Diario di M. Faustina Kowalska

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+ 27.III.33.

Desidero stancarmi, lavorare, annientarmi per la nostra opera di salvezza delle anime immortali.

Non importa se questi sforzi abbrevieranno la mia vita, dato che essa non appartiene più a me, ma è proprietà della congregazione.

Con la fedeltà alla congregazione desidero essere utile a tutta la Chiesa.

O Gesù, oggi la mia anima è come offuscata dalla sofferenza.

Nemmeno un raggio di luce.

La tempesta infuria e Gesù dorme.

O mio Maestro, non Ti sveglierò, non interromperò il Tuo dolce sonno.

Io credo che Tu mi stia fortificando, senza che io me ne accorga.

Vi sono ore intere in cui Ti adoro, o Pane vivo, in una grande aridità di spirito.

O Gesù, l'amore puro non ha bisogno di consolazioni: si nutre della Tua volontà.

O mio Sovrano, la Tua volontà è lo scopo della mia esistenza.

Mi sembra che tutto il mondo sia al mio servizio e che dipenda da me.

Tu, o Signore, comprendi la mia anima in tutte le sue aspirazioni.

O Gesù, quando io stessa non posso cantarTi l'inno dell'amore, ammiro il canto dei Serafini, tanto amati da Te.

Desidero, come fanno essi, immergermi in Te.

Ad un simile amore nulla porrà un argine, poiché nessuna forza ha potere su di lui.

Esso è simile al fulmine che illumina l'oscurità, ma non rimane in essa.

O mio Maestro, plasma Tu stesso la mia anima secondo la Tua volontà ed i Tuoi eterni intendimenti.

Una certa persona si è quasi assunta il compito di esercitarmi in vari modi nella virtù.

Un giorno mi prese nel corridoio e cominciò col dire che non aveva l'autorità per farmi osservazioni, ma mi ordinò di fermarmi per mezz'ora in piedi nel corridoio di fronte alla piccola cappellina e di attendere la Madre Superiora ed al suo ritorno, dopo la fine della ricreazione, di accusarmi di svariate cose, che essa mi elencò, perché me ne accusassi.

Benché non ne avessi nell'anima la minima idea, tuttavia ubbidii ed attesi per mezz'ora la Superiora.

Ogni Suora che passava vicino a me, mi guardava ridendo.

Quando mi accusai di fronte alla Madre Superiora, essa mi mandò dal confessore.

Appena cominciai a confessarmi, quel Sacerdote s'accorse subito che c'era qualche cosa che non proveniva dalla mia anima e che io non avevo la più pallida idea di quelle cose e si meravigliò che quella persona avesse potuto giungere a dare un ordine simile.

O Chiesa di Dio, tu sei la migliore delle madri.

Tu sola sai educare e far crescere le anime.

Oh! quanto amore e quanta venerazione ho per la Chiesa, per la migliore delle madri.

Una volta il Signore mi disse: « Figlia Mia, la tua fiducia ed il tuo amore intralciano la Mia giustizia e non posso punire, perché Me lo impedisci ».

Oh! quanta forza ha un'anima piena di fiducia!

Quando penso ai voti perpetui ed a chi è Colui che desidera unirsi a me, questo pensiero m'induce a meditare su di Lui per ore intere.

Come può succedere questo? Tu sei Dio e io una Tua creatura.

Tu sei il Re immortale ed io una mendicante e la miseria in persona.

Ma ormai è tutto chiaro per me, infatti questo abisso.

Signore, lo colmano la Tua grazia e l'amore.

Quest'amore colmerà l'abisso che c'è fra Tè, o Gesù, e me.

O Gesù, quanto profondamente rimane ferita un'anima quando essa cerca sempre di essere sincera ed invece l'accusano di ipocrisia e la trattano con diffidenza.

O Gesù, anche Tu hai sofferto questo, per dare una riparazione al Padre Tuo.

Desidero nascondermi in modo che nessuna creatura conosca il mio cuore.

O Gesù, solo Tu conosci il mio cuore e lo possiedi totalmente.

Nessuno conosce il nostro segreto.

Con uno sguardo ci comprendiamo a vicenda.

Dal momento che ci siamo conosciuti, sono felice.

La Tua grandezza mi riempie completamente.

O Gesù, quando sono all'ultimo posto e più in basso anche delle giovani postulanti, allora mi sento al posto adatto per me.

Non sapevo che in quegli angoletti bui, il Signore avesse collocato tanta felicità.

Adesso comprendo che anche in una prigione può erompere da un cuore puro una abbondanza d'amore per Te.

Le cose esteriori non hanno significato per un amore puro; esso supera tutto.

Né le porte di una prigione, né le porte del cielo contano per lui.

Esso giunge fino a Dio Stesso e nulla riesce ad estinguerlo.

Per lui non esistono barriere: è libero come un re ed ha ovunque ingresso libero.

La morte stessa deve piegare la testa di fronte a lui.

Oggi è venuta da me Una mia sorella carnale.126

Quando mi ha esposto le sue intenzioni, sono rimasta di stucco.

E mai possibile? E una cara e bella anima di fronte a Dio, ma un fitto buio è sceso su di lei e non sapeva come cavarsela.

Vedeva nero ovunque. Il buon Dio l'ha affidata a me.

Per due settimane ho potuto lavorare su di lei.

Ma quanti sacrifici mi è costata quell'anima. Dio solo lo sa.

Per nessun'altra anima, come per la sua, ho portato al trono di Dio un così gran numero di sacrifici, di sofferenze e di preghiere.

Sentii d'aver costretto Dio a concederle la grazia.

Quando penso a tutto questo, vedo un vero miracolo.

Mi rendo conto del grande potere che ha la preghiera d'intercessione presso Dio.

Ora, in questo tempo di Quaresima, sento la Passione del Signore nel mio corpo; tutto ciò che ha sofferto Gesù lo vivo profondamente nel mio cuore benché all'esterno le mie sofferenze non trapelino affatto.

Le conosce soltanto il confessore.

Breve colloquio con la Madre Maestra.127

Quando le domandai alcuni particolari per progredire nella vita interiore, quella santa Madre mi rispose a tutto con molta chiarezza di argomenti.

Mi disse: « Se lei, sorella, continuerà a cooperare così con la grazia di Dio, sarà solo ad un passo dalla stretta unione con Dio.

Lei comprende in che senso lo dico.

La sua caratteristica sia la fedeltà alla grazia del Signore.

Non tutte le anime Iddio le conduce per una tale strada ».

+ Pasqua di Risurrezione.

Oggi durante la funzione pasquale, ho visto il Signore Gesù in un grande splendore; si è avvicinato a me e mi ha detto: « Pace a voi, figlioli Miei! » ed ha alzato la mano ed ha benedetto.

Le piaghe delle mani, dei piedi e del costato non erano cancellate ma risplendenti.

Poi mi guardò con tanta amabilità ed amore che la mia anima s'immerse totalmente in Lui e mi disse: « Hai preso tanta parte alla Mia Passione, per questo avrai tanta parte alla Mia gloria ed alla Mia gioia ».

Tutta la funzione pasquale mi sembrò che durasse un solo minuto.

Un misterioso raccoglimento s'impossessò della mia anima e continuò finché durarono le feste.

L'amabilità di Gesù è così grande, che non è possibile descriverla.

Il giorno seguente, dopo la S. Comunione, udii questa voce: « Figlia Mia, guarda l'abisso della Mia Misericordia e rendi onore e gloria a questa Mia Misericordia e fallo in questo modo: riunisci tutti i peccatori del mondo intero ed immergili nell'abisso della Mia Misericordia.

Desidero darMi alle anime. Desidero le anime, figlia Mia.

Nel giorno della Mia festa, nella festa della Misericordia, attraverserai il mondo intero e condurrai le anime avvilite alla sorgente della Mia Misericordia.

Io le guarirò e le fortificherò ».

Oggi ho pregato per un'anima agonizzante, che stava morendo senza i santi sacramenti, benché li avesse ardentemente desiderati.

Ma ormai era troppo tardi.

Si tratta di una mia parente, la moglie di uno zio paterno.

Era un'anima cara a Dio.

In quel momento non ci fu distanza per noi.

O voi, piccoli, insignificanti sacrifici quotidiani, siete per me come i fiori di campo che spargo ai piedi dell'amato Gesù.

Talvolta queste minuzie io le paragono alle virtù eroiche, in quanto per la loro incessante continuità esigono eroismo.

Durante le sofferenze non cerco aiuto dalle creature, ma Dio è tutto per me, benché qualche volta mi sembri che il Signore non mi ascolti.

Allora mi armo di pazienza e di silenzio, come la colomba che non si lamenta, né mostra dolore quando le tolgono i piccoli.

Voglio volare alto nel calore stesso del sole e non voglio ristagnare in basso tra il fumo e la nebbia.

Non mi stancherò, perché mi sono appoggiata a Te, mia Forza.

Prego ardentemente il Signore che si degni di fortificare la mia fede, affinché nella grigia vita quotidiana non mi regoli secondo considerazioni umane, ma secondo lo spirito.

Oh! come tutto attira l'uomo verso là terra, ma una fede viva mantiene l'anima in una sfera più alta ed assegna all'amor proprio il posto che gli spetta, cioè l'ultimo.

+ Cade nuovamente una tremenda oscurità sull'anima mia.

Mi sembra di essere sotto l'influsso di illusioni.

Quando sono andata a confessarmi, per attingere luce e serenità, non le ho trovate.

Il confessore mi ha fatto venire ancora più dubbi di quanti ne avessi prima.

Mi ha detto: « Non riesco a conoscere quale potenza agisce in lei, forse Dio e forse anche lo spirito maligno ».

Quando mi sono allontanata dal confessionale, ho cominciato a riflettere sulle sue parole.

Più riflettevo, più la mia anima sprofondava nelle tenebre. Che fare. Gesù?

Quando Gesù mi si avvicinava amabilmente, io avevo paura.

Sei veramente Tu, Gesù?

Da un lato mi attira l'amore, dall'altro mi allontana la paura.

Che tormento! Non riesco a descriverlo.

Quando andai a confessarmi di nuovo, ricevetti questa risposta: « Sorella, io non la capisco; è meglio che lei non si confessi da me ».

Dio mio, io debbo farmi tanta violenza per riuscire a dire qualche cosa della mia vita interiore ed ecco la risposta che ne ottengo: « Sorella, io non la capisco ».

Quando ripartii dal confessionale, fui assalita da innumerevoli tormenti.

Andai davanti al SS.mo Sacramento e dissi: « Gesù, salvami! Vedi bene che sono debole ».

Ad un tratto udii queste parole: « Durante gli esercizi spirituali prima dei voti ti darò un aiuto ».

Rinfrancata da queste parole, presi ad andare avanti senza domandare consigli a nessuno.

Però avevo una tale mancanza di fiducia verso me stessa, che decisi una volta per sempre di farla finita con questi dubbi.

Per questo attendevo con ansia gli esercizi spirituali, che dovevano precedere i voti perpetui.

Fin da alcuni giorni prima pregai senza posa il Signore perché concedesse lumi al sacerdote che mi doveva confessare, affinché finalmente decidesse in maniera categorica, sì o no e già pensavo fra me: starò tranquilla una volta per tutte.

Ma mi amareggiavo dubitando che qualcuno volesse ascoltare tutte quelle cose.

Decisi tuttavia di non pensarci affatto e di aver fiducia nel Signore.

Mi risuonavano all'orecchio quelle parole: « durante gli esercizi spirituali ».

E già tutto pronto. Domattina dobbiamo andare a Cracovia per gli esercizi.

Oggi sono andata in cappella a ringraziare Dio per le innumerevoli grazie, che mi ha concesso durante questi cinque mesi.

Il mio cuore era profondamente commosso di fronte a tante grazie ed all'amorevole interessamento delle Superiore.

« Figlia Mia, sta' tranquilla. Prendo su di Me tutte le questioni.

Le risolverò Io Stesso con le Superiore e col confessore.

Parla con Padre Andrasz con la stessa semplicità e fiducia con la quale parli con Me ».

Oggi 18.IV.1933 siamo arrivate a Cracovia.

Che gioia trovarmi di nuovo qui, dove ho imparato a fare i primi passi nella vita spirituale.

La cara Madre Maestra128 sempre la stessa, gioiosa e piena d'amore per il prossimo.

Sono entrata un momento in cappella.

La gioia mi ha inondato l'anima.

Mi è venuto in mente in un istante tutto un mare di grazie, che ho ricevuto qui quand'ero novizia.

Ed oggi ci siamo riunite tutte per andare per un'ora in noviziato.

Madre Maestra, Madre Giuseppina, ci ha rivolto alcune parole ed ha predisposto lo svolgimento degli esercizi.

Quando ci ha detto quelle poche parole, mi è venuto davanti agli occhi il gran bene che quella cara Madre ci ha fatto.

Ho sentito nell'anima una grande riconoscenza verso di lei.

Una certa pena mi ha stretto il cuore al pensiero che sono qui in noviziato per l'ultima volta.

Ormai debbo lottare con Gesù, lavorare con Gesù, soffrire con Gesù, in una parola, vivere e morire con Gesù.

Non ci sarà più la Maestra a seguirmi passo passo, ad istruirmi, a mettermi in guardia, ad ammonirmi, ad incoraggiarmi, a riprendermi.

Da sola sento una strana paura. Gesù, pensa Tu a qualcosa per questo.

Per la verità avrò comunque una Superiora, ma d'ora in poi mi sentirò più sola.

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126 Wanda Kowaiska, sorella più giovane di Santa Faustina, nata nel 1920.
Secondo informazioni fornite da Giuseppina Kowaiska - Jasinska, sorella maggiore della Santa Faustina, Wanda poco prima della seconda guerra mondiale entrò nella Congregazione delle Suore Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante.
Durante la guerra fu deportata in un campo di lavoro in Germania. Dopo la liberazione non tornò in Polonia, ma sposò un inglese e andò con lui in Inghilterra. Poco tempo dopo il marito fu richiamato di nuovo nell'esercito e morì in combattimento. Wanda tomo in Polonia, ma per le condizioni politiche di allora, dopo alcuni giorni dovette tornare in Inghilterra.
Alcuni anni dopo la famiglia ricevette notizie da un sacerdote sconosciuto il quale comunicava che Wanda si trovava in ospedale gravemente malata.
Dopo di allora non si è, saputa più nulla (Informazioni di G. Kowaiska - Jasinska)
127 Madre Margherita Gimbutt ( nota 27 )
128 Madre Maria Giuseppina Brzoza ( nota 30 )