Fr. Teodoreto e Sant'Ignazio

N° 33 - Gennaio 2004

Amore Carissimi amici, proseguiamo in questo numero con una riflessione sulla spiritualità di Fratel Teodoreto ( Vinchio d'Asti 9.2.1871 - Torino 13.5.1954 ), in occasione del 50° anno dalla sua morte.

Fr. Teodoreto ci invita ad utilizzare le vie ordinarie, come gli esercizi di Sant'Ignazio - per liberare la nostra volontà dalla catena del vizio e sviluppare la Grazia - e nel contempo ci propone di leggere e fare nostri i colloqui straordinari di Fra Lopoldo con il Signore Gesù e con Maria SS.ma.

Fr. Teodoreto e Sant'Ignazio

Uno dei principali problemi che l'educatore cristiano del XXI secolo è chiamato ad affrontare consiste nella "schizofrenia interiore" che lacera gli animi delle nuove generazioni, impedendo l'avvento della "nuova e santa generazione" promessa da Fra Leopoldo.

L'edonismo individuale più sfrenato si accompagna alle buone intenzioni di un umanesimo collettivo, che dovrebbe realizzarsi senza intaccare minimamente gli egoismi personali: cosa, ovviamente, impossibile.

Il "crepuscolo e il declino dell'Italia" di cui parlano da tempo gli organi della stampa ( si veda la rivista "Internazionale" ) non ha radici economiche e non riguarda esclusivamente il mondo del lavoro.

Le tragedie della droga che, anche di recente, hanno colpito il mondo dello sport agonistico, da molti considerato un'isola di moralità nel mare della corruzione sociale, sono la spia di un malessere generale che lacera "ab intra" lo spirito dei giovani.

Fra Leopoldo insisteva molto sull'"animo scomposto" dei ragazzi, sulla loro "debolezza" interiore, e negli appelli per la salvezza dell'Italia aveva forse intravisto quella grande "crisi di valori" che avrebbe funestato il mondo occidentale alla fine degli anni '60 ( un dissesto generazionale che mise a dura prova il Catechista Claudio Brusa, responsabile del centro spirituale di Baldissero Torinese ).

Dal canto suo, Fr. Teodoreto preparò i Catechisti ad affrontare le sfide dei "tempi moderni" non tanto sul versante dello scontro ideologico-politico, quanto su quello della lotta all'"indifferentismo" religioso che, con una lettura più prettamente filosofica, oggi possiamo collegare al dilagante nichilismo.

In proposito, va ricordato un fatto dalle connotazioni misteriose e inquietanti: Friedrich Nietzsche, il falso profeta nichilista della "morte di Dio", lavorò e visse per un certo tempo ( aprile 1888 – gennaio 1889 ) a Torino, proprio quando Fr. Teodoreto, terminato il suo noviziato a La Villette, entrava nello Scolasticato di Grugliasco ( TO ).

Sono i mesi in cui, il pensatore tedesco, colto da una dissacrante follia, cominciò a firmarsi "il Crocifisso".

Non sottovalutiamo la portata simbolica e metastorica di questi episodi.

Qualche autore ha definito il filosofo tedesco come "l'asceta rovesciato", la negazione blasfema di ogni spirito di devozione.

In anni recenti, la blasfemia niciana è passata dai circoli letterari alla cultura di massa, ma … anche la semenza gettata da Fratel Teodoreto si è propagata nel mondo.

Ebbene, rispetto alla luciferina "volontà di potenza" esaltata da Nietzsche, Fr. Teodoreto, fin dal 1913, propose ai suoi giovani "l'offerta della volontà".

A questo fine, fu più volte chiamato a dirigere gli esercizi di Sant'Ignazio, il cui senso profondo risiede proprio nel "vincere se stessi".

Un motto che sembra fatto apposta per imbrigliare quella pericolosa istintualità che, oggigiorno, sempre più spesso, si scatena tra le mura domestiche con fatti di inaudita violenza.

Tuttavia, il valore degli esercizi ignaziani va ben oltre il semplice autocontrollo.

Milioni di Italiani, nel tempo libero, affollano le palestre per praticare le attività fisiche più disparate e smaltire i chili di grasso in eccesso.

Nulla da obiettare. Esiste, però, anche l'"obesità" dello spirito che soffoca la nostra libertà, deprime le nostre qualità e ci espone alle trappole del nichilismo, impedendoci di saltare oltre la cortina delle nostre meschinità.

Ogni uomo, a causa del peccato originale, perde la naturale docilità allo Spirito Santo, in quanto i "muscoli" delle sue facoltà, infiacchiti dal peso dell'egoismo e della concupiscenza, incontrano mille ostacoli nella "buona salita".

Per porre un rimedio a questo genere di "patologia" e sviluppare la grazia santificante ricevuta nel battesimo, sant'Ignazio sottopone la volontà ad un'energica riabilitazione, dalla quale l'esercitante ricava una libertà prima sconosciuta: quella di gestire al meglio le proprie facoltà.

Il titolo originale degli exercitia spiritualia recita così: "Esercizi spirituali con cui l'uomo è guidato per poter vincere se stesso e mettere ordine nella propria vita con una determinazione che sia libera da affetti disordinati".

Bisogna stare attenti a non equivocare: non si tratta di eliminare la nostra volontà, ma di svincolarla dalle catene del vizio.

I cristiani non sono degli automi, semplicemente, proprio come Gesù nell'orto di Getsemani, scelgono di ricercare la volontà di Dio e di eseguirla con la massima "prontezza": "Padre non la mia, ma la tua volontà sia fatta" ( Mt 26,36 ).

Tuttavia, per arrivare alla determinazione esemplare di Gesù, il singolo sforzo personale è assolutamente inadeguato.

Occorre l'intervento della grazia che deve essere richiesto attraverso la preghiera; ma questa sarà tanto più efficace quanto più fondata sull'intimità col Crocifisso descritta da Fra Leopoldo nel suo diario.

Qui la mistica di Fra Leopoldo incrocia, vivifica e corrobora gli esercizi1 di sant'Ignazio.

In effetti, più di una volta, Fr. Teodoreto paragona i colloqui con Fra Leopoldo agli esercizi di Sant'Ignazio.

Il francescano accede alla conoscenza della volontà di Dio per vie straordinarie, ma la via ordinaria indicata dagli esercizi non è molto diversa: l'esercitante, come Fra Leopoldo,

1) combatte la passione dominante;

2) educa la volontà al pieno dominio sugli affetti disordinati;

3) chiede con la preghiera la grazia di conoscere la volontà di Dio;

4) decide con piena determinazione di conformare la propria volontà ( opportunamente fortificata ) alla volontà di Dio.

Fra Leopoldo raggiunge in modo più diretto e immediato ( l'esperienza mistica è anche questo ) quegli stessi obiettivi che Fr. Teodoreto consegue mediante la via lunga, meditata e ragionata degli esercizi spirituali ignaziani.

La sostanza di fondo però non muta.

Certo, non tutti possiamo conoscere la volontà di Dio dalla viva voce di Gesù, tutti però possiamo provare a combattere gli affetti disordinati che ci fanno deviare dal vero Bene.

Solo così potremo ricomporre gli animi lacerati dalle nevrosi2 e dai falsi bisogni della civiltà moderna.

Stefano Pizzio


1 C'è anche un altro punto di convergenza: A. Wallenstein O.F.M., autore piuttosto noto in ambito lasalliano, nella "Guida pratica alla perfezione cristiana" invitava a conciliare "i cinque punti dell'esame di coscienza all'Adorazione alle cinque Piaghe di Gesù".

2 Lo studioso gesuita Maurice Giuliani, rivalutando l'applicazione degli esercizi alla vita quotidiana, propone il ritorno all'"unità del cuore".