Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se la tristezza o dolore debiliti ogni attività

Pare che la tristezza non debiliti tutte le operazioni.

Infatti:

1. Stando alle parole riportate dell'Apostolo [ a. prec., ob. 1 ], dalla tristezza viene causata la premura.

Ma la premura aiuta a ben operare, per cui il medesimo Apostolo [ 2 Tm 2,15 ] scrive: « Studiati con premura di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione ».

Quindi la tristezza non disturba l'operazione, ma piuttosto aiuta a ben operare.

2. In molti casi, come nota Aristotele [ Ethic. 7,14 ], la tristezza provoca la concupiscenza o desiderio.

Ma il desiderio rende più intensa l'operazione.

Quindi anche la tristezza.

3. Come certe operazioni sono proprie di chi gode, così altre sono proprie di chi è triste, come ad es. piangere.

Ma ogni cosa si accresce con ciò che le conviene.

Ci sono dunque delle operazioni che non sono disturbate, ma favorite dalla tristezza.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 10,4 ] insegna che « il piacere dà compimento all'operazione », e inversamente « la tristezza le è di ostacolo » [ ib., c. 5 ].

Dimostrazione:

Come si è spiegato [ a. prec. ], certe volte la tristezza non deprime e non assorbe l'animo al punto di escludere ogni moto interno ed esterno, ma anzi alcuni moti sono prodotti talora dalla tristezza medesima.

Quindi un'operazione si può riferire alla tristezza in due modi.

Primo, come a ciò di cui ci si rattrista.

E in questo caso qualsiasi attività è ostacolata dalla tristezza: infatti ciò che facciamo con tristezza non lo facciamo mai così bene come le cose compiute con gioia, o senza tristezza.

E la ragione è che la volontà è la causa dell'agire umano: perciò quando un'operazione riguarda cose che rattristano, necessariamente l'atto viene debilitato.

Secondo, l'operazione si può riferire alla tristezza come alla sua causa o principio.

E in questo caso l'operazione viene necessariamente potenziata dalla tristezza: più uno, p. es., si rattrista di una cosa, più si sforza di eliminare quel dolore o tristezza, purché rimanga la speranza di superarla: altrimenti dalla tristezza non nascerebbe alcuna operazione.

E così è evidente la risposta alle obiezioni.

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