Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la contemplazione, o meditazione, sia la causa della devozione

Pare che la contemplazione, o meditazione, non sia la causa della devozione.

Infatti:

1. Nessuna causa impedisce il proprio effetto.

Ma le sottili elucubrazioni spesso impediscono la devozione.

Quindi la contemplazione o meditazione non è la causa della devozione.

2. Se la contemplazione fosse la causa propria e diretta della devozione, bisognerebbe che gli oggetti della più alta contemplazione siano i più adatti a eccitare la devozione.

Invece l'esperienza dimostra il contrario: spesso infatti nasce più devozione dal considerare la passione di Cristo, e gli altri misteri della sua umanità, che dal considerare la grandezza di Dio.

Quindi la contemplazione non è la causa propria della devozione.

3. Se la contemplazione fosse la causa propria della devozione bisognerebbe che i più preparati a contemplare siano anche i più disposti alla devozione.

Invece si riscontra il contrario: poiché la devozione è più frequente negli uomini semplici e nelle donne, in cui vi è una deficienza di contemplazione.

Quindi la contemplazione non è la causa propria della devozione.

In contrario:

Sta scritto [ Sal 39,4 ]: « Nella mia meditazione divamperà il fuoco ».

Ma il fuoco spirituale causa la devozione.

Quindi la meditazione causa la devozione.

Dimostrazione:

La causa estrinseca e principale della devozione è Dio; a proposito del quale S. Ambrogio [ In Lc 7, su 9, 53 ss. ] afferma che « Dio chiama quelli che si degna di chiamare, e rende religioso chi vuole; e se avesse voluto avrebbe reso devoti i samaritani indevoti ».

Ma la causa intrinseca da parte nostra deve essere la meditazione, o contemplazione.

La devozione infatti, come si è notato [ a. 1 ], è un certo atto della volontà che rende pronti a dedicarsi al servizio di Dio.

Ora, ogni atto della volontà deriva da qualche considerazione, poiché l'oggetto della volontà è il bene conosciuto dall'intelletto: per cui S. Agostino [ De Trin. 9,12.17; 15,23.43 ] insegna che il volere nasce dall'intendere.

Quindi è necessario che la meditazione sia la causa della devozione: poiché l'uomo concepisce il proposito di consacrarsi al servizio di Dio mediante la meditazione.

E su questo proposito influiscono due considerazioni.

La prima è relativa alla bontà di Dio e ai suoi benefici, secondo le parole del Salmo [ Sal 73,28 ]: « Il mio bene è stare vicino a Dio, nel Signore Dio ho posto il mio rifugio ».

E questa considerazione eccita l'amore, che è la causa prossima della devozione.

- La seconda è invece relativa all'uomo, il quale considera le sue deficienze, per cui ha bisogno di appoggiarsi a Dio, secondo le altre parole del Salmo [ Sal 121,1s ]: « Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra ».

E questa considerazione esclude la presunzione, che ostacola la sottomissione dell'uomo a Dio facendolo contare sulle proprie forze.

Analisi delle obiezioni:

1. La considerazione di quanto serve a suscitare l'amore di Dio causa la devozione.

La considerazione invece di cose di altro genere, che distraggono la mente, impedisce la devozione.

2. Le perfezioni divine di per sé sono ciò che suscita maggiormente l'amore, e quindi la devozione: poiché Dio è degno di essere amato sopra ogni cosa.

Ma la debolezza della mente umana fa sì che, come nella conoscenza delle cose di Dio, così anche nell'amore l'uomo sia nella necessità di essere condotto quasi per mano mediante le realtà sensibili a noi più note.

E tra queste la principale è l'umanità di Cristo, come appare da quelle parole del Prefazio [ di Natale ]: « Perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all'amore delle realtà invisibili ».

Di conseguenza le cose riguardanti l'umanità di Cristo eccitano al massimo la devozione, come conducendo per mano; tuttavia la devozione ha di mira principalmente le perfezioni divine.

3. La scienza e tutto ciò che può dare prestigio è un'occasione offerta all'uomo per confidare in se stesso, e quindi per non darsi totalmente a Dio.

E così tutto ciò talora impedisce occasionalmente la devozione; mentre questa abbonda nei semplici e nelle donne, con la mortificazione dell'orgoglio.

Se però un uomo sottomette a Dio perfettamente la scienza e ogni altra perfezione, per ciò stesso la devozione viene accresciuta.

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