Beatitudini
2-11-2007
1) Prendendo allora la parola li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito"
2) Il rischio? È quello di trasformare la fede in una religione
3) È importante avere un ascolto profondo, e semplice, della parola del Signore
4) Il Signore ci dice: "Beati questi, beati quelli …"
5) Le Beatitudini non sono un discorso che riguarda solo l'aldilà. Ma l'aldilà quando inizia?
6) Non abbiamo mai considerato che siamo noi, qui e adesso che decidiamo?
7) Quelli che sono in Paradiso crescono nella gioia
8) Oggi ricordiamo tutti i nostri fratelli già felici, ma che sono ancora pieni di malinconia e di nostalgia
9) Malinconia perché?
10) Com'erano i santi? Furbi
11) Il puro di cuore
12) Al posto dell'ostia consacrata tu vedrai la presenza del Signore Gesù
Dal Vangelo secondo San Matteo ( Mt 5,1-12 )
"In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e messosi a sedere gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli … "
Lasciamoci toccare dalla parola del Signore in questo giorno così significativo per tutta la Chiesa, perché è il giorno in cui noi ricordiamo tutti i nostri fratelli e tutte le nostre sorelle, che ci hanno preceduti, sono già andati a casa.
Come ricordate ieri era la grande solennità di Tutti i Santi, e abbiamo celebrato la festa di tutti quelli che sono in Paradiso.
Non perché se non gli facciamo una festa loro non sono contenti, chi è in Paradiso non può essere più felice di così, siete d'accordo con me?
Ma celebrare questa festa serve a noi per non perdere mai di vista il sentiero su cui stiamo camminando, per non dimenticare a che cosa ci ha chiamato il Signore Gesù, per rinforzare la nostra speranza perché, sappiamo tutti, vivere nei nostri tempi non è poi così facile, non siamo molto favoriti nel pensare alle cose spirituali, è vero?
Sapete qual è il rischio? È quello di trasformare la fede in una religione.
E cosa intendo dire quando dico questo? Semplice: la fede è un rapporto personale con il Signore, è una relazione affettuosa e affettiva, come Dio che ha lasciato l'immensità della sua gloria e si è fatto uomo, senza smettere di essere Dio.
Mentre la religione è semplicemente un atto di culto, che possiamo avere più o meno organizzato, diciamo: sono gli atteggiamenti esteriori.
Ora una religione è molto difficile che ti cambi il cuore; la fede sì.
Perché nella fede noi siamo messi di fronte a ciò che Dio dice, siamo interpellati nel più profondo da una voce che ci dice: beh, che cosa ne pensi di ciò che Dio ti sta dicendo adesso?
Ecco perché è importante avere un ascolto profondo, e semplice, della parola del Signore; perché qui non è la parola dell'Evangelista, è la parola di Dio che passa attraverso l'Evangelista.
Questo vuol dire che, quello che abbiamo ascoltato, giustamente alla fine di ogni lettura viene detto: parola di Dio; e voi rispondete: rendiamo grazie a Dio.
Purché questo dire: rendiamo grazie a Dio, non sia diventata un'abitudine, cioè che noi lo diciamo, però non ci fermiamo veramente a pensare: il Signore ha detto queste cose, ma se ha detto questo cose vuol dire che sono importanti; mi sono mai soffermato a pensare veramente non, a volte succede, c'è il momento dell'omelia e allora noi dobbiamo subire questo tempo, poi usciti dalla chiesa abbiamo dimenticato tutto.
Ascoltare la parola del Signore significa avere un atteggiamento di ascolto e di custodia.
Che cosa hai ascoltato questa sera che ti porterai a casa?
Tra tutte le parole che sono state lette questa sera, c'è qualche cosa che ti ha colpito, qualche cosa che è entrato nel profondo del tuo cuore?
Non dire: "Ah, ma tanto queste letture le ho già sentite centinaia di volte; lo so è la solita zuppa."
Una parola che esce dalla bocca di Dio, è talmente profonda che ogni volta che tu la senti ha qualche cosa da annunciare.
Aldilà di tutto quello che potremmo fare questa sera.
Qual è il tesoro che tu ti porterai a casa? Certo il Signore potrà venire per consolarti, ti dà un aiuto, che ne so potrebbe anche essere un miracolo per te; non mi stupirei affatto perché se il Dio dell'Universo scende in mezzo a noi nella sua presenza reale eucaristica, c'è da stupirsi che accada il miracolo? Non c'è affatto da stupirsi.
Ne dico una cattiva? Meno male che siete seduti così non cadete per terra.
C'è da stupirsi che non accadano i miracoli, perché vuol dire che non abbiamo abbastanza fiducia in quello che il Signore dichiara: "Parola di Dio", ma sì rendiamo grazie a Dio.
Eppure qui Lui ha detto qualche cosa, e ci sono molte cose che varrebbe la pena di custodire gelosamente nel nostro cuore, ma non ne abbiamo il tempo.
Vorrei soffermarmi solo sul brano del Vangelo che abbiamo ascoltato, che non è affatto nuovo perché l'abbiamo già ascoltato ieri nella solennità di Tutti i Santi, però vengono dette delle cose troppo importanti perché le lasciamo sfuggire.
Il Signore ci dice: "Beati questi, beati quelli …" non sembra che siano tanto beati, non mi sembra che gli afflitti siano tanto beati; a voi sembra di sì?
I poveri di spirito sono tanto beati? I miti, sono beati i miti?
La gente dice: beh quello lì possiamo benissimo scavalcarlo, tanto conta niente.
Allora di fronte a queste affermazioni del Signore, noi non possiamo essere delle persone sciocche che dicono beati, beati, in fondo non sappiamo neanche che cosa significhi.
Beati quanti? Beati perché?
Bene, tra tutte queste otto beatitudini, più una nona che è una sintesi di tutto quello che è contenuto prima, c'è questa che mi piace sottolineare: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio."
Ora uno potrebbe dire: "Sì, sì beati perché nell'aldilà vedranno Dio".
E se noi ci soffermassimo a considerare le Beatitudini pensando che sono cose che si riferiscono all'aldilà, allora saremmo proprio come quei filosofi del '700 che dicevano che la religione è l'oppio dei popoli, o che dicevano che la religione è una ghirlanda di fiori che serve per ornare le catene che tengono prigioniere le masse.
Sono i teorici del materialismo, che portarono al materialismo del XX secolo, al Nichilismo del XIX secolo, e a tutte le varie prese di posizione che portarono poi ai totalitarismi.
Le Beatitudini non sono un discorso che riguarda solo l'aldilà, beninteso: certo che riguardano l'aldilà, ma l'aldilà quando inizia? Quando? Adesso.
Perché se vogliamo un paragone che ci può servire: non è che il giorno prima di partire per le ferie, dobbiamo ancora decidere dove andare, vero?
Non le progettiamo con largo anticipo? E se dobbiamo andare in un paese lontano non ci prepariamo per tempo?
Ora perché mai dovremmo pensare che l'aldilà sia una cosa che decideremo dopo che saremo morti?
O peggio ancora, che l'aldilà lo deciderà Dio dal suo trono giudicando dove dovremo andare? Non è una cosa sciocca?
Non abbiamo mai considerato che siamo noi, qui e adesso che decidiamo dove vogliamo andare a trascorrere tutta l'eternità?
Quindi quello che facciamo adesso, quello che decidiamo adesso ha sicuramente un peso determinante per quello che accadrà dopo.
Per questo dire: beati i puri di cuore perché vedranno Dio, quando vedranno?
Quando saranno morti, ma certo è chiaro che chi è puro di cuore va in Paradiso, e quelli che vanno in Paradiso non vedono Dio? Ma certo.
Anche quelli che vanno all'Inferno hanno visto Dio, lo sapevate?
Quando un'anima muore si presenta davanti allo splendore di Dio, lì si rende conto se è in comunione con Dio o è in guerra con Dio.
E quando si allontana definitivamente da Dio se lo ricorda e questo, dicono alcuni mistici, è il tormento più tremendo che patiscono le anime che sono all'Inferno, perché si ricordano di avere visto Dio, visto il Paradiso, si rendono conto che quella è la cosa che desiderano più di ogni altra cosa, ma sanno anche che l'hanno perduta per sempre.
Quelli che sono in Paradiso, li abbiamo ricordati ieri, contemplano il volto di Dio e ne sono affascinati; e ogni istante che trascorrono nello splendore della mensa di Dio, crescono nella gioia.
Non è come andare a teatro, dove ti siedi in poltrona e vedi Dio, no queste sono delle immaginazioni ridicole che usano nelle barzellette; contemplare Dio significa fare parte della Sua felicità quindi significa crescere sempre nella Sua felicità.
Oggi ricordiamo tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono già felici, ma che sono ancora pieni di malinconia e di nostalgia, perché hanno visto il Paradiso, hanno visto Dio, e sanno di non essere ancora pronti a goderselo.
Sono le anime che si trovano in Purgatorio.
Mentre ieri siamo stati felici per tutte le anime che sono già in Paradiso, chissà tanti dei nostri parenti sono già in Paradiso, sono già santi, sono splendenti come dei cristalli, la luce di Dio li attraversa ed essi risplendono di amore e di pace.
Ma ci sono alcuni che nella loro vita non sono stati esattamente come il Signore voleva, e hanno bisogno di mettere tutto quell'amore che non hanno messo nella loro vita, e il Signore glielo dà.
Come si chiama questa situazione? Purgatorio.
Essi ricevono la misericordia di Dio e possono colmare tutto l'amore che nella loro vita sulla Terra non hanno dato.
Quindi il Purgatorio è una situazione di misericordia di Dio.
Le anime che sono in Purgatorio sono felici, infatti comunemente sono dette le anime sante del Purgatorio.
Tutte hanno visto il Paradiso, hanno visto il volto di Dio e dicono: "Sono salvo.
Un po' di purificazione, ma questo è tutto per me, per sempre."
Però, nello stesso tempo, sono nella malinconia, nella nostalgia.
Malinconia perché? Gli dispiace che nella vita terrena di non aver fatto tutto il bene che avrebbero potuto fare.
Nostalgia, perché si ricordano del Paradiso e non vedono l'ora di andarci.
Il Purgatorio non è una sala d'aspetto, non è un luogo pubblico; è un luogo in cui Dio esercita la sua misericordia, perché il suo cuore è grande.
E prepara tutte le anime a incontrarlo nella pienezza perché possano essere felici, perché non si sentano mai in colpa, le ricorda nel suo cuore e nella sua misericordia.
Ora, siamo inseriti in questo mistero, quando toccherà a me, sarò una persona piena di malinconia e di nostalgia, oppure entrerò direttamente in Paradiso?
Mi pare di sentire, nel profondo dei cuori, che tante persone dicono: "Eh sarebbe bello, ma non è per me", ma perché i santi erano delle persone diverse da noi?
Vi dico una novità, il segreto di Pulcinella: i santi erano persone che facevano i peccati come tutti gli altri, però c'è una differenza erano molto furbi.
Com'erano i santi? Furbi. Perché non dicevano: "Ah ma tanto fanno tutti così, quindi non è più peccato", dicevano così i santi?
Dicevano: "Signore, ti amo talmente che mi dispiace davvero di non avere fatto quello che a te piaceva, e quindi corro subito a chiederti perdono".
I santi si confessavano anche una volta alla settimana.
Quelli che non sono santi, anche oggi, non sentono il bisogno di confessarsi mai, perché dicono:"Non rubo, non ammazzo, che cosa vuoi che sia", come quel famoso fariseo: Io non sono mica come gli altri, io sono migliore degli altri, pensa vado a Messa, pensa faccio la Comunione", poi magari odi tua nuora o tua suocera, non ti parli più con tuo fratello, mantieni una doppia o tripla vita, sei ingiusto e ingannatore, bugiardo e calunniatore, ma cosa vuoi che sia, non rubo, non ammazzo.
I santi erano furbi perché avevano coscienza di che cos'era il peccato.
Il discorso si amplierebbe, ma voglio sottolineare: beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Il puro di cuore non è quello che ci viene da immaginare immediatamente.
Il puro di cuore è una persona che non è doppia, che non è falsa, non è bugiarda, non è un ipocrita.
Il puro di cuore è una persona trasparente, cristallina, semplice come un bambino; per questo è puro di cuore, perché vede Dio.
Oh non è che di notte gli appare il Sacro Cuore o abbia una visione speciale di Dio.
Il puro di cuore è una persona semplice che riesce a vedere la presenza di Dio, vede la mano di Dio, vede il Suo intervento sempre, quotidianamente, nelle persone che incontra e negli eventi che deve affrontare.
Il puro di cuore vede la provvidenza di Dio in azione sempre, il puro di cuore vede Dio accanto a sé, lo vede con gli occhi della fede non con gli occhi della carne.
E se avete fatto attenzione in queste ultime settimane, vi sarete resi conto che la parola di Dio insiste su questo tema; due domeniche fa: "Venite benedetti dal Padre mio, perché avevo fame, avevo sete ecc…" e i giusti diranno: "ma quando mai abbiamo fatto questo Signore?", e Gesù risponde: "Ogni volta che avete fatto queste cose al più piccolo dei miei fratelli, voi l'avete fatto a me."
Le 5 parole: voi, lo, avete, fatto, a, me. Questo è il segreto per una vita santa.
Possiamo diventare puri di cuore? Sì, possiamo.
Quando tu, fra poco, vedrai l'ostia consacrata che viene innalzata, tu vedrai il corpo di Cristo con gli occhi della carne, è vero?
Chiudi gli occhi, al posto dell'ostia consacrata tu vedrai la presenza del Signore Gesù; tu dirai: è fantasia.
Beh chi te l'ha data la fantasia, il diavolo?
Chi ti ha creato così? Te l'ha data Lui la fantasia perché non la usi?
Perché devi usare la fantasia solo per distrarti, la fantasia non ti può aiutare per pregare meglio?
Certo, svegliati, usala, te l'ha data Dio.
Hai provato con i bambini, quando tu li porti in Chiesa e dici: "Uh guarda, lì c'è Gesù dentro il tabernacolo."
I bambini sanno che lì dentro c'è Gesù; una volta c'erano perfino delle immaginette, del bambino che andava a bussare al tabernacolo, per dire: ci sei?
Il bambino è semplice, ci crede alle cose, e tu perché no? Perché non ci devi credere?
Perché tu credi solo a quello che vedi? Beh ti dico una verità: il mondo crede solo a quello che vede.
Il figlio di Dio vedrà quello che crede, se è puro di cuore.
Sia lodato Gesù Cristo.