Summa Teologica - I

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Articolo 3 - Se le nozioni siano cinque

In 1 Sent., d. 26, q. 2, a. 3; d. 28, q. 1, a. 1; De Pot., q. 9, a. 9, ad 21, 27; q. 10, a. 5, ad 12; Comp. Theol., cc. 67 sqq.

Pare che le nozioni non siano cinque.

Infatti:

1. Le nozioni proprie delle Persone sono le relazioni che le distinguono; ma queste sono soltanto quattro, come si è detto [ q. 28, a. 4 ]: quindi anche le nozioni sono soltanto quattro.

2. Dio è detto uno perché l'essenza è una, e trino perché le persone sono tre.

Se dunque in Dio vi sono cinque nozioni, egli dovrebbe dirsi cinquino: ma ciò è inammissibile.

3. Se essendo tre le persone le nozioni sono cinque, è necessario che in qualche persona vi siano due o più nozioni: come nella persona del Padre si ammette la innascibilità, la paternità e la spirazione comune.

Ora, queste tre nozioni differiscono o realmente o concettualmente.

Se differiscono realmente, allora la persona del Padre è composta di più cose.

Se invece differiscono soltanto concettualmente, allora una potrà predicarsi dell'altra, e come diciamo che la bontà di Dio è la sua sapienza, non differendo realmente l'una dall'altra, così potremmo dire che la spirazione comune è la paternità: ma ciò non può essere ammesso.

Quindi le nozioni non possono essere cinque.

In contrario:

4. Pare che siano più [ di cinque ].

Come infatti ammettiamo la nozione di innascibilità per il fatto che il Padre non procede da nessuno, così si deve ammettere una sesta nozione per il fatto che dallo Spirito Santo non procede un'altra persona.

5. Come è comune al Padre e al Figlio che da essi proceda lo Spirito Santo, così è comune al Figlio e allo Spirito Santo il procedere dal Padre.

Come quindi si ammette una nozione comune al Padre e al Figlio [ la spirazione comune ], così se ne deve ammettere anche una comune al Figlio e allo Spirito Santo [ la comune processione ].

Dimostrazione:

Si chiama nozione la ragione formale che serve a fare conoscere una persona divina.

Ora, la pluralità delle persone divine dipende dall'origine.

Ma il concetto di origine comporta un principio [ a quo alius ] e un termine [ qui ab alio ]: e da questi due lati si può conoscere una persona.

Quindi non si può conoscere la persona del Padre perché deriva da un altro, ma perché non deriva da nessuno.

E da questo lato la sua nozione è l'innascibilità.

In quanto poi da lui derivano altri, [ il Padre ] si manifesta in due modi.

Poiché in quanto da lui procede il Figlio si rende noto mediante la nozione di paternità, e in quanto da lui procede lo Spirito Santo si rende noto mediante la nozione di spirazione comune.

Si viene invece a conoscere il Figlio per il fatto che deriva da un altro nascendo: e così egli si rende noto mediante la filiazione.

In quanto poi un altro, cioè lo Spirito Santo, procede da lui, si rende noto allo stesso modo del Padre, cioè mediante la spirazione comune.

Si viene infine a conoscere lo Spirito Santo in quanto procede da un altro o da altri: e così egli si rende noto mediante la processione.

Non [ lo si viene invece a conoscere ] per il fatto che un altro sia da lui: poiché nessuna persona divina procede da lui.

- Dunque in Dio vi sono cinque nozioni, cioè l'innascibilità, la paternità, la filiazione, la spirazione comune e la processione.

Di queste solo quattro sono relazioni, poiché l'innascibilità è una relazione solo per riduzione, come si dirà in seguito [ q. 33, a. 4, ad 3 ].

Quattro sole sono anche le proprietà: poiché la spirazione comune, per ciò stesso che conviene a due persone, non è una proprietà.

Tre soltanto poi sono nozioni personali, cioè costitutive delle persone, e precisamente la paternità, la filiazione e la processione: infatti la spirazione comune e l'innascibilità sono nozioni di persone, ma non personali, come vedremo meglio in seguito [ q. 40, a. 1, ad 1 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Oltre alle quattro relazioni bisogna ammettere, come si è spiegato [ nel corpo ], un'altra nozione [ l'innascibilità ].

2. L'essenza divina e le persone divine sono espresse come certe realtà; le nozioni invece sono espresse come ragioni formali che notificano le persone.

Quindi, sebbene si dica che Dio è uno per l'unità dell'essenza e trino per la trinità delle persone, non si può dire cinquino per le cinque nozioni.

3. Siccome soltanto l'opposizione delle relazioni produce una pluralità reale in Dio, più proprietà di una stessa persona non si distinguono realmente, poiché tra loro non esiste opposizione di relazioni.

Tuttavia non si predicano l'una dell'altra, dato che stanno a indicare formalità diverse della stessa persona: come anche non diciamo che l'attributo della potenza è l'attributo della scienza, sebbene diciamo che la scienza è la potenza.

4. [ S. c. ]. Come si è visto [ q. 29, a. 3, ad 2 ], la persona comporta dignità, perciò non si può ritenere come nozione dello Spirito Santo il fatto che non proceda da lui un'altra Persona.

Ciò infatti non conferisce nulla alla sua dignità, come [ invece ] il non essere da altri mette in evidenza l'autorità del Padre.

5. [ S. c. ]. Il Figlio e lo Spirito Santo non hanno in comune un unico e speciale modo di essere originati dal Padre, come [ invece ] il Padre e il Figlio hanno in comune un modo speciale di produrre lo Spirito Santo.

Ora, ciò che è causa della conoscenza [ di una persona ] deve essere qualcosa di speciale: perciò il paragone non regge.

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