La Casa di Carità fatto generazionale |
Infatti il 24 maggio 1915 l'Italia entrerà in guerra contro l'Impero Austro-Ungarico, sarà la prima guerra mondiale che si concluderà con la firma dell'armistizio il 4 novembre 1918.
Molti giovani dell'Unione furono chiamati sotto le armi e qualcuno non fece più ritorno.
Finita la guerra, l'Europa era lacerata dalle distruzioni e dall'odio; l'industria era fortemente in crisi a causa della necessaria conversione della produzione bellica in produzione per la ricostruzione e di beni di consumo.
I reduci dai campi di battaglia non trovavano lavoro, inoltre gli animi erano esasperati ed eccitati dalle nuove ideologie politiche che proponevano rivendicazioni con la lotta di classe e la violenza e si urtavano contro l'intransigenza del capitalismo.
I giovani erano disorientati e bisognosi di chi li aiutasse ad essere capaci di soddisfare alle esigenze della nuova industria, che tecnicamente si stava anche evolvendo, per potersi inserire in modo responsabile e dignitoso nelle forze produttive del mondo del lavoro.
Avevano bisogno inoltre di orientamenti per riscoprire il senso e i valori della vita in una società che si stava trasformando profondamente.
In quel clima di tensione e di lotta, il 24 novembre del 1919, nella Adorazione a Gesù Crocifisso, giunto alla preghiera della Piaga della Mano sinistra, Fra Leopoldo sentì Gesù che gli disse: " Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per fare imparare ai giovani Arti e Mestieri. "
" Non bisogna lesinare, al richiede qualche milione ".
" Se non fanno quanto io chiedo, si scaveranno la fossa. " ( 24 - 11 - 1919 )
Fra Leopoldo, dopo aver scritto queste parole nel suo diario, le trascrisse sommariamente sopra un foglietto e lo consegnò a Fratel Teodoreto.
Lo scritto fu letto dai Superiori di Fr. Teodoreto e dall'ing. Sella, uomo di fede e di azione, ardente Zelatore nella diffusione della Adorazione a Gesù Crocifisso, che concordò con i Fratelli delle Scuole Cristiane la formazione di un Comitato per collaborare con gli stessi nel dar vita a questa nuova opera.
Gesù incoraggiò questi uomini di buona volontà, ma nello stesso tempo preavvisò Fra Leopoldo delle opposizioni che sarebbero sorte.
Il Comitato si riunì, propose programmi, discusse molto, ma alla fine non accettò il titolo " Casa di Carità " e si oppose alla iniziativa di una scuola gratuita.
Di fronte a queste incomprensioni Gesù Crocifisso e Maria Santissima intervennero ripetutamente per sostenere Fra Leopoldo e precisare al Comitato quali dovevano essere gli orientamenti dell'Opera.
Il 10 marzo 1921 Gesù disse: " Difendimi Leopoldo: dì loro che io non voglio un'opera umana.
Voglio un'opera divina: e un andamento nella Casa di Carità, secondo il mio cuore." ( 10 - 3 - 1921 )
I Fratelli, malgrado fossero molto ostacolati da queste opposizioni, il 18 ottobre 1920, riuscirono ugualmente ad iniziare con difficoltà due corsi professionali diurni e due corsi serali … i locali erano stati preparati nel periodo estivo con entrata principale in via S. Massimo 21 bis, qui vennero pure impegnati alcuni Catechisti come insegnanti, non poterono però adottare il titolo " Casa di Carità ", onde evitare altre opposizioni che facessero fallire l'iniziativa.
Il fatto nuovo c'era; un gruppo di ex allievi dei Fratelli delle Scuole Cristiane, formato e guidato da Fr. Teodoreto, proveniente da una scuola gratuita rivolta ai poveri, ora si affiancava ai suoi educatori nella missione ereditata da San Giovanni Battista de La Salle, ed offriva la sua collaborazione in questa nuova scuola gratuita che si era aperta per aiutare i figli dei poveri.
Ma purtroppo l'Opera che Gesù aveva chiesto non si era ancora realizzata e Fra Leopoldo, rifiutato e calunniato da alcuni membri del Comitato per costringerlo al silenzio, ne soffrì moltissimo.
Questo fu per lui il calvario che segnò la sua morte, avvenuta il 27 gennaio dell'anno successivo.
Ancor prima di questi fatti Fr. Teodoreto aveva impegnato i suoi giovani nell'apostolato catechistico parrocchiale e già nel 1916 questi facevano il catechismo in 11 parrocchie di Torino con un totale di 650 allievi.
Questo genere di apostolato aveva messo i Catechisti a diretto contatto con i problemi che travagliavano i giovani in quegli anni del dopoguerra, problemi che si sentivano più acuti nelle parrocchie della periferia, dove vivevano i poveri e dove si andavano ammassando gli immigrati, erano giovani oppure intere famiglie di contadini, che abbandonavano il lavoro dei campi per venire in città in cerca di una condizione di vita migliore, ma nello stesso tempo erano del tutto impreparati per affrontare questa nuova situazione di vita.
Nella parrocchia di Nostra Signora della Pace, in Barriera di Milano, dove maggiormente affluivano questi immigrati, i giovani di Fratel Teodoreto, nel 1925, pensarono di venire loro in aiuto affiancando alle lezioni di catechismo altri argomenti di carattere tecnico e professionale per dare loro la possibilità di soddisfare alle esigenze del lavoro nelle fabbriche.
Sottoposero l'idea a Fr. Teodoreto, il quale, dopo averli ascoltati e riflettuto, suggerì di dare all'idea un orientamento scolastico di tipo gratuito popolare.
Fu abbozzato un piccolo programma e nell'ottobre si iniziò nei locali parrocchiali il primo corso con orario festivo, sull'esempio di quella Scuola serale che i Fratelli avevano aperta nel 1920 in via delle Rosine, e fu chiamata " Scuola Professionale Festiva Nostra Signora della Pace ", una trentina gli allievi e quattro gli insegnanti: ne rispondeva ufficialmente Fratel Teodoreto, ogni documento era firmato da lui.
In pochi anni la Scuola Festiva si sviluppò tanto da obbligare i Catechisti a cercare un locale più ampio per contenere tutti i giovani che insistevano per esservi iscritti.
Venne allora l'idea di accogliere quel titolo " Casa di Carità " che era stato di impedimento al primo progetto della scuola gratuita in favore della classe operaia.
Si impegnarono ad adottarlo se la Provvidenza fosse venuta in aiuto.
Nel maggio del 1929, pur non disponendo di denaro, firmarono un compromesso per l'acquisto dello stabile di via Feletto 8 angolo via Soana.
Per far fronte agli impegni finanziari che ormai si facevano assillanti, il 29 novembre iniziarono una novena di preghiere a Maria SS. Immacolata loro titolare e della quale si celebra la festa l'8 Dicembre.
Durante quei nove giorni una anziana signora, Zelatrice della Adorazione a Gesù Crocifisso, si presentò e consegnò la somma ancora mancante che, unita ad altre offerte raccolte in precedenza, permise di estinguere la cambiale, era il giorno 7 dicembre vigilia della festa della loro Celeste Patrona alla quale si erano rivolti con tanta fiducia.
Nel 1930 si iniziò nei nuovi locali la scuola che nel frattempo era diventata anche serale.
Sulle due facciate dell'edificio i Catechisti avevano fatto scrivere a grandi caratteri: "Casa di Carità " e nel 1939 contava già ben 800 allievi, erano giovani e sovente anche padri di famiglia in cerca di un lavoro, di una qualifica o desiderosi di migliorare la loro condizione con una cultura più adeguata alle esigenze del loro ambiente di lavoro.
Dopo solo 9 anni di attività nella nuova sede acquistata con tanti sacrifici, ancora una volta i locali erano insufficienti; o respingere le domande di iscrizione e limitare il numero degli allievi o darsi da fare per una nuova sede: ecco il bivio in cui si trovavano nuovamente i Catechisti tra i quali ormai molti erano ex allievi dei primi corsi professionali di via delle Rosine e della Casa di Carità di via Feletto.
Si arrivò alla conclusione di affrontare l'onere di un edificio espressamente costruito, con locali capaci, veramente adatti per una scuola.
La spesa sarebbe stata ingente, l'impresa era ardita e per riuscire aveva bisogno dell'aiuto di Dio: per ottenerlo i Catechisti si proposero di adottare, per Ia loro Scuola, il titolo intero tante volte raccomandato dal Servo di Dio Fra Leopoldo: " Casa di Carità Arti e Mestieri ", e posero l'iniziativa sotto la protezione di San Giuseppe.
La Provvidenza di Dio anche questa volta si manifestò in modo tangibile, si riuscì ad acquistare l'attuale terreno di corso Benedetto Brin il 31 maggio del 1940, 10 giorni prima dell'entrata in guerra dell'Italia che paralizzò ogni attività ed avrebbe reso impossibile l'acquisto.
Il secondo conflitto mondiale era già iniziato dal settembre del 1939 con l'aggressione della Polonia da parte di Hitler e terminò nel 1945 lasciando per la seconda volta l'Europa, e questa volta non più soltanto l'Europa, nella distruzione e nel dolore.
La ricostruzione fu lenta e faticosa e i Catechisti, anche loro ridotti di numero, ripresero il progetto per costruire la loro Scuola.
Nel 1947, sempre confidando nella Divina Provvidenza, posero la prima pietra per la costruzione del nuovo edificio e il 19 marzo dell'anno successivo, solennità di San Giuseppe, al quale si erano rivolti per affrontare la nuova impresa, giunse loro un telegramma che comunicava l'assegnazione di una somma di denaro che permetteva di realizzare il progetto iniziato.
Intanto, ancora in via Feletto, nell'attesa della nuova costruzione, iniziarono anche i Corsi Diurni e la Scuola ebbe il suo nome definitivo: " Casa di Carità Arti e Mestieri ".
Nel 1950 iniziò l'attività nella nuova Sede, a malapena ultimata, con Corsi diurni, serali e festivi.