Conversione
11-3-2007
1) La parola chiave è quella della conversione
2) Dio continua ad agire nella storia di quelle persone, e finalmente se ne accorgono
3) Noi non solo siamo il popolo di Dio, ma molto di più, noi siamo i figli di Dio; siamo il corpo mistico di Cristo
4) Quanti secoli ci sono voluti perché tu oggi possa dire: sono figlio di Dio
5) Oltre a quello che Dio ha già fatto non si può immaginare nient'altro che non il ritorno di Gesù
6) Ci ha regalato la vita divina, siamo essenzialmente delle persone umane e per partecipazione, divini
7) Perché tu possa essere veramente figlio di Dio, sempre di più, si fa mangiare da te
8) Vivi manifestando Gesù Cristo che vive in te, e tu che vivi in Lui
9) Ti cambia l'essenza, ti fa diventar alter Christus, e si chiama: Ordine Sacro
10) Tutto ricapitolato in Cristo passa attraverso di noi, la nostra opera di catechesi
11) Ed ecco tutto questo cammino si chiama conversione
12) Tutto, di noi, deve diventare trasparente, perché si veda dentro di noi la presenza di Gesù Cristo
13) Tagliarlo non è che una normale conseguenza di ciò che già c'è dentro di lui, ossia la morte
14) La morte è l'Inferno, è non fare niente per camminare verso Dio
15) Il peccato è dare importanza alle creature e distogliere l'attenzione da Dio
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù, circa quei Galilei il cui sangue, Pilato, aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola Gesù rispose: Credete che quei Galilei fossero più peccatori?…".
Omelia
La parola chiave è quella della conversione.
La parola del Vangelo ci parla di conversione; la parola della prima lettura, dal Libro dell'Esodo, ci parla di Dio che irrompe nella vita di Mosè che da quel momento, cambia tutta la sua vita.
E quello che dice San Paolo ai Corinzi, è un ricordo di ciò che Dio ha fatto per loro: "Non voglio che ignoriate tutto quello che Dio ha fatto perché voi poteste giungere a questa situazione".
Ora, la conversione avviene, nel cuore di una persona, quando questa si accorge di tutto quello che Dio ha operato a favore di quella persona.
Finché uno immagina che Dio sia lontano, si interessi solo della grandi cose, non sente tanto il bisogno di Lui, anzi, purtroppo tante volte, le persone sentono una certa ritrosia nei confronti del Signore perché lo immaginano così potente, così grande, maestoso, da sottolinearne soltanto gli aspetti della giustizia, dimenticando che la giustizia è solo una parte della carità.
Poi accade qualche cosa d'importante: che Dio continua ad agire nella storia di quelle persone, e finalmente questi se ne accorgono.
È vero che Dio si è occupato del Suo popolo dal tempo di Mosè, ha sentito il grido di lamento, e quindi si fa conoscere come un Dio che c'è, non come un Dio distaccato, dice: "Io sono colui che sono".
Dire io sono colui che sono, non vuol dire sono colui che esiste; ma nel linguaggio ebraico aveva anche questo significato: io sono colui che sarò.
Il che vuol dire questo: io sono colui che ti dimostrerà, con i fatti, chi è.
E questo vuol dire: io sono colui che sta al tuo fianco, e te ne accorgerai, e mi conoscerai per questo motivo.
E quindi tutti i grandi eventi che si riferiscono alla storia di Israele, sono una dimostrazione di tutto quello che Dio vuole fare a favore del Suo popolo.
Certo noi siamo più fortunati di loro, perché mentre a quei tempi gli uomini al più potevano pensare, potevano sognare di dire: voglio far parte del popolo di Dio.
La situazione che viviamo noi oggi è estremamente più grande, perché noi non solo siamo anche il popolo di Dio, ma molto di più, noi siamo i figli di Dio; siamo il corpo mistico di Cristo, in cui Lui è il capo e noi siamo le membra.
Non c'è una rivelazione e un'alleanza più grande di questa, infatti questa è: la nuova ed eterna alleanza.
Che vuol dire ultima e definitiva? Infatti Dio ha fatto di noi non solo il Suo popolo, non solo le sue creature speciali, di noi ha fatto essere suoi figli; di più ancora, noi siamo il figlio di Dio.
E questo non si può esprimere in maniera diversa nelle nostre lingue, ma il significato è questo: che ciascuno di noi è il figlio di Dio, perché con il battesimo siamo una cosa sola con, per, e in Gesù Cristo, e quindi siamo il figlio di Dio, e nello stesso tempo siamo il corpo di Cristo che è la Chiesa.
Ognuno di noi è Chiesa perché è legato a Gesù Cristo in un modo unico e indissolubile, per quello che Lui ha fatto per me, per te e per tutti noi.
Quindi la nostra situazione diceva, giustamente, S. Paolo in questa lettera ai Corinzi, "Siamo ormai negli ultimi tempi".
Tutte queste cose, però diceva lui, accaddero a loro come un esempio, e sono state scritte per noi come un ammonimento, cioè a dire: ricordatevi quello che Dio ha fatto per voi; ricordatevi tutto quello che Dio ha fatto perché tu potessi dire: ecco io sono figlio di Dio.
Se pensiamo quanti secoli ci sono voluti perché tu oggi possa dire: ecco io sono figlio di Dio, ti rendi conto di quanta fu la pazienza del Signore, quante furono le Sue opere, quale fu il Suo impegno perché oggi ognuno di noi potesse dire: ecco io sono il figlio di Dio.
Quindi tutte queste cose per il nostro ammonimento, per noi per i quali è arrivata la fine dei tempi.
Noi non sappiamo quanto sia lunga questa ultima parte del tempo, per adesso è già durata 2000 anni, potrebbe durare altri 2000, 3000, 5000, 8000 anni, oppure potrebbe durare 8 altri minuti.
Tuttavia noi siamo nella fine dei tempi perché?
Perché oltre a quello che Dio ha già fatto non si può immaginare nient'altro che non il ritorno di Gesù, che inaugura la vita eterna.
Perché tutto quello che Dio doveva fare perché noi fossimo veramente Suoi figli l'ha fatto o non l'ha fatto?
L'ha fatto; siamo Suoi figli.
C'è qualche cosa che Dio debba fare per farci crescere ancora da questa situazione, da andare ancora più in alto?
E dove vuoi andare? Vuoi sederti sulla testa di Dio? Più in alto di così!
Lui ti ha fatto essere, diciamo una cosa grossa, ci ha fatti essere Dio.
Perché con il Battesimo noi siamo diventati una cosa sola in Gesù Cristo, e Gesù Cristo non è Dio?
Se noi siamo il Figlio di Dio, il Figlio di Dio non è forse la seconda persona della Santissima Trinità?
Certo Lui lo è in modo essenziale, cioè Lui è essenzialmente Dio ed è anche essenzialmente uomo, perché il Verbo di Dio si è fatto carne, però senza smettere di essere Dio.
Vero uomo senza smettere di essere vero Dio.
Ci ha regalato la vita divina, per cui noi siamo sempre degli esseri umani, siamo essenzialmente delle persone umane e per partecipazione, divini.
Non siamo diventati Dio, noi continuiamo ad essere degli esseri umani, però per un miracolo noi partecipiamo a tutto ciò che Dio è in sé stesso, vi immaginate allora perché Gesù disse ai Suoi apostoli: "Quanti avrebbero voluto vedere ciò che voi vedete, quanti avrebbero voluto ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo videro.
A voi, invece, è rivelato il mistero del Regno dei Cieli".
Rivelare il Mistero del Regno dei Cieli, vuol dire che non è una cosa che noi possiamo capire con la testa perché un mistero è sempre un mistero, cioè è molto più grande della nostra intelligenza.
Un mistero tu non lo puoi capire lo puoi solo contemplare.
Come quando facciamo l'Adorazione Eucaristica, e viene esposto Gesù nel Santissimo Sacramento, e tu che cosa vedi con gli occhi?
Un'ostia. Però nella fede tu vedi un'ostia? Tu vedi Gesù Cristo vero Dio, vero uomo.
Contempli un mistero ma non sai come questo sia possibile, eppure sai che è possibile.
Ora ti dico: pensa al tuo battesimo, quello che ha inaugurato per te i tempi nuovi, gli ultimi tempi, la fine dei tempi.
Cioè dopo il battesimo, che cosa puoi immaginare che Dio possa fare di più, cosa ti può rendere di più di figlio di Dio?
Perché tu possa essere veramente figlio di Dio, sempre di più, si fa mangiare da te, perché vuole che tu sia con Lui una cosa sola: la comunione.
Perché tu possa ricevere tutto il Suo amore, spazza via da te tutti gli impedimenti, si chiama la Confessione.
Perché tu sia come Lui, ti investe con la potenza dello Spirito Santo, e ti trasforma perché tutto quello che è dentro di te diventi come è Lui, si chiama la Cresima.
E da quel momento tutte le cose che tu fai sono unte di Spirito Santo, cioè ripiene di Spirito Santo.
Per cui tutte le situazioni della vita da quel momento lì in poi, sono situazioni in cui tu vivi manifestando Gesù Cristo che vive in te, e tu che vivi in Lui; per cui viene elevata l'unione dei coniugi, e il sacramento del Matrimonio diventa: lo Spirito Santo che consacra la vita ordinaria della famiglia, e la rende straordinaria.
E così c'è l'Unzione degli Infermi che viene a consacrare il tempo difficile della malattia, e dona la virtù della forza, il dono della fortezza per poter essere capaci di affrontare il tempo delle privazioni.
Perché la malattia non è forse il tempo della privazione? Fa piacere a qualcuno la malattia?
E no, vieni privato della tua autonomia in vari ambiti.
E quindi l'unzione degli infermi che non si chiama estrema unzione è la potenza dello Spirito Santo che ti rende capace di testimoniare il tuo essere in Cristo affrontando il tempo della prova con la Sua forza, ricevendo l'abbondanza della Sua misericordia per la tua anima e per il tuo corpo.
Ora dovendo affrontare una prova è evidente che, affrontando questa prova, puoi essere vittorioso in due modi: vittorioso sulla terra, vittorioso nei cieli.
Se sei vittorioso sulla terra, vuol dire che il Signore, con la potenza del Suo Spirito, ha dato nuova vita al tuo corpo che era afflitto dalla malattia.
Se sei vittorioso nei cieli vuol dire che lo Spirito di Dio, con la Sua potenza, ha dato vita al tuo spirito e lo ha reso capace di una grande comunione con il Signore, passando da questa vita all'altra vita, con una pace, una serenità che vengono solo da Dio, perché Egli è il vincitore sul peccato e sulla morte.
Mors et vita duello conflictere mirando, canteremo il giorno di Pasqua con il "victimae de pascali", c'è una grande lotta tra la vita e la morte, c'è un grande conflitto, c'è un grande duello, ma regna il Signore Gesù Cristo che è il Signore della vita.
Ora tutto questo ci porta effettivamente a considerare l'ultimo aspetto che è quella della vita spirituale, di tutto ciò che dev'essere il culto riferito a Dio.
Anche l'azione del culto gode di un sacramento speciale, così speciale che ti cambia l'essenza, come il Battesimo e come la Cresima, e ti fa diventar alter Christus, e si chiama: Ordine Sacro.
Con questo sacramento tu non sei più semplicemente una persona umana qualsiasi, sei battezzato figlio di Dio, sei soldato di Cristo con la Cresima, sei alter Christus per l'Ordine Sacro; così che tutto quello che tu dici, è Gesù Cristo che lo sta dicendo per bocca tua.
Ora tutta questa è l'opera che Gesù Cristo sta facendo per cosa?
Per la pienezza dei tempi, cioè per la conclusione della Storia; sta facendo di tutto per portarci alla fine dei tempi per dire: tutto è ricapitolato in Cristo.
Ora tutto è ricapitolato in Cristo non è come una bacchetta magica: tic, e di colpo tutto è ricapitolato in Cristo.
Tutto ricapitolato in Cristo passa attraverso di noi, la nostra opera di catechesi, cioè di far risuonare la presenza di Dio in tutto il nostro spirito, in tutta la nostra mente, in tutto il nostro corpo, quindi tutte le azioni.
Ed è principalmente quello che noi facciamo, specialmente nei ritiri, perché in quella occasione, noi abbiamo modo di verificar quanto in noi deve essere ancora purificato perché sia totalmente docile alla guida dello Spirito Santo, è sufficientemente chiaro fino a qui?
Ed ecco tutto questo cammino si chiama conversione.
Certo ci sono vari tipi di conversione, c'è la conversione dei burumbu dell'Africa che non sanno neanche che esista Gesù Cristo, lo conoscono, ecco che diventano cristiani.
C'è la conversione di coloro che hanno vissuto lontano dal Signore, poi per qualche meraviglioso miracolo del Signore si accorgono che Gesù esiste e cambiano tutta la loro vita, e da una vita senza fede diventa una vita ricca di preghiera, d'intimità con il Signore ecc…
Però c'è anche la conversione continua, costante, magari non eclatante, non rumoroso, però continua, che è quella che ci riguarda tutti.
La conversione fatta in un continuo discernimento per verificare se, dentro di noi, c'è qualcosa che ci sta sfuggendo; e quindi con un impegno continuo di riportare sempre tutto a Gesù Cristo.
Porre Gesù Cristo al centro della nostra vita.
Si dici in altri termini, che a qualcuno di noi sono più famigliari, la trasformazione in Cristo.
Tutto, di noi, deve diventare trasparente, perché si veda dentro di noi la presenza di Gesù Cristo che guida il nostro spirito, la nostra mente, il nostro corpo; in modo tale che, come un vero discepolo, ognuno che ti incontra possa dire: non ho incontrato te, o incontrato Cristo.
E tu con vera umiltà, senza vanità, senza vantartene possa nella sincerità fare come diceva S. Paolo: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me.
In tutto questo cammino di conversione, ci viene presentata questa parabola del fico, che non produce frutti.
È interessante notare che, in tutto questo, il Signore è colui che si dà continuamente da fare perché questo fico produca frutti, fa di tutto.
Lo pianta al centro della vigna, lo protegge, lo cura ecc… ecc… e poi aspetta.
E quando sarebbe giunto il tempo della giustizia, ancora esercita la sua misericordia e dice: "No aspetta ancora un po', faccio ancora quest'opera straordinaria perché questo cuore si accorga di te, o Padre.
Gli zappo intorno, lo irrigo, gli do il concime, e poi se continuerà a vivere nell'insensibilità, nel distacco, beh allora certo…"
Tagliarlo non è che una normale conseguenza di ciò che già c'è dentro di lui, ossia la morte, perché se uno vive distaccato da Dio, non vive attaccato alla vita, vive attaccato alla morte e quindi è già morto dentro di sé.
La morte esteriore non è nient'altro che la conseguenza della morte interiore.
Certo la morte esteriore di cui sto parlando io si chiama Inferno, non è semplicemente il fatto che uno, a un certo momento, smetta di vivere, quello è normale, a causa del peccato originale la natura si è corrotta e quindi i nostri corpi si consumano, si logorano, si ammalano e si fermano, si chiama: morire.
Ma la morte è diverso dal morire, la morte è l'essenza del morire, è la causa del morire.
La morte è l'Inferno, la morte è la ribellione a Dio, la morte è non fare niente per camminare verso Dio, allora tutto questo produce la conseguenza, ogni azione ha la conseguenza.
La conversione ha una conseguenza si chiama salvezza, si chiama gioia, si chiama pace, si chiama Paradiso.
La non-conversione è come quel tipo che non produce nulla e si chiama Inferno, buio, solitudine, freddo, odio, insulto, e qualunque cosa orribile possa provenire dalla lontananza da Dio.
Oggi il Signore, in questa III Domenica del tempo di Quaresima, ci invita a una riflessione seria: il senso della conversione, aversio ad creaturam et conversio ad Deumt, cioè distrarsi dalla creazione, dalle creature e fissare la nostra attenzione su Dio, questa è la vera conversione.
Mentre il peccato è dare importanza alle creature e distogliere l'attenzione da Dio. In senso generale questa è la suddivisione che vale per tutti.
La nostra conversione, che ci è chiesta dalla parola di Dio oggi, è proprio questa: porre l'attenzione sul nostro cammino, verificare se ci sono ancora delle realtà che ci distolgono dalla nostra autentica comunione con Lui.
Signore donaci una vista spirituale profonda e attenta, poiché è dato che ogni nostra azione ha una conseguenza; rendici capaci di valutare le nostre decisioni, perché sappiamo già, fin da ora, che cosa abbiamo deciso di vivere al termine della nostra vita sulla terra.
Sia lodato Gesù Cristo.