Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se l'amore si identifichi con la dilezione

1 Sent., d. 10, expos.; In 3 sent., d. 27, q. 2, a. 1; In Div. Nom., c. 4, lect. 9

Pare che l'amore si identifichi con la dilezione.

Infatti:

1. Dionigi [ De div. nom. 4 ] afferma che l'amore sta alla dilezione « come quattro sta a due volte due, e il rettilineo sta a ciò che ha le linee diritte ».

Ma queste espressioni sono equivalenti.

Quindi l'amore e la dilezione sono equivalenti.

2. I moti di ordine appetitivo sono distinti per l'oggetto.

Ma l'oggetto della dilezione e dell'amore è identico.

Quindi la dilezione e l'amore si identificano.

3. Se fra la dilezione e l'amore c'è qualche differenza, sembra che debba stare soprattutto in questo: che « la dilezione, - come alcuni dicevano, secondo S. Agostino [ De civ. Dei 14,7 ] - è da prendersi in senso buono, l'amore invece in senso cattivo ».

Ma ciò non costituisce in realtà una differenza poiché, come S. Agostino aggiunge, nelle Sacre Scritture i due termini sono usati entrambi per il bene e per il male.

Quindi l'amore non si distingue dalla dilezione, e così lo stesso Agostino può concludere che « parlare di amore equivale a parlare di dilezione ».

In contrario:

Dionigi [ De div. nom. 4 ] scrive che « ad alcuni Santi [ Padri ] è sembrato che il nome di amore sia più divino che quello di dilezione ».

Dimostrazione:

Ci sono quattro termini che in qualche modo si riferiscono alla stessa cosa: amore, dilezione, carità, amicizia.

Essi differiscono però in questo, che l'amicizia, secondo il Filosofo [ Ethic. 8,5 ], « è come un abito », mentre l'amore e la dilezione indicano l'atto o la passione; la carità poi può essere presa nell'uno e nell'altro senso.

Tuttavia l'atto viene indicato in maniera differente da queste tre ultime voci.

L'amore è infatti più generico, poiché ogni dilezione o carità è amore, ma non viceversa.

Infatti la dilezione, come dice il nome stesso, aggiunge al concetto di amore l'elezione che lo precede.

Quindi la dilezione non è nel concupiscibile, ma soltanto nella volontà, e nel solo essere razionale.

La carità poi aggiunge all'amore una certa perfezione, inquantoché l'oggetto amato viene considerato di grande valore, come il nome stesso sembra indicare.

Analisi delle obiezioni:

1. Dionigi parla dell'amore e della dilezione in quanto si trovano nell'appetito intellettivo: infatti in questo caso l'amore si identifica con la dilezione.

2. L'oggetto dell'amore è più vasto dell'oggetto della dilezione: poiché l'amore, come si è spiegato [ nel corpo ], è più esteso della dilezione.

3. L'amore e la dilezione non si distinguono in base alla differenza tra bene e male, ma nel modo indicato [ De civ. Dei 14,7 ].

Tuttavia nella parte intellettiva essi si identificano.

E S. Agostino in quel testo parla dell'amore in questo senso: infatti poco dopo aggiunge che « l'amore buono è il retto volere, e l'amore cattivo è un volere perverso ».

Siccome però l'amore quale passione del concupiscibile inclina molti al male, da qui presero occasione quelli che escogitarono la distinzione riferita.

4. [ S.c. ]. Alcuni pensarono che anche nella stessa volontà il termine amore fosse più divino del termine dilezione, poiché l'amore comporta una certa passività, specialmente nell'appetito sensitivo, mentre la dilezione presuppone un giudizio dell'intelletto.

Ora, l'uomo può tendere a Dio mediante l'amore, lasciandosi come attrarre passivamente da Dio stesso, meglio di come possa farlo sotto la guida della propria intelligenza, il che appartiene al concetto di dilezione, come si è visto [ nel corpo ].

E per questo motivo l'amore è più divino della dilezione.

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