Summa Teologica - I-II

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Articolo 6 - Se la remissione dei peccati sia da enumerarsi tra le cose richieste per la giustificazione

In 4 Sent., d. 17, q. 1, a. 3, sol. 5

Pare che la remissione dei peccati non sia da enumerarsi tra le cose richieste per la giustificazione.

Infatti:

1. La sostanza di una cosa non può essere annoverata fra gli elementi che la compongono: come l'uomo non può essere computato assieme all'anima e al corpo.

Ma la giustificazione dell'empio non è altro che la stessa remissione dei peccati, come si è visto [ a. 1 ].

Quindi la remissione dei peccati non può essere annoverata fra le cose richieste per la giustificazione dell'empio.

2. L'infusione della grazia si identifica con la remissione della colpa, come l'illuminazione si identifica con l'eliminazione delle tenebre.

Ora, una cosa non può essere annoverata con se stessa: poiché l'unità si contrappone alla pluralità.

Perciò la remissione del peccato non può essere annoverata assieme all'infusione della grazia.

3. La remissione dei peccati segue come un effetto al moto del libero arbitrio verso Dio e contro il peccato: infatti i peccati vengono rimessi mediante la fede e la contrizione.

Ora, un effetto non va annoverato assieme alla sua causa: poiché le realtà che sono tra loro suddivise in una data enumerazione sono per natura simultanee.

Quindi la remissione dei peccati non va annoverata assieme agli elementi richiesti per la giustificazione.

In contrario:

Nell'enumerazione dei requisiti di una data cosa non si deve trascurare il fine, che è sempre il requisito principale.

Ma nella giustificazione dell'empio la remissione dei peccati è precisamente il fine, poiché sta scritto [ Is 27,9 ]: « E questo sarà tutto il frutto: la rimozione del suo peccato ».

Quindi la remissione dei peccati deve essere annoverata fra i requisiti della giustificazione.

Dimostrazione:

Quattro sono gli elementi che vengono enumerati e che sono richiesti per la giustificazione del peccatore, cioè: l'infusione della grazia; un moto del libero arbitrio verso Dio mediante la fede; un moto del libero arbitrio contro il peccato; la remissione della colpa.

E il motivo di ciò sta nel fatto che la giustificazione, come si è detto [ a. 1 ], è un moto con cui l'anima viene portata da Dio dallo stato di peccato a quello di giustizia.

Ora, in qualsiasi moto che uno riceve da un altro si richiedono tre cose: primo, la mozione di chi muove; secondo, il moto del soggetto mosso; terzo, il compimento del moto, cioè il raggiungimento del fine prestabilito.

Dalla parte dunque della mozione divina abbiamo l'infusione della grazia; dalla parte del libero arbitrio invece, che è il soggetto mosso, c'è il suo duplice moto, e cioè l'abbandono del termine di partenza e l'avvicinamento al termine di arrivo; il compimento infine, cioè il raggiungimento del termine del moto, si ha con la remissione del peccato, poiché la giustificazione si compie in essa.

Analisi delle obiezioni:

1. Si dice che la giustificazione dell'empio è la remissione stessa dei peccati inquantoché ogni moto riceve la sua specificazione dal termine.

Tuttavia per raggiungere il termine si richiedono molte cose, come si è visto [ nel corpo ].

2. L'infusione della grazia e la remissione del peccato possono essere considerate sotto due aspetti.

Primo, nella concretezza dell'atto.

E da questo lato si identificano.

Infatti Dio col medesimo atto dona la grazia e rimette il peccato.

- Secondo, possono essere considerate in rapporto al loro oggetto.

E allora differiscono, come la colpa che viene eliminata differisce dalla grazia che viene infusa.

Come anche nelle realtà naturali la generazione differisce dalla corruzione, sebbene la generazione di una cosa sia sempre la corruzione di un'altra.

3. Questa enumerazione non è come la divisione di un genere nelle sue specie, in cui i termini enumerati devono essere simultanei, ma è basata sulla differenza esistente fra gli elementi richiesti per completare una cosa.

E in tale enumerazione un elemento può precedere o seguire l'altro: poiché fra i princìpi e le parti di una realtà complessa una cosa può precedere l'altra.

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