La peccatrice

Lc 7,36-50

L'altro episodio che mette a tema il comportamento amoroso e salvifico di Gesù si svolge all'interno della casa di un fariseo, che lo aveva invitato a mangiare da lui ( cf. Lc 7,36 ).

Nei racconti evangelici sono frequenti i casi in cui Gesù partecipa a un banchetto.

Accettava volentieri anche gli inviti che gli venivano fatti dai pubblicani e dai peccatori; anzi, possiamo dire che preferiva soprattutto sedere a mensa con queste persone, per entrare in comunione con loro e far sperimentare loro la vicinanza, la misericordia e il perdono di Dio.

Emblematici a questo riguardo sono il pasto consumato a casa di Levi, il pubblicano che aveva chiamato alla sua sequela ( Lc 5,27-32 ) e le aspre critiche rivoltegli dai farisei e dagli scribi, i quali « mormoravano dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro" » ( Lc 15,2 ).

Queste critiche offrono uno spunto molto interessante per riflettere sull'agire misericordioso di Gesù: egli non si limita a dare e a garantire il perdono dei peccati.

Fa di più: « accoglie ».

Cioè, apre il cuore e crea le condizioni per far entrare in comunione con Dio, per donare in abbondanza la ricchezza della misericordia di Dio, il quale si fa prossimo di chi è nel bisogno e di chi è lontano, o si è allontanato da lui.

« Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati » ( Ef 2,4-5 ).

Gesù, quindi, si trova a tavola, insieme ad altri commensali.

Ma tutta la sua attenzione è rivolta a una donna, « una peccatrice di quella città », che – vincendo ogni pregiudizio e ostilità – aveva trovato il coraggio di entrare nella casa del fariseo portando con sé un vaso di profumo ( Lc 7,37 ).

Si accosta a Gesù, ma non osa guardarlo in viso: si mette dietro a lui, presso i suoi piedi, e comincia a bagnarli di lacrime, poi li asciuga con i capelli e, infine, li bacia e li cosparge di profumo ( Lc 7,38 ).

L'evangelista descrive con accuratezza una serie di gesti che si muovono secondo un crescendo che va dall'omaggio umile e rispettoso all'espressione di un affetto sorprendente, di una fiducia piena di speranza.

Sono gesti con i quali la donna vuole far capire a Gesù che gli sta chiedendo qualcosa di molto importante.

Ma non dice una parola; si esprime con quei gesti e con le lacrime.

È il linguaggio di un cuore pentito, che brama di essere curato e guarito dalla misericordia di Dio.

Se le lacrime manifestano il pentimento interiore che aveva spinto la donna fino a cercare il contatto fisico, diretto con Gesù, i baci e l'unguento profumato significano la grande fiducia che nutre in lui, accompagnata già da un evidente sentimento di gratitudine.

Confida totalmente nella sua disponibilità ad accoglierla e nella sua autorità di Messia che perdona i peccati.

Il profumo si spande e se ne gusta l'odore aromatico.

Gesù gradisce quel profumo e i sentimenti che porta con sé.

Ora tocca a lui.

Comincia da lontano, o, meglio ancora, dalla persona che in quel momento è quella più « lontana » da lui, pur avendolo invitato a pur standogli accanto.

Infatti, il fariseo si era nell'atteggiamento di chi, non comprendendo, non sa fare altro che giudicare e condannare.

Il suo metro di giudizio è davvero miope!

« Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice » ( Lc 7,39 ).

Registriamo più di una analogia con l'episodio di Zaccheo.

Anche in questo caso chi giudica dimostra di avere un cuore davvero meschino e una mentalità ottusa, perché, oltretutto, dimostra di non avere capito nulla a proposito di Gesù, dal momento che dubita perfino della sua autorità profetica.

Emergono così due prese di posizione contrapposte, già ben evidenziate: alla fede della donna – che Gesù metterà in risalto alla fine dell'episodio ( Lc 7,50 ) – si contrappone l'incredulità del fariseo.

Ma Gesù « sa » molto più di quanto il fariseo possa immaginare.

Lui riesce a guardare nel profondo di ogni cuore: come ha saputo scrutare il cuore della donna, lo stesso era accaduto nel caso del fariseo.

Infatti, non solo non gli era sfuggita la mormorazione che questi aveva fatto « tra sé », ma aveva osservato attentamente anche come si era comportato nei suoi riguardi fin da quando ne aveva varcato la soglia di casa.

Perciò, mettendo in atto una raffinatezza pedagogica e sapienziale che dice tutta la sua autorità di « maestro », coinvolge il fariseo in un dialogo didattico dai toni amichevoli – si rivolge a lui chiamandolo per nome: Simone ( cf. Lc 7,40 ) – conducendolo progressivamente a fargli prendere coscienza che, tra lui e quella peccatrice, chi lo ha onorato e riconosciuto veramente come Messia e Salvatore è proprio la donna.

L'insegnamento è basato su un paragone, modulato da una piccola parabola, che pone la donna e il fariseo sullo stesso piano: entrambi sono debitori, anche se in misura diversa – cinquecento denari l'uno, cinquanta denari l'altro – ed entrambi ottengono il condono da parte del creditore.

Spontaneamente e logicamente, quest'ultimo sarà amato di più da colui al quale ha condonato di più ( Lc 7,40-43 ).

Facendo leva sulla risposta data dal fariseo, il quale da prova di aver giudicato bene, Gesù replica mettendolo ora direttamente a confronto con la donna.

Il confronto ha come oggetto tutti quei gesti con i quali un ospite deve essere onorato: l'ospite – il creditore – è lui, Gesù.

Simone viene messo di fronte a tutta una serie di inadempienze, che denotano una colpevole mancanza di attenzione e di rispetto: non ha dato a Gesù l'acqua per i piedi, non gli ha dato un bacio di saluto, non ha unto con olio il suo capo.

La donna, al contrario, non solo ha fatto tutto questo, ma ogni gesto è stato maggiorato da un'intensità continuativa e dal fatto che ha compiuto più di quanto era richiesto o dovuto.

La conclusione, allora, è un giudizio inequivocabile: « Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

Invece colui al quale si perdona poco, ama poco » ( Lc 7,47 ).

In che senso la donna ha « molto amato »?

La risposta viene da sé: è contenuta nella descrizione dei gesti compiuti nei riguardi di Gesù, da lei onorato – accolto! – come si deve fare con un ospite di riguardo; anzi, con colui che è l'Ospite di riguardo per eccellenza, essendo il Messia e il Salvatore misericordioso mandato da Dio.

La risposta, quindi, non è elaborata con un discorso astratto, fatto tanto per ragionare su cosa significa amare e amare molto, ma senza lasciarsi coinvolgere in un cammino di conversione.

Tutto quello che la donna peccatrice ha fatto insegna a cercare il contatto, l'incontro diretto e immediato con Gesù: si tratta di avere il coraggio di « toccarlo ».

Gesù non si sottrae al contatto.

Al contrario, lo gradisce e vi corrisponde.

Come? Donando e garantendo quanto la donna si aspettava da lui, da Dio per mezzo di lui: il perdono dei peccati e la grazia di una vita nuova, quella concessa a quanti entrano a far parte del Regno di Dio.

Dopo aver parlato a Simone, ora Gesù si rivolge direttamente alla donna e le manifesta tutto il suo amore salvifico, restituendole la dignità e la bellezza deturpate dal peccato.

« Poi disse a lei: "I tuoi peccati sono perdonati" » ( Lc 7,48 ).

La donna può assaporare ormai il gusto inebriante infuso dall'amore con cui Gesù l'ha accolta.

E mentre ascolta la dichiarazione di perdono del Signore, il suo sguardo è illuminato dalla gioia procurata da un incontro che le ha cambiato la vita, per sempre.

La dichiarazione così autorevole fatta da Gesù crea un certo scompiglio tra i commensali, i quali « cominciarono a dire tra sé: "Chi è costui che perdona anche i peccati?" » ( Lc 7,49 ).

Questa reazione, pur avendo una certa intonazione di incredulità, sta a dire che comunque Gesù ha aperto una breccia nel cuore di tutti i presenti, i quali, prima o poi, dovranno prendere posizione nei suo riguardi.

Infatti, il perdono dei peccati è un atto che spetta solo a Dio, e chi è Gesù in rapporto a Dio, dal momento che avanza la pretesa di avere un potere di questo genere?

La risposta viene insegnata dalla storia della donna che ha avuto molta fede – mostrata chiaramente dal suo molto amore – e, per questo, è stata salvata.

Ora è in grado di cominciare una nuova vita.

« Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; va' in pace » ( Lc 7,50 ).

Vincenzo Battaglia