Summa Teologica - I

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Articolo 8 - Se la ragione sia una potenza distinta dall'intelletto

In 3 Sent., d. 35, q. 2, a. 2, sol. 1; De Verit., q. 15, a. 1

Pare che la ragione sia una potenza distinta dall'intelletto.

Infatti:

1. Sta scritto nel libro De spiritu et anima [ 11 ]: « Quando vogliamo salire dalle cose inferiori a quelle superiori incontriamo prima il senso, poi l'immaginazione, quindi la ragione e infine l'intelletto ».

Perciò la ragione è distinta dall'intelletto come l'immaginazione dalla ragione.

2. Dice Boezio [ De consol. 4, pr. 6 ] che l'intelletto sta alla ragione come l'eternità sta al tempo.

Ma una stessa facoltà non può trovarsi insieme nell'eternità e nel tempo.

Quindi la ragione e l'intelletto non sono un'identica potenza.

3. L'uomo ha in comune con gli angeli l'intelletto e con gli animali il senso.

Ma la ragione, che è una proprietà dell'uomo, e per la quale esso è definito animale razionale, è una potenza distinta dal senso.

Quindi, per lo stesso motivo, sarà una potenza distinta dall'intelletto, che propriamente appartiene agli angeli: tanto che questi sono chiamati [ creature ] intellettuali.

Ora è evidente, anche nel mondo fisico, che il fermarsi e il muoversi non appartengono a potenze diverse, ma a una sola: poiché è identico il principio intrinseco che porta una cosa a muoversi verso un luogo e a starvi ferma.

A più forte ragione dunque è identica la potenza con la quale intendiamo e con la quale ragioniamo.

È perciò evidente che nell'uomo la ragione e l'intelletto si identificano.

Analisi delle obiezioni:

1. Quell'enumerazione è fatta secondo l'ordine degli atti, e non in base alla distinzione delle potenze.

Si noti tuttavia che quel libro non ha una grande importanza.

2. La risposta scaturisce dalle spiegazioni date.

Infatti l'eternità viene paragonata al tempo come l'immobilità alla mobilità.

Per questo Boezio paragonò l'intelligenza all'eternità, e la ragione al tempo.

3. Gli altri animali sono talmente inferiori all'uomo da non poter arrivare a conoscere la verità ricercata dalla ragione.

Invece l'uomo arriva a conoscere, sebbene in modo imperfetto, la verità di ordine intellettivo posseduta dagli angeli.

Perciò la facoltà conoscitiva degli angeli non è di un genere diverso dalla facoltà conoscitiva della ragione, ma sta in rapporto ad essa come il perfetto all'imperfetto.

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