Articoli per il processo ordinario informativo

Della sua vita nella congregazione religiosa

15 I Santi Voti

Fr. Teodoreto, nella Comunità di Santa Pelagia, a Torino, ove fu mandato dai Superiori dopo lo Studentato, emise i suoi voti annuali secondo le Regole il 1° novembre 1889; quelli triennali il 20 settembre 1894; e fece la professione perpetua il 12 settembre 1899.

Solo con i voti perpetui del 1899 egli si ritenne totalmente soddisfatto, perché solo allora si poteva ritenere irrevocabilmente legato al suo Dio, a da Lui accettato nella milizia religiosa dei Fratelli, per mezzo dei Superiori che lo rappresentano.

Le successive emissioni di voti annuali, triennali e perpetui furono sempre fatte da lui con intimo gaudio del cuore che si estendeva nella incontenibile espressione della sua grande fortuna, della piena soddisfazione dell'animo, del soddisfacimento di tutti i suoi desideri nutriti fin dalla adolescenza.

16 Preparazione professionale

Si impegnò a conseguire i titoli legali di studio richiesti per insegnare, e conseguì la patente inferiore nel 1891, a Pinerolo, quella superiore nel 1893, ancora a Pinerolo, e l'abilitazione all'insegnamento del Disegno nei corsi medi, nel 1903, a Genova.

L'impegno con cui si preparò a conseguire questi titolo di studio non ebbe alcun incentivo umano.

Gli premeva di mettersi al più presto possibile, e nel più vasto grado che gli fosse consentito, a disposizione dei Superiori e della Congregazione, nel compiere l'apostolato dell'insegnamento fra i giovani, con la competenza e l'ascendente che la legalità dei titolo gli avrebbe dato.

Scelse l'abilitazione all'insegnamento del disegno, perché gli parve più consentaneo allo spirito dell'Istituto, l'insegnamento tecnico, di cui il Santo Fondatore si era fatto pioniere nel suo secolo, a vantaggio dei lavoratori e dei figli del popolo.

17 Servizio militare

Chiamato a soldato nel 1891, compì esemplarmente a Torino il servizio militare per 11 mesi.

Trascorreva in Comunità tutte le ore libere dalla caserma, e per tornare in Comunità impiegava « il doppio del tempo che gli occorreva per giungere in Comunità ».

Consegnava ai Superiori regolarmente i pochi soldi della « cinquina ».

Anche sotto la divisa militare ebbe aria modesta, umile e accogliente.

18 Destinazioni dell'obbedienza

Passò nelle case dei Fratelli a Torino tutta la sua vita religiosa:

a Santa Pelagia dal 1889 al 1897 come maestro elementare;

dal 1897 al 1910 come professore e vice Direttore, tranne i tre mesi del Secondo Noviziato dall'agosto al novembre 1906;

dal 1910 al 1915 come Direttore;

dal 1915 al 1937 come professore, vice Direttore della Comunità, Ispettore e Direttore Didattico delle scuole della ROMI;

nel 1937 come prodirettore allo Scolasticato e poi professore all'Istituto Arti e Mestieri di Corso Trapani; dal 1938 al 1940 come aiutante nelle classi del Collegio S. Giuseppe e incaricato dell'Unione del SS.mo Crocifisso;

dal 1940 al 1943 come Direttore della ricostituita Comunità di S. Pelagia;

dal 1943 al 1946 come semplice Fratello nella casa di S. Pelagia;

e dal 1946 alla morte nel 1954 al Collegio S. Giuseppe, come aiutante nelle classi, e incaricato dell'Unione.

19 Nel 1889 gli venne affidata la prima classe elementare ed egli ebbe la grande consolazione di soddisfare il suo amor di Dio insegnando ai piccoli allievi ad amare Gesù.

Sofferse pazientemente l'umiliazione di non aver saputo ottenere subito l'ordine, la disciplina e l'ascendente che desiderava; ma riuscì ad ottenerli dopo poco, a forza di preghiere, di penitenze e di richieste di consigli ai confratelli più esperti, e grazie ad un patto con S. Giuseppe, a cui affidò la sua riuscita, perché ne sentiva tutta la urgente necessità, per far davvero del bene.

20 Continuò ad insegnare nelle classi elementari fino al 1897 presentandosi modello d'ogni virtù tanto ai Fratelli della Comunità, quanto in classe ai suoi allievi.

Fu tanto umile quanto divenne esperto ed esemplare; acquistò riputazione di capacità e zelo nel formare le anime dei ragazzi alla virtù e alla scienza; ottenne risultati lusinghieri, e lasciò in loro un indelebile ricordo di sé.

21 La pratica costante c'ogni virtù, accrebbe la stima dei Fratelli e dei Superiori, che nel 1897 gli affidarono la carica di Vice Direttore, e nel 1910 quella di Direttore.

Invano cercò di sottrarsi palesando la sua insufficienza e incapacità.

Insistendo i Superiori, accettò per obbedienza.

Non considerò l'essere in carica un posto di maggiori comodità, bensì un modo più continuativo e più naturale per essere al servizio di tutti: sia dei Fratelli in Comunità, sia delle persone del di fuori.

Visitava le classi dei cinque quartieri che dipendevano dalla sua Direzione: Santa Pelagia, Via A. Doria, Consolata, Borgo Dora e San Salvario.

Controllava, aiutava e incoraggiava i Fratelli, li sostituiva quando erano indisposti o impediti, ne infervorava lo spirito con le conferenze settimanali ben preparate, li animava alla pratica perfetta della Regola,e, quando non otteneva corrispondenza, lo attribuiva ai propri peccati e alla sua mancanza di virtù, perciò moltiplicava le preghiere di giorno e di notte, e si mortificava, e faceva penitenza senza pietà per se stesso.

22 Chiese di fare il Secondo Noviziato nella casa Generalizia di Lembecq-lez-Hall in Belgio, per la brama che aveva di penetrarsi di più dello spirito del Santo Fondatore, di conoscere meglio le opere dell'Istituto, di uniformarsi maggiormente alle direttive dei Superiori.

Ne approfittò anche per passare tre mesi nella continua preghiera e nella pratica perfetta d'ogni articolo della Regola.

Durante il Secondo Noviziato concretò e sottopose ai Superiori il progetto che aveva concepito di un'opera di perseveranza per i ragazzi e i giovani, la quale facesse leva unicamente sulla intensa vita spirituale e sull'apostolato di carità e di dedizione in favore del prossimo.

23 Non soddisfatto dell'insegnamento elementare, che permetteva ai Fratelli di seguire solo per pochi anni i loro allievi, e desiderando irrobustirli anche nella vita spirituale, oltre che prepararli meglio alla professione e alla vita, provvide perché nei locali della Scuola Santa Pelagia, si aprisse una Scuola Tecnica che incontrò tanto favore da richiedere poi di vivere come Comunità e sé, trasferendosi in Borgo Po con il nome di Istituto La Salle.

Desideroso di aiutare anche gli operai e i piccoli impiegati bisognosi di cultura e di formazione cattolica dell'anima, aperse e favorì molto, sempre nei locali di S. Pelagia, la Scuola Serale Operaia che fu frequentatissima, e in cui si preoccupava che tutti gli allievi ricevessero un conveniente insegnamento catechistico.

Quando si accorse che l'insegnamento serale occupava troppo i Fratelli e minacciava la integrità dei loro esercizi spirituali della sera e del mattino, invitò a farvi da insegnanti e a dirigerla i giovani ex-allievi che periodicamente adunava nella Associazione di A. C. detta: « Unione Catechisti del SS. Crocifisso e Maria SS.ma Immacolata » che aveva fondato.

Siccome gli pareva troppo poco aiutare solo gli operai e i piccoli impiegati già in esercizio, e limitata a preparare dei dirigenti la Scuola Tecnica La Salle, si dedicò con tutte le forze a creare una Scuola di Arti e Mestieri per preparare con i corsi diurni regolari, delle maestranze professionalmente e cattolicamente formate.

Nacquero così nello stesso locale di S. Pelagia in un primo tempo l'Istituto Arti e Mestieri che si trasferì poi in corso Trapani ed è tenuto dai Fratelli, e la Casa di Carità Arti e Mestieri che è gestita dai suoi Catechisti.

Solo l'amore delle anime e il desiderio ardente di salvarle e riportarle tutte a Gesù, fu l'anima che lo indusse a superare enormi difficoltà e a non fermarsi, nemmeno quando si trovò presso che solo a fidare nella riuscita di queste opere.

24 Incarichi

Per molti anni, dal 1913 al 1936, fu incaricato di dirigere alla Villa del Collegio e altrove, diversi Ritiri di 20 e di 30 giorni dei giovani Fratelli, e di sostituire al Noviziato il Direttore nel periodo del suo Ritiro annuale.

Furono periodi di fatica fisica e talora di sofferenza morale per la grande responsabilità che tali incarichi comportavano, tuttavia vi si dedicò sempre con pieno spirito di obbedienza e di religiosa carità.

25 In tutto questo intenso lavoro apostolico, si dimostrò sempre caritatevolissimo e servizievole al massimo.

Procurò costantemente che nulla potesse nuocere al regolare svolgimento della vita e degli esercizi della Comunità, a cui si trovava presente per il primo.

L'intensità del lavoro non gli fece mai scordare, né mettere da parte la formazione degli allievi.

Non si accontentò che fossero solo dei bravi cittadini, li volle ottimi cristiani.

Perciò sorvegliava, guidava con una carità e prudenza tali, da convincerli e riuscire a condurli alla pratica desiderata.

Dimostrò così di avere tutte le virtù del santo e abile educatore.

Da Direttore coltivò in particolare i giovani Fratelli a Lui affidati in Comunità, e quelli che ebbero la fortuna di essere inferiori sotto di Lui, confessano d'aver avuto un grande beneficio dal suo esempio e dal suo aiuto.

26 Mentre curava la virtù altrui, accresceva la propria.

Non si accontentò di acquistare le virtù proprie del suo stato religioso, ma si sforzò di portarle ad un alto grado di perfezione, mortificando la sua volontà anche nelle cose lecite, esercitandosi in ogni sorta di esercizi e pratiche religiose, lottando costantemente fino a possedere perfettamente se stesso.

Non ci furono periodi in cui si sia notato un arresto o una diminuzione di intensità nel suo progresso verso la santità, perché crebbe sempre a mano a mano che cresceva l'età.

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