Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se la speranza dei viatori abbia la dote della certezza

In 3 Sent., d. 26, q. 2, a. 4; De Virt., q. 4, a. 2, ad 4

Pare che la speranza dei viatori non abbia la dote della certezza.

Infatti:

1. La speranza risiede nella volontà.

Ora, la certezza non appartiene alla volontà, ma all'intelletto.

Quindi la speranza è priva di certezza.

2. Come sopra [ q. 17, a. 1, ob. 2 ] si è ricordato, la speranza deriva dalla grazia e dai meriti.

Ma in questa vita non possiamo conoscere con certezza di avere la grazia, secondo le spiegazioni date [ I-II, q. 112, a. 5 ].

Quindi la speranza dei viatori non ha la dote della certezza.

3. Non vi può essere certezza di ciò che può venire meno.

Ma molti viatori che hanno la speranza vengono meno nel conseguire la beatitudine.

Quindi la speranza dei viatori è priva di certezza.

In contrario:

Come dice il Maestro delle Sentenze [ 3,26 ], « la speranza è l'attesa certa della futura beatitudine ».

E ciò può essere desunto da quelle parole di S. Paolo [ 2 Tm 1,12 ]: « So a chi ho creduto, e sono convinto che egli è capace di conservare il mio deposito ».

Dimostrazione:

La certezza può trovarsi in una cosa in due maniere: essenzialmente e per partecipazione.

Essenzialmente si trova nelle facoltà conoscitive, per partecipazione invece in ogni facoltà mossa infallibilmente verso il proprio fine da una potenza conoscitiva.

Ora, in questo senso si dice che opera con certezza la natura, in quanto mossa dall'intelletto divino che muove ogni cosa al proprio fine con certezza.

E in questo stesso senso si dice [ Ethic. 2,5 ] che le virtù morali operano con certezza maggiore delle arti, poiché la ragione muove ai loro atti come una seconda natura.

Ed è così che la speranza tende anch'essa con certezza al proprio fine, partecipando in qualche modo la certezza dalla fede, che risiede in una facoltà conoscitiva.

Analisi delle obiezioni:

1. Così è risolta la prima obiezione.

2. La speranza si fonda principalmente non sulla grazia già posseduta, ma sulla divina onnipotenza e misericordia, con la quale può conseguire la grazia anche chi non la possiede ancora, in modo da poter così giungere alla vita eterna.

Ora, chiunque ha la fede è certo dell'onnipotenza e della misericordia di Dio.

3. Il fatto che alcuni, pur avendo la speranza, non raggiungono la beatitudine deriva da un difetto del libero arbitrio, che mette l'ostacolo del peccato, e non da un difetto della divina onnipotenza o misericordia, su cui si fonda la speranza.

Per cui ciò non pregiudica la certezza della speranza.

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