Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la mormorazione sia un peccato distinto dalla maldicenza

Infra, q. 75, a. 1; In Rom., c. 1, lect. 8

Pare che la mormorazione non sia un peccato distinto dalla maldicenza.

Infatti:

1. S. Isidoro così scrive [ Etym. 10 ]: « Il sussurrone, o mormoratore, è così denominato dal suono delle sue parole: poiché non parla in faccia, ma parla all'orecchio dicendo male di altri ».

Ora, parlare di altri in tal modo è proprio della detrazione.

Quindi la mormorazione non se ne distingue.

2. Sta scritto [ Lv 19,16 Vg ]: « Non essere denigratore né mormoratore in mezzo al popolo ».

Ma il denigratore pare che si identifichi col detrattore.

Perciò anche la mormorazione non si distingue dalla detrazione.

3. Si legge ancora [ Sir 28,13 ]: « Maledici il mormoratore e l'uomo di doppia lingua ».

Ma l'uomo di doppia lingua non è altro che il maldicente: poiché è proprio dei maldicenti parlare in due modi, cioè in un modo dietro le spalle e in un altro alla presenza del prossimo.

Quindi il mormoratore si identifica col maldicente.

In contrario:

A proposito dei « mormoratori e maldicenti » di cui parla S. Paolo [ Rm 1,29s ], la Glossa [ interlin., ord. e P. Lomb. ] spiega: « Mormoratori sono quelli che seminano la discordia tra gli amici, maldicenti quelli che negano o sminuiscono il bene altrui ».

Dimostrazione:

La mormorazione o sussurrazione e la maldicenza coincidono nella materia, e anche nella forma, cioè nell'espressione verbale: poiché l'una e l'altra consistono nel dir male del prossimo a sua insaputa.

E per questa somiglianza talora vengono scambiate l'una con l'altra.

Per cui quando l'Ecclesiastico [ Sir 5,14 ] dice: « Non meritare il titolo di mormoratore », la Glossa [ interlin. ] aggiunge: « Cioè di maldicente ».

Esse però differiscono nel fine.

Poiché il maldicente mira a denigrare la fama del prossimo: per cui insiste specialmente nel presentare quei difetti che possono infamare una persona, o almeno sminuirne la fama.

Invece il mormoratore mira a distruggere l'amicizia, come risulta dalla Glossa citata [ s. c. ] e da quel passo dei Proverbi [ Pr 26,20 ]: « Se non c'è il mormoratore, il litigio si calma ».

Perciò il mormoratore insiste nel presentare quei difetti che possono eccitare contro una persona l'animo di chi ascolta, secondo le parole della Scrittura [ Sir 28,9 ]: « Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici, e tra persone pacifiche insinua l'inimicizia ».

Analisi delle obiezioni:

1. Si può dire che il mormoratore, in quanto parla male di altri, fa della detrazione.

Tuttavia egli si distingue dal maldicente inquantoché non intende direttamente dire il male, ma intende dire ciò che può eccitare gli altri contro qualcuno, anche se assolutamente parlando è un bene; che però è un male apparente in quanto dispiace alla persona a cui viene detto.

2. Il denigratore, o accusatore, differisce sia dal mormoratore che dal detrattore.

Poiché il denigratore è colui che pubblicamente addossa ad altri dei delitti, o accusando o insultando: il che non appartiene al detrattore e al mormoratore.

3. L'uomo di doppia lingua propriamente è il mormoratore.

Siccome infatti l'amicizia si attua tra due persone, chi mormora si sforza di romperla dall'una e dall'altra parte: per cui usa una doppia lingua verso di loro, dicendo all'uno male dell'altro.

Da cui le parole [ Sir 28,13 ]: « Maledici il mormoratore e l'uomo di doppia lingua »; a cui segue: « perché fa perire molti che vivono in pace ».

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