Summa Teologica - I

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Articolo 3 - Se era conveniente che la donna fosse formata dalla costola dell'uomo

In 2 Sent., d. 18, q. 1, a. 1; In 1 Cor., c. 7, lect. 1

Pare poco conveniente che la donna fosse formata dalla costola dell'uomo.

Infatti:

1. La costola dell'uomo era molto più piccola del corpo della donna.

Ora, dal meno non si può fare il più, senza altre aggiunte, nel qual caso si dovrebbe dire o che la donna fu formata da quell'aggiunta piuttosto che da quella costola, oppure che ciò avvenne per rarefazione, poiché come dice S. Agostino [ De Gen. ad litt. 10,26.44 ] « non è possibile che un corpo cresca senza rarefarsi ».

Ma il corpo della donna non è più rarefatto di quello dell'uomo, almeno in quella proporzione che ha la costola rispetto al corpo di Eva.

Quindi Eva non fu formata con la costola di Adamo.

2. Nelle prime opere della creazione non poteva esserci nulla di superfluo.

Quindi la costola di Adamo rientrava nella perfezione del suo corpo.

Dunque, sottratta la costola, questo rimase imperfetto.

Ma ciò è inammissibile.

3. Non si poteva togliere una costola dall'uomo senza dolore.

Ma il dolore non doveva esistere prima del peccato.

Quindi non si doveva togliere una costola dall'uomo per formare la donna.

In contrario:

Sta scritto [ Gen 2,22 ]: « Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolta all'uomo una donna ».

Dimostrazione:

Era conveniente che la donna fosse formata dalla costola dell'uomo.

Primo, per indicare che tra l'uomo e la donna ci deve essere un vincolo di amore.

D'altra parte la donna « non deve dominare sull'uomo » [ 1 Tm 2,12 ], e per questo non fu formata dalla testa.

Né deve essere disprezzata dall'uomo come una schiava: perciò non fu formata dai piedi.

- Secondo, per una ragione mistica: poiché dal costato di Cristo dormiente sulla croce dovevano scaturire i sacramenti, cioè il sangue e l'acqua, con i quali sarebbe stata edificata la Chiesa.

Analisi delle obiezioni:

1. Alcuni ritengono che il corpo della donna fu formato per una moltiplicazione della materia, senza l'aggiunta di altra materia; e allo stesso modo spiegano la moltiplicazione dei cinque pani fatta dal Signore.

- Ma questa spiegazione è del tutto insostenibile.

Infatti una tale moltiplicazione avviene o per una trasmutazione sostanziale della materia stessa, o per una trasmutazione delle sue dimensioni.

Ma non è possibile l'aumento per una trasmutazione sostanziale, sia perché la materia considerata in se stessa è addirittura intrasmutabile, avendo un'esistenza solo potenziale ed essendo un semplice sostrato, sia perché l'estensione e la quantità sono fuori dell'essenza della materia.

Quindi non si può spiegare in alcun modo l'aumento di un corpo, salvando senza aggiunte l'identità della materia, se non ammettendo l'aumento delle sue dimensioni.

Ma l'aumento di volume di una stessa materia, insegna il Filosofo [ Phys. 4,9 ], non è altro che una rarefazione.

Dire perciò che un corpo aumenta senza rarefarsi è ammettere cose contraddittorie, cioè la definizione senza il definito.

Quindi, siccome in tali accrescimenti non risulta alcuna rarefazione, bisogna ammettere un'aggiunta di materia, o per creazione oppure, cosa più probabile, per trasmutazione.

Infatti S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 24 ] scrive che « Cristo sfamò con cinque pani cinquemila uomini come produce con pochi grani l'abbondanza delle messi »; il che avviene mediante l'assimilazione delle sostanze [ del terreno ].

- Tuttavia si dice che sfamò la turba con cinque pani e che formò la donna con la costola di Adamo perché l'aggiunta fu fatta alla materia preesistente della costola e dei pani.

2. Quella costola apparteneva alla perfezione di Adamo quale capostipite della specie: cioè come il seme che, pur facendo parte della perfezione del generante, si libera mediante un'operazione naturale a cui è annesso un piacere.

Per cui a maggior ragione la virtù divina poté formare il corpo della donna dalla costola dell'uomo senza dolore.

3. E così è risolta anche la terza obiezione.

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