La Scala del Paradiso

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Grado XXVIII

Della santa e beata orazione, madre delle virtudi, e della intellettuale e sensibile assistenzia che è in essa

La orazione, secondo la sua qualità, è congiunzione ed unione dell'anima con Dio, ma secondo la sua operazione e li frutti che procedono da essa, è stato del mondo prendimento di ornato ( però che in esso prende l'anima lo suo ornamento ),

ponte a passare le tentazioni,

reconciliazione con Dio,

madre e figliuola di lagrime,

propiziazione dei peccati,

muro fra l'anima e la tribulazione,

vincimento delle battaglie,

operazione d'angeli,

cibo di tutte le sustanzie incorporali,

giocondità futura,

operazione infinita,

fonte di virtude,

acquistatrice di grazie,

profitto invisibile,

delizie dell'anima,

illuminazione di mente,

scure di disperazione,

dimostrazione di speranza,

discioglimento di tristizia,

ricchezza de' monaci,

tesauro de' quiescenti,

minuimento di furore,

specchio di profetto,

dichiarazione delle miserie,

manifestazione del buono stato,

revelazione delle cose future,

significazione di demenzia.

L'oraziore a quegli che bene ora, è una corte di sentenzia e di condennazione, e uno auditorio di giudicii, e uno tribunale del Signore.

Innanzi a l'ultimo tribunale levandone, noi udiamo questa santa regina delle virtudi, la quale con sottile voce ci chiama e dice: Venite a me tutti voi che siete affaticati e caricati, ed io vi darò refezione.

Togliete lo giogo mio sopra voi, e troverete riposo a l'anime vostre, e sanità alle piaghe vostre, però che lo giogo mio è soave e medicativo e sanativo delle grandi piaghe.

Tutti noi che volemo andare a stare dinanzi a Dio e parlare con esso, non ci andiamo se non siamo apparecchiati, a ciò che vedendone egli da lungi, non avendo arme nè vestimento da stare dinanzi al re, non comandi alli suoi ministri demonia e imaginazioni e fantasie, che ne facciano stare legati in alcuno luogo di lungi della faccia sua, e le nostre petizioni squartato ce le faccia gittare in faccia.

Tu che vuogli andare a stare dinanzi a Dio, lo tuo vestimento sia tutto tessuto di filo, anche d'esterminio di vendetta e di rancore, ed altrimenti di tua orazione non avrai profitto.

Tutta la tessitura di tua orazione sia sanza varietà di parole, però che in una parola si riconciliarono con Dio lo publicano e lo impudico David.

Essendo uno lo stato dell'orazione, possiede molte varietà e differenzie,

però che alcuni interpellano lo re e lo Signore come amico per aiutorio altrui, non per sè medesimi, offerendoli laude e supplicazioni;

alcuni gli domandano ricchezze e maggior gloria e confidenzia;

alcuni dimandano infine d'essere perfettamente liberati dal suo avversario;

alcuni dimandano di ricevere alcuna dignità,

alcuni dimandano d'essere perfettamente sciolti dalla sollicitudine del debito loro,

altri dimandano d'essere liberati dalla carcere,

altri dimandano d'essere sciolti dalle accusazioni:

ma noi innanzi ad ogni cosa nella carta della nostra orazione ordiniamo e poniamo sincero rendimento di grazie; nel secondo verso ponemo confessione e contrizione d'anima in sentimento, e poi notificheremo la nostra orazione allo rege universale, però che questo modo d'orazione è perfetto, secondo che fu manifestato a uno frate da l'angelo di Dio.

Se tu stessi dinanzi ad alcuno giudice visibile, che t'avesse a condennare come malfattore, tu non abisognerai d'altro esempio ricevere del modo pauroso che ti conviene avere, mentre che stai in orazione; ma se in questo non fosti, o che non vedesti menare malfattore a ricevere le pene, prendi l'esempio di stare dinanzi a Cristo in orazione dalla supplicazione che fanno gl'infermi dinanzi alli medici, quando debbono essere cotti o tagliati da loro.

Non volere essere molto savio di parole nella tua orazione, però che spesso fiate le parole semplici e sanza varietà delli pueri balbettatori placarono lo padre loro del cielo; e non ti sforzare di molto parlare nell'orazione, acciò che la mente tua non si dissipi a trovare parole; una parola del publicano inchinoe Iddio a misericordia e fecelo essere propizio, ed una parola fedele fece salvo lo ladrone.

Lo molto parlare nell'orazione sparge la mente e falla essere fantastica, ma lo poco parlare à natura d'adunare la mente.

Se tu in una parola dell'orazione se' condutto in delettazione spirituale ovvero in compunzione, in quella parola ti permani, mentre che dura, però che allora lo nostro custodo angelo è presente ed ora con noi.

Non ti confidare nè avere fiducia in te medesimo, pogniamo che abbi mundizia, ma appressati alla molta umilità, e verratti migliore fiducia: e pogniamo che avessi salita la scala di tutte le virtù, priega pure Iddio che ti perdoni li peccati.

Odi santo Paulo, che dice sè essere lo primo de' peccatori.

Lo sale e l'olio ae natura di condire li pescerelli, e le lagrime e la castità fanno l'orazione essere pennata.

Se tu arai ottenuta perfetta inirascibilità e mansuetudine, sanza molta fatica arai libera dalle prigionie la mente tua.

Infino a tanto che non possederemo orazione attiva ed efficace, semo assimigliati a quelli, che al principio sollicitano gli fanciulli ad andare.

Combatti di levare suso la mente, e maggiormente di richiuderla nelle parole dell'orazione; e se cade, però ch'è ancora picciola, la rilieva suso, però ch'è propio della mente non essere stabile, ma in Dio è da potere ogni cosa stabilire.

Se tu combatterai continuamente a rilevare la mente, verrà in te colui, che puose termine al mare, e terminerà la mente tua, e dirae ad essa nell'orazione tua: « Infino a qui vieni, e non procedere più oltre ».

Impossibile cosa è a legare lo spirito, ma ove è lo spirito creatore, ogni cosa è suggetta.

Se tu vedessi 'l sole quanto è mestiere, tu gli potrai parlare convenevolmente; ma se non, come quello che non vedesti, sanza vergogna porrai interpellare?

Lo principio dell'orazione è questo: gli assalimenti che riceve la mente, poterli cacciare da esso principio con la sola parola ragionevolmente; il mezzo dell'orazione è questo: avere la mente libera a quello che dice e che pensa; la fine dell'orazione è avere la mente rapita in Dio.

Altro è la esultazione che viene nel cuore a quelli che stanno nelle congregazioni, ed altra è quella che viene a quelli che orano nella quiete solitaria, però che la prima pate un poco le imaginazioni apparenti, ma la seconda tutta si riempie d'umilità.

Se tu ti studierai di non allungare la mente da Dio, eziandio alla mensa appresso di te starà; ma se tu lasci errare la mente sanza vietamente, giammai non permarrà.

Lo grande santo Paulo, operatore della grande orazione, disse così: Maggiormente voglio dire al mio sentimento cinque parole, che dire dieci mille parole nella lingua.

Questa orazione è aliena da quelli che sono più piccioli, però che noi come imperfetti oriamo con moltitudine e grande quantità di parole, e di questa orazione imperfetta quelli che con buono animo la continovano, pervegnono ad orazione perfetta, secondo che dice la santa Scrittura: Dà l'orazione monda e sanza pigrizia a quegli, che ora oppressamente e sozzamente.

Altro è la sozzura della orazione, ed altro è esterminazione, altro è furto ed altro è querela.

La sozzura dell'orazione è stare dinanzi a Dio e imaginare le sconvenevoli imaginazioni; la esterminazione dell'orazione è esterminare la mente, ed imprigionarla nelle cure inutili; lo furto dell'orazione è inchinare la mente insensibilmente in quello che non si conviene; querela è qualunque assalimento rioevemo, mentre che oriamo.

Se noi lo tempo della orazione non stiamo solitarii, riformiamo dentro da noi la figura della nostra supplicazione; ma se altri oratori non sono con noi, collo modo di fuori formiamo la nostra simplice orazione, però che spesse fiate in quelli che non sono perfetti, la mente si configura agli atti di fuori dal corpo.

A tutti abbisogna contrizione; maggiormente bisogna a quelli, che vanno innanzi allo rege a ricevere remissione del debito, e se semo ancora nella carcere, udiamo quegli che disse a san Piero: « Cigniti lo lenzuolo della ubidienzia, e spogliati delle volontadi tue, e così va a Dio nell'orazione tua, invocando solo la volontà sua, e allora riceverai Iddio per tuo gubernatore, e sanza alcuno pericolo ti governerà ».

Tu che vuogli perfettamente orare, rilevati dell'amore del mondo e dell'amore delle delettazioni e concupiscenzie; getta da te le cure, e ispoglia le cogitazioni e le 'ntenzioni della mente tua ed anniega lo corpo, però che non è altro orazione, se non alienazione dal mondo visibile ed invisibile; però dicea lo profeta a Dio: Signore, che ti dimando io in cielo?

Neente; che voglio da te sopra la terra?

Neente, se non che voglio sanza altra occupazione eternalmente stare in orazione accostato a te.

Altri desidera ricchezze, altri onore e gloria, altri vuole possessioni, ma lo bene mio non è altro, se non essere accostato a Dio, e lo desiderio mio è ponere in esso la speranza della impassibilità mia.

La fede fece avere l'alie all'orazione, però che sanza esse non puote volare in cielo.

Noi che siamo viziosi e passibili, preghiamo Iddio perseverantemente, però che tutti quelli che sono mondi da' vizii e fatti impassibili dalla impassibilità, profecero nella impassibilità e nella mondizia.

Come quello giudice che non temea Iddio, fece vendetta alla vedova per la molta molestia, così lo nostro Signore Iddio a l'anima che 'l molesta per la molta orazione la quale per lo peccato è vedovata da lui, farà vendetta dell'avversario corpo suo e degli spiriti impugnatori.

Lo buono nostro negoziatore quelle anime che sono ragionevoli e savie, per esaudire tosto le loro petizioni, le trae alla carità sua; ma quelle anime che non sono savie, per non esaudire ratto le loro petizioni, continovo le si fa stare innanzi coll'orazione affamate di quello che dimandano, a modo che fa lo cane dinanzi all'uomo che mangia, infino a tanto ch'egli à mangiato, poi gli gitta del pane, però che lo cane inutile, ricevuto che ae lo pane, si parte e va via; e così fae l'anima imprudente.

Non dicere quanto più tempo sarai perseverato in orazione, non avendo ricevuto quello che ài addimandato, che non abbi acquistato cavelle, però che ài acquistato, però che 'l più alto bene che sia, si è di stare accostato a Dio colla mente e continuo perseverare apo lui nell'orazione.

Non teme tanto quegli che è condennato, la sentenzia della pena sua, come teme quegli che è studioso dell'orazione, di stare dinanzi a Dio in orazione; onde se alcuno fosse savio e d'aguto intendimento, per quella memoria si potrebbe guardare e cessare da ogni rio parlamento e da ira e da soperchia sollicitudine e vagazione e tribulazione e sazietà e tentazione e mala cogitazione; però ti studia d'apparecchiare te medesimo per la continua orazione nell'anima tua a quello stare che ti conviene di fare dinanzi a Dio, ed in questo modo crescerà l'anima tua.

Vidi alcuni nello stato dell'obedienzia risprendienti, e secondo la mente con tutta la loro virtù alla memoria di Dio non erano negligenti, li quali quando si davano all'orazione, incontanente le loro lagrime fondeano, e la mente loro trapassava, però ch'erano innanzi apparecchiati per la santa obedienza.

La salmodia che si fa colla moltitudine, la perseguitano le pregionie e vanitadi e reclinazioni della mente, ma quella che si fa da una sola persona, è perseguitata dall'accidia, ma aiutata dal fervore e dalla prontezza.

L'amore del cavaliere allo rege si dimostra nel tempo della battaglia; ma la carità che 'l monaco ae a Dio, si dimostra nell'orazione e nello stare presente dinanzi ad esso.

Lo stato tuo, quale è, la tua orazione il ti mostrerà, però che gli teolagi dissero che l'orazione era lo specchio del monaco.

Qualunque opera fa il monaco, e sopravenendo l'ora dell'orazione, non la lascia, questi è ingannato dalle demonia.

La intenzione de' ladroni si è di furare ora per ora.

Non cessare d'orare per ogni anima che te ne priega, quantunque tu non possegghi orazione, però che spesse fiate la fede di colui che priega, salvoe colui che oroe per esso con contrizione; e non ti estollere, quando tu orando per altrui, sarai esaudito, però che la fede loro prevalette e fu esaudita.

Di ogni sapienzia che averà adimparata lo discepolo dal maestro, sempre ne sarà esaminato da esso, e la mente ogni virtù che à ricevuta da Dio in ogni orazione, giustamente gli sarà ricercata; però ti conviene d'attendere, che quanto più sollicitamente arai orato, più tosto sarai impugnato dall'ira, però che questo è uno sforzo che fanno gli nimici nostri.

Ogni opera virtuosa si conviene che si faccia con molto sentimento, ma maggiormente l'orazione; allora l'anima ora in sentimento, quando bene soprasta al furore ed all'ira.

Quelle cose che s'acquistano con molte supplicazioni e con molte fatiche, in molti tempi sono ferme e permanenti.

Quegli che possiede Iddio nell'orazione, d'allora innanzi non si narrerà la fabula a sè medesimo, e non inducerà nella orazione sua la 'ntenzione del suo pensiero nè della sua meditazione, però che allora lo Spirito Santo interpella per esso con pianti inenarrabili.

Non ricevere nell'orazione ogni sensibile fantasia, acciò che non perdi la mente, ed essendo fatto fantastico, caggi dalla diritta regola e gloria della fede, la quale è credere quello che non vedi.

La consumazione e certificazione d'ogni petizione nell'orazione si manifesta; la certificazione è liberazione della dubitazione; la certificazione è una certa ed incommutabile manifestazione di quello che era incerto.

Tu che vuogli essere studioso ed avere cura d'orazione, studiati d'essere molto misericordioso, però che in essa li monaci ricevettono cento cotanti sì di grazie, le quali per orazioni si danno al monaco in questa vita, sì eziandio dopo questa vita gli beni incommutabili e la vita beata.

Lo fuoco della divina carità suscitoe nell'anima l'orazione, che s'era dilungata da essa, ed essendo suscitata e ricevuta, nel cenacolo dell'anima fu fatto lo discendimento del fuoco, cioè l'accendimento d'amore verso Iddio.

Dicono alcuni che l'orazione è più utile che la memoria della morte, ed io laudo due sustanzie in una persona.

Lo cavallo provato, quanto più si muove, tanto più si scalda e tanto più corre.

Lo corso chiamo io lo laudare e l'orare a Dio; lo cavallo chiamo la mente virile, la quale è come lo buono cavallo, lo quale da lungi gli viene l'odore della battaglia, per lo quale si fortifica.

Crudele cosa è di rapire l'acqua di bocca a colui che à sete, ma più crudele cosa è, che quando l'anima ora con contrizione, innanzi la fine e la terminazione dell'orazione privi sè medesima di quello piacevole e desideroso stato.

Non ti cessare di quella orazione, infine che non vedi partire e cessare l'acqua e lo fuoco, cioè la devozione della mente e l'acqua delle lagrime, però che forse non avrai tale tempo a remissione de' peccati tuoi in tutto il tempo della vita tua.

Quegli che à gustata l'orazione, spesse fiate ad una parola che gli venga nella mente, gli si contamina lo 'ntelletto, e stando in orazione, non ritruova quello desiderato che desidera, e che è usato di trovare.

Altro è spesse fiate essere visitato nel cuore, altro è visitare lo cuore per la mente principante e per lo principe pontifico, lo quale offera l'ostie razionali a Cristo.

Questi primi, come dice santo Gregorio teolago, lo santo e sopra celestiale fuoco che viene in essi, gl'infiamma per lo difetto della purgazione, ma questi secondi illumina per la misura della perfezione, e non è maraviglia di questa diversa operazione, però che Dio è nominato nella santa Scrittura fuoco consumante e luce illuminante; onde alcuni uscendo da l'orazione, escono quasi da uno camino di fuoco, sentendosi essere alleviati da una sozzura e da una feccia; alcuni escono dall'orazione come da una luce alluminati, vestiti d'uno vestimento d'allegrezza e d'umilità; e quelli li quali sanza una di queste due operazioni escono dell'orazione, non orano spiritualmente ma corporalmente, non voglio dire giudaicamente, però che se uno corpo unito coll'altro diventa alienato dalla sua operazione, come non diventerà alienato colui, il quale colle mani innocenti si congiungerà al corpo di Dio?

Secondo la similitudine del re terreno, così poterne vedere lo buono e soprabuono nostro re, che alcuna fiata dà gli doni agli suoi cavalieri per sè medesimo, alcuna fiata per l'amico, alcuna fiata per lo servo, alcuna fiata incognitamente, e questa diversità diviene dalla diversa misura dell'umilità che si trova in noi.

Come è abominevole allo rege terreno quegli, che stando dinanzi ad esso, gli rivolta la faccia e parla coll'inimici di esso re, così è abominevole a Dio quegli, che stando in orazione riceve le immonde cogitazioni.

Lo cane che viene a te nel tempo della orazione, perseguitalo coll'arme, e quante fiate viene, non gli dare luogo.

Domanda per pianto, cerca per obedienza, bussa por longanimitade.

Chi in questo modo domanda, riceve, e chi cerca, sì truova, e chi bussa, gli è aperto.

Guardati che indifferentemente non ori per la femina, acciò che per via di carità non sii depredato.

Non volere l'opere de' peccati carnali confessare a Dio nell'orazione particolarmente, acciò che volontariamente non sii fatto insidiatore a te medesimo.

Non sia a te lo tempo dell'orazione tempo di provedere quello che ài a fare, nè tempo di ricercare gli fatti tuoi necessari nè temporali nè spirituali, però che in questo modo perderesti quello che è più utile.

Quegli che continuamente tiene lo bastone dell'orazione, non cadrà, e se avvenisse che cadesse, non cadrà in fine, però che si rileverà.

L'orazione è uno santo tiranno di Dio, però che Dio si lascia essere sforzato da essa.

La sua utilità conoscerai nell'ore del tempo dagl'impedimenti, che ci danno li demonii, però che se non fosse molto utile, li nostri nemici non ci darebbono tanti impedimenti; ma lo frutto dell'orazione conosciamo dalla vittoria del nemico, secondo che dice a Dio lo profeta nel salmo: In questo conobbi, Signore, che tu mi volesti, però che lo inimico mio non si rallegrerà nel tempo della battaglia sopra me.

Chiamai a Dio, dice il profeta, con tutto il cuor mio, cioè colla bocca, coll'anima e collo spirito, però che dove sono li due ultimi adunati, quivi è Dio in mezzo di loro.

Tutte le cose non sono simiglianti in ogni persona, nè secondo il corpo nè secondo lo spirito, però che ad alcuno nel dire de' salmi viene la consolazione brieve e veloce, ad alcuno viene rado e tardi, però che quelli primi dicono di combattere contro gl'impregionamenti del cuore, questi secondi contro alla indisciplinabilità della mente.

Se tu continuamente interpellerai allo rege contro gli tuoi nemici, quando vengono contra di te, confidati che non molto t'affaticherai, però che da sè medesimi si partiranno velocemente, però che non vogliono essi maligni farci acquistare corone per l'orazione, combattendo contra loro, però che da questi fuggiranno quasi gastigati e flagellati quasi dal fuoco dell'orazione.

Possiedi perfetta fortezza nell'orazione, e avrai Iddio per maestro nella tua orazione, però che come lo vedere non si insegna per parole, ma è una propietà di natura, così la bellezza dell'orazione non s'impara per dottrina altrui, però che essa ae Iddio per suo maestro, il quale insegna la scienza a l'uomo, e dà l'orazione all'oratore, e benedice l'anime de' giusti.

Amen.

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