Introduzione

Libretto della celebrazione

Le meditazioni della Via Crucis quest'anno sono proposte dalla cappellania della Casa di Reclusione "Due Palazzi" di Padova.

Raccogliendo l'invito di Papa Francesco, quattordici persone hanno meditato sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo rendendola attuale nelle loro esistenze.

Tra loro figurano cinque persone detenute, una famiglia vittima per un reato di omicidio, la figlia di un uomo condannato alla pena dell'ergastolo, un'educatrice del carcere, un magistrato di sorveglianza, la madre di una persona detenuta, una catechista, un frate volontario, un agente di Polizia Penitenziaria e un sacerdote accusato e poi assolto definitivamente dalla giustizia dopo otto anni di processo ordinario.

Accompagnare Cristo sulla Via della Croce, con la voce rauca della gente che abita il mondo delle carceri, è l'occasione per assistere al prodigioso duello tra la Vita e la Morte, scoprendo come i fili del bene si intreccino inevitabilmente con i fili del male.

Contemplare il Calvario da dietro le sbarre è credere che un'intera vita si possa giocare in pochi istanti, com'è accaduto al buon ladrone.

Basterà riempire quegli attimi di verità: il pentimento per la colpa commessa, la convinzione che la morte non è per sempre, la certezza che Cristo è l'innocente ingiustamente deriso.

Tutto è possibile a chi crede, perché anche nel buio delle carceri risuona l'annuncio pieno di speranza: « Nulla è impossibile a Dio » ( Lc 1,37 ).

Se qualcuno gli stringerà la mano, l'uomo che è stato capace del crimine più orrendo potrà essere il protagonista della risurrezione più inattesa.

Certi che anche quando il male e la sofferenza vengono narrati si può lasciare spazio alla redenzione, riconoscendo in mezzo al male il dinamismo del bene e dargli spazio ( cfr Messaggio del Santo Padre per la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali 2020 ).

È così che la Via Crucis diventa una Via Lucis.

I testi, raccolti dal cappellano don Marco Pozza e dalla volontaria Tatiana Mario, sono stati scritti in prima persona, ma si è scelto di non mettere il nome: chi ha partecipato a questa meditazione ha voluto prestare la sua voce a tutti coloro che, nel mondo, condividono la stessa condizione.

Stasera, nel silenzio delle prigioni, la voce di uno desidera diventare la voce di tutti.

Preghiamo.

O Dio, Padre onnipotente, che in Gesù Cristo tuo Figlio hai assunto le piaghe e i patimenti dell'umanità, oggi ho il coraggio di supplicarti, come il ladrone pentito: "Ricordati di me!"

Sto qui, solo davanti a Te, nel buio di questo carcere, povero, nudo, affamato e disprezzato, e ti chiedo di versare sulle mie ferite l'olio del perdono e della consolazione e il vino d'una fraternità che rinsalda il cuore.

Curami con la tua grazia e insegnami a sperare nella disperazione.

Mio Signore e mio Dio, io credo, aiutami nella mia incredulità.

Continua, Padre misericordioso, a confidare in me, a darmi una sempre nuova opportunità, ad abbracciarmi nel tuo infinito amore.

Con il tuo aiuto e il dono dello Spirito Santo, anch'io sarò capace di riconoscerti e di servirti nei miei fratelli.

Amen.