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Serie XXVI

622

C.C. « Homo existens te deum facis ».

« Scriptum est: diis estis, et non potest solvi scriptura ».

C.C. « Haec infirmatus non est ad mortem et est ad mortem ».

« Lazarus dormit, et deinde dixit: Lazarus mortuus est ».

623

Questa gente manca di cuore.

Non li vorremmo per amici.

Poeta ma non gentiluomo.

624

La Chiesa è sempre stata combattuta da errori contrari.

Ma forse mai contemporaneamente come adesso.

Ma se essa ne soffre di più, a causa della molteplicità di questi errori, ne ricava anche il vantaggio che essi si distruggono l'un l'altro.

Essa ne lamenta due, ma molto più quello calvinista che ha causato lo scisma.

È certo che molti all'interno di questi schieramenti contrari sono stati ingannati.

Bisogna disingannarli.

La fede abbraccia più verità che sembrano contraddirsi: « Tempo di ridere, di piangere, ecc. », « responde, ne respondeas, ecc. ».

La fonte di ciò sta nell'unione delle due nature in Gesù Cristo.

E così i due mondi.

La creazione di un nuovo cielo e di una nuova terra.

Nuova vita, nuova morte.

Tutte le cose diventano doppie ma rimangono gli stessi nomi.

E infine i due uomini che ci sono nei giusti.

Perché sono i due mondi, un membro e immagine di Gesù Cristo.

Per questo ogni nome conviene loro: « giusti-peccatori », « morti-viventi », « viventi-morti », « eletti-dannati », ecc.

Ci sono dunque un gran numero di verità, di fede e di morale, che appaiono incompatibili e convivono tutte in un ordine ammirevole.

La sorgente di tutte le eresie è l'esclusione di qualcuna di queste verità.

E la fonte di tutte le obiezioni che ci rivolgono gli eretici è l'ignoranza di qualcuna delle nostre verità.

Di solito accade che, non riuscendo a concepire il rapporto tra due verità opposte e credendo che l'ammissione di una comporti l'esclusione dell'altra, essi si attaccano a una ed escludono l'altra, e pensano che noi facciamo il contrario.

Ma proprio l'esclusione è causa della loro eresia; le loro obiezioni sono causate dall'ignorare che noi teniamo entrambe.

1° esempio.

Gesù Cristo è Dio e uomo.

Gli ariani, non potendo conciliare queste cose che ritengono incompatibili, dicono che è uomo; e in questo sono cattolici.

Ma essi negano che sia Dio; e in questo sono eretici.

Essi credono che noi neghiamo la sua umanità; e in questo sono ignoranti.

2° esempio.

A proposito del santo sacramento, noi crediamo che, venendo la sostanza del pane mutata e transustanziata in quella del corpo di Nostro Signore, Gesù Cristo sia presente in modo reale: ecco una delle verità.

Un'altra è che questo sacramento è anche figura di quello della croce e della gloria, e una commemorazione di entrambi.

Ecco come la fede cattolica comprende due verità che sembrano opposte.

L'attuale eresia, non ammettendo che questo sacramento comprenda al tempo stesso la presenza e la figura di Gesù Cristo, che sia sacrificio e commemorazione di sacrificio, pensa, per questo motivo, di non poter ammettere una di queste verità senza escludere l'altra.

Si fermano alla sola considerazione della figuralità del sacramento, e in questo non sono eretici.

Essi credono che noi escludiamo questa verità.

Per questo ci fanno tante obiezioni a proposito di quei passaggi dei Padri che lo affermano.

Ma poi negano la presenza, e in questo sono eretici.

3° esempio.

Le indulgenze.

Ecco perché il modo più semplice per impedire le eresie consiste nell'istruire su tutte le verità, e il modo più sicuro per confutarle consiste nell'ammetterle tutte.

Cosa potranno dire gli eretici?

Per sapere se un'opinione è di un Padre.

625

Titolo: Come spiegare che si crede a tanti bugiardi che dicono di aver visto dei miracoli e non si crede a nessuno di quelli che affermano di avere dei segreti per rendere l'uomo immortale o ringiovanirlo.

Avendo considerato i motivi per i quali si presta fede a tanti bugiardi che dicono di avere dei rimedi, al punto che spesso si mette la propria vita nelle loro mani, mi è sembrato che la causa vera consista nel fatto che alcuni sono veri, perché non è possibile che ce ne siano così tanti falsi e che si creda loro, se non ve ne fossero di veri.

Se mai ci fosse stato rimedio alcuno ad alcun male e tutti i mali fossero stati incurabili, è impossibile che gli uomini si immaginassero di avere dei rimedi, e ancor meno possibile che tanti credessero a chi si vantasse di averne.

Così, se un uomo si vantasse di saper impedire la morte, nessuno gli crederebbe, perché non c'è esempio di ciò.

Ma, poiché c'è stata una quantità di rimedi che sono stati riconosciuti autentici a dire degli uomini più grandi, la fiducia degli uomini si è con questo inclinata, ed essendo ciò possibile, si è concluso che era vero, perché il popolo di solito ragiona in questo modo: se una cosa è possibile, è.

Dal momento che la cosa non può essere negata in generale, poiché vi sono degli effetti particolari che sono veri, il popolo, che non sa discernere quali tra questi effetti particolari siano veri, crede a tutti.

Così, ciò che fa credere a tanti falsi effetti della luna, è che alcuni sono autentici, come le maree.

Lo stesso capita per le profezie, i miracoli, le intuizioni dei sogni, i sortilegi, ecc., perché se da tutto ciò non fosse mai venuto niente di vero, non si sarebbe mai creduto a niente; e così, invece di concludere che, poiché ci sono tanti falsi miracoli, non ce ne sono di veri, bisogna al contrario dire che, se ce ne sono tanti falsi, certamente ci sono miracoli veri, e che solo perché ce ne sono di veri ce ne possono essere di falsi.

Bisogna ragionare allo stesso modo per la religione, in quanto non è possibile che gli uomini si siano immaginati tante false religioni se non ce ne fosse una vera.

Un'obiezione dice che i selvaggi hanno una religione, ma si può rispondere che ne hanno sentito parlare, come è accaduto per il diluvio, la circoncisione, la croce di sant'Andrea, ecc.

626

Considerando come si spiega che ci siano tanti falsi miracoli, false rivelazioni, sortilegi, ecc., mi è sembrato che la vera causa risieda nel fatto che ce n'è di veri, perché non sarebbe possibile che ci fossero tanti falsi miracoli se non ce ne fossero di veri, né tante false rivelazioni se non ce ne fossero di vere, né tante false religioni se non ce ne fosse una vera, perché se niente di tutto ciò fosse esistito, è impossibile che gli uomini se lo siano immaginato, e ancora più impossibile che tanti altri lo abbiano creduto.

Ma dal momento che si sono verificate veramente grandi cose, e per questo sono state credute da grandi uomini, da ciò è derivato che quasi tutti si sono messi nelle condizioni di credere anche alle cose false; ma dunque, invece di concludere che, poiché ci sono tanti falsi miracoli, non ce ne sono di veri, bisogna dire al contrario che i veri miracoli esistono perché ce ne sono tanti falsi, e che ce ne sono di falsi per il fatto che ce ne sono di veri, e che solo perché c'è una vera religione ce ne sono di false.

Si obietta che i selvaggi hanno una religione, ma ciò perché essi hanno sentito parlare di quella vera, come avviene per la croce di sant'Andrea, il diluvio, la circoncisione, ecc.

La causa di ciò è che la mente umana, suggestionata dalla verità, diventa sensibile anche a tutte le falsità …

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Quando, per provare gli effetti naturali, ci si abitua a servirsi di cattivi ragionamenti, non si accettano più quelli buoni, una volta che siano stati scoperti.

Per spiegare il motivo per cui la vena sotto l'allacciatura si gonfia si è dato l'esempio della circolazione del sangue.

Di solito ci si persuade meglio dei ragionamenti che abbiamo trovato noi, di quelli trovati dagli altri.

Il racconto del luccio e della rana di Liancourt.

Esse lo fanno sempre e mai in modo diverso, né fanno niente altro d'intelligente.

La verità viene così oscurata in questi tempi, e trionfa a tal punto la menzogna, che se non si ama la verità non si può conoscerla.

I furbi sono individui che conoscono la verità ma che la sostengono solo se è loro utile, altrimenti l'abbandonano.

La macchina aritmetica produce effetti vicini a quelli del pensiero più di tutto quello che fanno gli animali; ma essa non fa niente che possa indurre ad attribuirle una volontà come gli animali.

Per quanto un individuo non abbia nessun interesse nelle cose che dice, non si deve assolutamente credere che non menta, perché alcuni mentono solo per mentire.

È piacevole stare su una nave battuta dalla tempesta quando si è sicuri che non si perirà; così sono le persecuzioni che angustiano la Chiesa.

628

Quando non si conosce la verità di una cosa è bene che lo spirito degli uomini si regoli su un errore comune, come quando per esempio si attribuisce alla luna il cambiamento delle stagioni, l'aggravarsi delle malattie, ecc., perché il male principale dell'uomo è l'inquieta curiosità delle cose che non può conoscere, e per lui è peggio trovarsi in questa inutile curiosità che nell'errore.

Il modo di scrivere di Epitteto, di Montaigne e di Salomon de Tultie è il più proficuo, quello che si insinua meglio, che rimane maggiormente nella memoria e si lascia citare di più, in quanto è composto di pensieri nati dai discorsi della vita comune, così quando si parlerà del diffuso errore di ritenere la luna causa di tutto, non si mancherà mai di aggiungere che Salomon de Tultie dice che, quando non si conosce la verità di una cosa, è bene che ci sia un errore comune, ecc., che è poi il pensiero precedente.

629

Sul fatto che né Giuseppe, né Tacito e gli altri storici hanno mai parlato di Gesù Cristo.

Non è per niente un argomento a carico, anzi è a favore.

Perché è certo che Gesù Cristo è esistito e che la sua religione ha fatto un grande clamore, e che questi storici lo sapevano bene, e dunque è evidente che hanno volutamente taciuto, oppure che ne hanno parlato ma quello che dicevano è stato soppresso o cambiato.

630

Sul fatto che la religione cristiana non è unica.

Non è affatto un motivo per credere che non sia vera, anzi proprio questo dimostra che lo è.

631

Obiezione.

Quelli che sperano nella salvezza sono felici per questo, ma hanno come contrappeso il timore dell'inferno.

Risposta.

Chi ha più motivo di temere l'inferno, colui che ignora se vi sia un inferno ed è certo, nel caso in cui ci sia, della propria dannazione, o colui che è persuaso che esiste l'inferno, e se c'è ha la speranza di essere salvato?

632

Che follia l'idea per cui ciascuno si mette al di sopra di tutti gli altri, preferendo il proprio bene e la durata della propria felicitià e della propria vita a quella di tutto il resto del mondo!

Cromwell stava per sconvolgere l'intera cristianità; la famiglia reale era perduta, mentre la sua era più potente che mai, se non fosse stato per un granello di sabbia che si era messo nel suo uretere.

Roma stessa avrebbe tremato sotto di lui.

Ma c'era quel sassolino, ed egli è morto, la sua famiglia è decaduta, è tornata la pace, il re è stato reintegrato.

Quelli che sono abituati a giudicare con l'intuito non capiscono niente di ciò che attiene alla ragione.

Perché vogliono comprendere con un solo sguardo e non sono abituati a cercare i principi, mentre gli altri al contrario, che sono abituati a ragionare secondo i principi, non capiscono niente in materia di intuito, cercando principi e non riuscendo a vedere con un solo sguardo.

Due tipi di persone confondono le cose, come i giorni festivi e quelli lavorativi, i fedeli e i preti, tutti i peccati tra loro, ecc.

E da questo gli uni concludono che ciò che è male per i preti lo è anche per fedeli, e gli altri che ciò che non è male per i fedeli è permesso ai preti.

633

Quando Augusto apprese che tra i bambini sotto i due anni fatti uccidere da Erode c'era suo figlio, disse che dunque era meglio essere un maiale di Erode che suo figlio.

Macrobio, lib. 2, Sat., cap. 4.

634

Primo grado: essere biasimato facendo male e lodato facendo bene.

Secondo grado: non essere né lodato né biasimato.

635

« Unusquisque sibi deum fingit ».

Il disgusto.

636

Pensiero.

Tutta la dignità dell'uomo è nel suo pensiero.

Ma cos'è questo pensiero?

Quanto è stupido!

Per sua natura dunque il pensiero è una cosa ammirevole e incomparabile.

Bisognava che avesse degli strani difetti per essere spregevole, ma ne ha tali che niente è più ridicolo.

Com'è grande per sua natura!

Com'è basso per i suoi difetti!

Lo svanire.

È orribile sentir svanire tutto ciò che si possiede.

637

Chiarezza.

Oscurità.

Ci sarebbe troppa oscurità se la verità non avesse dei segni visibili.

Uno ammirevole consiste nell'essere sempre in una Chiesa e in una comunità visibile.

Ci sarebbe troppa chiarezza se questa Chiesa avesse un modo di sentire unico.

Quello che è sempre stato è vero, perché il vero è sempre stato, ma nessuna falsità è sempre stata.

638

Il pensiero fa la grandezza dell'uomo.

639

Obiezione.

La Scrittura è visibilmente piena di cose non dettate dallo Spirito Santo.

Risposta.

Dunque non nuocciono alla fede.

Obiezione.

Ma la Chiesa ha deciso che tutto appartiene allo Spirito Santo.

Risposta.

Rispondo due cose:

1, che la Chiesa non ha mai deciso in questo senso; l'altra, che se lo avesse deciso, si potrebbe anche sostenere.

Vi sono molti spiriti falsi.

Dionigi ha la carità, era autorevole.

Le profezie citate nel Vangelo, pensate che siano riportate per farvi credere?

No, ci sono per allontanarvi dal credere.

640

« Tutti i grandi divertimenti sono pericolosi per la vita cristiana; ma tra tutti quelli inventati nessuno è più temibile della commedia.

È una rappresentazione così spontanea e raffinata delle passioni, da suscitarle e farle nascere nel nostro cuore, soprattutto quella dell'amore; soprattutto quando lo raffigura castissimo e onestissimo.

Perché più esso sembra innocente alle anime innocenti, più esse sono suscettibili di esserne toccate; la sua violenza piace al nostro amor proprio, che realizza immediatamente il desiderio di produrre gli stessi effetti che vediamo così ben rappresentati; e al tempo stesso ci si forma una coscienza fondata sull'onestà dei sentimenti che vediamo, tali da cancellare il timore dalle anime pure, le quali pensano che amare di un amore apparentemente così saggio non ferisca la purezza.

Così si esce dal teatro con il cuore pieno di ogni bellezza e di ogni dolcezza d'amore, con l'anima e la mente così persuase della sua innocenza da essere prontissimi ad accogliere le sue prime impressioni, anzi a cercare l'occasione di farle nascere nel cuore di qualcuno, per ricevere gli stessi piaceri e gli stessi sacrifici che abbiamo visto così ben rappresentati nella commedia ».

641

Se i fulmini cadessero sui luoghi bassi ecc., i poeti e quelli che sanno ragionare solo sulle cose di questa natura mancherebbero di prove.

Molte persone ascoltano la predica allo stesso modo in cui ascoltano i vespri.

642

Poiché i ducati, i regni e la magistratura sono reali e necessari ( solo la forza potendo regolare tutto ), ce n'è dovunque e sempre; ma poiché solo l'arbitrio decide che ci sia uno piuttosto che l'altro, tutto ciò è incostante, soggetto a variare, ecc.

643

La ragione ci comanda molto più imperiosamente di un padrone, perché se disobbediamo al padrone siamo disgraziati, se disobbediamo alla ragione siamo stupidi.

644

« State super vias et interrogate de semitis antiquis, et ambulate in eis.

Et dixerunt: non ambulabimus, sed post cogitationes nostras ibimus ».

Essi hanno detto ai popoli: « Venite con noi, seguiamo le opinioni dei nuovi autori; ci guiderà la ragione; saremo come gli altri popoli che seguono ciascuno la ragione naturale.

I filosofi hanno … ».

Tutte le religioni e le scuole filosofiche del mondo hanno avuto come guida la ragione naturale.

Solo i cristiani furono costretti a prendere le loro regole fuori da loro stessi, e a informarsi su quelle che Gesù Cristo ha lasciato agli antichi per essere tramesse ai fedeli.

Questa costrizione affatica questi buoni padri.

Essi vogliono avere, come gli altri popoli, la libertà di seguire il proprio arbitrio.

Invano gridiamo loro come facevano un tempo i profeti con gli Ebrei: « Andate in mezzo alla Chiesa, informatevi delle vie che gli antichi le hanno lasciato, seguite quei sentieri ».

Essi hanno risposto come gli Ebrei: « Noi non vi cammineremo, ma seguiremo gli intendimenti del nostro cuore ».

Ed essi hanno detto: « Saremo come gli altri popoli ».

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