La vocazione
17-1-2004
1) Vocazione, risposta alla chiamata di Dio
2) La vocazione è uno stato di vita
3) La vocazione quotidiana
4) Dio ti dà la grazia necessaria
5) Chiamata alla costituzione di una famiglia
6) Vocazioni particolari
7) Esempi: vocazioni matrimoniale, sacerdotale
8) La prima chiamata è all'esistenza
9) La chiamata al cristianesimo
10) Il matrimonio e i figli
11) Disattendere al dovere di genitori
12) Non ci sono vocazioni, perché?
13) Le due facce della famiglia
14) Il fidanzamento
Direi che adesso, dopo che abbiamo terminato questa parte che ci parla del senso della vita, credo che la prima cosa che ci sia importante sottolineare, sia il valore della vocazione.
Che cos'è la vocazione? Lo dice la parola, vocazione è una chiamata, vocare in latino significa chiamare.
Questo significa che la vocazione è una azione di Dio, non è una azione dell'uomo.
La vocazione è il primo passo.
Quella che noi identifichiamo con vocazione generalmente, non è la vocazione, ma è la risposta alla chiamata di Dio.
Allora, su questo aspetto vale la pena di essere direi caustici con noi stessi.
Dopo che abbiamo visto brevemente il senso della vita in queste settimane, adesso bisogna che questo senso della vita venga a far parte di un interrogativo che noi poniamo a noi stessi.
La mia vita ha un senso. Quale senso? Quale direzione di marcia? Perché?
Io sono qui adesso, perché? Il mio stato di vita è questo perché?
La vocazione è l'azione che Dio compie nella vita di ciascuno dei suoi figli, di ciascuno degli uomini, e la compie quando? - "Dopo aver preso la Cresima credo".
- E poi? - "Sempre"- Qualcuno dice sempre -
"Può arrivare in qualsiasi momento", "appena nasce la persona Lui sa già".
- Che cosa intendete per vocazione?, quando dite , ah quella è una vocazione.
- "Come quella del matrimonio, come quella del sacerdozio".
"Come luogo comune la vocazione si intende, un'inclinazione naturale, essere portati a".
Sì, quando voi sentite dire, ah quella ha una vocazione, cosa pensate subito?
Nel parlare comune appena uno dice quello ha la vocazione, si dice quello diventa prete, o diventa suora.
È vero o non è vero? - "Sì". -
Solo dopo, perché qui state ricevendo dei martellamenti continui, voi siete diversi dalle persone che sono fuori, perché le persone che sono fuori, se tu dici la vocazione pensano subito a quello.
Voi sapete quindi che per vocazione si intende uno stato di vita, che è una risposta ad una chiamata di Dio.
Quindi scopriamo sempre di più l'autenticità che vocazione sia anche il matrimonio.
Il matrimonio è una vocazione o una improvvisazione?
È la via comune il matrimonio? - "No" , -
È facile vivere la vita matrimoniale? - "No affatto" -
È brutto allora vivere la vita matrimoniale, allora vivo meglio io? - "Sì", - Ma guardali! -
Ogni vocazione è una risposta ad una chiamata di Dio, e la chiamata è generale, nel momento in cui il Signore ti comunica la direzione generale che la tua vita dovrà compiere.
L'indicazione generale, lo stato di vita.
Su questo stato generale si inserisce, la quotidianità con tutte le vocazioni quotidiane.
Tutto quello che sto dicendo, che sembra molto complesso, in realtà è una cosa molto semplice.
Il Signore dà una chiamata, ti ho fatto esistere perché tu nel mondo assuma questa posizione.
Ossia tu sarai un genitore, un marito, una moglie, eccetera, sarai una madre, un padre.
Questa è la tua chiamata, il servizio che tu devi compiere per me.
Questo è fondamentale, per me, ed anche per te.
Ma la vocazione, è Dio che ti chiama a fare qualche cosa per Lui.
Sei uno sposato? Bene, questo tuo essere sposato, tu lo sei per Lui ed anche per te, ed anche per il tuo consorte.
Ma è una sua chiamata, Lui ti chiama perché vuole te, ha bisogno di te, si serve di te, tu sei la sua presenza lì.
Ho pensato a te e ho visto che tu devi essere così, e così.
La tua chiamata è questa. Cosa sono io Signore?
Tu sei un marito, tu sei una moglie, tu sei anche un padre, sei anche una madre.
Ma tu nel mondo per me sei questo.
Tu invece nel mondo per me sei la mia sposa, tu sei una religiosa, una consacrata, quindi per te la tua vita è quella, tu sei per me, nel mondo per me.
Ed io cosa devo essere? Tu invece per me sei un sacerdote, tu sei il mio sacerdote, sono io che agisco dentro di te per il bene dei tuoi fratelli.
Questa è la vocazione generale.
Vocazione generale che si dispiega piano piano nel tempo, con una presa di coscienza in base alla quale una persona capisce, qual è la vita per la quale è nato.
Io sto parlando della situazione migliore, quando l'educazione di una persona è avvenuto in modo equilibrato, quando la famiglia è sana, quindi educa la persona ai valori spirituali, l'aiuta a discernere, vive nella preghiera eccetera eccetera.
Quando la famiglia è sana tutte queste cose avvengono in modo quasi naturale.
- "Quando la famiglia non è sana?" - Quando la famiglia non è sana ci sono molte ferite, per cui la persona si trova molto più in difficoltà a trovare il proprio senso della vita.
Ma non è impossibile, perché il Signore accorda la sua Grazia nella quantità necessaria ad affrontare lo stato di vita.
Spieghiamoci, se tu devi affrontare il martirio, il Signore a te dà la Grazia necessaria per affrontare il martirio, se tu devi affrontare la vita quotidiana con tutti i tuoi impegni, a te il Signore dà la Grazia di affrontare la quotidianità e la fedeltà nella quotidianità.
Quindi ad ogni situazione concreta il Signore dà questa Grazia sua.
Se tu vivi in una famiglia cristianamente formata che ti educa, che ti aiuta eccetera eccetera, la Grazia che il Signore dovrà dare a te per scoprire la tua vocazione sarà una certa quantità, sarà dieci.
Ad un'altra persona che invece vive in una famiglia disastrata eccetera eccetera, dovrà dare novanta.
A quella persona serve novanta? Dio dà novanta. A te serve dieci, a te dà dieci.
Tanto o novanta o dieci, la decisione non la prende Lui, la prendi tu.
Lui ti dice, a tua disposizione c'è tutto ciò di cui hai bisogno: hai bisogno di dieci, eccolo per te.
Sei tu libero di decidere, se decidi sì, ecco questo è il tuo dieci che ti serve a dire un sì libero, autonomo, cosciente, voluto eccetera.
Tu hai bisogno di novanta. Non c'è problema, tu avrai novanta, perché la tua scelta sia libera, autonoma, responsabile, nella tua condizione concreta. Mi sono spiegato?
Fatta questa decisione generale per cui una persona dice: sì capisco che il mio stato di vita, cioè la mia situazione di vita stabile, mi sembra di capire che è quella familiare, matrimoniale, quindi io mi vedo chiamato alla costituzione di una famiglia. Bene.
Questa è la vocazione generale, adesso ci sono le vocazioni particolari.
Tutti i giorni la voce del Signore ti chiama e ti dice: anima mia, ma tu non hai la vocazione matrimoniale? Si, si.
Bene come ti prepari a questa vocazione? Non viene tutto da solo automaticamente.
Perché tutto questo avvenga, come una costituzione di una persona equilibrata, di devi preparare per tempo.
Non ci si improvvisa alla vita di coppia. Sbaglio o dico delle cose vere? - "E' vero" -
Si improvvisa la vita di coppia? Si costruisce.
E non è certamente la cosa più facile del mondo, siete d'accordo con me?
Sarà anche una cosa gratificante, ma non è la più facile.
Quindi vuol dire che tu devi crescere nella tua maturità umana.
Se ti manca la maturità umana non sarai in grado di accogliere l'altro come te stesso.
Quindi la tua vocazione non si potrà concretizzare autenticamente.
Sarà una cosa determinata dall'improvvisazione e l'improvvisazione produce dei disastri.
Perché nell'improvvisazione uno esprime se stesso, non va incontro all'altro, quindi l'improvvisazione troppo spesso è una manifestazione di egoismo, e non di amore. Va bene?
Quindi la vocazione generale dà l'indirizzo generale.
Nello stato di vita di ogni persona si inseriscono tutte le vocazioni particolari, quelle quotidiane, quelle che ti chiamano all'autenticità di ciò che tu sei.
Ossia, ho capito nella luce del Signore che il mio compito su questa terra è questo.
Allora la vocazione particolare, quotidiana del Signore è la chiamata del Signore ad essere autenticamente ciò che Lui ha fatto di te stesso.
Il Signore ti ha chiamato per la vocazione matrimoniale? Bene, allora l'autenticità su te stesso, è costituita dall'essere sempre più, ogni giorno di più, veramente la persona che risponde alle aspettative di una vita di coppia, di una vita di famiglia.
Quindi è una interpellanza continua, vado al lavoro, mi cerco un lavoro.
Perché nella vita di famiglia si è soliti abitare in una casa e non in una caverna, perché nella vita di famiglia è necessario che ne so, che ci sia qualcosa dentro il frigorifero, però bisogna anche averlo un frigorifero, per metterci qualcosa dentro.
Quindi la mia vocazione matrimoniale impone a me dei compiti, che io posso vedere come qualcosa che subisco, o che posso vedere come qualche cosa che costituisce me nel mio stato di vita.
Riuscite a seguirmi in tutto questo discorso molto ampio?
Da tutti viene dato per scontato, ma scontato non è, perché tu puoi lavorare per lo stipendio, dunque non lavori per la tua vocazione, e allora tu avrai un ambiente di lavoro brutto, ostile, competitivo, volgare eccetera; oppure tu lavori coscientemente, perché la tua vocazione è quella di vivere nel mondo, come la presenza di Gesù Cristo.
Quindi anche il tuo modo di lavorare è diverso, è coscienzioso, è pieno della presenza di Dio, eccetera eccetera.
Ci sono le vocazioni particolari che si inseriscono sempre nella vocazione generale, e la vocazione generale è l'indirizzo generale del tuo stato di vita.
Ci possono essere dei sacerdoti che fanno i sacerdoti, ma che non hanno il cuore del sacerdote, perché non curano la loro vocazione sacerdotale.
Capite che cosa vuol dire? Ci possono essere dei mariti e delle mogli, che fanno il marito e la moglie, ma che non sono marito e moglie, perché non cercano il bene comune, ma cercano ognuno il bene di se stesso.
Ora se il matrimonio è, i due saranno una carne sola, non vuol dire i due saranno due persone appiccicate insieme, ma non sono la stessa cosa.
Mi sono spiegato? Nel matrimonio si cerca il bene comune, l'uno vuole il bene dell'altro e viceversa.
Se ognuno vuole il bene di se stesso, anche se al tuo matrimonio ci sono stati tre cardinali a celebrare la messa, quello è un matrimonio vissuto secondo la volontà di Dio, o no?
Il matrimonio non è il momento del giuramento, quello è la linea di partenza.
C'è scritto partenza…, adesso c'è la vita. Quindi la vocazione è tutto questo.
La vocazione è una chiamata di Dio ed è una risposta dell'uomo.
L'uomo risponde alla chiamata di Dio, rispondi autenticamente a ciò che Dio ha fatto di te stesso.
Scoprire che cosa ha fatto Dio di me stesso? Ci sono molti livelli di vocazione.
Dio scopriamo, ci ha chiamati tante volte, ed ogni giorno ci chiama.
Prima chiamata di Dio nei nostri riguardi è l'esistenza, Dio dice io voglio che tu esista, ci siamo?
In quel momento lì c'era solo Dio che sapeva che noi esistevamo già, solo Lui lo sapeva, Lui ha creato l'anima nell'istante stesso del concepimento, quindi che quella cellula concepita duri tre ore, tre mesi, trent'anni eccetera o che duri solo tre minuti, quella cellula fecondata è una persona, Dio ha creato l'anima in quell'istante, anzi potremmo quasi dire dal punto di vista della fede, che quelle cellule si sono unite solo perché Dio ha detto: lo voglio.
E quando Dio dice: lo voglio, quell'anima è creata in quell'istante.
L'anima immortale di ciascuno di noi non esiste prima del nostro concepimento, ci siamo?
Non esiste proprio, viene creata da Dio qui sulla terra, per poi arrivare al cielo.
Quindi Dio dice: voglio che tu esista lì, in quella famiglia, in quell'epoca.
Quindi non è che noi esistevamo prima in Paradiso, e poi dopo Dio ha detto: vieni anima, vai un po' giù.
No, fa esistere l'anima nell'istante stesso del concepimento.
Quest'anima immortale continuerà ad esistere per tutto il tempo.
Questa è la prima chiamata di Dio, voglio che tu esista, in quel tempo, in quella nazione, in quella cultura, in quella società, in quella famiglia.
Poi la tua chiamata diventa la chiamata al Cristianesimo, Dio dice io voglio che tu sia mio figlio, e quindi metterò nel cuore dei tuoi genitori che loro chiedano per te il dono del battesimo.
Oppure metterò nel tuo cuore il desiderio di conoscermi, è la chiamata di Dio, e la persona comincia a sentire, ma Dio c'è , non c'è, finché giungi al battesimo.
Io voglio che tu nella tua vita abbia un certo significato in questo mondo, e la persona che è abituata a pensare si sofferma a riflettere; scopre che si sente attratta più da una cosa che non da un'altra.
L'autentica vocazione non è il disprezzo di un'altra situazione di vita, ma è l'apprezzare di più ciò a cui il Signore ti chiama.
I maestri spirituali dicono anche questo, che il Signore ti fa amare ciò che ti vuole chiedere, in modo tale che tu quando dovrai rispondere alla sua chiamata, avrai già scelto la parte migliore.
Marta, Marta tu ti agiti e ti preoccupi per troppe cose, ma una cosa è quella importante, Maria l'ha scelta io non gliela toglierò.
Maria ha scelto di stare all'ascolto e questo era connaturale per lei.
Quindi la vocazione non è qualche cosa che dipenda semplicemente dalla cultura o dall'educazione, certo è molto condizionata da tutto questo, molti genitori sono la rovina dei loro figli, perché hanno deciso loro al posto dei loro figli, che cosa essi saranno da grandi.
La vocazione matrimoniale è molto, molto esigente, terrificantemente esigente, perché in un certo senso, il Signore ha dato ai genitori cristiani, la responsabilità dei loro figli, sui loro figli.
Ossia praticamente, con la collaborazione dei genitori Dio ha fatto nascere dei suoi figli in quelle famiglie, e a quei genitori il Signore chiederà bene: io ti ho affidato questa mia creatura perché tu la facessi crescere in sapienza, in età e in grazia.
Ora in sapienza sì l'hai fatto crescere, perché l'hai mandato a scuola.
In età l'hai fatto anche crescere perché gli hai dato da mangiare, gli hai fatto fare nuoto, gli hai fatto fare karatè, e in Grazia? Grazia vuol dire la conoscenza di Dio.
Allora tu hai fatto crescere i tuoi figli in sapienza e in età, mi sta bene, ma Dio dice: ma non mi sta bene se tu non li fai crescere in Grazia, perché il corpo si ferma, l'anima no.
L'anima vivrà in eterno, e tu hai la responsabilità sull'anima dei tuoi figli.
Il tuo compito è quello di far sì che i tuoi figli mi conoscano, mi amino, mi seguano, il tuo compito, la tua responsabilità consiste nella salvezza eterna, loro devono capire che ci stanno a fare su questa terra, che cosa io mi aspetto da loro, io ho bisogno dei tuoi figli, loro sanno che io ho bisogno di loro, sanno che cosa io mi aspetto da ciascuno di loro.
Beh, no Signore. Come mai non lo sanno?
Forse non sarà mica successo che tu, genitore di cui io mi fidavo, non hai fatto il tuo dovere di genitore, perché invece di occuparti della crescita in grazia, ti sei solo occupato della pancia?
Allora questo voi capite che è qualche cosa di terrificante, di splendido quando il genitore vive veramente nella luce di Dio, ma di terrificante quando il genitore non vive su questa ottica, perché non conosce qual è il senso della propria vocazione.
Eppure c'è scritto nelle domande che vengono fatte al fidanzato e alla fidanzata, separatamente, sei disposto tu a crescere cristianamente i figli che Dio ti vorrà donare?
E tu hai risposto sì, e ti viene chiesto non solo prima, nei mesi di preparazione quando devi andare ad incontrare il tuo parroco, ti viene chiesto anche durante il sacramento del matrimonio: siete disposti ad educare i vostri figli nella fede cattolica eccetera eccetera?
E tutti rispondono sì, e poi non lo fanno, quindi hanno detto sì, ma hanno fatto no, di fronte a Dio.
Dio gli chiederà: ma come, ma io c'ero quel giorno, tu hai giurato a me, a me tu hai detto sì, però io ho visto no, come mai?
I figli erano tuoi o erano miei? Tu sei stato in grado di crearli? O tu li hai procreati?
Perché tu dai la materia, ma lo spirito lo dò io dice Dio, se io non ti dò lo spirito, tu con tutta la tua materia non sei in grado di creare un'anima, e quindi questo figlio che io ho dato a te, proviene da me, ma tu non me l'hai protetto, tu non me l'hai guidato, tu non me l'hai santificato, tu non gli hai parlato di me, tu non hai pregato con lui, perché lui riuscisse a capire che cosa io mi aspettavo da lui.
Tu non gli hai detto: allora figlio mio, ormai hai dieci anni, cosa vuoi fare da grande?
Sai nella vita ci sono molte possibilità, noi sappiamo che il Signore ci ama, ci vuole bene, e ciascuno di noi è nato con un certo disegno, forse ti senti che da grande potrai fare il dottore, il medico eccetera, vorrai fare il papà, vorrai fare il sacerdote?
Vorrai fare la mamma, vorrai fare la suora?
Perché bisogna chiederlo, lo sai già? No, non lo so mamma, cosa dobbiamo fare?
Allora senti, facciamo così, preghiamo insieme, quando il Signore ce lo farà capire, ne parliamo e cerchiamo di capire.
Così fa un genitore cristiano, un genitore cristiano spegne la diavola della televisione, e chiacchiera con i propri figli.
- " E se l'altro coniuge non lo fa, cosa si deve fare?"
- L'altro coniuge che non lo fa, è meglio che stia zitto se non lo vuole fare, se lavora contro, dall'altro coniuge si deve sentir dire, ricordati bene che tu di fronte a Dio hai una responsabilità.
Allora in questo caso qui si può dire, bene, questa sarà la tua scelta, ma ricordati che tuo figlio non appartiene a te, e quindi è giusto che lui abbia la possibilità di scegliere liberamente, perché se no tu non sei più un padre o una madre, ma ti chiamerai tiranno.
Tu hai una responsabilità di fronte a questo tuo figlio, se ce l'hai con Hitler che faceva il tiranno, tu non puoi fare la stessa cosa con tuo figlio, obbligandolo a scegliere ciò che vuoi tu.
Obbligarlo a scegliere ciò che vuoi tu, significa anche condizionare la sua capacità di discernimento, e cioè presentargli una menzogna invece della verità.
Se poi tutto questo non è possibile, si potrà dire semplicemente al tribunale di Dio, che tu ci creda o che tu non ci creda, ti presenterai lo stesso e ti porterai questo peso sulla coscienza.
Se nostro figlio sarà rovinato a causa tua, io non voglio avere delle responsabilità, io pregherò perché questo non accada , ma tu ti prenderai le tue responsabilità di fronte a Dio.
Perché ad un certo momento, l'evangelizzazione è fatta di verità, non di melensaggini.
Gesù Cristo sulla croce ci è andato per davvero, non è stata una melensaggine, ed è morto per davvero, ed è stato flagellato per davvero, ed è stato trafitto per davvero e ha avuto male per davvero.
Quindi il Cristianesimo si segue per davvero, non per quello che ci fa comodo, mi sono spiegato?
Quindi, il tema delle vocazioni, uh non ci sono vocazioni, perché?
Perché le famiglie non fanno quel che devono fare, tutto lì, perché la vocazione matrimoniale è improvvisata, perché non si capisce che cos'è il matrimonio, che cos'è il matrimonio cristiano, che cos'è la famiglia cristiana, che è tutta un'altra cosa da un insieme di gente che vive insieme, è completamente diverso.
Quindi voi vedete che come catechisti, voi vi trovate a presentare il messaggio cristiano quasi in modo anacronistico, perché voi sapete che il 99 per cento del resto delle persone, non ce l'ha chiara questa concezione nella propria mente, pensa che sia tutta un'altra cosa, mentre la verità è che il matrimonio è una chiamata, non è la via normale.
È una chiamata, è un qualche cosa di fondamentale, di importantissimo, perché è la piccola Chiesa.
La famiglia è sempre stata definita nella Chiesa, sin dall'inizio piccola Chiesa, ecclesia domestica, la chiesa nella casa, la presenza di Dio nella casa.
La famiglia è una piccola manifestazione del corpo di Cristo che è la Chiesa.
Quindi voi vi immaginate che è qualche cosa di estremamente dirompente, e pazzescamente grande.
Quanti hanno effettivamente una coscienza e una consapevolezza così grande e così bella del matrimonio e della famiglia cristiana?
Del rispetto dell'altro, uh tutti dobbiamo essere rispettati. Sì?!
In che cosa? In tutto quello che fa comodo a me, ti rispetto; perché se poi non mi fa comodo, io non ti rispetto.
Ma allora che cos'è questo rispetto? Questo qui non è più amore, questo è egoismo, questo è sfruttamento, questa è tirannia.
Per questo tante famiglie, a volte, invece di essere un nido di amore come dovrebbero essere, diventano un nido di serpenti.
Si sta male in famiglia, lacerazioni pazzesche, sofferenze indicibili, perché?
Perché ci si sposa senza coscienza, si fanno i riti, poi dopo ti sei sposato di fronte a Dio, valla a trovare una persona che sia in grado di dimostrare che quello che tu stavi facendo non era valido.
Sì, sì magari il Signore lo saprà, ma vallo a dimostrare, che quel matrimonio non esiste.
Non è mica così facile. E poi perché mettersi dentro ad una situazione che ti produce una sofferenza indicibile.
Basterebbe semplicemente vivere autenticamente la chiamata cristiana, che ti spinge a capire che cosa tu sei.
Tu sei figlio di Dio, quindi tutte le tue conseguenze necessitano di una presa di coscienza chiara.
Io faccio le cose non perché sono trascinato dalla corrente come un tronco che viene portato via dall'alluvione, faccio le cose perché ho capito e decido. Dico sì, va bene.
Un compito così importante del matrimonio, significa che io ho conosciuto l'altra persona così bene che so che quella persona non mi fregherà mai, non si profitterà mai di me, che vuole il mio bene, che piuttosto si sacrificherà purché io stia bene, e quindi io non ho nessuna paura a mettermi nelle mani di questa persona, perché so che questa persona mi ama e mi stima.
Questo è il matrimonio.
Certo che se il fidanzamento che è un periodo fondamentale, è vissuto semplicemente per dare sfogo a tutti gli istinti e avere tutti i rapporti prematrimoniali che si vuole, ah tanto sono fidanzati, è sicuro che quel matrimonio sarà un matrimonio menomato.
Perché le due persone che si conoscono sessualmente non riescono più a conoscersi né caratterialmente, né spiritualmente. È così.
Quindi il comandamento numero sei, che dice non fornicare, significa non avere rapporti prematrimoniali, o extra matrimoniali.
Quindi direi che più chiaro di così non so che cosa si possa dire.
Per quale ragione? Beh la prima ragione è che tu appartieni a Gesù Cristo, lui ti ha acquistato a prezzo del suo sangue, quindi tu non possiedi te stesso, tu sei sua proprietà.
E lui ti dice, va bene io ti ho costituito come uomo o come donna perché tu sia un dono per il tuo prossimo, non perché tu sia un tiranno per il tuo prossimo.
Quindi se tu devi essere un dono, e tu appartieni a me, tu ti potrai donare al tuo prossimo quando farai le cose come dico io, e cioè durante il sacramento del matrimonio; quando tu mi dici: io non mi possiedo e mi dono a questa persona, e questa persona si dona a me.
Sono io che scambio le vostre donazioni e poiché non vi possedete più, siete di fatto una carne sola, e siete di fatto un dono l'uno per l'altro.
Ma finché non venite davanti al mio altare a fare una cosa di questo genere, qualunque atto coniugale che voi compiate prima o fuori del matrimonio, è un furto, voi state rubando a me ciò che è mio, dice Dio.
Ah io non rubo, non uccido…, già perché i rapporti prematrimoniali che cosa sono, se non un furto fatto a Dio? non agli uomini, proprio a Dio. Quello è un furto.
Ci sono persone che dicono: ah ma tanto poi ci sposiamo, allora tutto va a posto.
Già, lo sapevi che se tu non confessi con chiarezza tutto quello che è avvenuto, tutte le confessioni che sono state dopo, sono tutte invalide?
Sia lodato Gesù Cristo.