Senso della sofferenza

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Stare con Gesù

Non dobbiamo fare altro che cercare di stare con Gesù operando per Suo amore.

Perché vorremmo negare a Gesù la gioia di godere del Suo Amore?

Stiamo con Lui nel nostro operare e diamogli la gioia di lasciarci beneficare, purificare dal Suo Amore misericordioso.

Cerchiamo pure di avere come centro dei pensieri e degli affetti nostri Gesù nel SS. Sacramento, ma ricordiamoci, specialmente quando siamo meno vicini all'Eucaristia, che Gesù è anche in noi e adoriamolo nel nostro cuore.

Non preoccupiamoci eccessivamente delle opere esterne di apostolato, esse riusciranno se noi ci teniamo uniti con Gesù.

Da questa unione delle due vite, la nostra e quella di Gesù, le opere di apostolato attingeranno nuova vita e nuove energie.

Se noi stiamo uniti a Gesù e facciamo quello che possiamo con calma e pace, non avverranno inconvenienti perché Gesù ripara e supplisce tutte le nostre deficienze.

La via che qui si propone è semplicissima: Amare Gesù presente nel proprio cuore dove se ne rimane per santificarci e irradiare santità per mezzo dell'anima nostra che lo ospita.

Quando noi siamo incamminati per questa via, Gesù è sempre con noi, unito all'anima nostra in una maniera tutta particolare, perciò tutto quello che noi crediamo bene di fare sarà diretto da Gesù, il quale si incarica, istante per istante, di sanare sempre l'anima nostra e di correggere tutti quei difetti che possono esserci nelle opere nostre.

Quindi noi dobbiamo andare avanti con molta pace e con tutta sicurezza.

Gesù vuole che lo raggiungiamo non per vie tortuose, ma direttamente e subito perché l'apostolato che ci ha affidato fecondasse mirabilmente secondo la Sua divina promessa: "Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, questi porta abbondanti frutti, perché senza di me nulla potete fare" ( Gv 15,5 ).

Noi dobbiamo vivere secondo queste parole di Gesù.

Richiamiamo frequentemente dalle meditazioni questa verità fondamentale che nulla possiamo senza Gesù; proprio come non c'è vero pane senza la farina di grano, così non ci può essere vero bene soprannaturale soprattutto, senza Gesù.

Dobbiamo pure riflettere sopra una verità fondamentale ( che è la stessa ricordata sopra, ma con altre parole ), esposta da S. Giovanni nel S. Vangelo; verità tanto conosciuta dai teologi, ma purtroppo altrettanto dimenticata nella vita pratica.

L'Evangelista scrive che Gesù è il "Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto e senza del quale nulla è stato fatto di ciò che è fatto".

Caduto l'uomo nel peccato era necessario che ancora il Verbo venisse a rifare ciò che era stato disfatto.

E Gesù che è l'infinita Sapienza si è fatto carne: "Et Verbum caro factum est", o meglio "il Verbo fatto carne ha preso il nome di Gesù.

Ecco il lavoro di Gesù nell'anima nostra: rifare ciò che è stato disfatto.

E perché vorremmo noi non aderire e non lasciare che Gesù lavori, col chiudersi nella tristezza nel vederci pieni di miserie prodotta dal peccato originale?

Il nostro scoraggiamento impedisce a Gesù il lavoro della nostra santificazione perché nell'ordine soprannaturale non si fa nulla se all'azione della grazia di Dio non corrisponde la nostra docile e attiva adesione.

Gesù dice: "Ecco che io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce e mi apre, entrerò e cenerò con lui, ed egli con me" ( Ap 3,20 ).

Il triste abbattimento chiude la porta dell'anima a Gesù, Gesù è il solo che può distruggere il male e fare il vero Bene; senza di Lui non vi può essere bene propriamente detto, come non vi può essere vero pane senza farina di frumento.

Ma nello stesso tempo è necessaria la nostra opera, sebbene sia ben misera cosa, come per fare il pane occorre confezionare la farina che l'uomo non può produrre da sé.

Attingere Gesù coi SS. Sacramenti, domandare a Lui la possibilità di fare il bene per mezzo della preghiera, insomma fare quanto si può, ma sempre con Gesù, il quale farà da supplemento per tutto quello che non facciamo.

In sostanza fare, ma fare sempre con Gesù, confidare sempre in Lui e non mai nelle nostre forze o nelle proprie doti.

Credere ed essere contenti che Gesù lavori nell'anima nostra per rifare ciò che è stato disfatto, ed eccitare in noi un grande amore di riconoscenza verso l'Amore infinito.

Gesù viene a noi più per dare che per ricevere, Egli ha tanto da dare agli uomini, ma pochi vogliono ricevere.

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