinché tu non perda tempo ».

Queste anime le erano mostrate un giorno, come avvolte nel fango.

La Vergine Immacolata le guardava con occhio materno e compassionevole: « Ciò è buono e caro; - disse Ella alla sua umile figlia - portale a mio Figlio, a piedi del suo trono … »

E là, Suor M. Marta le vide innaffiate dal Sangue di N. Signore, rivestirsi improvvisamente di grande bellezza.

Una delle cose che più rattristano Gesù e provocano maggiormente il Suo sdegno è la violazione del riposo festivo.

Un sabato, Suor M. Marta visitava il nostro modesto cimitero, recitando ad ogni tomba un « Requiem » e le sue care invocazioni alle Sante Piaghe, quando udì improvvisamente i lamenti del Divin Maestro: « Figliuola, vi sono dei cristiani che si preparano, a lavorare domani … dì alla tua Superiora di offrirmi un compenso ».

Al domani, domenica, mentre ritornava in giardino, il Salvatore le disse: « Alza gli occhi e guarda ».

Essa guardò e scorse nei campi che circondano il Monastero un gran numero di persone occupate nei loro faticosi lavori: « Ecco, Figlia mia, ciò che attira i castighi di Dio ».

Ai lamenti talora si aggiungevano le minacce: « Quando nel giorno del Giudizio gli uomini vedranno tutto ciò che ho fatto per loro durante la mia vita sulla terra; quando vedranno le mie fatiche, le mie sofferenze, il mio amore, essi rimpiangeranno di non averne meglio approfittato ».

Ovvero le era mostrata in modo impressionante, la giustizia di Dio irritato per i peccati del mondo.

In una sofferenza inesprimibile sentendo come gravare sopra di sé il peso di questa Divina Giustizia e dei peccati dei suoi fratelli, smarrita, essa esclamava umiliandosi: « Mio Dio, non considerate la nostra miseria, ma guardate la Vostra Misericordia! » e ricominciava le invocazioni alle Sante Piaghe, ciò che calmava la Divina Giustizia: « Offrimele sovente per guadagnarmi dei peccatori, perché ho fame di anime ».

Quando si tenevano nella Chiesa parrocchiale di Lémenc o nelle altre parrocchie della Diocesi, dei Ritiri Pasquali, delle Missioni, la nostra Sorella doveva raddoppiare le sue preghiere e immolazioni.

Bisognava assecondare l'opera dei missionari; bisognava preparare le vie alla grazia Divina; bisognava supplire alle deficenze!

« Mia Madre e Io, premeremo il torchio, diceva Gesù; se ne troverà che avranno molto faticato e nulla ottenuto ».

« Vi sono delle anime che ricevono la vita e delle altre che restano inerti: a te, prenderle e vivificarle.

« Figliuola, bisogna condurre le anime ai miei Piedi, bisogna avvicinarle a Me.

Io starò in mezzo a loro - come il buon Pastore - per convenirle ».

Per rianimare Io zelo della sua Eletta, N. Signore le offriva qualche volta lo spettacolo delle meraviglie operate nelle anime.

Il 27 marzo 1868, la Comunità pregava specialmente per il Ritiro Pasquale di Lémec: « Figlia mia, - disse, il Divin Maestro - Io voglio farti uscire di clausura ».

Parole che sul subito ispirarono un gran spavento all'ingenua Sorella.

Essa si sentì allora trasportata in spirito nella Chiesa parrocchiale.

Nostro Signore le si fece vedere tenendo in mano un calice pieno del suo Preziosissimo Sangue: « Io voglio, figliuola mia, che tu sia testimone delle grazie che sto per concedere ».

E Suor M. Marta vide il Salvatore deporre una goccia del Suo Sangue Divino nelle anime.

Essa ebbe pure l'indicibile consolazione di vederLo fare altrettanto per quelle di suo Padre e sua Madre, mentre le labbra divine pronunciavano queste parole: « Le grazie che faccio in questo modo non si perdono ».

Lo zelo della nostra Sorella in favore dei Moribondi sembra ancora più grande.

« Quando si adornano i miei altari - diceva il buon Maestro - Mi si procura un gran piacere, ma quando Mi si guadagnano anime per il Paradiso, la mia consolazione e incomparabilmente maggiore.

Bisogna offrire spesso i meriti delle mie Sante Piaghe per le persone che muoiono nella notte, o nel corso del giorno.

Troviamo nei Manoscritti i particolari di certe notti passate ad accompagnare alcune anime, che Gesù le mostrava già vicine alla loro eternità: « Tu sei incaricata di queste anime, bisogna ottener loro una buona morte ».

Le anime! Suor M. Marta se ne « incaricava » con maggior ardore in quanto la loro salvezza e perfezione glorificano Iddio.

Essa aveva sì ben capito che la sua ragione d'essere sulla terra stava nel « procurare gloria a Dio e nel farLo amare ».

Eppoi, in questo come in tutto, il Signore la illuminava e ne stimolava il fervore: « Figliuola, Io desidero costantemente che gli uomini si approfittino del frutto della mia Redenzione.

Ma siano essi fedeli o no, ne risulterà egualmente la mia gloria! ».

La nostra Sorella, vide un giorno partirsi dalle Sante Piaghe tre splendidi raggi che parevano involgere le anime salvate dai ineriti del Redentore.

Chiunque aveva contribuito a procurar loro questo beneficio, ne riceveva in cambio grande gloria, con la quale si aumentava quella di Dio: « Facendo che le anime profittino dei benefici della mia Passione, spiegava il Salvatore, voi dilatate il regno di Dio ».

Il cuore ardente dell'umile missionaria claustrale, rispondeva con questo grido di santo entusiasmo « Gesù mio, ho sete di anime per la vostra gloria! ».

III. Le anime del purgatorio

La fiamma apostolica di Suor M. Marta non si estingueva alle porte della tomba.

Grande avvocata, dei peccatori e dei moribondi, la nostra Sorella non lo era meno delle anime sante del Purgatorio.

Queste, dal canto loro, reclamavano costantemente le sue sofferenze e le sue preghiere: « Osservate! … Suffragateci! … offrite per noi le Sante Piaghe di Gesù ».

Alla sua volta, essa ripeteva a N. Signore « Osservate … alleviatele in virtù delle vostre Divine Piaghe ».

Alleviarle, è questo il vivo desiderio di Gesù.

Egli aspetta che lo preghino.

Ne fa invito a Suor M. Marta.

Egli aveva rivolto alla Sua Sposa questa parola di maravigliosa bontà: « Una povera creatura come te, quando è unita a Me, può tutto; Essa mette in moto il Purgatorio e riempie il Cielo ».

Egli le aveva pure assegnato un posto per compiere la sua Missione di supplicante: « Tu non sei di questa terra: la tua vita deve essere sospesa tra il Cielo e il Purgatorio …

Tu devi considerarti come stabilita alla porta del Purgatorio per farne uscire, le anime … e alla porta del Cielo per prendere le anime e farvele entrare ».

Egli continua le sue richieste e i suoi incoraggiamenti: « Io dono le mie ricchezze agli umili e ai piccoli affinché mi siano rese, con la liberazione delle anime Sante del Purgatorio, lo voglio che Voi preghiate molto ».

« I peccatori si vedono e si pensa più facilmente a pregare per essi; quanto alle anime del Purgatorio, spesso il mondo le dimentica.

Sono poche le anime che non vadano in Purgatorio; lo voglio che preghiate molto ».

E la preghiera che viene consigliata da Gesù è quella che fa appello direttamente ai meriti della sua Passione: « Figlia mia, considera le mie Piaghe.

Offrile per le anime del Purgatorio.

I dolori della mia Santa Passione, ecco il gran rimedio per queste povere anime; ma occorre applicargliene i meriti ».

Una notte, Suor Maria-Marta, immersa in una fervente orazione, implorava sollievo per le sue amiche del Purgatorio.

Gesù Crocifisso comparendole disse: « Io ti voglio concedere un'anima per ciascuna delle mie Piaghe ».

E la nostra cara Sorella vedeva, ogni tanto, un'anima sfuggire dalle Piaghe di Gesù per volarsene al Cielo: La prima e la seconda uscirono dei Suoi Sacri Piedi, e l'ultima dalla Sua Mano destra: « Questa era la più preziosa ».

È forse necessario dirlo? Nel numero delle anime penanti ve ne sono che stanno più a cuore ad una Religiosa: sono le anime delle sue proprie Sorelle.

Suor M. Marta pregava e soffriva più particolarmente per loro, e la Santa Vergine gliene dimostrava la sua soddisfazione: « Le anime delle vostre Sorelle, che si trovano in Purgatorio, sono mie Figlie.

Io godo molto di sentirvi pregare per la loro liberazione …

Io soffro al vederle in quel fuoco! …

Io sono Regina e voglio che queste anime regnino con Me!

Malgrado tutto il nostro potere, mio Figlio ed Io, non possiamo liberarle: esse devono espiare.

Ma voi potete procurare loro sì facilmente sollievo e dischiudere le porte del Cielo offrendo per esse le Sante Piaghe al Divin Padre ».

Alla preghiera Suor M. Marta univa « l'immolazione » giorno e notte nel modo che già abbiamo descritto.

Una sera, la vittima di Gesù stesa in terra e carica di tutti i suoi strumenti di penitenza, soffriva in modo insolito.

Diverse anime del Purgatorio le comparvero: « La tua giornata di domani sarà tutta per noi ».

E fu veramente una giornata terribile: una di quelle giornate durante le quali il Signore, come per il santo uomo Giobbe, permise a Satana d'affliggere la nostra Sorella; una giornata di completo abbandono per parte di Gesù!

La sera, lo Sposo tornò più tenero che mai e aprendole il Suo Sacro Cuore: « Ecco la tua salvezza - le disse - Con la dura tentazione che hai sofferto e con la tua derelizione, un gran numero di anime purganti sono state liberate.

Occorrevano per questo i tuoi patimenti ».

Una vigilia dell'Ascensione Gesù le disse ancora: « Figliuola, oggi non aspettarti delle consolazioni, perché molte anime debbono, mediante le tue sofferenze, giungere al Cielo per assistere al mio trionfo ».

Ella soffri effettivamente molto. Ma quale gioia, e quale ricompensa la notte seguente!

« Io li ho fatto soffrire per delle anime che volevo far uscire dal Purgatorio e ora che esse sono in Cielo, tu godrai della vista dei miei Santi ».

Un altro mezzo prezioso di cui si serviva la nostra Sorella per questo ministero di carità, era l'offerta delle sue azioni in unione alle Sante Piaghe.

Al momento di mettersi a tavola essa si sentì una sera, circondata di anime penanti che le dicevano: « Noi veniamo con voi al refettorio perché ci doniate da mangiare ».

Nel tempo stesso una luce interiore le fece comprendere il significalo di quella domanda.

Queste anime chiedevano per la loro liberazione, delle azioni fatte in unione alle Sante Piaghe del Salvatore.

Un altro giorno, provando un desiderio irresistibile di raccogliersi nel proprio cuore, essa scorse una specie di catena che legava la terra al Purgatorio e il Purgatorio al Cielo.

E il Salvatore le diceva: « Io voglio che tutti i vostri cuori ne formino uno solo col Cielo e il Purgatorio ».

Mezzo più efficace ancora: la Santa Messa e la Santa Comunione.

Indicheremo semplicemente a questo proposito, che sul desiderio espresso da Nostro Signore, la Comunità faceva tutti i lunedì la Santa Comunione per le anime del Purgatorio e per il bene della Chiesa.

Noi ricorderemo altresì che un gran numero di nostre Sorelle avevano presa l'altitudine di offrire le Sante Piaghe tra le due Elevazioni della Santa Messa: cosa di cui le anime del Purgatorio dimostravano la loro gioia riconoscente: « Ora tutti i giorni è lunedì! Tutti i giorni è festa per noi! … ».

Segnaliamo infine le indulgenze.

Come Gesù Cristo stesso, la Santa Chiesa ama le anime del Purgatorio, e in virtù del potere che Essa tiene da Lui, ci offre, con le indulgenze, un mezzo di liberarle.

Suor M. Marta era troppo fervente e troppo supernamente illuminata per non ricorrervi.

Se le invocazioni alle Sante Piaghe tornavano continuamente sulle sue labbra, chi potrà dire il numero delle preghiere indulgenziate « De profundis » e « Requiem » che vi aggiungeva incessantemente? …

E quando veniva il giorno dei Morti, o, meglio ancora, la grande indulgenza della Porziuncola, chi dirà con quale avidità l'antica terziaria approfittava delle larghezze spirituali della Chiesa?

Questa festa del 2 agosto, anniversario della sua Professione Religiosa, era dunque un giorno del più intenso fervore a servizio delle sue Amiche penanti.

Essa consacrava loro tutto il tempo di cui poteva disporre, e, si dice, che le sue visite raggiungessero talora il centinaio.

Oltre la soddisfazione di corrispondere ai desideri del Cuore di Gesù, la nostra cara sorella riceveva nell'adempimento del « suo compito » altri incoraggiamenti.

Nostro Signore pare le abbia concesso una chiara cognizione delle pene che si soffrono in Purgatorio e d'averle fatto contemplare il gaudio degli Eletti all'arrivo in Cielo delle anime liberale.

Le fece ancora sapere che l'ingratitudine e sconosciuta in Paradiso: « Mia piccola Maria-Marta - diceva una di esse - mira quante anime hai liberate con le preghiere e le sofferenze! …

Esse non possono venire tutte ora a ringraziarti, ma ti verranno incontro quando lascerai la terra ».

Indice

1 Cap. VIII. pag. 74
2 E definitivo prima della fine del mondo