Cenacolo N° 57

Battezzati nella sua morte

Morire al peccato

Cosa significa essere battezzati nella morte di Cristo se non che morire al peccato e vivere per Dio?

Morire al peccato, o « rompere definitivamente con il peccato » ( cf 1 Pt 4,1 ) implica una cosa precisa: prendere la decisione ferma e, per quanto sta in noi, irrevocabile di non commettere più il peccato volontario, specialmente "quel peccato" al quale siamo ancora un po' segretamente attaccati.

Lo scopo non è la morte, ma la vita; anzi, la novità di vita, la risurrezione, la gioia, l'esperienza indicibile dell'amore del Padre.

Convertirci vuol dire attraversare il muro della menzogna e andare a stare dalla parte della verità, cioè di Dio.

Tutto si decide quando un uomo dice a Dio, con il salmista: « Riconosco la mia colpa …; sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio » ( Sal 51,5s ).

Con la venuta di Gesù, questo "giudizio" di Dio si è fatto visibile, si è come materializzato e storicizzato: è la croce di Cristo!

La croce è il potente "no" di Dio al peccato.

Essa è stata piantata, come albero di vita, in mezzo alla piazza della città ( cf Ap 22,2 ), in mezzo alla Chiesa e al mondo, e nessuno più potrà svellerla di lì, o sostituirla con altri criteri.

Anche oggi, come al tempo dell'apostolo Paolo, "i greci", cioè i dotti, i filosofi, i teologi, cercano sapienza; "i giudei", cioè i pii, i credenti, cercano segni, cercano realizzazioni, efficienza, risultati; ma la Chiesa continua a predicare Cristo crocifisso, potenza di Dio e sapienza di Dio ( cf 1 Cor 1,22-23 ).

( Cfr. Il Potere della Croce di R. Cantalamessa )

La carità è la virtù più nobile in mancanza della quale siamo nulla

Facendo l'analisi della carità san Paolo la suddivide nei suoi elementi, che sono le virtù delle quali si parla ogni giorno, cose che possono essere messe in pratica da ogni individuo, qualunque sia il posto che occupa nella vita.

Esaminando questa analisi vi accorgerete che sono tante piccole cose, tante virtù ordinarie, quelle che costituiscono il summum bonum.

Lo spettro della Carità ha nove componenti:

Pazienza « La Carità è paziente ».

Benignità « La Carità è benigna ».

Generosità « La Carità non è invidiosa ».

Umiltà « La Carità non si vanta, non si gonfia ».

Rispetto « La Carità non manca di rispetto ».

Altruismo « Non cerca il proprio interesse ».

Dolcezza « Non si adira ».

Magnanimità « Non tiene conto del male ricevuto ».

Sincerità « Non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità ».

Pazienza, benignità, generosità, umiltà, rispetto, altruismo, dolcezza, magnanimità, sincerità: costituiscono il dono supremo, la statura dell'uomo perfetto.

Notate che tutte sono in rapporto con l'uomo, in rapporto con la vita, in rapporto con l'oggi che ben conosciamo e col domani che ci aspetta e non con la misteriosa eternità.

( Cfr. La cosa più grande del mondo di E Drummond )

Meditazione sulle piaghe sanguinanti e trionfanti di Gesù, porte del cielo

La volontà di Dio è che si metta a profitto il periodo di pace dato in diverse parti del mondo per stabilire la glorificazione di Gesù Crocifisso e Risorto, mettendo nelle sue divine piaghe il più gran numero possibile di uomini, soprattutto i giovani, per preparare il mondo ad affrontare in modo utile alla salvezza gli sconvolgimenti che precederanno la rinnovazione di tutte le cose.

« Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo » ( Lc 21,36 ).

Coloro che non saranno uniti alle Sante Piaghe di Gesù e ai dolori della sua Santa Madre avranno grandi difficoltà a perseverare nella fede.

Lc 18,8: « Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? ».

Prostratevi spesso dinanzi a queste piaghe divine, consideratele come la sorgente della vostra eterna salvezza; mettete la vostra mano nella piaga del costato ( Gv 20,27 ), imitando san Tommaso, non soltanto per irrobustire la vostra fede, ma per penetrare - se fosse possibile - fino al Cuore di Gesù e da lì far passare nel vostro i sentimenti di una pazienza veramente cristiana, di una rassegnazione completa, di una conformità perfetta alla divina volontà.

( San G.B. de La Salle, Med 28,3 ).

"Lascia le tue reti e vieni con me"