IX stazione

Gesù cade per la terza volta

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

È bene per l'uomo portare un giogo nella sua giovinezza.

Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo impone.

Ponga nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza.

Porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni.

Poiché il Signore non respinge per sempre.

Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo il suo grande amore ( Lam 3,27-32 ).

Cadere a terra non è mai piacevole: cadere più e più volte, poi, oltre che non essere bello diventa anche una sorta di condanna, quasi che non si sia più capaci di restare in piedi.

Come uomo sono caduto troppe volte: altrettante volte mi sono rialzato.

In carcere ripenso spesso a quante volte un bambino cade a terra prima di imparare a camminare: mi sto convincendo che quelle siano le prove generali per quando si cadrà una volta diventati grandi.

Da piccolo ho vissuto il carcere dentro casa: vivevo nell'angoscia della punizione, alternavo la tristezza degli adulti alla spensieratezza dei bambini.

Di quegli anni ricordo suor Gabriella, l'unica immagine di festa: fu l'unica ad intravedere il meglio dentro il mio peggio.

Come Pietro ho cercato e trovato mille scuse ai miei errori: il fatto strano è che un frammento di bene è sempre rimasto acceso dentro me.

In carcere sono diventato nonno: mi sono perso la gravidanza di mia figlia.

Un giorno, alla mia nipotina, non racconterò il male che ho commesso ma solamente il bene che ho trovato.

Le parlerò di chi, quando ero a terra, mi ha portato la misericordia di Dio.

In carcere la vera disperazione è sentire che nulla della tua vita ha più un senso: è l'apice della sofferenza, ti senti il più solo di tutti i solitari al mondo.

È vero che sono andato in mille pezzi, ma la cosa bella è che quei pezzi si possono ancora tutti ricomporre.

Non è facile: è l'unica cosa, però, che qui dentro abbia ancora un significato.

Signore Gesù, per la terza volta cadi a terra e, quando tutti pensano che è la fine, ancora una volta ti rialzi.

Con fiducia ci rimettiamo nelle mani del Padre tuo e gli affidiamo quanti si sentono imprigionati negli abissi dei propri errori, perché abbiano la forza di rialzarsi e il coraggio di lasciarsi aiutare.

Preghiamo.

O Dio, fortezza di chi spera in Te, che concedi a chi segue i tuoi insegnamenti di vivere nella pace, sostieni i nostri passi timorosi, rialzaci dalle cadute delle nostre infedeltà, versa sulle nostre ferite l'olio della consolazione e il vino della speranza.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

Pater noster

Fac ut ardeat cor meum

in amando Christum Deum,

ut sibi complaceam.