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XXIII - Prove di Gesù Cristo

280

L'ordine.

Contro l'obiezione che la Scrittura non ha ordine.

Il cuore ha il suo ordine, la ragione il suo, che consiste nei princìpi e nelle dimostrazioni.

Quello del cuore è diverso.

Non c'è prova del fatto che dobbiamo essere amati mediante un elenco delle cause dell'amore.

Sarebbe ridicolo.

Gesù Cristo, san Paolo, appartengono all'ordine della carità, perché essi volevano infiammare, non istruire.

Anche sant'Agostino.

Questo tipo di ordine consiste principalmente nella digressione su ogni punto che sia in relazione con il fine, per mostrarlo sempre.

281

Il Vangelo non parla della verginità della Vergine che fino alla nascita di Gesù Cristo.

Ogni cosa in rapporto a Gesù Cristo.

282

Gesù Cristo in una tale oscurità ( quella che il mondo chiama oscurità ), che gli storici, i quali scrivono solo di importanti cose di Stato, se ne sono appena accorti.

283

Santità.

« Effundam spiritum meum ».

Tutti i popoli si trovavano nell'infedeltà e nella concupiscenza, tutta la terra arse di carità: i principi abbandonano i loro fasti, le giovani affrontano il martirio.

Da dove viene questa forza?

È arrivato il Messia.

Ecco la conseguenza e i segni della sua venuta.

284

Le combinazioni dei miracoli.

285

Un artigiano che parla di ricchezze, un procuratore che parla della guerra, della sovranità, ecc.

Ma il ricco sa ben parlare a proposito delle ricchezze, il re parla con indifferenza di un gran dono che ha fatto, e Dio parla in modo appropriato di Dio.

286

Prove di Gesù Cristo.

Perché il libro di Ruth, conservato.

Perché la storia di Thamar.

287

Prove di Gesù Cristo.

Non significa essere stato prigioniero esserlo stato con la certezza di venire liberati entro settant'anni, ora invece essi lo sono senza speranza.

Dio ha promesso loro che, benché dispersi in ogni angolo del mondo, tuttavia, se fossero rimasti fedeli alla sua legge, li avrebbe riuniti.

Essi le sono fedelissimi, ma rimangono oppressi.

288

Gli Ebrei, volendo provare se era Dio, hanno dimostrato che era uomo.

289

La Chiesa ha faticato in egual misura a mostrare che Gesù Cristo era uomo contro quelli che lo negavano, come a mostrare che era Dio.

E le apparenze erano ugualmente vistose.

290

L'infinita distanza tra il corpo e lo spirito è figura della distanza ancora più infinita che c'è tra lo spirito e la carità, perché essa è soprannaturale.

Nessuno splendore di beni attira colui che è intento alle ricerche dello spirito.

La grandezza degli uomini che appartengono allo spirito rimane invisibile per i re, per i ricchi, per i condottieri, per tutti i grandi secondo la carne.

La grandezza della sapienza, che appartiene solo a Dio, è invisibile agli uomini carnali e agli uomini che appartengono allo spirito.

Sono tre ordini di genere diverso.

I grandi geni hanno il loro impero, il loro splendore, la loro vittoria e il loro vanto, non hanno alcun bisogno delle grandezze secondo la carne, con cui non hanno alcun rapporto.

Non con gli occhi, ma con lo spirito vengono visti, ed è sufficiente.

I santi hanno il loro impero, il loro splendore, la loro vittoria, il loro vanto, e non hanno alcun bisogno delle grandezze secondo la carne, con cui non hanno alcun rapporto, perché non aggiungono e non tolgono nulla.

Essi sono visti da Dio e dagli angeli, non dai corpi né dai curiosi.

A loro è sufficiente Dio.

Anche senza splendore Archimede sarebbe venerato.

Non si è battuto per gli occhi, ha messo a disposizione di ogni spirito le sue invenzioni.

O quanto ha brillato per gli spiriti!

Gesù Cristo, privo di beni e senza alcuno sfoggio di scienza, si trova nel proprio ordine di santità.

Non ha dato invenzioni, non ha regnato, ma è stato umile, paziente, santo, santo davanti a Dio, terribile per i demoni, senza alcun peccato.

Oh, con quale pompa e prodigiosa magnificenza si è presentato agli occhi del cuore, che sanno vedere la sapienza!

Sarebbe stato inutile per Archimede atteggiarsi a principe nei suoi libri di geometria, benché lo fosse.

Sarebbe stato inutile a Nostro Signore Gesù Cristo, per affermarsi nel suo regno di santità, venire come un re, ma è venuto nello splendore del suo ordine.

È ben ridicolo scandalizzarsi della meschinità di Gesù Cristo, come se questa meschinità fosse dello stesso ordine a cui appartiene la grandezza che veniva a rivelare.

Si consideri quella grandezza nella sua vita, nella sua passione, nella sua oscurità, nella sua morte, nella scelta dei suoi, nella loro dedizione, nella sua segreta resurrezione e nel rimanente, la si vedrà così grande che non ci sarà più motivo di scandalizzarsi per una meschinità che non esiste.

Ma ci sono quelli che sanno ammirare solo le grandezze secondo la carne, come se non ce ne fossero di spirituali.

E altri che ammirano solo quelle spirituali come se non ce ne fossero d'infinitamente più alte nella sapienza.

Tutti i corpi, il firmamento, le stelle, la terra e suoi regni, non valgono il più piccolo degli spiriti.

Perché esso conosce tutto ciò e se stesso, mentre i corpi non conoscono niente.

Tutti i corpi insieme e tutti gli spiriti insieme e tutte le loro opere non valgono il minimo moto di carità.

Essa appartiene ad un ordine infinitamente più elevato.

Da tutti i corpi messi insieme non si potrebbe far uscire un solo pensiero; è impossibile perché appartiene a un altro ordine.

Da tutti i corpi e gli spiriti messi insieme non potrebbe uscire un solo moto di vera carità: è impossibile, appartiene a un ordine soprannaturale.

291

Prove di Gesù Cristo.

Gesù Cristo ha detto cose grandi in modo così semplice che sembra non le abbia pensate, ma in modo così preciso che è chiaro che le ha pensate.

Questa chiarezza e questa semplicità insieme sono ammirevoli.

292

Prove di Gesù Cristo.

L'ipotesi degli apostoli che ingannano è davvero assurda.

Seguiamola fino in fondo, immaginiamo questi dodici uomini riuniti dopo la morte di Gesù Cristo per tessere il complotto della sua resurrezione.

Con ciò si oppongono a tutti i poteri.

Il cuore degli uomini è strettamente incline alla leggerezza, alla mutevolezza, alle promesse, alla ricchezza.

Per poco che uno di loro avesse tradito, attratto da tutte queste cose, e inoltre sotto la minaccia della prigione, delle torture e della morte, essi erano perduti.

Lo si pensi fino in fondo.

293

È stupefacente e degno di una straordinaria attenzione vedere il popolo ebreo sopravvivere per tanti anni e sempre in modo miserabile, essendo necessario per provare Gesù Cristo che esso sopravviva e che sia miserabile, dal momento che lo ha crocifisso.

E benché sia contradditorio sopravvivere in miseria, esso continua a sopravvivere malgrado la sua miseria.

294

Prodita lege, impleta cerve, implenda collige.

Canonici.

All'inizio della Chiesa gli eretici servono a provare i libri canonici.

295

Quando Nabucodonosor deportò il popolo, per timore si pensasse che lo scettro veniva tolto a Giuda, fu detto loro in precedenza che sarebbero rimasti via poco tempo, e che sarebbero stati riconfermati.

Furono sempre consolati dai profeti; i loro re continuarono.

Ma la seconda distruzione non ha promesse di restaurazione, senza profeti, senza re, senza consolazione, senza speranza, perché lo scettro è stato tolto per sempre.

296

All'inizio Mosè insegna la Trinità, il peccato originale, il Messia.

Davide grande testimone.

Re, buono, clemente, anima bella, spririto buono, potente.

Egli profetizza, e il suo miracolo si avvera.

Questo è infinito.

Bastava dire che era il Messia, se fosse stato per vanità, perché le profezie, per quanto lo riguarda, sono più chiare di quanto non lo siano nei confronti di Gesù Cristo.

Lo stesso per san Giovanni.

297

Chi ha insegnato agli evangelisti le doti di un'anima perfettamente eroica, per dipingerla in modo così perfetto in Gesù Cristo?

Perché lo ritraggono debole durante l'agonia?

Non sapevano forse raffigurare una morte intrepida?

Certo, perché lo stesso san Luca dipinge quella di santo Stefano più forte di quella di Gesù Cristo.

Lo fanno dunque capace di paura prima che sia giunta la necessità di morire, per il resto fortissimo.

Ma se lo fanno così turbato è perché il turbamento nasce in lui stesso; quando sono gli uomini a turbarlo, egli è forte.

298

Lo zelo degli Ebrei per la loro legge e per il loro tempio.

Giuseppe e Filone Ebreo, Ad Caium.

Quale altro popolo ha un tale zelo?

Era necessario che l'avessero.

Gesù Cristo predetto per quanto riguarda il tempo e lo stato del mondo.

Il condottiero tratto dalla coscia e la quarta monarchia.

Che gioia avere questa luce in una simile oscurità!

Come è bello vedere con gli occhi della fede Dario e Ciro, Alessandro, i Romani, Pompeo e Erode agire inconsapevolmente per la gloria del Vangelo!

299

L'apparente discordanza dei Vangeli.

La sinagoga ha preceduto la Chiesa, gli Ebrei i cristiani.

Le profezie hanno predetto i cristiani, san Giovanni, Gesù Cristo.

Macrobio, gli innocenti uccisi da Erode.

300 301 302

Chiunque può fare ciò che ha fatto Maometto.

Non ha operato miracoli, non è stato predetto.

Nessun uomo può fare ciò che ha fatto Gesù Cristo.

303

O gli apostoli sono stati ingannati o sono ingannatori.

Le due cose insieme sono difficili.

Non è possibile scambiare un uomo per un resuscitato.

Finché Gesù Cristo era con loro, poteva sostenerli, ma dopo, se non è apparso loro, chi li ha fatti agire?

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