Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se la legge nuova dovesse essere data all'inizio del mondo

Supra, q. 91, a. 5, ad 2

Pare che la legge nuova dovesse essere data all'inizio del mondo.

Infatti:

1. « In Dio non c'è preferenza di persone », come nota S. Paolo [ Rm 2,11 ].

Ora, « tutti gli uomini hanno peccato e sono privi della gloria di Dio » [ Rm 3,23 ].

Quindi bisognava dare la legge evangelica dall'inizio del mondo, per soccorrere tutti.

2. Gli uomini, come abitano in diversi luoghi, così si trovano a vivere in diversi tempi.

Ma Dio, « il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati » [ 1 Tm 2,4 ], ha comandato che si predichi il Vangelo in tutti i luoghi [ Mt 28,19; Mc 16,15 ].

Perciò la legge evangelica doveva esserci in tutti i tempi, e così doveva essere data all'inizio del mondo.

3. Per l'uomo è più necessaria la salute dello spirito, che è eterna, che non quella del corpo, che è temporale.

Ora, fin dall'inizio del mondo Dio diede all'uomo ciò che è necessario alla salute del corpo, mettendo in suo potere tutte le cose create [ cf. Gen 1,26.28ss ].

Quindi anche la legge nuova, che è sommamente necessaria alla salute dello spirito, doveva essere data all'uomo fin dal principio del mondo.

In contrario:

L'Apostolo [ 1 Cor 15,46 ] afferma: « Non vi fu prima ciò che è spirituale, ma ciò che è animale ».

Ora, la legge nuova è sommamente spirituale.

Quindi non andava data all'inizio del mondo.

Dimostrazione:

Si possono portare tre ragioni per provare che la legge nuova non andava data all'inizio del mondo.

La prima sta nel fatto che tale legge consiste principalmente, come si è detto [ a. 1 ], nella grazia dello Spirito Santo, che non doveva essere concessa in abbondanza prima che fosse tolto dal genere umano, con la redenzione di Cristo, l'ostacolo del peccato.

Per cui nel Vangelo si legge [ Gv 7,39 ]: « Non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato ».

E questa è la ragione portata espressamente dall'Apostolo [ Rm 8,2ss ] quando, dopo aver ricordato la « legge dello Spirito che dà vita », aggiunge: « Dio, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato, ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi ».

La seconda ragione può essere desunta dalla perfezione della legge nuova.

Infatti nulla raggiunge la perfezione all'inizio, ma dopo un certo tempo: come prima si è bambini, e poi uomini.

E anche questa ragione la troviamo negli scritti dell'Apostolo [ Gal 3,24s ]: « La legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotti a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede.

Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo ».

La terza ragione viene desunta dal fatto che la legge nuova è una legge di grazia: perciò era necessario che l'uomo fosse lasciato a se stesso nello stato della legge antica affinché, cadendo in peccato, costatasse la propria infermità, e riconoscesse di aver bisogno della grazia.

E l'Apostolo [ Rm 5,20 ] così accenna alla presente ragione: « La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta; ma dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia ».

Analisi delle obiezioni:

1. Il genere umano per il peccato del suo progenitore meritò la privazione dell'aiuto della grazia.

Perciò « verso coloro a cui esso non è concesso si ha un atto di giustizia; per coloro invece a cui viene concesso si ha un dono gratuito », come nota S. Agostino [ Epist. 207 ].

Quindi non c'è preferenza di persone in Dio per il fatto che fin dall'inizio del mondo non fu concessa a tutti la legge della grazia, che doveva essere data con un certo ordine, come si è spiegato [ nel corpo ].

2. Non la diversità dei luoghi determina i diversi stati del genere umano, ma la successione dei tempi.

E così la legge nuova viene proposta in tutti i luoghi, ma non in tutti i tempi: sebbene in tutti i tempi ci siano state delle persone che appartenevano al nuovo Testamento, come si è già notato [ a. 1, ad 3 ].

3. Le cose richieste alla salute del corpo servono all'uomo per conservare la propria natura, che non è distrutta dal peccato.

Invece le cose richieste per la salute dello spirito sono ordinate alla grazia, che si perde col peccato.

Quindi il paragone non regge.

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