La vocazione
13-3-2004
Varie forme di aggregazione e gli Istituti Secolari
1) Istituto secolare dell'Unione Catechisti
2) Imparare a conoscerlo
3) Per il credente tutto è esperienza salvifica
4) Il senso di peccato, il senso di colpa
5) Cosa ne farà Dio del nostro passato?
6) Misteri della Chiesa
7) Lucifero - il progetto di Dio sull'uomo
8) Le tentazioni
9) Dio non distrugge ciò che crea
10) Mentalità pragmatica e mentalità ontologica
11) La natura da nostra alleata a schiava
12) La scelta degli angeli
13) Il pensiero di San Michele Arcangelo
14) Bellezza e grandiosità del progetto di Dio cui far partecipare l'uomo
15) Incarnazione - Dio si fa uomo
16) Dio ha bisogno del nostro sostegno, del nostro amore
17) La preghiera sacerdotale nella Messa
18) Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio
19) Incarnazione da parte della carne che riceve il Verbo
20) Tutte le vocazioni fanno riferimento al potere sacerdotale
21) Introduzione del discorso della prossima settimana
Andiamo avanti su quello che è il grande ambito della vocazione all'interno della Chiesa.
Stiamo approfondendo il significato degli Istituti secolari, poiché sono una realtà ancora poco conosciuta nell'orizzonte cristiano e magari conoscendolo meglio può anche darsi che ci sia qualcuno tra voi che senta di voler in qualche modo partecipare a questa forma di aggregazione all'interno della Chiesa, poiché avete anche visto, mi pare che sia stato dato negli avvisi, di come è costituito l'istituto secolare dell'Unione dei Catechisti.
Con grande gioia voi vi ricorderete la settimana scorsa che Leandro ha annunciato che stamattina inizia il corso di formazione per due nuove persone, due nuovi candidati che desiderano entrare nell'istituto secolare.
Io credo che sia un grande segno, una grande gioia per noi tutti perché in un'epoca in cui non si assiste altro che al disfacimento di tutte le esperienze spirituali, invece vediamo che ci sono persone che sentono la chiamata di Dio e intendono aderire a Lui, in un modo secondo a quello che hanno sentito come chiamata.
Tenendo conto di questo è importante che voi sappiate per almeno due ragioni: una ragione potrebbe essere che può darsi che qualcuno tra voi sia interessato, l'altra ragione è che può darsi che qualcuno che voi incontrerete cerchi qualche cosa e non sappia che quel qualche cosa esiste, è vero?
Per cui voi sapete ci sono varie forme di aggregazione e ci sono delle persone buone, che hanno una situazione di famiglia per cui riescono a mediare le due cose ed essere fedeli ad una chiamata del Signore.
Quindi voi imparate bene tutte queste cose, possono servire a voi, possono servire a vostri conoscenti o a delle persone che incontrerete tra virgolette, perché il caso è una cosa molto strana per quel che riguarda le persone umane magari il Signore vi manderà qualcuno che ha bisogno di sapere ciò che voi avete imparato.
Quindi vorrei proprio che nell'ottica di questa scuola, voi teneste l'importanza dell'essere profeticamente inseriti in un cammino ecclesiale.
Perché non sapete fra quanti anni il Signore vi manderà una persona che avrà bisogno di sapere ciò che voi ora state imparando.
Ora vi vengono date tante nozioni non dite: è meno importante ecc… perché come credenti noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio ( Rm 8,32 ) ma è la verità.
Noi non sappiamo quando le cose che abbiamo imparato o le esperienze che abbiamo fatto ci diventeranno utili, sappiamo solo che tutto ciò che mettiamo a servizio di Dio sarà utilizzato.
Allora non esiste per il credente autentico la suddivisione nella vita religiosa e nella vita secolare.
Per il credente tutto è esperienza salvifica perché tutto entra nel piano della salvezza.
Quindi tutte le tue esperienze e ti dirò anche quelle dolorose e persino quelle peccaminose entrano nel gioco della salvezza, nel piano della salvezza, perché qualunque cosa una persona abbia dovuto affrontare, abbia dovuto subire, abbia superato con più o meno fatica, con meno o con tante ferite.
Se noi tutta questa cosa la consacriamo a Dio entra a far parte del disegno di salvezza di Dio il quale potrà utilizzare ciò che noi gli mettiamo a disposizione.
Forse non abbiamo mai considerato che la verità di quanto è scritto nella Lettera ai Romani è assoluta e se noi diciamo che tutto concorre al bene, tutto vuol dire proprio tutto.
Se Paolo non fosse stato un così acerrimo nemico della Chiesa non si sarebbe forse gettato così alacremente in un lavoro di evangelizzazione.
Qualche psicologo potrebbe dire: "Beh era il suo rimorso, il suo senso di colpa per il male che aveva fatto che lo spingeva a fare tutto quello che ha fatto." Siamo davvero sicuri?
( Intervento: Non aveva fatto il male, aveva fatto bene quello che doveva fare prima ).
Però quando ha avuto la luce ha capito quello che aveva fatto, infatti più volte dirà: "Io sono il persecutore".
E quando racconterà nelle sue lettere quello che ha fatto, non esita a dire: "per ultimo è apparso a me come a un aborto".
Quindi Paolo si vede chiaramente che aveva un grande dispiacere, ora dire che sia senso di colpa o no questo lo sa Dio noi non siamo degli psicologi che vogliono fare un'analisi.
Però possiamo dire che psicologicamente anche questo è servito a dargli l'avviamento?
Intendo dire Paolo non ha agito così perché aveva un senso di colpa, però tra le motivazioni psicologiche può anche esserci come scintilla che fa poi accendere il motore anche questo aspetto.
In fondo negli "Esercizi spirituali" di Sant'Ignazio è dedicata una lunga parte all'esame di quelle che sono le nostre colpe.
Se qualcuno l'ha fatto ricorderà che ci sono più meditazioni volte all'esaminare tutto ciò che noi abbiamo fatto infierendo sul corpo di Cristo.
Allora questo non per suscitare in noi un senso di colpa, ma un senso di peccato cioè un dispiacere che spinge le persone a un cambiamento di vita.
Se tutto questo rimane nel senso di colpa non verrà mai utilizzato da Dio per questo è necessario che tutto quello che fa parte della nostra vita sia volontariamente consegnato a Dio.
Può esserci una consegna implicita: ti offro le azioni della giornata, può esserci anche una consegna esplicita in un cammino di preghiera profondo in cui ci mettiamo di fronte alla verità e allo splendore di Dio e gli diciamo: "ecco tutto quello che è stato nel mio passato io lo affido a Te".
Quando tutto ciò che è stato del nostro passato è nelle mani di Dio che cosa ne farà Dio?
Secondo voi cosa ne farà Dio del nostro passato?
Ne farà un capolavoro, basta che Lui l'abbia nelle mani.
Ricordatevi l'esempio del vasaio.
Quando tu vedi un vaso meraviglioso, ben modellato, tu vedi il risultato, ma perché ci fosse quel risultato che cosa ha dovuto avere in mano il vasaio?
La creta, se non avesse avuto la creta che è informe, che è brutta, che deve essere prima purificata, essiccata ecc…quel vaso non ci sarebbe mai stato.
Allora da un materiale che ti sporca le mani a un recipiente utile e addirittura nobile degno di essere messo sugli altari, dove si celebrano i misteri di Dio.
Ma tutto questo passaggio avviene solo e unicamente quando viene consegnato nelle mani dell'artista il passato, voi sapete che la creta è frutto di migliaia di anni di evoluzione, di sedimenti ecc…che producono questo particolare tipo di… chiamiamolo… composto minerario, che viene modellato ecc… quindi che cosa c'è a monte di tutto questo?
Millenni di tempo e di modificazioni
Nella nostra storia personale non ci sono dei millenni ci sono degli eventi, perché noi siamo degli esseri dinamici che hanno memoria, quindi 100 anni per noi sono molto di più che un miliardo di anni per la Terra, perché in 100 anni quante cose cambiano?
In un secolo quante cose sono avvenute?
Quando è nata mia nonna ancora le donne andavano in giro con la crinolina, con le carrozze, gli aerei non si sapeva neanche che cosa fossero.
Eppure è arrivata fino al tempo in cui poteva vedersi un film alla televisione su una video cassetta, quindi voi vi immaginate che cosa è cambiato in 100 anni.
Per gli animali è cambiato qualcosa in 100 anni?
Se mangiavano erba prima certo non mangiavano surgelati dopo, mentre per noi tante cose sono cambiate.
Allora voi capite che la nostra breve vita in realtà è così densa di significati e di cose che accadono proprio perché chi la vive è un essere pensante che ha memoria e che ha progettualità.
Come si inserisce tutto questo discorso in queste pagine?
Si introducono dei discorsi che in realtà in qualche modo abbiamo già affrontato.
Però insomma voi sapete che i misteri non sono mai esauriti, quanto a trattazione e a comprensione, ma sono come un meraviglioso brillante che è splendido nel suo insieme, ma contiene una quantità enorme di sfaccettature e ogni sfaccettatura produce una rifrazione della luce diversa per cui tu puoi osservare un brillante per molto tempo e troverai sempre delle sfumature luminose diverse.
I misteri della Chiesa sono una cosa simile anche più grande, perché sappiamo che il numero delle sfaccettature è infinito, per questo è così brillante.
Il tema è quello dell'Incarnazione.
Io non lo so, io credo che ci sarà bisogno di tutta l'eternità per non so se per capire o intuire o essere affascinati da questo mistero dell'Incarnazione.
Se consideriamo che probabilmente questo mistero dell'incarnazione è stato all'origine della follia di Lucifero, forse ci renderemo vagamente conto dell'importanza che esso rivesta nella storia della salvezza o se preferite nella storia dell'esistenza.
Siamo nel campo delle ipotesi, però se dovessimo dire Lucifero ( lucis fero portatore di luce ) probabilmente era lui che avrebbe dovuto portare Gesù Cristo, vera luce nel mondo.
Dico probabilmente, il suo nome può essere il portatore della luce di Dio e Gesù Cristo è la luce del mondo che splende nella tenebre, secondo quanto è scritto nel prologo di S. Giovanni.
Quindi probabilmente l'annuncio di questo straordinario evento non sarebbe stato dato a Gabriele, che vuol dire forza di Dio, ma a Lucifero che vuol dire portatore di luce, il più intelligente tra tutti gli angeli del Paradiso, il più bello, potremmo dire il primo.
E con tutta la sua intelligenza, non solo con la sua possibilità di vedere Dio di fronte è possibile che, poiché Dio non fa le cose in modo nascosto, ma le proclama, la prova per gli angeli fosse stata proprio questa: siete in comunione con me dice Dio agli angeli oppure non siete in comunione con me?
Il mio progetto è questo: farò esistere degli esseri personali come voi, ma con una differenza Voi siete degli esseri personali solamente fatti di spirito, invece farò esistere degli esseri personali fatti anche di materia, spirito e materia, ma esseri personali.
Quindi perché essi possano esistere creerò l'Universo e quando i tempi saranno pronti io manderò mio figlio, che nascerà da uno di loro.
O meglio il Padre dice: manderò il Verbo che nascerà da uno di loro e sarà come loro in tutto, affinché essi, questi esseri che ancora non esistono, ma che sono nel mio progetto, entrino a far parte della Trinità.
Perché non siano solo creature, ma entrino di diritto nella famiglia divina.
Il Verbo si farà essere creato, senza smettere di essere Dio, in tal modo gli esseri creati faranno parte della divinità, senza smettere di essere creature.
Questo potrebbe essere stata la comunicazione, che Dio ha dato ai suoi angeli.
Era, per così dire, quel famoso albero della conoscenza del bene e del male, che ci sarebbe stato millenni dopo nel giardino dell'Eden per gli uomini, era l'esercizio della libertà degli angeli decidere se stare in comunione con Dio o se non stare in comunione con Dio.
Se non ci fosse stata una possibilità di scelta, gli angeli non avrebbero potuto essere considerati creature personali, ma solamente creature, come una marionetta non è mai considerata una persona, ma solo un oggetto anche se la si vede parlare, muoversi ecc…è manovrata dall'esterno.
Se Dio non avesse in qualche modo permesso agli angeli di esprimersi in questa loro comunione o non comunione con Dio, gli angeli avrebbero potuto essere considerati esseri liberi o no? No.
( Intervento: Dio avrebbe potuto annientarli … saremmo stati liberati … )
Avrebbe potuto farlo, saremmo stati liberati questa sì che sarebbe stata una grande cosa.
Ma io credo, in ogni caso, che quando saremo nell'aldilà vedremo quante volte noi siamo stati liberati e Dio ha impedito ai demoni di tentarci, come essi avrebbero voluto fare.
Perché io sono convinto che non c'è neanche il più piccolo istante della nostra esistenza, in cui i demoni non cerchino in tutti i modi di farci cadere.
Qualcuno dice: allora perché ci sono ancora le tentazioni? Per tenerci in tensione.
Quanti di noi portano gli occhiali? Vedo tutti, sanno bene che se l'Ottico è un bravo ottico non ti da' mai l'occhiale alle perfette diottrie che ti mancano, te ne da sempre un po' di meno, perché dice: se io ti do tutto il tuo occhio si abitua e il nervo ottico lavora di meno e tu fra un anno avrai bisogno di aumentare la gradazione.
Se invece ti lascio qualche diottria in meno, una magari, il tuo occhio rimane sempre sotto tiro e tu eviti di perdere quel poco che ti è rimasto.
Allora Dio dice: "Se io vi togliessi tutte le tentazioni voi vi adagereste e vivreste di rendita cioè non mi cerchereste pensereste già di essere tutti a posto.
Invece se io vi lascio un pochino di pepe, un pochino di sale che vi brucia sulle ferite allora vi rendete conto che la ferita c'è e deve essere curata, pulita, disinfettata.
Non dimenticate che San Paolo lo scrive addirittura in una delle sue lettere: "Ho pregato tre volte perché mi fosse tolta questa spina dalla carne come un inviato di Satana che mi schiaffeggia e dopo la terza volta mi fu risposto: ti basta la mia Grazia."
E Paolo continua: "Allora ho capito che questa è una cosa necessaria, affinché io non cada nella tentazione dell'orgoglio, pensando di essere libero quindi superiore quindi al di sopra di tutti gli altri.
" Non esiste una persona sulla faccia della terra che sia esente dalle tentazioni".
La Madonna è stata tentata? Forse no, perché Lei era speciale.
E allora? Chi più speciale di Gesù?
Voi dovete capire bene che non è una vergogna avere le tentazioni, la vergogna è seguire le tentazioni.
Nella Madonna non si dice che non ebbe le tentazioni, ma che non peccò mai.
Ricordatevelo. Persino nella mentalità laica si usava dire, non ricordo se era Napoleone, molti nemici molto onore.
A livello spirituale potremmo dire: molte tentazioni vuol dire che dai fastidio al nemico di Dio, molte opposizioni vuol dire che la tua mentalità non è quella del mondo.
Ma sono cose che tutto sommato ho sottolineato più volte nei nostri incontri è vero?
Quindi Dio ha fatto parte agli angeli di questa realtà.
C'è ancora da aggiungere per quello che diceva C. prima: perché Dio non li ha fatti smettere di esistere?
Perché Dio non distrugge ciò che crea, specialmente ciò che crea con amore.
Ora a voi risulta che Dio abbia fatto esistere qualche cosa senza amore?
Oppure tutto ciò che esiste, esiste per amore per l'amore che Dio ha all'esistere?
Il nostro è un Dio del sì o un Dio del no? È un Dio del sì.
Togliere dall'esistenza significa dire no, mettere nell'esistenza significa dire sì.
Esempio pratico, anche se tremendo: Dio sa già che quei genitori abortiranno, come mai permette che quella cellula sia fecondata?
Secondo voi Dio che è il Dio del sì, tra il sì e il no che cosa sceglie? Il sì.
Altro esempio: Dio sa già che secondo la legge di natura quella cellula che è stata fecondata non vivrà a lungo, perché i geni sono fatti così e non ci sarà l'insediamento sulla parete uterina oppure ci sono dei problemi fisici ecc… ecc… quella cellula vivrà tre giorni, quella cellula ce l'ha l'anima o non ce l'ha?
Ma come Dio sa già che non vivrà.
Quella cellula è una persona o non lo è? Se è una persona ce l'ha l'anima?
Ma poi tanto morirà per un aborto spontaneo non provocato.
E Dio lo sapeva già, allora ha sprecato una vita o ha guadagnato una vita?
Ha guadagnato una persona, non un fiore, una persona vera e propria.
Quando Gesù parlerà ai suoi discepoli dirà questo: "Non sia turbato il vostro cuore, io vado a preparavi un posto.
Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrete con me dove sono io, ci sono molti posti se no ve lo avrei detto.
Questo ci dà una luce che indica non solo la pragmaticità del nostro esistere, e quando dico pragmaticità mi riferisco un po' a quella mentalità tutta anglosassone del "esserci per" ossia l'utilità della nostra esistenza non l'ontologia.
Cioè secondo questa mentalità, visione quasi filosofica, l'esistenza è vincolata a ciò che può fare. Pericoloso!
Sei anziano non puoi più fare niente, una bella iniezione e abbiamo risolto il problema.
Pragmatismo, l'utilitarismo tu sei utile per cui ci sei, non sei più utile non esisti più, mentalità che si sta via via diffondendo.
Provate un po' a pensare ai diritti dell'anziano, i diritti dell'ammalato non vi rendete conto che ci stiamo muovendo velocemente in quella linea?
Chiusa la parentesi. La mentalità pragmatistica è questa.
La mentalità ontologica non è questa.
Tu ci sei e quindi hai diritto, non tu fai e quindi hai diritto, ma tu ci sei e Dio non fa questione di funzionalità ma di esistenza.
Allora in tutto questo discorso gli angeli c'erano, non avrebbe mai potuto smentire la loro esistenza, perché Dio non smentisce niente, l'Universo c'era e l'universo lo aveva dato in mano agli uomini: "A te affido ogni erba, ogni pianta che produce frutto ecc… ecc… crescete e moltiplicatevi" questo prima del peccato.
Dopo il peccato Dio non ha smentito la sua decisione, ha detto: "ormai ti ho dato tutto questo, gestiscitelo, ma ricordati ti costerà sudore e fatica.
Hai voluto prenderti la gestione della natura? Prenditela, ricordati che da questo momento partorire non sarà più una gioia, sarà una grande fatica.
Prendersi la natura significa prendersi in mano le leggi della natura.
Finché le leggi della natura dipendevano totalmente da Dio, Dio è Provvidenza e quindi nella natura guidava le leggi che fossero a favore degli uomini.
Quando gli uomini hanno strappato dalle mani di Dio la natura, gli uomini si sono trovati a gestire la natura con tutte le sue leggi, senza sapere come funzionano.
E quindi non è più la natura al servizio dell'uomo ma l'uomo succube della natura.
Dopo molti millenni adesso siamo in una epoca scientifica e tecnologica in cui si riesce a capire qualche cosa sulle leggi della natura.
Se ne capisce talmente poco che la natura oggi non è nostra alleata, ma è diventata nostra schiava.
Noi la stiamo sfruttando. Sfruttare la natura produce le conseguenze che noi conosciamo: effetto serra, smog…
Questo non vuol dire saper guidare la natura, ma essere ancora una volta succubi della natura perché non la si conosce.
C'è poco da dire l'uomo non è Dio, l'uomo non è provvidenza, l'uomo è creatura.
Dover gestire il patrimonio di Dio senza avere le capacità di Dio e Dio è amore e provvidenza, significa fare il passo più lungo della gamba, cioè cadere miseramente nel baratro.
Certo che se l'uomo gestisce la natura secondo le leggi di Dio allora cadere nel baratro diventa difficile.
Quindi guardate quanti risvolti infiniti ci sono sotto questo aspetto.
Ma chi è che ha aperto gli occhi per vedere tutte queste cose?
Chi le ha viste queste cose? Pochi. Troppo pochi.
Dunque ritornando agli angeli hanno fatto questa scelta di comunione o no con Dio.
Probabilmente Lucifero è rimasto abbagliato dalla enormità del progetto di Dio: ma come l'Onnipotente, l'Infinito che io vedo di fronte ai miei occhi oserebbe creare degli esseri non solo come noi ma molto inferiori a noi perché sono limitati dalla materia.
E questi esseri qui Lui ha scelto per farli partecipi della Trinità e noi perché no?
Perché noi dobbiamo essere servi della Trinità e non parte della Trinità? Gelosia, invidia.
Io mi stacco, non sono in comunione con Dio, chi è con me?
Un terzo degli angeli, dice il Libro di Daniele si staccarono.
Questo è il grande peccato, non fidarsi di Dio, anche perché, ma qui siamo proprio nel campo delle ipotesi direi quasi fantascientifiche, però non si può mai dire, Dio ha rivelato agli angeli qual era il progetto sugli uomini, ma non ha rivelato agli angeli quale era il progetto sugli angeli, è vero o no?
A me non farebbe nessun problema alla fine dei tempi vedere che Dio rende gli angeli partecipi della Trinità, come noi siamo resi partecipi della Trinità, a voi farebbe problema?
… Il Battesimo ci rende parte della Trinità e questo è un dono della grazia di Dio.
Se nella volontà di Dio ci fosse il disegno di rendere partecipi gli angeli della Trinità, in un modo diverso, io non potrei che esserne entusiasta e felice.
Per noi il Verbo si è fatto carne.
Per gli angeli ci sarà una forma di comunione particolare con la Trinità, che li renda partecipi della Trinità?
Ma qui siamo sempre nel campo delle ipotesi, non è assolutamente dottrina cristiana né cattolica.
Ma a un certo momento, se dobbiamo metterci nella mente degli angeli, un angelo che si fida di Dio avrebbe anche potuto dire: "Beh se Dio farà questo per gli uomini chissà che cosa non farà per noi?"
Probabilmente questo è il pensiero che è passato nella mente di S. Michele Arcangelo, che ha proclamato la verità di Dio, micajà, chi come Dio?
Come se dicesse: "Certo le Tue vie sono stratosfericamente più grandi delle nostre capacità di capire." dicono gli angeli che vedono Dio continuamente.
Micajà, a questo grido che si è ripercosso per le infinite volte nel Paradiso, due terzi degli angeli affermarono la loro comunione con Dio.
Cioè a dire: "Io mi fido di Dio, qualunque cosa succeda io sono con Lui, chi come Dio, micajà."
Poi quello che è nel cuore e nella mente del disegno di Dio, ce l'ha Dio e noi non possiamo che essere stupefatti dalle bellezza e dalla grandiosità del progetto di Dio, a cui noi facciamo parte.
Se noi poi consideriamo se volete, è quasi impossibile, ma proviamo a immaginarlo, il lasso di tempo che è abbracciato, attraverso questa visione e la fine dei tempi, ci rendiamo conto della nostra misera esistenza.
Ci affacciamo brevemente alla finestra della vita terrestre per pochi istanti, di fronte all'infinito scorrere del tempo; e all'infinità di ciò che c'era prima del tempo.
È di ciò che ci sarà dopo il tempo, è più veloce del flash di una macchina fotografica, il tempo che noi siamo qui sulla Terra.
Eppure in questo breve istante di tempo, tutto viene posto alla nostra contemplazione, per la nostra santificazione.
Io credo che un attestato di fiducia così grande da parte di Dio nei nostri confronti sia un qualche cosa di pazzesco, di meraviglioso, di commovente, di tutto quello che volete.
Come siamo arrivati a questo discorso?
Questo è un lungo discorso non approfondito, ma semplicemente accennato per parlare di quello che è il mistero dell'Incarnazione.
Cioè se Dio si fa uomo non è solo per distruggere il peccato, ma è perché nel progetto di Dio l'uomo è stato creato per Lui.
Per Lui non vuol dire solo a servizio di Dio, per Lui non vuol dire solo uno spettatore, che quando andrà in Paradiso si vedrà il volto di Dio per tutta l'eternità seduto in poltrona, non è questo.
Essere creati per Dio significa che tu sei tutto per Lui.
Tu sei la Sua gioia, tu sei la Sua speranza, tu sei la Sua felicità, tu sei il sospiro di Dio, la soddisfazione di Dio.
Come fai tu ad essere la soddisfazione di Dio?
Quando Lui, affacciandosi dalla finestra del Paradiso guarda giù e dice: "Ohh mio figlio."
Lui si riposa in te. Siamo abituati a dire: Signore io mi riposo in te, ma non siamo abituati a pensare che Dio desideri riposarsi in noi.
Eppure credo che nel mistero dell'incarnazione ci sia anche questo risvolto: un desiderio eterno e infinito da parte di Dio di trovarsi amato, di scorgere dai cieli sulla terra, come dice il salmo: Il volto di suo figlio che lo cerca e gli dice abbà con entusiasmo.
Come due persone che non si vedono da molto tempo e che quando si vedono da lontano si corrono incontro, perché non vedono l'ora di stare insieme.
Poi magari non c'è niente di eccezionale, ma "lo stare insieme" la gioia dell'incontro e della comunione, uno si riposa sull'altro, uno viene sostenuto dall'altro.
Come Dio ha bisogno del sostegno? Il sostegno può anche essere inteso nel senso di accoglienza, stima, amore, la gioia del più grande che si sente amato dal più piccolo.
Non temuto, ma amato, desiderato, accolto, stimato, non intimorito dall'autorità, Dio questo cerca.
Il mistero dell'Incarnazione implica questo risvolto.
Nel mistero dell'Incarnazione è chiaro anche i Padri della Chiesa ne parlano, Dio si è fatto uomo, perché l'uomo potesse essere, diciamo, associato alla natura divina.
Che cosa comporta per la creatura umana, che ha compreso il significato del proprio Battesimo e intuisce il valore dell'Incarnazione nella sua doppia valenza: Dio si è fatto uomo, facendosi uomo è stato fedele a Dio.
Quindi ha distrutto il potere del peccato, affinché tu da uomo possa incontrarti con Dio, da figlio non più da creatura, ma da figlio.
Quindi c'è tutto un passaggio pazzesco in tutto questo, implica l'associazione a Gesù Cristo, incorporazione a Gesù Cristo, la comunione con Gesù Cristo.
Ciò viene significato nella celebrazione eucaristica, al termine della preghiera eucaristica, con il momento che è il culmine di tutta la celebrazione, che è la preghiera sacerdotale, in cui tutto viene ricapitolato in Cristo.
Come viene detto nel libro dell'Apocalisse.
"Per Cristo, con Cristo, in Cristo", poi preghiera trinitaria: "A te Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo onore e gloria ( cioè tutto ciò che c'è in Paradiso in questo istante ) per tutti i secoli dei secoli, cioè da sempre e per sempre.
Questo è il senso condensato del ricapitolare tutto in Cristo e offrirlo a Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo.
L'unità dello Spirito Santo è l'amore. Offrire a Dio Padre tutto nell'amore dello Spirito Santo, è lo Spirito Santo che riempie tutto di amore e quando dico tutto voglio dire tutto.
Per quello abbiamo iniziato la nostra lezione questa mattina dicendo quella frase della Lettera ai Rm 8: "Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio."
Anche le tue sconfitte, perché se tutto viene messo nel cuore di Cristo, vivo per Cristo, vivo con Cristo ma vivo in Cristo.
Ricordatevi questa fondamentale triplice dimensione: PER, CON, IN, a te Dio Padre Onnipotente.
Quindi tutto ciò che io sono, tutto ciò che io faccio, tutto ciò che io desidero, tutto in Gesù Cristo dato a Dio Padre.
Tutto ciò che io sono è anche il mio passato con le sue vittorie, con tutti i suoi pregi e con le sue sconfitte e tutti i suoi peccati.
Allora tutto offerto a Dio Padre significa che tutto concorre, tutto serve al bene.
Tutto anche le tue sconfitte.
"Ma che vuoi che venga di bene da un peccato?"
Dal peccato viene il rimorso, il pentimento e il desiderio di non commetterlo più.
Da quel peccato viene anche la sensibilità e la capacità di capire il prossimo e di non giudicarlo, di non condannarlo anzi di aiutarlo.
A volte vi rendete conto di quando una persona non ha mai sofferto, non è mai stata ammalata perché non sa trattare con le persone che soffrono.
Quando invece la persona patisce su se stesso delle difficoltà, allora dopo diventa sensibile, diventa comprensivo, diventa magnanimo ecc…
L'essere umano ha anche questa piccolezza, che troppo spesso ha bisogno dell'esperienza per capire il prossimo, ma non sempre.
Il cammino spirituale ti permette di essere sensibile al tuo prossimo, senza la necessità di aver fatto tutte le esperienze, perché lo Spirito Santo ti illumina su quel momento, ti illumina con la carità.
Quindi tu non puoi dire: "Ecco io non ho fatto l'esperienza del tentato suicidio, quindi non posso aiutare colui che è in questa situazione."
Non è vero, perché la carità di Cristo con la potenza dello Spirito viene dentro di te, se tu lo chiedi, e ti dà l'atteggiamento giusto per essere al servizio del tuo fratello o della tua sorella, che vive quella situazione dolorosa.
Si chiama dono di compassione: patire con.
Tutto questo è a grandi linee come una riflessione generalizzata sulla prima parte di quella che è l'Incarnazione.
L'Incarnazione da parte del Verbo che si fa carne è questo, ma da parte della carne che riceve il Verbo cioè l'umanità intera che cosa produce?
Produce proprio questa associazione a quello che Gesù Cristo è nella sua totalità, che porta in sé un triplice potere.
Noi abbiamo individuato un triplice potere certamente il potere di Gesù Cristo è eterno, infinito egli è il Cristus Rex ma abbiamo individuato dal pensiero teologico questi tre poteri di Gesù Cristo: potere regale, potere sacerdotale, potere profetico.
Allora pensate che meraviglia.
Gesù Cristo è il Re, Gesù Cristo è l'unico Sacerdote, Gesù Cristo è il Profeta, perché proferisce Dio: "ma come non avete ancora capito: chi vede me vede il Padre: "Ora tutto ciò che è Gesù Cristo in se stesso, in virtù del Battesimo, che possiamo avere grazie all'Incarnazione, confluisce in noi come partecipazione.
Per il Battesimo noi partecipiamo al triplice potere di Gesù Cristo: potere regale, potere sacerdotale, potere profetico.
Potremo dilungarci molto tempo a vedere su questi poteri, oggi non lo facciamo perché ci vuole tanto tempo, ma ci soffermiamo brevemente sul potere sacerdotale.
Perché questo è molto importante per capire il senso della vocazione cristiana: Se poi nella vocazione cristiana di appartenenza alla Chiesa ci sono anche altre vocazioni più specifiche, che sono quella matrimoniale, quella sacerdotale, quella religiosa, quella degli istituti secolari.
Tutte le vocazioni in un modo o nell'altro fanno riferimento al potere sacerdotale "allora il potere regale e il potere profetico no?"
Certo anche a quello, ma oggi noi vediamo la relazione che c'è tra il potere sacerdotale.
Quando dico relazione tra il potere sacerdotale, allora è troppo facile individuare il potere sacerdotale con il sacerdozio ministeriale nella Chiesa, come sacerdote Ordinato.
Però non dimentichiamo che come battezzati tutti i battezzati sono sacerdoti, re e profeti.
Il sacerdozio ministeriale, quello mio, è dato a servizio del sacerdozio comune dei fedeli, perché a noi la Chiesa chiede i sacramenti per voi, cioè per tutto il popolo di Dio, e la parola cioè la predicazione.
Tutto il resto ci può anche essere, ma ci devono essere i sacramenti e la predicazione, se mancano questi si è fallito a quello che la Chiesa chiede al sacerdozio ministeriale.
Ora è evidente che il sacerdozio ministeriale non piove giù da una nuvola ma fa parte del popolo dei battezzati.
Quindi è evidente che il sacerdote ordinato, oltre al compito di sacramenti e di predicazione avrà anche tutto ciò che si riferisce al sacerdozio comune dei fedeli, ma non solo l'uno o solo l'altro.
Il sacerdozio comune dei fedeli è a servizio del sacerdozio ordinato, per tutto quello che è l'ambito della carità.
Poiché il sacerdozio ordinato fa parte dell'umanità e gli altri battezzati nella carità collaborano con lui, per tutto ciò che riguarda la sua vita fisica, la sua vita intellettuale e anche la sua vita spirituale.
Quindi c'è una forma di simbiosi caritatevole, non di sovrapposizione di compiti.
Ossia nel sacerdozio comune il battezzato non si mette a fare ciò che deve fare il sacerdote ordinato.
Così pure il sacerdote ordinato, se non fa il suo compito si mette a fare il compito del sacerdote comune ha assolto la vocazione che ha ricevuto?
Ha assolto ciò che la Chiesa si aspetta da lui? No.
Allora tanto per introdurre il discorso per la settimana prossima vi dirò questo: il sacerdozio comune di tutti i credenti in Cristo è il sacerdozio che si inserisce in quel grande disegno che vi avevo accennato prima sulla redenzione, sulla storia dell'esistenza, gli angeli, la comunione con Dio, la non comunione con Dio.
E vi ricorderò che gli uomini quando si sono staccati da Dio perché hanno detto: "Ah noi vogliamo essere come Dio quindi ci serviremo senza chiedere il permesso a Dio dell'albero della conoscenza del bene e del male "equivale a dire: "Io mi fido di me stesso e non di Dio, sono io che decido che cosa è bene e che cosa non lo è, conoscenza del bene e del male.
Quindi non mi interessa quello che dice Dio, mi interessa ciò che dico io" Togliamo la D rimango solo io.
Lo so che la gente la pensa così perché tutti giacciono avvelenati da questo frutto rubato.
Io sono convinto che se questa parabola della creazione gli uomini avessero chiesto a Dio: "Possiamo?" Dio avrebbe detto: "Si"
Perché il problema non era servirsi del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male ma il problema era: "Siete in comunione con me o non siete in comunione con me?"
Come Dio disse agli angeli: "Siete in comunione con me o non siete in comunione con me?"
Un terzo degli angeli ha detto: non lo siamo e si è formato l'inferno.
Gli uomini hanno detto: non lo siamo e si è creata la legge della natura dipendente dagli uomini non più da Dio.
"Con fatica lavorerai, con dolore partorirai" ecco in tutta questa storia il sacerdozio comune dei fedeli consiste nel ricostruire la comunione con Dio, non solo dei nostri spiriti e delle nostre menti e dei nostri corpi ma di tutto, perché la visione dell'Apocalisse ci parla di un ricapitolare tutto in Cristo.
Non si parla di distruzione dell'Universo la fine dei tempi, ma si parla di Gerusalemme nuova, dove nuova e novum in latino vuol dire ultimo e definitivo cioè perfetto.
La Gerusalemme Nuova vuol dire la creazione perfetta, creazione perfetta vuol dire una creazione che finalmente ricapitolata tutta in Cristo è di nuovo nella mani di Dio Padre che con la Sua Provvidenza la amministra.
Allora il sacerdozio comune dei fedeli è quello di riconsegnare tutto a Dio Padre, per Gesù Cristo con l'amore dello Spirito Santo.
Voi ricordate nella preghiera eucaristica per, con, in.
"A te Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo gloria onore da sempre è stato così e dovrà essere per sempre così.
C'è stata una défaillance in mezzo, ma io battezzato lavoro perché tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.
Quindi io ti consegno tutto ciò che vivo, lo consacro a te ossia lo faccio riempire del tuo Spirito Santo, qualunque cosa faccia.
La misericordia, il perdono dei peccati non è nient'altro che una consacrazione a Dio persino delle nostre sconfitte in cui diciamo: "Signore ho capito che c'è una grave sconfitta non voglio lasciare questa voragine di vuoto, la consegno a Te perché la Tua misericordia ( misere corde ) il Tuo cuore immenso venga a riempire il vuoto nel nostro cuore."
La misericordia di Dio è il Regno di Dio che si estende anche nella tenebra, è il Regno di Dio che conquista tutto ciò che è stato sottratto da Lui, quando ci confessiamo è il Regno di Dio che prende il posto a tutto ciò che abbiamo sottratto a Dio.
Abbiamo capito? Allora il senso di peccato ci dice: "Signore mi spiace sono pentito non voglio che succeda più e quindi non posso sopportare che ci sia un ambito della mia vita in cui Tu non sia presente, ti consegno le mie sconfitte, la mia confessione dei peccati non è per la paura di Te ma è per l'amore di Te in cui ti dico Signore guarda qui che cosa ho combinato, ho pensato ai miei fatti e non ho pensato al Tuo amore adesso ti riconsegno tutto, mettiamo la Tua luce nel baratro infinito che si è creato con il mio peccato affinché anche questa voragine sia riempita del Tuo amore.
Questo brevemente accennato quello che mi ricorderete di approfondire la settimana prossima sul sacerdozio comune dei fedeli.
Sia lodato Gesù Cristo.