Le indulgenze
La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza.
Che cos'è l'indulgenza?
"L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi.
L'indulgenza è parziale o plenaria, a seconda che liberi in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati".
Le indulgenze possono essere applicate ai vivi o ai defunti. ( CCC 1471 )
Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa bisogna tener presente che il peccato ha una duplice conseguenza.
Il peccato grave ci priva della comunione con Dio e perciò ci rende incapaci di conseguire la vita eterna, la cui privazione è chiamata la "pena eterna" del peccato.
D'altra parte, ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato Purgatorio.
Tale purificazione libera dalla cosiddetta " pena temporale " del peccato.
Queste due pene non devono essere concepite come una specie di vendetta, che Dio infligge dall'esterno, bensì come derivanti dalla natura stessa del peccato.
Una conversione, che procede da una fervente carità, può arrivare alla totale purificazione del peccatore, così che non sussista più alcuna pena.
Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato.
Rimangono, tuttavia, le pene temporali del peccato.
Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato;
deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell' " uomo vecchio " e a rivestire " l'uomo nuovo ". ( CCC 1472 )
1485 La sera di Pasqua, il Signore Gesù si mostrò ai suoi Apostoli e disse loro:
"Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi " ( Gv 20,22-23 ).
1486 Il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo è accordato mediante un sacramento apposito chiamato sacramento della conversione, della confessione, della penitenza o della riconciliazione.
1487 Colui che pecca ferisce l'onore di Dio e il suo amore, la propria dignità di uomo chiamato ad essere figlio di Dio e la salute spirituale della Chiesa di cui ogni cristiano deve essere una pietra viva.
1488 Agli occhi della fede nessun male è più grave del peccato, e niente ha conseguenze peggiori per gli stessi peccatori, per la Chiesa e per il mondo intero.
1488 Ritornare alla comunione con Dio dopo averla perduta a causa del peccato. è un movimento nato dalla grazia di Dio ricco di misericordia e sollecito per la salvezza degli uomini.
Bisogna chiedere questo dono prezioso per sé come per gli altri.
1490 Il cammino di ritorno a Dio, chiamato conversione e pentimento, implica un dolore e una repulsione per i peccati commessi e il fermo proposito di non peccare più in avvenire.
La conversione riguarda dunque il passato e il futuro;
essa si nutre della speranza nella misericordia divina.
1491 Il sacramento della Penitenza è costituito dall'insieme dei tre atti compiuti dal penitente, e dall'assoluzione da parte del sacerdote.
Gli atti del penitente sono: il pentimento, la confessione o manifestazione dei peccati al sacerdote e il proposito di compiere la soddisfazione e le opere di soddisfazione.
1492 Il pentimento (chiamato anche contrizione) deve essere ispirato da motivi dettati dalla fede.
Se il pentimento nasce dall'amore di carità verso Dio, lo si dice" "perfetto";
se è fondato su altri motivi, lo si chiama "imperfetto".
1493 Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, deve confessare al sacerdote tutti i peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver accuratamente esaminato la propria coscienza.
Sebbene non sia in sé necessaria la confessione delle colpe veniali è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa.
1494 Il confessore propone al penitente il compimento di certi atti di "soddisfazione" o di "penitenza", al fine di riparare il danno causato dal peccato e ristabilire gli atteggiamenti consoni al discepolo di Cristo.
1495 Soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto dall'autorità della Chiesa la facoltà di assolvere possono perdonare i peccati nel nome di Cristo.
1496 Gli effetti spirituali del sacramento della Penitenza sono:
- la riconciliazione con Dio mediante la quale il penitente ricupera la grazia;
- la riconciliazione con la Chiesa;
- la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali;
- la remissione, almeno in parte, delle pene temporali, conseguenze del peccato;
- la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione spirituale;
- l'accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano
1496 La confessione individuale e completa dei peccati gravi seguita dall'assoluzione rimane l'unico mezzo ordinario per la riconciliazione con Dio e con la Chiesa.
1498 Mediante le indulgenze i fedeli possono ottenere per se stessi, e anche per le anime del Purgatorio, la remissione delle pene temporali, conseguenze dei peccati.