Testimonianza

Testimonianza giurata della pronipote del Servo di Dio, dott.ssa Elvira Vercelli

Asti, 11 maggio 1983.

Io sottoscritta Dott.ssa Vercelli Elvira, insegnante in pensione, a richiesta della postulazione della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Fratel Teodoreto Garberoglio, posso affermare in piena coscienza facendo riferimento al punto N. 20, 1) del Votum Promotoris Generalis Fidei, che quanto segue è il racconto del mio compianto Papa Vercelli Vittorio Giacomo deceduto in Vinchio il giorno 11.9.1940, figlio di Teresa Garberoglio, sorella primogenita di Fratel Teodoreto.

Mio Papà nipote e coetaneo di Fratel Teodoreto, quindi compagno d'infanzia, di scuola, di catechismo, e di giochi e di piccoli lavori in campagna che venivano affidati ai ragazzi come pascolare la capra, raccogliere erba per i conigli, raccogliere la legna abbandonata tra i filari della vigna.

Ed è proprio durante questi lavoretti in campagna che mio Papà ebbe dallo zio coetaneo una seria ed eccezionale preparazione alla prima Comunione.

Gli spiegava e faceva recitare il Catechismo a memoria concedendogli qualche tregua quando vedeva che prestava molta attenzione.

Nel ritorno verso casa riprendeva le domande raccomandandogli di non dimenticarle.

Diceva mio Papà: « Io dovevo ubbidirgli perché mi ricordava che lui era mio zio ».

Altro vivo ricordo nei discorsi di mio Papà sul rigore di vita dello zio fu quando, militari insieme zio e nipote, si concedevano, durante la libera uscita, una modesta merenda in trattoria a complemento del rancio piuttosto scarso.

Durante una di queste consumazioni mentre discorrevano delle cose di casa, entrò una donna dall'evidente dubbia serietà.

Lo zio si alzò dal tavolo e andò alla finestra dicendo a mio Papà: « Non mi volterò fino a quando quella donna non sarà uscita ».

Solo quando mio Papà gli sussurrò: « Zio, è andata », tornò con lui al tavolo.

Col passare degli anni i sentimenti di affetto e di stima verso lo zio diventarono ancora più profondi.

Mio Papà chiedeva sempre consiglio allo zio in ogni decisione di qualche importanza.

Sono spiacente che le preziose lettere che attestavano questo devoto rapporto siano andate smarrite.

In fede.

Elvira Vercelli

Asti, 11.5.1983.
Giurato e firmato in mia presenza.

Torino, il 14 luglio 1983.
Mons. Giovanni Luciano, Not.

l. s,