Cenacolo N° 54

« Voi avete ucciso Gesù di Nazaret! »

Gesù ha ucciso il nostro peccato

Chi è pentito dei propri peccati si lasci rigenerare a una speranza viva.

Uccidendo Gesù, noi abbiamo ucciso il nostro stesso peccato di cui egli si era caricato.

Soltanto chi ha accolto nel profondo del cuore la parola del pentimento è in grado di assaporare, adesso, il torrente di luce e di gioia racchiuso in questo lieto annuncio pasquale.

Chi sa cosa si prova a dire con sincerità: Io ho ucciso Gesù di Nazaret!, costui sa anche cosa significa « essere rigenerati a una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti » ( cf 1 Pt 1,3 ).

È come quando un uomo è convinto di avere ucciso qualcuno e fugge disperato, credendo che per lui ormai non c'è più scampo in questo mondo, quando, improvvisamente, viene a sapere che colui che credeva di aver ucciso è vivo e l'ha perdonato e che anzi lo cerca per farlo suo amico.

Lo stesso peccato non ci fa più paura, perché non lo portiamo più da soli.

Egli « è stato risuscitato per la nostra giustificazione » ( Rm 4,25 ), cioè perché potesse prendere il nostro peccato e donarci, in cambio, la sua giustizia.

L'uomo pentito è uno che è disceso con Gesù agli inferi, che è stato « battezzato nella sua morte » ( cf Rm 6,3 ), e adesso è come trascinato da Gesù, con sé, fuori della tomba, verso una nuova vita: « Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati; da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo » ( Ef 2,4s ).

Se desideri ardentemente il pentimento, sei già pentito!

Lasciati rigenerare anche tu a « una speranza viva »; comincia a vivere da risorto.

( Cfr. Il Potere della Croce di R. Cantalamessa )

La carità è la virtù più nobile in mancanza della quale siamo nulla

La carità è la sintesi di tutta la legge

… Potete rendervi conto da voi stessi che non può essere diversamente.

Prendete uno qualunque dei comandamenti: "Non avrai altro Dio al mio cospetto".

Se uno ama Dio, non occorre dirgli una cosa del genere.

L'amore è l'adempimento di quella legge.

"Non nominare il nome di Dio invano".

Chi, amando Dio, sognerebbe di nominarlo invano?

"Ricordati del giorno di festa per santificarlo".

Non sarebbe egli ben felice di avere un giorno su sette da dedicare più esclusivamente all'oggetto del suo amore?

L'amore adempirebbe tutte queste leggi che riguardano Dio.

Allo stesso modo non sogneresti mai di dire a chi amasse il suo prossimo di onorare suo padre e sua madre.

Non potrebbe farne a meno.

Sarebbe assurdo suggerirgli di non uccidere.

Sarebbe un insulto suggerirgli di non rubare.

Come si può derubare colui che si ama?

Superfluo pregarlo di non dire falsa testimonianza contro il vicino.

Se lo ama è l'ultima cosa che farebbe.

E non vi verrebbe in mente di scongiurarlo di no desiderare i beni;stanno meglio in mano loro che nella sua.

Pertanto: "L'amore è l'adempimento della legge".

É la regola per mettere in pratica tutte le regole, il nuovo comandamento per osservare tutti i vecchi comandamenti, il segreto della vita cristiana svelato da Cristo.

Ora san Paolo l'aveva imparato; In questo superbo elogio egli ci ha dato la più meravigliosa e originale descrizione esistente del summum bonum.

Meditazione sulle piaghe sanguinanti e trionfanti di Gesù, porte del cielo

La preghiera della fede è l'unica moneta che ha corso per ricevere i beni di Dio:

« Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete » ( Mt 21,22 );

"E la preghiera fatta con fede salverà il malato" ( Gc 5,16 );

"Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene" ( Ef 2,8-9 ).

"Pregando per i figli della SS Adorazione di Gesù Crocifisso di tutto il mondo, Gesù disse: "Le preci sono portate al trono della divina misericordia"

"Chiama di qua e di là! Voglio che si risvegli il mondo dal sonno irreligioso!"

( Gesù a fra Leopoldo, 5 dicembre 1913 )

"Mi piaci tanto tu, Leopoldo, perché hai fede"

"Il tuo amabilissimo Cuore è fonte d'ogni bene, salute e gloria in te!"

( Gesù a fra Leopoldo: 12 settembre 1914 )