XIII stazione |
Dal Vangelo secondo Matteo 27,55.57-58; Mt 17,22-23
C. C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.
Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù.
Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.
C. Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro:
V. « Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà ».
C. Ed essi furono molto rattristati.
Il delitto è compiuto: noi abbiamo ucciso Gesù! ( Zc 12,10 )
E le piaghe di Cristo bruciano nel cuore di Maria, mentre un solo dolore abbraccia la Madre col Figlio.
La Pietà! Sì, la Pietà grida, commuove e ferisce anche chi è solito fare ferite.
La Pietà! A noi sembra di aver compassione di Dio e invece – ancora una volta – è Dio che ha compassione di noi.
La Pietà! Il dolore non è più disperato e mai più lo sarà, perché Dio è venuto a soffrire con noi.
E con Dio si può disperare?
O Maria, in quel Figlio tu abbracci ogni figlio e senti lo strazio di tutte le mamme del mondo.
O Maria, le tue lacrime passano di secolo in secolo e rigano i volti e piangono il pianto di tutti.
O Maria, tu conosci il dolore… ma credi!
Credi che le nuvole non spengono il sole, credi che la notte prepara l'aurora.
O Maria, tu che hai cantato il Magnificat, ( Lc 1,46-55 ) intonaci il canto che vince il dolore come un parto da cui nasce la vita.
O Maria, prega per noi!
Prega perché arrivi anche a noi il contagio della vera speranza.