Unione/Docum/Doc10/Doc10.txt Conferenza ai suoi confratelli Fr. Teodoreto - 1940 Premessa Il testo che segue è una delle tante conferenze del Ven. Fr. Teodoreto ai suoi Confratelli in occasione di Esercizi spirituali o durante il Secondo Noviziato, a livello internazionale, dove i suoi Superiori lo invitano a esporre le notizie riguardanti la nascita dell'Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata e i successivi sviluppi. È un documento storico che ci aiuta a comprendere tutto il travaglio, la fede e lo zelo per le anime di questo santo Fratello. Già nel 1934 Egli scrive alcuni articoli pubblicati sulla "Rivista lasalliana" dal titolo "Come nacque l'Unione" ( Documenti 1 ) dove espone con molta chiarezza e ampiamente le varie fasi iniziali della nascente associazione destinata a diventare a suo tempo un Istituto secolare. Sia il linguaggio che le situazioni sono naturalmente d'epoca, ma ciò che Fr. Teodoreto afferma conserva la freschezza necessaria perché noi del "2000" possiamo comprendere e attingere il messaggio che da essi scaturisce. Il divino Messaggio che Fr. Teodoreto riceve tramite il suo grande amico Fra Leopoldo, francescano, che vive l'intimità con Gesù Crocifisso e Maria Immacolata, sorgente di grandi Opere ( "Adorazione a Gesù Crocifisso, Unione Catechisti, Casa di Carità Arti e Mestieri ), ha "origine da una parola detta al frate da N. S. Gesù Cristo …: "Dirai al Fratello Teodoreto che faccia ciò che ha in mente". Fr. Teodoreto precisa subito che "questa parola fu detta il 23 aprile 1913, ma Dio preparò molto prima, e uomini e cose, in modo da rendere efficace la sua parola" e prosegue descrivendo esattamente momenti e modi con cui si svolgono i fatti. Di fronte a questa forte testimonianza, e soprattutto di fronte ai fatti, è ben difficile rimanere scettici o indifferenti. È come negare l'evidenza. Fr. Teodoreto, oltre a informare i suoi Confratelli, cerca di ottenere da essi la massima adesione e collaborazione al Piano di Dio che li coinvolge tutti, riportando i principali "detti" ad essi rivolti. In questa sua conferenza, egli esprime con chiarezza e fermezza il programma maturato durante i lunghi colloqui con Fra Leopoldo, espressi come volontà di Gesù Crocifisso, nei riguardi dei Fratelli e dei Catechisti. Dove si vede che essa è anche un chiaro programma di perseveranza per la vita dei giovani allievi delle scuole lasalliane. A questo punto si esige un'ampia parentesi per spiegare come storicamente si sono svolti i fatti e per capire la validità della proposta che Fratel Teodoreto fa ai suoi Confratelli. Va ricordato che storicamente l'A.C.I. ( Azione Cattolica Italiana ) dagli anni '30, fino alla fine della guerra, ebbe un notevole incremento per iniziativa e per disposizione della Chiesa ( Pio XI e Pio XII ), anche per contrastare il fascismo che, con la sua arrogante ideologia, pretendeva di avere il monopolio a livello nazionale dell'educazione della gioventù, sottraendo i giovani ad ogni altra forma associativa organizzata. Dopo vari scontri con i Circoli cattolici, il Concordato del 1929 con lo Stato, tra le altre cose, ottenne alla Chiesa di potersi occupare dei giovani mediante l'A. C., emanazione diretta della gerarchia ecclesiastica, con l'intesa che si occupasse esclusivamente di attività religiosa. Una forma molto restrittiva, ma accettabile per quei tempi. Pertanto l'A. C si diffuse rapidamente in tutte le Diocesi, con una salda organizzazione centrale romana e con una diffusione capillare parrocchiale molto efficiente. Successivamente, in questa organizzazione furono coinvolte anche tutte le scuole di indirizzo cattolico tenute da religiosi, tra cui i Fratelli delle Scuole Cristiane, con l'obbligo di istituire sedi dell'A. C. per i loro giovani allievi. Antidoto all'organizzazione giovanile fascista G. I. L. ( Gioventù Italiana del Littorio ), l'A. C. si rivelò subito assai preziosa sia nell'immediato presente che nel futuro, in particolare nel dopoguerra, quando il Movimento cattolico, con i suoi membri di alto livello culturale, costituì per molti anni gran parte dell'ossatura portante della vita sociale e politica del Paese, fornendo i migliori uomini. Questi i grandi meriti dell'A. C. I. L'Unione Catechisti che in quegli anni era appena uscita dalla prima fase iniziale di fondazione, si trovò a dover affrontare questa nuova situazione in condizioni di netta "inferiorità" numerica e organizzativa. Le sezioni dell'Unione, diffuse in tutte le Case delle due Province dei Fratelli, con il sostegno e l'incoraggiamento dei Superiori ( v. Lettera n. 238 del Superiore Generale Fr. Athanase Emile - 1938 ), che vedevano in questa nascente Associazione giovanile una soluzione per il grave problema della perseveranza dei loro allievi, si trovarono di fronte alla forte presenza dell'A. C. con cui o collaborare o soccombere. Questo, naturalmente, era un problema tutto italiano, perché all'estero la situazione era diversa. La proposta di Fr. Teodoreto, che egli espone con tanta chiarezza ai suoi Confratelli in questa conferenza, aveva appunto lo scopo di trovare una soluzione che permettesse la convivenza di entrambe le associazioni, anzi la loro saldatura e unificazione, dando risalto alle caratteristiche di entrambe le iniziative: l'A. C., con le sue qualità ecclesiastiche e organizzative, e l'Unione Catechisti, con la sua ricchezza spirituale e apostolica di indirizzo catechistico-lasalliano. In altre parole i giovani membri dell'U. C. - A. C., formati dai Fratelli Assistenti e di classe, con la guida dei Direttori, avrebbero acquisito, secondo Fr. Teodoreto, spiritualità e stile di apostolato prettamente lasalliane, a servizio della Chiesa e della società, con la diffusione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso e la catechesi parrocchiale: Associazione giovanile dell'Unione aderente all'A. C. Senza contare che le sezioni dell'Unione in quel tempo costituivano anche una specie di "vivaio" vocazionale, da cui si ebbero molte vocazioni sacerdotali, religiose e secolari. Si trattava di unire le forze e, invece, l'auspicato legame spirituale e apostolico tra l'Unione Catechisti e l'A. C., dopo un promettente inizio, ebbe in seguito esito negativo, con la conseguente chiusura delle numerose associazioni giovanili dell'Unione, sorte presso le Scuole dei Fratelli. All'unione feconda, si preferì la sostituzione. Così nacque la G. L. A. C. ( Gioventù Lasalliana di Azione Cattolica ). Si potrà dire che ormai e "acqua passata" che, però, ha lasciato, umanamente parlando, con le sue "inondazioni" una certa desolazione e tante occasioni perdute. In appendice al testo della conferenza viene riportata parte di una lettera al Direttore di una Comunità, con alcuni consigli circa il modo di procedere per la diffusione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso in Comunità e tra gli allievi e le loro famiglie. I nostri tempi esigono forse altre forme, che l'Unione Catechisti esprime con il "Movimento Adoratori e Adoratrici di Gesù Crocifisso", diffuso in Italia e all'estero, di cui si parlerà ampiamente in un apposito libretto delle "Collane". Come nacque l'Unione Carissimi Fratelli, chiamato a parlare dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, dirò brevemente: come nacque l'Unione come si svolse come si deve coltivare come segue l'Azione Cattolica. L'Unione ebbe origine da una parola detta da N.S. Gesù Cristo al Francescano Fra Leopoldo Maria Musso dei Minori Osservanti: "Dirai al Fratello Teodoreto che faccia ciò che ha nella mente". Questa parola fu detta il 23 aprile 1913, ma Dio preparò molto prima, e uomini e cose, in modo da rendere efficace la sua parola. Dal 1887, anno del primo Noviziato, e negli anni seguenti, Dio ebbe cura di mettere con pazienza nella mente del Fr. Teodoreto ciò che nel 1913 gli ordinava di eseguire. Nello stesso periodo di tempo, cioè nel 1887, la Madonna apparve in sogno a Luigi Musso ( che sarebbe poi divenuto Fra Leopoldo ) e gli disse: "Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio". Nel 1893 Luigi Musso ebbe la visione di Gesù Crocifisso con un'anima abbracciata ai suoi piedi come rappresenta il foglietto della "Divozione alle Cinque Piaghe". Nel 1894, dopo la Santa Comunione Gesù gli disse: "Tra Me e te, in avvenire, ci sarà una grande intimità". Tale intimità incominciò specialmente nel 1906 e divenne, per mezzo della meditazione sul SS. Crocifisso, una conversazione rinnovata quasi ogni giorno nel tempo della meditazione. Gesù gli parlò della "Divozione" e gli preannunciò l'Unione Catechisti sotto l'immagine di una pianta da coltivare chiamandola Ordine. Il 29 agosto 1908 Gesù disse a Fra Leopoldo: "L'Ordine che sorgerà sia coltivato prima di tutto con la pietà con la reciproca assistenza e umiltà, con l'attività e modestia e con grande carità fraterna: un unione con Gesù Crocifisso portare la croce con gaudio". Il 7 gennaio 1909 Gesù gli disse: " Ma questa pianta dell'Ordine, darà molti santi" Maria SS. intervenne pure come Protettrice dell'Opera e il 22 marzo 1909 disse a Fra Leopoldo: " Prostrati, figlio mio, in questo momento ti benedico e benedico pure l'Ordine che verrà". Il 17 gennaio 1912 Maria SS. aggiunse: " L'Opera che verrà, sarà mondiale, sarà come albero magistrale che darà abbondantissimi frutti ". Con tutti questi precedenti straordinari ( non conosciuti però allora ) il 27 aprile 1913 si tenne la prima adunanza dei migliori alunni delle trenta classi elementari e tecniche di S. Pelagia. Tali adunanze settimanali si continuarono tutto l'anno 1913. Nel mese di febbraio 1914 ai giovanetti delle Scuole diurne si unirono i migliori alunni della Scuola Serale. Il 6 marzo 1914 Gesù disse a Fra Leopoldo: "Benedico i primi frutti della S. Adorazione, cioè i Figli Congregati". Compilato il Regolamento si diede il manoscritto a Fra Leopoldo che lo riconsegnò il 29 aprile 1914 con questo scritto: "La Vergine SS. si degnò farmi intendere, con somma compiacenza, che approvò il Regolamento". Lo stesso Regolamento fu approvato con decreto arcivescovile dei 9 maggio 1914. L'inaugurazione ufficiale dell'Unione ebbe luogo il 15 maggio 1914 festa di S. Giovanni Batt. De La Salle. L'Unione nata con tale impronta si svolse rapidamente sempre sotto la protezione di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata. Come si svolse Appena inaugurata l'Unione con le feste religiose, venne in mente a qualcuno l'idea di portare i Soci in collina e fare una festa uso circoli di quei tempi con bottiglie e bottiglioni, ma senza che nessuno avesse detto nulla a Fra Leopoldo, egli illuminato dall'alto, il 22 maggio 1914 scrisse: "Stiano guardinghi di non cercare svago di passeggiate di piacere; sarebbe inganno del demonio in questa Unione tanto seria e santa, eccetto ché un vero pellegrinaggio col trionfo dei S. Rosario". La sera dello stesso giorno Gesù disse a Fra Leopoldo: "Mi domandi se fanno bene a fare il Ritiro spirituale? Sicuro, è questo che lo voglio". Si stabilì allora di fare il Ritiro spirituale a Pessinetto la Domenica di Pentecoste 31 maggio 1914. Le piogge continue minacciavano di impedirlo, ma il 29 maggio Maria SS. disse a Fra Leopoldo: "Cesseranno le piogge e avranno bella giornata Domenica". Si ebbe infatti una giornata splendida e il primo Ritiro riuscì così bene da mettere nei trenta giovani che vi presero parte, il desiderio e la decisione di ripeterlo ogni mese come si fece e si continua a fare. Il 3 giugno 1914 Gesù disse a Fra Leopoldo: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che avanti i figliuoli della Pia Unione, si comportino come dinanzi a corpi di Santi esemplarissimi ". Il 18 giugno 1914, Gesù a Fra Leopoldo: " … (I Fratelli) non trovino pesante il lavoro (per l'Unione) breve e soave è il lavoro, il Paradiso è eterno". Il 29 giugno 1914, Gesù a Fra Leopoldo: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che facciano come faccio lo, cioè il buon Pastore; se qualche figlio della pia Unione esce dal santo binario, sia dolcemente ammonito, si industrino fintanto che faccia ritorno e saranno da me ben ricompensate le loro fatiche". E in luglio 1914, ai Fratelli delle Scuole Cristiane: "Lavorate, lavorate; un bel corredo di buone opere vi aspetta nell'ultimo giorno della vostra vita ". Gesù Crocifisso. Il 17 gennaio 1915 Gesù a Fra Leopoldo: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che io affido e dono loro tutti i figli della pia e santa Unione". "È mio desiderio che ciò che Io ho operato per mezzo tuo, passi ai Fratelli delle Scuole Cristiane". "Se i Fratelli sapranno condurre i giovani con fede e amore a Me, sarà una grande benedizione per le loro case". Il 23 aprile 1915, Maria SS. a Fra Leopoldo: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che facciano tesoro del tempo, ne avverrà grande ricompensa". Il 9 ottobre 1915, Gesù a Fra Leopoldo, per un Fratello che voleva mandar via alcuni ragazzi perché distratti e più amanti dei gioco che della lettura spirituale: "Se dopo la morte di un Fratello lo facessi aspettare sulla soglia dell'eternità perché non ha fatto qualche sacrifico per i giovani, gli sarebbe un po' doloroso; chi usa carità troverà misericordia". Si domanderà: chi garantisce queste comunicazioni straordinarie? Ovvero: quale fede dobbiamo prestare? Si domanda soltanto la fede umana, quella che si concede alle persone abituate a dire la verità. Molte di queste cose le ho udite dalla bocca di Fra Leopoldo. Egli le ha scritte tutte per consiglio di un Canonico e di un Religioso Sacramentino. Del resto i fatti sono quelli che parlano eloquentemente. Di fatti, nel 1917, tre anni appena dopo la inaugurazione dell'Unione, si trovano, nelle sue statistiche: 34 Catechisti in 11 Parrocchie con circa 1000 alunni. Queste cifre si abbassarono alla partenza per il fronte di molti catechisti ma non tardarono a rialzarsi. Diversi Catechisti chiamati sotto le armi istruirono nella Religione i loro compagni d'arme nel periodo di preparazione alla guerra ovvero aiutarono i Parroci dei paesi ove si fermarono. Anche nell'andamento interno dell'Unione si ebbero miglioramenti perché, esaurita la prima edizione del Regolamento, se ne compilò la seconda che ebbe il privilegio di essere approvata, il 15 gennaio 1917, da N.S. Gesù Cristo con queste parole dette a Fra Leopoldo dopo la Santa Comunione: "Dirai al Fratello T. che il Regolamento va tanto bene" e ripeté tre volte le ultime parole. L'Unione organizzata dai Fratelli piacque tanto a N.S. Gesù Cristo che il 22 aprile 1917 disse a Fra Leopoldo: "Darò tanta grazia e potenza ai Fratelli delle Scuole Cristiane: riconosceranno che lo sono il loro benefattore padrone di ogni cosa; e vedranno con fede la mia protezione; e questo valga per tutta la loro Congregazione; chi mi aiuta sarà aiutato; lavorate, lavorate nella mia vigna, avrete il cento per uno". Negli anni 1917 e '18 i Catechisti tennero aperto nei locali di via delle Rosine un doposcuola per aiutare gli studenti delle Scuole secondarie inferiori ad eseguire i compiti e per far loro il catechismo. Tra i 150 alunni di detto doposcuola alcuni andarono in seminario, altri in ordini Religiosi o entrarono nell'Unione. Nel 1924 i Catechisti per sollevare i Fratelli di S. Pelagia da un lavoro eccessivo, li sostituirono nella Scuola Serale sia per l'insegnamento scientifico sia per il catechismo. Nel 1925 alcuni Catechisti che si recavano ogni Domenica a Poirino ( a 40 Km da Torino ) per fare il catechismo e tenere l'oratorio, vi aprirono pure una Scuola festiva sul modello di quella aperta da S. Giovanni Battista De La Salle a Parigi. Lo stesso tipo di Scuola festiva, ma più in grande, venne aperta dai Catechisti in Torino nella parrocchia di N. Signora della Pace. Questa scuola prese grande sviluppo e attualmente occupa uno stabile che costò ai Catechisti circa 400.000 lire e che ha per titolo scritto a grandi caratteri: "Casa di Carità". In detta Casa di Carità venne trasportata la Scuola Serale di Via delle Rosine ( Sezione industriale iniziata dai Fratelli ) e fu la Divina Provvidenza che volle salvare, almeno in parte, quelle Scuole Serali tenute dai Fratelli con tanti sacrifici e senza interruzione dal 1846 a oggi. Così tra Scuola serale e Scuola festiva la Casa di Carità ha circa 800 allievi e una Cappella-Oratorio per le funzioni religiose festive degli allievi. È un'opera ammirata da tutti e conta una cinquantina di Insegnanti che prestano la loro opera gratuitamente e si pagano ancora il tram per recarsi di sera o alla Domenica per fare la loro lezione. Non meno ammirata è la "Messa del povero" tenuta dai Catechisti. Ogni Domenica riuniscono i mendicanti di Torino, fanno loro il catechismo, li assistono durante la S. Messa presiedendo le preghiere in comune; dopo la S. Messa distribuiscono a ciascuno una pagnotta e una buona minestra, consegnano loro oggetti di vestiario, tagliano i capelli e la barba a quelli che lo desiderano, e si fanno loro segretari e protettori seguendoli negli ospedali, nelle soffitte, cercando di riabilitare con qualche impiego quelli che ne sono capaci. Bisogna parlare coi Catechista Capo di quest'opera veramente evangelica, per sentire quanto sia l'amore che porta ai suoi poveri. Attualmente i Catechisti dirigono due di queste opere: La Messa del povero presso l'Opera pia Lotteri in borgo Po con la frequenza di circa 200 poveri. La Messa del povero presso la Madonna della Speranza a barriera Milano con circa 90 poveri frequentanti. Nel mese di giugno 1926 Sua Eccellenza l'arcivescovo di Torino, poi Cardinale, Giuseppe Gamba dopo aver assistito a una festa con la lettura di una relazione sulle attività dei Catechisti, fece riunire nell'Arcivescovado, dal Fratello incaricato dell'Unione, i dodici Catechisti più ferventi, li trattenne più di un'ora esortandoli a costituirsi in Congregazione religiosa, dando al Fratello l'incarico di compilare il Regolamento includendovi l'osservanza dei Voti religiosi. Questa decisione dell'Arcivescovo venne ispirata da Dio perché, senza che Egli lo sapesse, fu l'adempimento di quello che N.S. Gesù Cristo aveva fatto scrivere a Fra Leopoldo fin dal 1908 e 1909 sull'albero deIl'Ordine che si doveva coltivare come si è riportato sopra. Così sorsero i Catechisti Congregati, Religiosi in famiglia, che pur avendo l'autonomia necessaria a una Congregazione Religiosa sono tuttavia uniti ai Fratelli per diffondere la "Divozione a Gesù Crocifisso" ed estendere nelle parrocchie l'opera catechistica dei Fratelli come voleva San Giovanni Battista De La Salle con l'istituzione dei Seminario dei Maestri da rimandarsi in tutte le Parrocchie. E il Santo nostro Fondatore non volle mettere a quei Maestri nessun altro legame, eccettuato quello della riconoscenza verso l'Istituto che li formò. Attualmente i Catechisti Congregati sono circa 20. Essi raccolgono elemosine per far stampare la "Divozione a Gesù Crocifisso" e spedirla a tutte le Comunità dei Fratelli e alle persone che la richiedono. Dal 1914 al 1929 l'Unione spese, per la "Divozione a Gesù Crocifisso" ( compreso il Bollettino e ciò che occorre per i Ritiri spirituali ) £ 141.932,25. Dal 1929 in poi, le spese per la Casa di Carità e per l'aumento delle richieste della "Divozione a Gesù Crocifisso", sono salite a un bilancio che va da 80 a 100 mila lire ogni anno. I Catechisti non raccolgono per sé, perché ogni Catechista vive del proprio lavoro, ma per le opere di carità. Gli Statuti e Regolamenti dell'Unione Catechisti e quelli dei Catechisti Congregati, che formano un'opera sola, furono esaminati dalla Sacra Congregazione Romana del Concilio e approvati da S.Em. il Cardinale Maurilio Fossati con Decreto dei 23 giugno 1933. Questi Congregati sono quelli dei quali parlò la Madonna a Fra Leopoldo fin dal 10 giugno 1914 dicendo: "Raccomando a tutti i Fratelli e ai Congregati di stare saldi e uniti. lo risveglierò i loro cuori perché miei figli ". E il 12 gennaio 1918, Maria SS. disse a Fra Leopoldo: "Beati saranno quei Fratelli delle Scuole Cristiane che si interesseranno per la pia Unione del SS. Crocifisso e che opereranno in favore di Essa secondo il Cuore di Dio". Sono circa 25 anni che l'Unione manda annualmente da 22 a 25 Catechisti a insegnare la Religione in 8 o 10 parrocchie e nelle proprie Scuole Serali e Festive, a circa 1.000 allievi, ma li manda dopo averli raccolti mensilmente in Ritiri spirituali e dopo averli muniti di istruzione e di abilitazione all'insegnamento. In questi 25 anni l'Unione Catechisti contribuì allo sviluppo di 70 vocazioni tra sacerdotali e religiose. Così l'Unione acquistò la stima di tutti gli Ordini religiosi, del Clero e delle Autorità ecclesiastiche di Torino. I Nostri amatissimi Superiori l'aiutano, la proteggono e l'Onoratissimo Superiore Generale concesse il Diploma di Affiliati a tutti i Catechisti Congregati. Questo, in riassunto, è lo sviluppo preso dall'Unione, ora vediamo come si deve coltivare. Come si deve coltivare È bene però che noi, Fratelli ci facciamo anzitutto questa domanda: perché dobbiamo coltivare l'Unione ? Ecco la risposta: l'8 luglio 1918 Gesù disse a Fra Leopoldo: "È mia volontà che la pia Unione si estenda in tutto il mondo". E prima ancora, cioè il 23 gennaio 1918 mentre faceva l'adorazione alla Piaga dei Sacro Costato, Gesù gli disse: " La pia Unione l'ho posta nelle mani dei Fratelli delle Scuole Cristiane e fanno le cose bene". Il 1° febbraio 1918, Gesù aggiunse: "Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che lo ho posto nelle loro mani la chiave d'oro per aprire le porte del Paradiso". Il 10 giugno 1919, Gesù a Fra Leopoldo: "Io faccio molto assegnamento sui Fratelli delle Scuole Cristiane per la pia Unione e questa si chiama pace duratura". Dunque l'Unione la dobbiamo coltivare, la dobbiamo estendere, ma in qual modo, quali rami o gruppi comprende? Ecco: il 21 gennaio 1918 Gesù disse a Fra Leopoldo: "L'albero divino di soave misericordia di Dio, per mezzo della pia Unione ( formata ) dai giovani del SS. Crocifisso, dagli Zelatori, dalle pie Zelatrici e dagli Adoratori delle SS. Piaghe, ha e avrà tanti tronchi che estenderanno rapidamente i loro rami per tutto il mondo affinché l'adorabile aureola della Divinità di Gesù Crocifisso e il suo SS. Nome ritornino a splendere come ai tempi dei primi cristiani ". Dunque i diversi rami dell'albero affidato a noi Fratelli sono indicati in modo chiaro: Catechisti, Zelatori e Ascritti. Le indicazioni sono precise, e se occorresse ancora qualche spiegazione la traiamo in questo detto di Gesù a Fra Leopoldo in data 6 luglio 1920: "I figli della Scuola Arti e Mestieri con la pia Unione dei SS. Crocifisso, siano tutti in cordiale accordo; e tutti i figli della scuola devono con amore e fede essere iscritti alla pia Unione". Quindi tutti gli allievi di ogni classe devono essere iscritti all'Unione o in qualità di Zelatori, o almeno come Ascritti, mentre un piccolo gruppo di scelti tra i migliori di ogni classe formeranno il nucleo dell'Unione Catechisti. Questi scelti saranno presentati al Fratello Direttore e da Lui affidati a qualche Fratello incaricato di riunirli almeno una volta la settimana per formarli moralmente e iscriverli all'Azione Cattolica. Il lavoro apostolico di iscrivere tutti gli allievi di una classe come Zelatori o almeno come Ascritti e quello di scegliere gli Aspiranti Catechisti, dovrà essere fatto dai Fratelli che hanno l'incarico della classe. Il 27 settembre 1918 Gesù disse a Fra Leopoldo: "Dirai al Fratello Teodoreto che la pia Unione sarà la ricchezza della sua Congregazione; ti faccio segnare questo affinché i Fratelli tutti abbiano una premura delicata dei membri dell'Unione". La premura delicata per i membri dell'Unione è raccomandata da Gesù a tutti i Fratelli, ma gl'incaricati di classe avranno cura di organizzare gli Zelatori che diffonderanno la "Divozione a Gesù Crocifisso"; di animare gli Aspiranti Catechisti a perseverare nell'Unione e nello stesso tempo assicurarsi che tutti gli altri alunni della loro classe, mentre sono Zelatori o Ascritti dell'Unione, siano membri dell'Azione Cattolica nelle rispettive parrocchie. Così tutti i nostri allievi apparterranno all'Unione e nello stesso tempo all'Azione Cattolica: gli Ascritti e gli Zelatori, che si riuniscono solamente qualche volta all'anno, apparterranno all'Azione Cattolica parrocchiale: i scelti come Aspiranti Catechisti apparterranno all'Azione Cattolica per mezzo dell'Unione. Con questo però lo sviluppo dell'Unione non è terminato, mancano i Catechisti Congregati, quelli destinati ad alleggerire il nostro lavoro e sostituirci, in parte, nei doveri verso l'Azione Cattolica, ad essere i Presidenti e i Consiglieri di ogni Sede dell'Unione. Come si preparano questi Catechisti Congregati? In questo modo: tutti noi dobbiamo coltivare le vocazioni Sacerdotali e Religiose e perciò nelle giornate delle vocazioni facciamo tutto il possibile per compiere questo importantissimo dovere, ma sovente ci troviamo di fronte ad anime elette che sarebbero pronte a qualsiasi sacrificio per recarsi al Seminario o a Grugliasco e che, per essere figli unici o per altre cause, non riescono assolutamente ad avere il consenso dei Genitori. In tali circostanze, invece di abbandonare quelle anime, parliamo loro dei Catechisti Congregati e mettiamoli a contatto dei medesimi così potranno seguire i consigli evangelici senza lasciare la famiglia. Si incominci a far entrare detti giovani nell'Unione e poi se sono a Torino hanno il Noviziato qui al Collegio, se sono fuori, basta scrivere alla Sede Principale e si cercherà il modo di formarli Catechisti Congregati. Eccomi all'ultimo punto: come l'Unione segue l'Azione Cattolica. Come l'Unione segue l'Azione Cattolica Fu detto che quando si parla dell'Unione molti Fratelli approvano, ammirano … e poi … non fanno nulla. Quale sarà la causa di questo modo di procedere? Forse alcuni contrasti con i Catechisti Congregati? Ovvero il disturbo dei ragazzi dell'Unione? Non può essere questa la causa. Tali cose vengono e vanno: sono facilmente superabili. Saranno forse le incompatibilità tra il Regolamento dell'Unione e quello dell'Azione Cattolica? Neppure questa: infatti i Catechisti Associati e Congregati della Sede Principale dell'Unione sono aggregati all'Azione Cattolica dal 1917. In questi vent'anni nei quali hanno osservato il proprio Regolamento e nello steso tempo hanno svolto le attività dell'Azione Cattolica non incontrarono mai nessuna incompatibilità tra i due Regolamenti. Una sola divergenza vi fu, quella che esiste ancora oggi in tutte le Associazioni di Azione Cattolica e che la porta a conservare i migliori Soci mentre la Federazione vorrebbe farli passare al Consiglio Diocesano. L'Unione però seppe vincere tale tendenza col dare al Consiglio Federale, in un momento di crisi, il Presidente e quasi tutti i Consiglieri. Non vi fu dunque nessuna incompatibilità e neppure contrasto tra le autorità dell'Unione e quelle dell'Azione Cattolica perché le due autorità hanno sempre avuto lo stesso fine e adoperato gli stessi mezzi. Se non vi furono incompatibilità nel passato, non ve ne saranno neppure per l'avvenire perché l'Azione Cattolica ha fatto suo il programma catechistico e spirituale compilato e attuato dall'Unione fin dal 1914. Quale sarà dunque la causa della inazione di tanti Fratelli? Ritengo che tale causa stia in un'idea sbagliata riguardo l'Unione. Molti Fratelli credono l'Unione troppo elevata, troppo santa, e perciò dicono: "Non mi sento di organizzarla, di condurla, non è adatta alla spensieratezza dei giovani". Se si trattasse di formare dei Catechisti Congregati, si avrebbe qualche motivo di pensare così, ma i Congregati hanno il loro Noviziato e il loro Maestro dei Novizi. Il lavoro dei Fratelli nelle diverse Sedi dell'Unione si limita a preparare i giovani al diploma di Catechisti e regolare l'andamento della Sezione in modo da concedere quei divertimenti che sono necessari ai giovani senza che si diano al gioco per il gioco, ma per il sollievo opportuno. È dunque un'idea sbagliata quella di credere l'Unione troppo alta. L'Unione è anzi un aiuto per noi Fratelli ad attendere all'Azione Cattolica. Sono cinquant'anni che nel nostro Distretto si studia il problema dell'Azione Cattolica e non è ancora risolto. Le difficoltà nel risolvere detto problema le ebbero specialmente quei Fratelli che vollero abbracciare in pieno tutte le attività dell'Azione Cattolica. È inutile illuderci, noi siamo e saremo sempre sovraccarichi di lavoro. Più aumentiamo di numero e più aumenta il lavoro; è sempre stato così, e così sarà sempre. Di fronte a tanta mole di lavoro i Superiori non possono esonerarci se non quando siamo vecchi o malati. È quindi un'illusione l'aspettare un personale apposito per l'Azione Cattolica. Un'altra illusione è quella di attendere un orario speciale. A cominciare dai tempi di S.S. Papa Leone XIII, tutti i nostri Superiori Generali hanno sempre raccomandato le opere post-scolastiche e l'Azione Cattolica, ma in tutte le loro circolari troviamo in principio o alla fine la condizione esplicita e sottintesa che tali opere non siano di impedimento agli esercizi spirituali. Queste condizioni od ordini saranno sempre rinnovati perché contenuti nella Regola che sta sopra tutti i Superiori. Quindi che cosa faremo noi? Lasceremo da parte l'Azione Cattolica? Non possiamo, la sua necessità è troppo evidente, le direttive di S.S. il Papa Pio XI e i desideri dei nostri Superiori devono essere appagati almeno nella misura del possibile. Ed ecco che l'Unione Catechisti ci viene in aiuto per risolvere il problema dell'Azione Cattolica. Con l'Unione coltivata non solo da uno o due Fratelli di una Comunità, ma da tutti sotto l'impulso del Fratel Direttore, noi non abbandoniamo nessuno dei nostri allievi, ma li impegniamo tutti come Zelatori o almeno come Ascritti e li riuniamo qualche volta nell'anno, anche quando avranno lasciato le nostre scuole. Tali riunioni includeranno nel loro programma, non solo il divertimento e lo sport, ma una funzione religiosa e un'adunanza ben preparata con una breve relazione sulla diffusione della "Divozione a Gesù Crocifisso" fatta dagli allievi stessi. Nello stesso tempo coltiviamo nella nostra Unione il gruppo dei pochi, ma scelti, e li formiamo facilmente, anche con poche adunanze settimanali, all'apostolato catechistico e all'Azione Cattolica. Quando l'Unione sarà completa in ogni città ove si trovano i Fratelli, avremo i Catechisti Congregati che veglieranno di sera al posto nostro, per assistere alle adunanze dei dirigenti l'Azione Cattolica e che ogni Domenica verranno nella nostra Casa per attuare d'accordo con noi le direttive emanate da Roma. Potranno, se sarà necessario, tenere adunanze serali per gli adulti, in località fuori delle nostre case senza disturbare il nostro riposo. Questi Catechisti Congregati, ora sono pochi, ma se noi li aiutiamo saranno presto una falange posta a nostra disposizione. Con l'aiuto dei Catechisti Congregati noi potremo tenere l'Unione sempre a contatto con l'Azione Cattolica limitandoci per parte nostra a curarne la disciplina e l'istruzione catechistica. Potremo così applicarci ai nostri esercizi spirituali alla correzione dei lavori scolastici e all'osservanza completa del nostro orario. È un aiuto che la Divina Provvidenza ci offre per completare l'educazione scolastica così assorbente in questi tempi, con quell'Azione Cattolica, indispensabile e possibile nelle nostre condizioni. Sono venticinque anni che l'Unione esiste ( 1914- 1939 ), lavora e si sviluppa, sebbene con fatica, eppure, tolto pochi Fratelli, tutti gli altri non la conoscono; i Domenicani, i Gesuiti, i Francescani la stimano; i Salesiani non solo la stimano, ma stanno organizzandola nei loro oratori. Tutto ci dice che andiamo verso tempi nei quali staranno in piedi solamente gli uomini tetragoni nella fede e nella morale, è dunque tempo di coltivare questa Unione che ci è offerta da N. S. Gesù Cristo per formare dei giovani pronti a dare la vita per Gesù Cristo e per difendere la Chiesa e gli Ordini Religiosi. Come diceva benissimo il Caro Fr. Giocondo, l'A. C. lascia ad ogni Assistente Ecclesiastico l'incarico di dare ai giovani della sua Sezione regole di vita adattate al loro ambiente purché tali regole conducano al fine generale che l'A. C. si propone. Ecco quello che facciamo nell'Unione, la quale ha un Regolamento ricavato dai metodi educativi del nostro caro Istituto e dal pensiero del nostro Santo Fondatore e nello stesso tempo risponde perfettamente alle direttive dell'A. C., come lo dimostra l'esperienza di venti e più anni. Conviene dunque che ogni Fratello incaricato dell'Azione Cattolica adotti il Regolamento dell'Unione. Lettera a un Fratello Direttore di Comunità Carissimo Fr. Direttore, so che i Fratelli della sua comunità desiderano di propagare, sotto la di Lei guida, la "Divozione a Gesù Crocifisso" sia tra gli allievi, sia, per mezzo dei medesimi, tra le famiglie. Per stimolare tutti a diffondere sempre più tale "Divozione" riassumo brevemente le cose che si riferiscono alla suo origine e al modo di propagarla. Il Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso dei Minori, cuoco del Convento-Parrocchia di S. Tommaso e morto in concetto di santità il 27 gennaio 1922, aveva nella sua cella un Crocifisso e una statuetta della Madonna. Dinanzi a tali immagini faceva le sue meditazioni con grande fervore e progrediva ogni giorno nell'amore a Gesù e a Maria. In poco tempo Gesù Crocifisso e Maria SS. lo elevarono a una grande intimità parlandogli familiarmente e obbligandolo a scrivere le cose che gli suggerivano. Così Fra Leopoldo sotto la guida di Gesù compose la "Divozione alle cinque Sacratissime Piaghe" ed ebbe promesse di grazie speciali per sé e per tutti quelli che l'avrebbero praticata e diffusa. Però il Servo di Dio era preoccupato della via da tenere per la diffusione di questa divozione; e il SS. Crocifisso lo tolse da ogni dubbio mettendolo in relazione con i Fratelli delle Scuole Cristiane di Torino e dicendogli di cedere ai figli di S. Giovanni Battista De La Salle la proprietà della "Divozione a Gesù Crocifisso" poiché essi per mezzo dei loro numerosi allievi avrebbero pensato a diffonderla nelle famiglie cristiane di tutto il mondo. I Fratelli, fatti certi della volontà di Dio, sia per le molte insistenze di Gesù Crocifisso e di Maria SS. a Fra Leopoldo in tale senso, sia per i fatti prodigiosi accaduti a loro riguardo, iniziarono la propaganda del foglietto della "Divozione" coadiuvati dai loro allievi ed ex allievi riuniti in Associazione Cattolica sotto il titolo di "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata". In quest'ultimo decennio si raggiunse, nella diffusione dei foglietti della "Divozione", la cifra di 5.200.000 copie stampate in 12 lingue. La propaganda si fa in questo modo: si riuniscono gli allievi e si parla loro di questa "Divozione" e del desiderio ardente che ha Nostro Signore di vederla propagata dappertutto. Si invitano a dare il loro nome come Zelatori o almeno come Ascritti. Si spiegano i doveri dei Zelatori, che consistono nel praticare quotidianamente e diffondere la Divozione facendo il possibile per conquistare altri zelatori o zelatrici, ascritti o ascritte specialmente tra i loro compagni e parenti; si spiegano i doveri degli Ascritti che consistono unicamente nel praticare ogni giorno la "Divozione a Gesù Crocifisso". In alcuni luoghi si riuniscono una volta la mese gli allievi ed ex allievi Zelatori, per controllare mediante un resoconto il lavoro fatto e per animarli a continuare con zelo il loro apostolato. In qualche altro posto si riuniscono una volta al mese gli Zelatori e Zelatrici in cappella, sia per assistere alla S. Messa e sia per ascoltare un breve fervorino di un qualche sacerdote riguardante l'apostolato di Gesù Crocifisso. Carissimo Fr. Direttore, se lavoriamo a diffondere la "Divozione a Gesù Crocifisso" potremo applicare a noi le parole dette dalla SS. Vergine a Fra Leopoldo il 28 novembre 1908: "Un numero incalcolabile di anime andranno salve per questa "Divozione" e tu ne avrai il merito". Nella fiducia che siano applicate a noi e a tutti i Fratelli queste consolanti parole, porgo a Lei e a tutta la Comunità i migliori auguri di buone Feste Natalizie e ottimo Anno scolastico.