Summa Teologica - I

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Articolo 3 - Se la volontà sia una potenza superiore all'intelletto

Infra, a. 4, ad 1; II-II, q. 23, a. 6, ad 1; In 2 Sent., d. 25, q. 1, a. 2, ad 4; In 3 Sent., d. 27, q. 1, a. 4; C. G., III, c. 26; De Verit., q. 22, a. 11; De Virt., q. 2, a. 3, ad 12, 13

Pare che la volontà sia una potenza superiore all'intelletto.

Infatti:

1. Oggetto della volontà sono il bene e il fine.

Ma il fine e la prima e la più alta delle cause.

Quindi la volontà è la prima e la più alta delle potenze.

2. Vediamo che le cose naturali procedono dall'imperfezione alla perfezione.

E lo stesso si verifica nelle potenze dell'anima: poiché si procede dal senso all'intelletto, che è più nobile.

Ora, il processo naturale va dall'atto dell'intelletto a quello della volontà.

Quindi la volontà è una potenza più perfetta e più nobile dell'intelletto.

3. Gli abiti stanno alle potenze come una perfezione sta al suo soggetto perfettibile.

Ma l'abito che perfeziona la volontà, cioè la carità, e più nobile di quelli che perfezionano l'intelletto, poiché sta scritto [ 1 Cor 13,2 ]: « Se conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede ( … ), ma non avessi la carità, non sono nulla ».

Quindi la volontà è una potenza più alta dell'intelletto.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 10,7 ] considera l'intelletto come la potenza più alta dell'anima.

Dimostrazione:

La superiorità di una cosa rispetto a un'altra può essere determinata o in modo assoluto [ simpliciter ] o in modo relativo [ secundum quid ].

Ora, una cosa è tale in modo assoluto quando è tale per se stessa, lo è invece in modo relativo quando è tale per rispetto a un'altra.

Se dunque l'intelletto e la volontà sono considerati in se stessi, allora risulta superiore l'intelletto.

E ciò appare evidente dal confronto dei rispettivi oggetti.

Infatti l'oggetto dell'intelletto e più semplice e più assoluto di quello della volontà: infatti l'oggetto dell'intelletto e la ragione stessa di bene appetibile, mentre l'oggetto della volontà e il bene appetibile, la cui ragione si trova già nell'intelletto.

Ora, quanto più l'oggetto è semplice e astratto, tanto più è nobile e alto in se stesso.

Quindi l'oggetto dell'intelletto è più alto di quello della volontà.

Siccome dunque la natura propria di una potenza è data dalla sua relazione all'oggetto, ne segue che in modo assoluto ed essenziale l'intelletto è più alto e più nobile della volontà.

Se pero [ le due facoltà sono considerate ] in modo relativo e comparativo, allora capita che la volontà sia talora più alta dell'intelletto; quando cioè l'oggetto della volontà si concretizza in qualcosa che è superiore all'oggetto dell'intelligenza.

Sarebbe come dire che l'udito sotto un certo aspetto è più nobile della vista perche il soggetto a cui appartiene il suono è più nobile di quello a cui appartiene il colore, sebbene il colore [ di per se ] sia più nobile e più semplice del suono.

Ora, come già si disse [ q. 16, a. 1; q. 27. a. 4 ], l'intellezione si verifica per il fatto che la specie della cosa intesa viene a trovarsi nel conoscente, mentre l'atto della volontà si compie per il fatto che la volontà subisce un'inclinazione verso la cosa quale e nella sua realtà.

Quindi il Filosofo [ Met. 6,4 ] dice che « il bene e il male », oggetto della volontà, « sono nelle cose, mentre il vero e il falso », oggetto dell'intelletto, « sono nella mente ».

Quando dunque la realtà in cui si trova il bene è più nobile dell'anima stessa, nella quale si trova la sua immagine intellettiva, allora la volontà è più alta dell'intelletto, appunto in rapporto a tale oggetto.

Quando invece la realtà in cui si trova il bene è al di sotto dell'anima, allora anche in rapporto a tale oggetto l'intelletto è superiore alla volontà.

L'amore di Dio perciò vale più della conoscenza di lui; al contrario la conoscenza delle realtà naturali è preferibile al loro amore.

Tuttavia, assolutamente parlando, l'intelletto è più nobile della volontà.

Analisi delle obiezioni:

1. Il concetto di causa viene desunto dalle correlazioni delle cose tra loro, e in tali correlazioni il bene ha una priorità; il vero però ha un significato più assoluto, e abbraccia lo stesso concetto di bene.

Infatti anche il bene è un vero.

D'altra parte il vero stesso è un bene, in quanto l'intelletto è una realtà e il vero è il suo fine.

E questo fine è superiore agli altri fini, come l'intelletto lo è rispetto alle altre potenze.

2. Le cose che hanno una priorità in ordine di generazione e di tempo sono più imperfette: poiché in ordine di tempo nello stesso soggetto la potenza precede l'atto, e l'imperfezione precede la perfezione.

Le cose invece che hanno una priorità assoluta, e in ordine alla natura, sono più perfette: e cosi infatti che l'atto precede la potenza.

E in questo modo l'intelletto è prima della volontà, come il motore è prima del mobile e l'elemento attivo è prima di quello passivo: infatti è il bene conosciuto che muove la volontà.

3. L'argomento si ferma a considerare la volontà in quanto è ordinata a un oggetto superiore all'anima.

Infatti la virtù della carità è quella che ci fa amare Dio.

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