Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se i frutti dello Spirito Santo siano contrari alle opere della carne

In Gal., c. 5, lect. 6

Pare che i frutti non siano contrari alle opere della carne enumerate dall'Apostolo [ Gal 5,19ss ].

Infatti:

1. I contrari sono nel medesimo genere.

Ma le opere della carne non sono chiamate frutti.

Quindi i frutti dello spirito non sono ad esse contrari.

2. A una data cosa corrisponde un solo contrario.

L'Apostolo invece enumera più opere della carne che frutti dello spirito.

Perciò i frutti dello spirito e le opere della carne non sono contrari fra di loro.

3. Tra i frutti dello spirito al primo posto troviamo la carità, la gioia e la pace: ad esse però non corrispondono le opere della carne enumerate al primo posto, e che sono la fornicazione, l'impurità e l'impudicizia.

Quindi i frutti dello spirito non sono contrari alle opere della carne.

In contrario:

L'Apostolo [ Gal 5,17 ] insegna che « la carne ha desideri contrari allo spirito, e lo spirito ha desideri contrari alla carne ».

Dimostrazione:

Le opere della carne e i frutti dello spirito possono essere considerati sotto due aspetti.

Primo, nella loro natura comune.

E da questo lato tutti insieme i frutti sono contrari alle opere della carne. Infatti lo Spirito Santo muove l'anima umana verso ciò che è conforme alla ragione, o piuttosto verso ciò che è al di sopra di essa; invece l'appetito della carne, cioè l'appetito sensitivo, trascina verso i beni sensibili, che sono al disotto dell'uomo.

Perciò, come nel mondo fisico il moto verso l'alto e quello verso il basso sono contrari, così nell'uomo le opere della carne sono contrarie ai frutti dello spirito.

Secondo, possono essere considerati nella natura propria di ciascun frutto e di ciascuna opera della carne.

E da questo lato non è necessario che ciascuno abbia il suo contrario: poiché, come si è già ricordato [ a. prec., ad 4 ], l'Apostolo non intendeva enumerare né tutte le opere spirituali, né tutte quelle carnali.

- Tuttavia, secondo una certa corrispondenza, S. Agostino [ In Gal 5,22s ] contrappone alle singole opere della carne determinati frutti.

Così « alla fornicazione, che è l'amore di soddisfare il piacere fuori del legittimo matrimonio, si contrappone la carità, che unisce l'anima a Dio, e nella quale anche si trova la vera castità.

Le impurità poi sono tutti i turbamenti concepiti in seguito a tale fornicazione: e ad esse si contrappone la gioia della tranquillità.

Inoltre la schiavitù degli idoli, che ha provocato la guerra contro il vangelo di Dio, si contrappone alla pace.

Invece il contrario dei venefici, delle inimicizie e delle discordie sono la longanimità, che aiuta a sopportare i mali delle persone tra le quali si vive, la benignità, che aiuta a porvi rimedio, e la bontà, che li fa dimenticare.

Alle eresie poi si contrappone la fede, all'invidia la mansuetudine e alle ubriachezze e alle gozzoviglie la continenza ».

Analisi delle obiezioni:

1. Ciò che emana da un albero contro la sua natura non può essere detto frutto dell'albero, ma piuttosto corruzione di esso.

Poiché dunque le opere virtuose sono connaturali alla ragione, mentre quelle viziose sono ad essa contrarie, le opere virtuose sono dette frutti, e non invece quelle viziose.

2. Secondo Dionigi [ De div. nom. 4 ] « il bene avviene in un modo solo, il male invece in qualsiasi maniera »: e così a una sola virtù si contrappongono molti vizi.

Per cui non c'è da meravigliarsi che le opere della carne siano più numerose dei frutti dello spirito.

3. La risposta è chiara in base a quanto detto [ nel corpo ].

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