III stazione |
« Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio ed umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui! » ( Is 53,4-5 ).
La fragilità che ci apre all'accoglienza
É un Gesù fragile, umanissimo, quello che contempliamo con stupore in questa stazione di grande dolore.
Ma è proprio questo suo cadere, nella polvere, che rivela ancora di più il suo immenso amore.
É pressato dalla folla, stordito dalle grida dei soldati, bruciante per le piaghe della flagellazione, colmo di amarezza interiore per l'immensa ingratitudine umana.
E cade. Cade per terra!
Ma in questa caduta, in questo cedere al peso e alla fatica, Gesù si fa ancora una volta Maestro di vita.
Ci insegna ad accettare le nostre fragilità, a non scoraggiarci per i nostri fallimenti, a riconoscere con lealtà i nostri limiti: « C'è in me il desiderio del bene – dice san Paolo – ma non la capacità di attuarlo » ( Rm 7,18 ).
Con questa forza interiore che gli viene dal Padre, Gesù ci aiuta anche ad accogliere la fragilità degli altri; a non infierire su chi è caduto, a non essere indifferenti verso chi cade.
E ci dà la forza di non chiudere la porta a chi bussa alle nostre case, chiedendo asilo, dignità e patria.
Consapevoli della nostra fragilità, accoglieremo tra noi la fragilità degli immigrati, perché trovino sicurezza e speranza.
É infatti nell'acqua sporca del catino del Cenacolo, cioè nella nostra fragilità, che si specchia il vero volto del nostro Dio!
Perciò, « ogni spirito che riconosce Gesù Cristo, venuto nella carne, è da Dio » ( 1 Gv 4,2 ).
Signore Gesù, che ti sei fatto umile per riscattare le nostre fragilità , rendici capaci di entrare in vera comunione con i nostri fratelli più poveri.
Strappaci dal cuore ogni radice di paura e di comoda indifferenza, che ci impedisce di riconoscerti nei migranti, per testimoniare che la tua Chiesa è senza frontiere, vera madre di tutti!
Amen.