Gli effetti del Sacramento dell'Ordine
Questo sacramento configura Cristo in forza di una grazia speciale dello Spirito Santo, allo scopo di servire da strumento di Cristo per la sua Chiesa.
Per mezzo dell'ordinazione si viene abilitati ad agire come rappresentanti di Cristo, Capo della Chiesa, nella sua triplice funzione di sacerdote, profeta e re.
Come nel caso del Battesimo e della Confermazione, questa partecipazione alla funzione di Cristo è accordata una volta per tutte.
Il sacramento dell'Ordine conferisce, anch'esso, un carattere spirituale indelebile e non può essere ripetuto né essere conferito per un tempo limitato.
Un soggetto validamente ordinato può, certo, per giusti motivi, essere dispensato dagli obblighi e dalle funzioni connessi all'ordinazione o gli può essere fatto divieto di esercitarli, ma non può ridiventare laico in senso stretto, poiché il carattere impresso dall'ordinazione rimane per sempre.
La vocazione e la missione ricevute nel giorno della sua ordinazione, lo segnano in modo permanente.
Poiché in definitiva è Cristo che agisce e opera la salvezza mediante il ministro ordinato, l'indegnità di costui non impedisce a Cristo di agire.
Sant'Agostino lo dice con forza:
" Un ministro superbo va messo assieme al diavolo;
ma non per questo viene contaminato il dono di Cristo, che attraverso di lui continua a fluire nella sua purezza e per mezzo di lui arriva limpido a fecondare la terra …
La virtù spirituale del sacramento è infatti come la luce:
giunge pura a coloro che devono essere illuminati, e anche se deve passare attraverso degli essere immondi, non viene contaminata ".
La grazia dello Spirito Santo propria di questo sacramento consiste in una configurazione a Cristo Sacerdote Maestro e Pastore del quale l'ordinato è costituito ministro.
Il dono spirituale conferito dall'ordinazione presbiterale è espresso da questa preghiera propria del rito bizantino.
Il vescovo, imponendo le mani, dice tra l'altro:
" Signore, riempi di Spirito Santo colui che ti sei degnato di elevare alla dignità sacerdotale, affinché sia degno di stare irreprensibile davanti al tuo altare di annunciare il Vangelo del tuo Regno, di compiere il ministero della tua parola di verità, di offrirti doni e sacrifici spirituali, di rinnovare il tuo popolo mediante il lavacro della rigenerazione;
in modo che egli stesso vada incontro al nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo tuo unico Figlio, nel giorno della sua seconda venuta, e riceva dalla tua immensa bontà la ricompensa di un fedele adempimento del suo ministero ".
Il soggetto dell'Ordine Sacro è il cristiano battezzato di sesso maschile fornito dei requisiti canonici e morali.
La vocazione divina è la condizione fondamentale.
" Nessuno - dice S. Paolo - può attribuirsi da sé quest'onore, ma solo chi è chiamato da Dio come Aronne ".
E Gesù stesso, la sera del giovedì santo, volle ricordare agli Apostoli questo particolare carattere della consacrazione sacerdotale, dicendo:
" Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi! " ( Eb 5,4 ).
In realtà, il Sacerdozio cristiano non è un mestiere o una professione, che si abbraccia per interesse o per ambizione, e neppure una semplice missione umana che si esercita per un senso di solidarietà e altruismo:
è una missione divina, diretta alla santificazione delle anime, per cui è necessaria una speciale chiamata del Signore.
Il Sacerdote il ministro di Dio , il suo rappresentante, il dispensatore della sua verità e della sua grazia possiede, quindi, una dignità e un potere altissimo, a cui nessuno può aspirare di proprio arbitrio:
sarebbe un'usurpazione sacrilega. ( Gv 15,16 )
Nelle Chiese Orientali, da secoli, è in vigore una disciplina diversa:
mentre i vescovi sono scelti unicamente fra coloro che vivono nel celibato, uomini sposati possono essere ordinati diaconi e presbiteri.
Tale prassi è da molto tempo considerata come legittima;
questi presbiteri esercitano un ministero fruttuoso in seno alle loro comunità.
D'altro canto il celibato dei presbiteri è in grande onore nelle Chiese Orientali, e numerosi sono i presbiteri che l'hanno scelto liberamente, per il Regno di Dio.
In Oriente come in Occidente, chi ha ricevuto il sacramento dell'Ordine non può più sposarsi. ( CCC 1580 )