All'alba già risplende la croce

N° 1 - Dicembre 2000

Cari amici,

alla fine di questo Anno Santo, a tutti i membri del Movimento Adoratori inviamo il primo numero di questo foglio: vuole essere un piccolo aiuto per risvegliare nei nostri cuori l'amore a Gesù Crocifisso e l'amore per la S. Messa, rinnovazione quotidiana del sacrificio di Gesù sul Calvario.

Buon natale e felice Anno Nuovo!

All'alba, già risplende la croce

Entrando nel mondo, Cristo dice: "Tu, Padre, non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo mi hai preparato.

Allora ho detto: ecco io vengo a fare, o Dio la tua volontà" ( Sal 40,7-9 ).

Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del Corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.( Eb 10,5-10 )

Così scrive il testo ispirato della Lettera agli Ebrei. Dunque, quando il Figlio di Dio entra nel mondo, incarnandosi nel seno purissimo di Maria, già si offre al Padre in sacrificio.

Quando il suo ingresso nel mondo si manifesta, mediante la sua nascita, Gesù Bambino, il Figlio di Dio fatto uomo, è già l'Offerto al Padre.

È venuto nel mondo per offrire a Dio se stesso come adorazione, l'adorazione che gli è stata negata dal primo uomo e dagli uomini peccatori.

L'adorazione fino al sacrificio di se stesso sulla croce, in espiazione dei peccati del mondo, per meritarci la vita divina della grazia santificante, il Paradiso.

Il piccolo Gesù, che nasce povero e viene deposto in una mangiatoia, adorato dai pastori e dai magi, ma quasi subito perseguitato e cercato a morte da Erode, profugo in Egitto, nascosto quasi come un esule nella casa di Nazareth, mescolato in mezzo agli altri ragazzi come uno di loro, assai presto esperto del lavoro e della fatica, delle asprezze dell'esistenza e delle lacrime … è gia la Vittima che si prepara al sacrificio, anzi già si sta sacrificando a gloria del Padre e per la nostra salvezza.

Quando prega con i salmi, Egli sa che in essi è la sua voce stessa che parla al Padre:

"Un corpo mi hai preparato. Allora io ho detto: ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà".

Tutto il suo cammino è cammino verso la croce: Egli non attende altro che questo compimento per cui è venuto, Egli non sogna che questo battesimo di sangue e di fuoco.

Il Vangelo dell'infanzia si chiude nel tempio di Gerusalemme quando, dodicenne, stupisce i dottori per la sua sapienza e ai suoi risponde: "Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? " ( Lc 2,49 ).

Delle cose del Padre, Egli sicuramente ha parlato con i dottori, ai quali, nell'attesa messianica in cui vivevano, che cosa mai poteva interessare se non la venuta del Cristo, la sua missione nel mondo?

Si può con fondamento pensare che Gesù con loro abbia parlato del Messia mandato da Dio, inviato a compiere il sacrificio predetto da Isaia e da Geremia.

La sua conoscenza dei Profeti, eccezionale, straordinaria, ha stupito i saggi d'Israele, tanto più se Egli avesse fatto intravedere che questa missione doveva compiersi mediante il sacrificio.

Ma già Simeone, nel tempio, quando Lui era stato presentato a Dio, bambino piccolissimo ( Lc 2,22-35 ), l'aveva indicato a Maria come "rovina e risurrezione di molti", come "segno di contraddizione", per cui "una spada avrebbe trafitto la sua anima di madre".

Dunque, è prevista una tragedia, una strada di passione che subito inizia con il suo ingresso nel mondo, un vertice di sangue.

Gesù, fanciullo, è già Sacerdote e Ostia del sacrificio.

La sua vita fin dall'alba è storia di amore e di pianto, di lacrime e sangue: la Redenzione.

Gesù al posto mio e io con Lui.

Il suo sacrificio rimane eterno, non tramonta mai: Vittima, anche nella gloria.

L'adorazione a Dio, la redenzione dell'uomo sono compiute solo dal Crocifisso, dal suo sacrificio.

P.M.

Dagli scritti di Fratel Teodoreto

La S. Comunione è il Sacramento per eccellenza; "il SS.Sacramento" perché essa non ci dà solo la grazia ma racchiude l'Autore stesso della grazia.

Essa è un mistero di fede e un mistero d'amore.

È il più grande mistero della religione che suppone la Transustansazione e ci assicura la presenza reale di Gesù Cristo tutto intero, Corpo, Sangue, Anima e Divinità sotto le specie del pane e del vino.

Tutta la nostra vita cristiana tende all'Eucaristia come al suo centro; il battesimo già ci orienta nello spirito della Chiesa ( Cf. S.Tommaso III.73,3 ).

Tutti gli altri sacramenti non sono che derivazioni di questa Sorgente.

Essi preparano l'uomo a ricevere o a consacrare l'Eucaristia.

L'Eucaristia è la completa consumazione dell'Incarnazione e le fa portare tutti i suoi frutti d'unione.

Nostro Signore è non solo il nostro modello, la nostra vittima, ma è anche la nostra inseparabile vita.

Facendosi uomo Egli prese la nostra natura, dandosi a noi; nell'Eucaristia, Egli prende ciascuno di noi e se lo incorpora per vivificarlo.

Così ogni uomo è chiamato ad una unione fisica col suo Capo, unione che si rinnova continuamente e se si può tutti i giorni.

Tale unione è transitoria, ma i suoi frutti restano impressi non solo nelle anime nostre, ma anche nei nostri corpi e sarà il principio della Risurrezione.

Si dovrà, sotto apparenze comuni, credere al Mistero divino; nell'Eucaristia specialmente ci vuole tutta la grazia del Padre per far superare agli uomini quelle apparenze che urtano i sensi.

Nessuno può, col proprio sforzo, elevarsi fino a tale fede, certamente Dio porge all'uomo la sua mano onnipotente e non desidera che di sollevarlo, ma pure bisogna stringere questa mano divina e lasciarsi da essa portare.

( dal Quaderno 3° di Fratel Teodoreto Garberoglio, pp. 101-102 )

Dagli scritti di Fra Leopoldo

La vigilia del SSmo Natale, mattina, sono le ore 6,30, in cui si suole celebrare la prima santa Messa, e mi dispongo nel nome santo di Dio a andare a ricevere Gesù nella Santa Comunione.

Compiuto l'atto, devoto mi porto nel banco assegnato in coro.

Là, col mio Gesù, meditavo la carità, la benevolenza che ha Gesù per le sue creature, ringraziandolo con tutta l'effusione del mio povero cuore del grande dono che fa a noi il Signore: non basta tutto il mondo a ringraziarlo.

E, nella strettissima intimità, l'amabilissimo Signore Gesù Crocifisso mi disse …( sentite voi, carissimi in Dio pii lettori, che avete il dono di essere ascritti alla pia e gloriosa Unione del SSmo Crocifisso, e tutta la Pia Unione, e fatene soave tesoro! ) mi disse se io ero contento di Lui!

Oh, le meraviglie di Dio! quanta degnazione! Quanta gioia porta nei cuori dei Suoi devoti fedeli!

Ma può darsi cosa simile?!

Il Signore abbassarsi, annichilirsi a un povero peccatore quale io sono, pieno d'imperfezioni e di miserie?!

Oh, nel SSmo Gesù Crocifisso e nella Santa Comunione da quel Cuore trafitto quante grazie e quanto amore confidenziale, o Amore santissimo, da far sbalordire il mondo intero!

Ecco le precise parole che Gesù nella Santa Comunione mi disse: "Leopoldo, sei contento di Me?"

Ritorno di nuovo nel Santuario la sera appresso, rammento a Gesù il bene, la carità, la misericordia che ha verso di me, dicendogli:

O mio amato buon Gesù, e chi non è contento di Te?!

Dal Santo tabernacolo mi fece sentire che molti, moltissimi non lo vogliono! ( detti di Gesù Sacramentato ).

( dal Diario di Fra Leopoldo Musso, vol. IV, n. 1938, 24 dic. 1918 )