Summa Teologica - I

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Articolo 10 - Se un medesimo testo della Sacra Scrittura abbia più sensi

1 Sent., Prol., a. 5; 4, d. 21, q. 1 a. 2, qc. 1, ad 3; De Pot., q. 4, a. 1; Quodl. 3, q. 14, a. 1; 7, q. 6, pr tot.; ad gal., c. 4, lect. 7

Pare che un medesimo testo della Sacra Scrittura non racchiuda più sensi, cioè lo storico o letterale, l'allegorico, il tropologico o morale e l'anagogico.

Infatti:

1. La molteplicità dei sensi in un medesimo testo genera confusione e inganno, e toglie ogni forza all'argomentazione; anzi, la molteplicità delle proposizioni non permette un retto argomentare, ma dà luogo ad alcune fallacie.

Ora, la Scrittura deve essere efficace nel mostrarci la verità senza alcuna fallacia.

Quindi in essa non devono darsi più sensi in un unico testo.

2. Dice S. Agostino [ De util. cred. 3,5 ]: « La Scrittura che è detta Antico Testamento si presenta sotto quattro aspetti, cioè secondo la storia, l'etiologia, l'analogia e l'allegoria ».

Ma questa divisione pare del tutto diversa dalla precedente.

Non è quindi conveniente che un medesimo testo della Sacra Scrittura venga spiegato secondo i quattro sensi predetti.

3. Si aggiunga che oltre ai quattro sensi assegnati c'è quello parabolico, che non è computato in quei quattro.

In contrario:

Dice S. Gregorio [ Mor. 20,1 ]: « La Sacra Scrittura sorpassa tutte le altre scienze per il modo stesso in cui si esprime: poiché in uno stesso e identico discorso, mentre racconta un fatto, enuncia un mistero ».

Dimostrazione:

L'autore della Sacra Scrittura è Dio.

Ora, Dio può adattare a esprimere una verità non solo le parole, cosa che può fare anche l'uomo, ma anche le cose stesse.

Se quindi nelle altre scienze le parole hanno un significato, la Sacra Scrittura ha questo di proprio: che le stesse realtà indicate dalle parole a loro volta significano qualcosa.

Dunque l'accezione ovvia dei termini, secondo cui le parole indicano le realtà, corrisponde al primo senso, che è il senso storico o letterale.

L'uso invece delle realtà stesse espresse dalle parole per significare altre realtà prende il nome di senso spirituale, il quale è fondato sopra quello letterale e lo presuppone.

Il senso spirituale poi ha una triplice suddivisione.

Dice infatti l'Apostolo [ Eb 7,19 ] che la legge antica è figura della nuova e la legge nuova, come dice Dionigi [ De coel. hier. 5,2 ], è figura della gloria futura; e così pure nella legge nuova le cose compiutesi nel Capo stanno a significare quelle che dobbiamo compiere noi.

In quanto dunque le realtà dell'antico Testamento significano quelle del nuovo si ha il senso allegorico; in quanto invece le cose compiutesi in Cristo o significanti Cristo sono un segno di ciò che dobbiamo fare noi si ha il senso morale; in quanto finalmente significano le cose attinenti alla gloria eterna si ha il senso anagogico.

Ma siccome il senso letterale è quello che intende l'autore, e d'altra parte l'autore della Sacra Scrittura è Dio, il quale comprende simultaneamente col suo intelletto tutte le cose, non c'è obiezioni ad ammettere, con S. Agostino [ Conf. 12,31.42 ], che anche secondo il senso letterale in un medesimo testo scritturale vi siano più sensi.

Analisi delle obiezioni:

1. La molteplicità di tali sensi non porta all'equivoco o ad altre ambiguità poiché, come si è detto, questi sensi non si moltiplicano per il fatto che una medesima parola significa più cose, ma semplicemente perché le realtà significate dalle parole possono essere segno di altre realtà.

E così non c'è da temere confusioni nella Sacra Scrittura, poiché tutti gli altri sensi si fondano su un solo senso, quello letterale, dal quale solo è lecito argomentare, e non già sul senso allegorico, come nota S. Agostino [ Epist. 93 ].

Né per questo viene a mancare qualcosa alla Sacra Scrittura, poiché nulla di necessario alla fede è contenuto nel senso spirituale senza che la Sacra Scrittura lo esprima chiaramente in modo letterale in qualche altro testo.

2. Quei tre modi di esporre la Scrittura: storia, etiologia, analogia, appartengono all'unico senso letterale.

Infatti la storia, come spiega lo stesso S. Agostino, si ha quando si espone semplicemente una cosa; l'etiologia quando si assegna la causa di quanto viene detto, come quando il Signore dichiarò il motivo per cui Mosè permise agli Ebrei di ripudiare la moglie, cioè per la durezza del loro cuore [ Mt 19,8 ]; l'analogia quando si fa vedere che la verità di un passo della Scrittura non è in contrasto con la verità di un altro passo.

Nella suddivisione poi a quattro membri [ fatta da S. Agostino ] l'allegoria da sola corrisponde ai tre sensi spirituali.

E così Ugo di S. Vittore pone sotto il nome di allegoria anche il senso anagogico, ponendo nelle sue Sentenze [ 3 ] soltanto tre sensi: lo storico, l'allegorico e il tropologico.

3. Il senso parabolico è incluso in quello letterale: infatti con la parola si esprime qualcosa in senso proprio e qualcosa in senso figurato, ma il senso letterale non è la figura, bensì il figurato.

Quando, p. es., la Scrittura parla del braccio di Dio, il senso letterale non è che in Dio vi sia questo membro corporale, ma che in lui vi è ciò che tale membro simboleggia, cioè la potenza operativa.

Dal che risulta chiaramente che il senso letterale della Scrittura non può mai contenere alcun errore.

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