Diario di Cesone

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26 gennaio 1919

Vocazione ( 76 - 77 )

Messa e comunione alla Consolata

Appena usciti dalla Consolata mi offro di accompagnare Fratel Teodoreto per un tratto di strada.

Allora cade il discorso sulla mia attuale condizione di famiglia e del fine proprio dell'Unione.

Un giorno, mi dice, Fra Leopoldo stava davanti al SS. Crocifisso pensando qual fosse il fine dell'Unione e non osava domandarlo al Signore.

Questi prevenendo il suo servo gli disse: "A riguardo di quel che hai in mente è di formare buoni padri di famiglia e molte vocazioni religiose".

Mi raccomanda che se il Signore mi chiamasse per la via religiosa di non fare il sordo a tal voce e di non dimenticarmi dell'abbraccio che ho avuto in sogno da S. Giov. Batt. La Salle, gicché avendo già un poò di pratica nell'insegnamento potrei facilmente entrare nell'Istituto dei Fratelli.

Però a me non pare che quella sia la mia vocazione, ma il mio cuore mi dice piuttosto di seguire il primo fine della Unione.

Allora egli mi racconta che nella notte precedente mi ha sognato con una valigia disposto a dare tutte le mie ricchezze alla Chiesa.

Mi spiega che senza dare al sogno molta importanza, , il sogno può essere molto significativo, perché la valigia è segno che si viaggia ancora, che si è ancora viatori.

Mi consiglia però di prendere tutto con molta calma e di pregare il Signore per conoscere quale sia la sua volontà.

Ricorda il detto di S. Paolo: "Che volete che io faccia? o Signore".

Oppure il detto di Samuele: "Signore, parlate il vostro servo vi ascolta".

Seguire con molta calma gli avvenimenti e studiare in essi ciò che vuole da noi il Signore.

Anche le cose avverse il Signore le dispone per il nostro meglio, e mi racconta come se non fosse avvenuta la morte di suo padre probabilmente non avrebbe potuto entrare in religione.

Allora pareva la più grave disgrazia per la mia famiglia, ma adesso credo che anche mio padre di lassù sarà contento, perché ogni giorno ho potuto pregare per lui, ciò che forse non avrei potuto fare stando nel secolo.

Fratel Teodoreto mi lasciò all'angolo di Via Bogino raccomandandomi di star calmo e di pregare molto.

Nota: Il papà lo avrebbe voluto sacerdote.

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