VI stazione |
« Il mio cuore ripete il tuo invito: "Cercate il mio volto!".
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza » ( Sal 27,8-9 ).
La tenerezza femminile
Gesù si trascina a stento, ansimando.
Ma la luce sul suo volto resta intatta.
Non c'è offesa che possa opporsi alla sua bellezza.
Gli sputi non l'hanno oscurata.
Gli schiaffi non sono riusciti a spegnerla.
Quel volto appare come un roveto ardente che, più viene oltraggiato, più riesce ad emanare una luce di salvezza.
Scendono lacrime silenziose dagli occhi del Maestro.
Porta il peso dell'abbandono.
Eppure, Gesù avanza, non si ferma, non torna indietro.
Affronta l'oppressione.
É turbato dalla crudeltà, ma Lui sa che il suo morire non sarà vano!
Gesù allora si ferma di fronte ad una donna che gli viene incontro senza nessuna esitazione.
É la Veronica, vera immagine femminile della tenerezza!
Il Signore qui incarna il nostro bisogno di gratuità amorevole, di sentirci amati e protetti da gesti di premura e di cura.
Le carezze di questa creatura si bagnano del sangue prezioso di Gesù e sembrano togliere via gli atti di profanazione che ha ricevuto in quelle ore di torture.
La Veronica riesce a toccare il dolce Gesù, a sfiorarne il candore.
Non solo per alleviare ma per partecipare al suo soffrire.
In Gesù, riconosce ogni prossimo da consolare, con tocco di tenerezza, per giungere al gemito di dolore di quanti oggi non ricevono assistenza né calore di compassione.
E muoiono di solitudine.
Signore Gesù, come pesa il distacco da chi pensavamo ci stesse accanto nei giorni della desolazione!
Ma tu, avvolgici con quel panno che porta impresso il sangue tuo prezioso, che hai versato lungo la via dell'abbandono, che anche tu patisti ingiustamente.
Senza di te, non abbiamo né possiamo dare alcun sollievo.
Amen.