Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se l'anima sia un corpo

C. G., II, c. 65; In 2 De anima, lect. 1

Pare che l'anima sia un corpo.

Infatti:

1. L'anima è l'elemento motore del corpo.

Ma non si può dire che sia un movente non mosso.

Sia perché pare che nulla possa imprimere un movimento se non è mosso a sua volta: poiché nessuno dà ciò che non ha, come un oggetto non caldo non riscalda.

Sia perché, se esistesse un motore non mosso, causerebbe un movimento sempiterno e uniforme, come prova Aristotele [ Phys. 8, cc. 6,10 ]: e ciò non si verifica nel movimento dell'animale, che proviene dall'anima.

Quindi l'anima è un motore mosso.

Ma ogni motore mosso è un corpo.

Quindi l'anima è un corpo.

2. Ogni conoscenza avviene mediante una certa somiglianza.

Ora, non può darsi che un corpo assomigli a una realtà incorporea.

Se quindi l'anima non fosse un corpo non potrebbe conoscere le realtà materiali.

3. È necessario che vi sia qualche contatto tra il motore e la cosa mossa.

Ma il contatto non avviene che tra i corpi.

Se quindi l'anima muove il corpo deve essere anch'essa un corpo.

In contrario:

S. Agostino [ De Trin. 6,6.8 ] insegna che l'anima « è detta semplice per rispetto al corpo, poiché essa non occupa lo spazio mediante la quantità ».

Dimostrazione:

Per indagare sulla natura dell'anima bisogna partire dal presupposto che l'anima è il primo principio della vita nei viventi che ci circondano: infatti chiamiamo animati gli esseri viventi, e inanimati quelli che sono privi di vita.

La vita poi si manifesta specialmente nella duplice attività della conoscenza e del movimento.

Ora gli antichi filosofi, che non riuscivano a elevarsi al disopra dell'immaginazione, ritenevano che il principio di tali attività fosse un corpo, poiché affermavano che i soli corpi sono esseri reali e che fuori di essi non vi è che il nulla.

E in base a ciò dicevano che l'anima non è altro che un corpo.

Ora, sebbene si possa mostrare la falsità di tale opinione in molte maniere, tuttavia useremo un solo argomento che, per la sua universalità e certezza, prova come l'anima non sia un corpo.

È infatti evidente che non ogni principio di operazioni vitali è un'anima, altrimenti anche l'occhio sarebbe un'anima, essendo principio dell'operazione visiva; e lo stesso potremmo dire degli altri organi dell'anima.

Noi invece chiamiamo anima il primo principio della vita.

Ora, benché un corpo possa essere in un certo senso principio di vita - il cuore, p. es., è principio di vita nell'animale -, tuttavia un corpo non potrà mai essere primo principio di vita.

È infatti manifesto che al corpo, in quanto corpo, non appartiene né di essere principio di vita né di essere vivente: altrimenti ogni corpo sarebbe vivente, o principio di vita.

Se dunque un corpo è vivente o principio di vita, ciò dipende dal fatto che esso è tale corpo.

Ora, un essere è attualmente tale in forza di un principio che viene chiamato il suo atto.

Quindi l'anima, che è il primo principio della vita, non è un corpo, ma l'atto di un corpo: come il calore, che è il principio del riscaldamento, non è un corpo, ma l'atto [ o la perfezione ] di un corpo.

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene tutto ciò che si muove sia mosso da altro, non si può tuttavia risalire all'infinito, e quindi è necessario affermare che non ogni movente è mosso.

Se infatti il muoversi non è altro che un uscire dalla potenza all'atto, il motore dà al mobile ciò che ha in quanto lo attua.

Ora, come prova Aristotele [ Phys. 8,6 ], esiste un motore del tutto immobile, il quale non si muove né per natura né indirettamente: e un tale motore è capace di imprimere un moto uniforme.

Vi sono invece altri motori i quali, pur non essendo soggetti al moto in forza della loro natura, vi sono però soggetti indirettamente: per cui non imprimono un moto sempre uniforme.

E l'anima è uno di questi.

Vi sono infine altri motori che sono soggetti al moto in forza della loro natura, cioè i corpi.

E poiché gli antichi filosofi naturalisti credevano che esistessero solo i corpi, di conseguenza ritenevano che ogni motore fosse mosso, e che l'anima stessa fosse soggetta al moto in forza della sua natura, e fosse un corpo.

2. Non è necessario che la somiglianza della realtà conosciuta si trovi attualmente nella natura del conoscente: se infatti abbiamo un essere che prima è conoscente in potenza e poi in atto, non è necessario che la somiglianza [ o immagine rappresentativa ] dell'oggetto conosciuto si trovi in atto nella natura del conoscente, ma basta che vi si trovi in potenza; come il colore non è attualmente, ma solo potenzialmente nella pupilla.

Non è quindi necessario che le somiglianze delle realtà materiali si trovino attualmente nell'essenza dell'anima, ma che questa sia in potenza a [ ricevere ] tali somiglianze.

Dato però che gli antichi Naturalisti non sapevano distinguere tra l'atto e la potenza, dicevano che l'anima era un corpo proprio perché potesse conoscere i corpi, e che era composta dei princìpi [ elementari ] di tutti i corpi perché la sua conoscenza si potesse estendere a tutti i corpi.

3. Ci possono essere due specie di contatti: il contatto quantitativo e quello virtuale.

Col primo un corpo non può essere toccato che da un corpo.

Col secondo un corpo può essere toccato anche da un essere incorporeo, che lo muove.

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