Il piano di Dio sugli esseri trascendentali, immanentali e sulla natura

16-11-2002

Don Mauro Agreste

Indice

1) Ripresa degli argomenti trattati nella lezione precedente
2) Uomini e angeli: esseri trascendentali
3) La comunione sacramentale dei coniugi esprime l'amore trinitario
4) Angeli: loro prova di fede
5) Dio ci fa partecipare aella natura divina, cosa fa per gli angeli?
6) Gli esseri immanentali partecipano alla natura redenta?
7) Trasfigurazione di Gesù e della natura materiale
8) Alla fine dei tempi cosa accadrà a Dio, all'uomo e alla natura?

1) Ripresa degli argomenti trattati nella lezione precedente

Per quello che riguarda l'Antropologia, abbiamo visto la volta scorsa che l'essere umano è un'unica realtà " costituita di tre elementi essenziali", cioè fondamentali, che significa che uno non può stare senza gli altri: corpo, psiche e spirito.

Questi tre elementi sostanziali della persona umana hanno tre modi di esprimersi: il livello corporeo attraverso il linguaggio delle sensazioni, il livello psichico si esprime attraverso il linguaggio delle emozioni e della volontà, il linguaggio spirituale si esprime attraverso l'esperienza della comunione.

2) Uomini e angeli: esseri trascendentali

L'essere umano, riassumendo, è una trinità in miniatura, nel senso che un'unica realtà essenzialmente formata da tre elementi indissolubili: spirito, mente e corpo.

È una piccola trinità, ci richiama Gen 1,26-27: " Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza".

Ma ha una caratteristica, l'essere umano, unica tra le creature terrestri: è un essere trascendentale.

Non è un essere trascendente, solo Dio è trascendente.

Trascendente vuol dire che non dipende dalla realtà dell'Universo, ma è ciò che fonda l'Universo.

Non dipende, come noi, dalle cose ma sono le cose che dipendono da Lui.

Egli è il trascendente, il totalmente altro.

È il "causa sui" , egli ha origine dell'esistere in se stesso.

Mentre noi traiamo l'esistere da chi ci precede Egli invece esiste da sempre e per sempre, esiste da se stesso.

Egli è l'Esistente.

Colui che dà senso a tutto ciò che noi sulla Terra e sull'Universo diciamo: esiste.

L'essere umano è trascendentale, non trascendente, che è una caratteristica che appartiene solo a Dio.

Trascendentale, per semplificare al massimo, è un qualsiasi essere che comincia a esistere.

Oltre all'uomo, sono trascendentali gli angeli, essi sono spiriti personali.

Essere è ciò che esiste.

Non confondiamo essere con qualcosa di materiale, essere è ciò che esiste.

"Credo in un solo Dio creatore del Cielo e della Terra, di tutte le cose visibili e invisibili…" .

Il fatto che non sia visibile, non misurabile, non significa che non esista.

Esiste, la sua esistenza segue altre norme di funzionamento, ma esiste.

Gli angeli sono esseri personali, sono persone, non confondete persone con corpi.

Persona è un individuo unico e irripetibile.

La persona umana è costituita di spirito, mente e corpo, la persona angelica è costituita di spirito e mente.

3) La comunione sacramentale dei coniugi esprime l'amore trinitario

I Demoni, che erano angeli, sono spiriti personali.

Essi non avevano bisogno di concretizzare l'amore trinitario, mediante una donazione reciproca, come è per gli esseri umani, perché, come ci dice Gesù, nell'Aldilà Dio è tutto in tutti.

L'espressione corporea fisica dell'unione matrimoniale: il Magistero della Chiesa ci ricorda prima di tutto il significato unitivo, poi quello procreativo; è una progressione del pensiero teologico.

Fino ad alcuni decenni fa si sottolineava solo l'aspetto procreativo ora ci si è resi conto invece che nel sacramento del matrimonio è presente un valore enormemente importante, che dà fondamento al valore procreativo, che è il valore unitivo.

Cioè il marito e la moglie uniti coniugalmente esprimono il valore dell'unità che esiste in Dio, e una forma sacramentale della trinità riprodotta sulla Terra.

È la donazione reciproca, beninteso secondo quello che è il progetto di Dio.

Che poi pastoralmente la gente non si rende conto di tutto questo, è un dato di fatto, però vi ricordo che nella teologia della Chiesa vige il principio della legge della gradualità.

Mai la gradualità della legge, che significa: l'ideale è questo, anche se pastoralmente la gente vive diversamente.

Noi non abbiamo il diritto di abbassare l'ideale a livello della gente, ma abbiamo il compito di mirare in alto, affinché nello sforzo di raggiungere l'ideale grandioso che Dio ha, ci sia una continua crescita nella comprensione di quello che è il mistero di Dio.

Gli angeli non aumentano di numero perché per loro non vi è nessun tipo di espressione di unione coniugale, in quanto nell'Aldilà l'unione coniugale non ha senso.

Ci dice Gesù, parlando di quella famosa domanda che gli era stata presentata dagli Scribi e dai Farisei:" Di chi sarà moglie quella donna che ha avuto sette mariti sulla terra?"

Non ha senso una domanda di questo genere, perché nell'Aldilà saranno tutti come gli angeli di Dio, non saranno angeli, sono come angeli.

Cioè non hanno bisogno di dimostrare che Dio in se stesso è una donazione eterna assoluta e stabile, il Padre si dona al Figlio, il Figlio si dona al Padre in una unità perfetta che è lo Spirito Santo.

Quindi ciò che è nella Trinità si riproduce sulla Terra nella comunione sacramentale del marito e della moglie, comunione coniugale dunque anche comunione fisica.

Gli spiriti personali che noi chiamiamo angeli e gli esseri umani sono degli esseri trascendentali.

4) Angeli: loro prova di fede

I gatti, le scimmie, e i pesci sono trascendentali?

No, sono immanentali.

Immanente è una cosa che rimane qui sulla Terra.

Gli esseri umani e gli angeli sono esseri trascendentali perché cominciano ad esistere e poi non finiscono più di esistere.

Gli angeli non esistevano una volta.

Dio ha detto voglio che esistano gli angeli e da quel momento innumerevoli schiere di angeli hanno cominciato ad esistere.

Non si moltiplicano, non muoiono.

Prima ancora che l'Universo fosse, gli angeli hanno dovuto compiere il loro atto di fede, perché sono persone, persone spirituali, ma persone.

La fede per queste persone spirituali si esprime in un modo diverso, cioè con un atto di adorazione e di abbandono che consiste nell'accogliere, nell'accettare Dio per quello che è.

Lucifero non c'è l'ha fatta, non ha voluto farlo.

Lucifero si è offeso, dicono gli angelologi cioè i teologi che studiano l'angelologia, quando ha intuito che nel progetto di Dio egli avrebbe fatto esistere l'Universo, e nell'Universo delle creature personali trascendentali nelle quali Dio si sarebbe incarnato per farle partecipare alla divinità.

Una mia ipotesi, solo una ipotesi, forse la prova di fede che competeva agli angeli era proprio questa.

Dio dice: "Ma voi mi accettate così come sono con le mie idee con quello che voglio io, e se io mi voglio incarnare in quelle creature misere, meschine, deboli e fragili che sono gli esseri umani, voi accogliete lo stesso il mio pensiero grandioso e maestoso?

E se io di quelle creature deboli e fragili voglio fare i miei figli e non voglio lasciarle come creature, voi mi accogliete lo stesso come vostro Dio e Signore?".

Probabilmente la prova della fede era proprio questa.

Lucifero non ha accettato.

Michele ha accettato, in aramaico Michele significa "come Dio", allora questo nome identifica la sua funzione, cioè Michele è l'angelo che accoglie il pensiero di Dio.

5) Dio ci fa partecipare aella natura divina, cosa fa per gli angeli?

"O Signore, non c'è nulla che uguagli le tue opere", dicono i salmi.

In sostanza il dubbio e l'orgoglio di Lucifero poteva essere questo.

Ma come tu ti incarni in quegli esseri infimi che stai per creare e noi che siamo angeli di luce (lucis fero: portatori di luce), di una intelligenza sopraffina, creature perfette sotto tutti gli aspetti, tu non fai una comunione piena con noi, come la fai con gli uomini?

Chissà che non fosse questa la prova di fede che gli angeli hanno dovuto subire?

È solo un ipotesi, perché se Dio ha compiuto ciò che ha compiuto per noi uomini che tutto sommato, dobbiamo ammetterlo, siamo veramente fragili e siamo veramente meschini, che cosa ci fa pensare che Dio non avrebbe fatto un atto di comunione equivalente con gli altri esseri personali trascendentali, che sono gli angeli?

In un altro modo, ossia se Dio fa partecipare noi alla natura divina perché si incarna, che cosa non fa a favore degli angeli che sono anch'essi spiriti personali e che sono fedeli per la natura angelica?

Ossia è lecito pensare che gli spiriti angelici partecipino della divinità, in un modo adeguato a loro, analogo al nostro modo di partecipare alla divinità della Trinità?

Questa è un'ipotesi non è magistero della Chiesa.

Noi partecipiamo alla divinità nel Figlio, non sappiamo se e come gli angeli partecipino alla divinità, non certo nel Figlio, perché noi siamo figli nel Figlio, essi potrebbero essere spirito nello Spirito.

Ciò che vive nella Trinità, che è forte nella Trinità è l'Amore, e l'amore significa donazione, l'amore è diffusivo di sé, allora se noi esistiamo, esistiamo perché Dio ci vuol far stare con lui per tutta l'eternità.

Se gli angeli esistono è perché vuol farli restare con lui per tutta l'eternità.

Però è una cosa che stiano come spettatori e un'altra cosa che facciano parte della famiglia di Dio.

Ora non si vede perché noi fragili e deboli esseri umani possiamo far parte della natura divina per il battesimo in Gesù Cristo, e gli angeli nella loro perfezione angelica non partecipino alla Trinità.

Beninteso queste sono solo delle riflessioni su cui non c'è traccia nella Rivelazione.

Non è che ci importi molto nell'ottica e nell'economia della Redenzione, questo significa niente, però può ampliare il senso di stupore e di magnificenza che si ha nel contemplare il mistero di Dio.

6) Gli esseri immanentali partecipano alla natura redenta?

Perché ho detto che ci sono degli esseri immanentali e non ho detto immanenti?

Per la semplice ragione che il Santo Padre, diversi anni fa, in un'udienza privata, si è espresso in una maniera, come dire, curiosa.

Quando gli veniva chiesto il destino di alcuni animali, che in qualche modo sono stati vicini alle persone, il Santo Padre si è espresso amabilmente, pastoralmente, ha detto un'espressione che non conclude una riflessione teologica ma invece la inaugura: il tuo caro amico animale lo ritroverai anche nell'Aldilà.

Io qui non ho le carte in regola per esprimermi, però, per prudenza, dico: ci sono gli esseri immanentali, cioè il loro destino naturale è la Terra, ( siamo sempre nel campo delle ipotesi fantateologiche ).

Non è possibile pensare che ciò che è stato al servizio dell'Uomo e che lo ha edificato e sostenuto nel cammino in questa vita, possa in qualche modo partecipare della comunione dell'Uomo con Dio?

Noi sappiamo che nella Scrittura si dice che la Creazione stessa attende, come le doglie di un parto, la propria redenzione ad opera della Rivelazione dei figli di Dio.

Qui c'è un principio teologico che è tutt'altro dall'essere esaminato profondamente, è appena sfiorato.

La parola di Dio ci dice in quel punto della Lettera ai Romani, che tutta la Creazione attende la sua propria redenzione, quindi vuol dire che la Natura aspetta di essere redenta ( e in Cappella ho detto la differenza tra redenta e salvata ), portata al suo pieno compimento.

Tutto quello che esiste, esiste per qualche ragione, esiste per noi.

Tutto ciò che esiste Dio l'ha fatto esistere per noi, allora partecipa della nostra Rivelazione.

Il discorso è molto ampio, io mi limito per prudenza a dire una cosa di questo genere: è possibile secondo quanto è scritto nella Lettera ai Romani, secondo l'espressione del Santo Padre, immaginare che esseri che di per se sono immanenti, per una grazia particolare di Dio, possano nell'Aldilà partecipare della natura gloriosa perché, nella loro esistenza sulla Terra, sono stati in particolare servizio dei figli di Dio?

Quegli animali che sono al servizio di una vita piena dell'uomo non partecipano forse di un'azione provvidente di Dio nei confronti di quella persona?

È lecito ipotizzare che nella misericordia di Dio, quell'essere a cui quella persona si è affezionato, perché in qualche modo è stato un dono di Dio, che Dio ti ha messo accanto per aiutarti a vivere giorno per giorno; si può lecitamente immaginare che questo essere possa, in qualche modo, partecipare della vita eterna?

Naturalmente non nella gloria del Paradiso, ma nella realtà della Natura redenta.

In realtà il libro dell'Apocalisse non ci sta parlando della distruzione di tutto ciò che esiste, ma ci parla di cieli nuovi e terra nuova.

Quindi la fine del mondo significa la fine del mondo com'è adesso, cioè ribelle ed ostile a Dio, significa l'inaugurazione dei tempi nuovi, la Gerusalemme celeste che scende dal cielo come una sposa per il suo sposo.

Tutto ciò che esiste, Dio non lo fa esistere per distruggerlo, ma lo fa esistere per continuamente ingrandirlo, perfezionarlo, fino a farlo partecipare alla natura redenta.

Allora voi capite molto bene che si aprono orizzonti vastissimi, di fronte ai quali noi ci sentiamo evidentemente delle formichine piccolissime.

Se contempliamo un progetto che ha queste dimensioni, dimensioni che noi a mala pena riusciamo a intuire, l'enormità di questo pensiero fa già fatica a farsi spazio nella nostra mente.

7) Trasfigurazione di Gesù e della natura materiale

Voi ricorderete il fatto emblematico della Trasfigurazione di Gesù, sul monte Tabor.

Era sempre Gesù, però la sua natura naturale era trasfigurata, e addirittura i vestiti erano trasfigurati.

Ora ditemi una cosa, se doveva apparire perché semplicemente il corpo veniva santificato partecipando alla gloria eterna, come mai l'Evangelista Marco specifica chiaramente dicendo: "Nessun lavandaio sulla Terra sarebbe in grado di renderli così splendenti?"

Dà dunque una testimonianza, se volete puerile, ma indubitabile, del fatto che persino la natura materiale è trasfigurata dalla gloria e dalla potenza di Dio.

Poi ci sono le rivelazioni private.

Vi ricorderò semplicemente il sogno di Don Bosco, dopo la morte di Domenico Savio.

Lo incontra in una pianura sconfinata, dove c'è un'erba tenerissima, fiori meravigliosi, che non esistono sulla terra, che hanno profumi e colori indescrivibili.

Don Bosco rivolgeva a Domenico Savio la domanda: "Ma qui siamo nel Paradiso?".

No. Non siamo nel Paradiso, questa è semplicemente la natura potenziata dalla gloria di Dio.

Ma posso vedere un po' di luce di quella del Paradiso?

No non potresti vederne, perché se tu ne vedessi moriresti all'istante.

Ti lascerò vedere semplicemente la luce naturale, potenziata di un infinitesimo grado, dall'amore di Dio.

E nei suoi scritti Don Bosco racconta di aver visto all'orizzonte una linea sottile quanto un capello, era la luce del Sole, semplicemente purificata e glorificata dalla magnificenza di Dio.

Il suo vicino di camera ricorda, quella notte, di aver sentito un urlo, era il momento in cui questa luce abbagliante e invadente si era rivelata.

Ma questa sono rivelazioni private.

Hanno valore in se stesse ma non hanno un valore fondante di fede.

Tutto questo che cosa ci dà?

Ci dà un quadro di insieme, dove noi possiamo vedere un infinito paesaggio, dove non si vedono i particolari.

Quando voi fate la fotografia di un paesaggio, fotografate tutto ma non distinguete nulla.

Non è che fotografando una montagna si riescono a distinguere gli aghi di pino di ogni pianta.

Tu fotografi il pino, anzi diecimila, che sono talmente tanti che non distingui più uno dall'altro.

Allora il mistero che si dispiega dinanzi hai nostri occhi è così grandioso e di questo noi abbiamo solo una visione dell'insieme.

8) Alla fine dei tempi cosa accadrà a Dio, all'uomo e alla natura?

Dio ci ha dato questa grande fotografia, per dirci che siamo inseriti in un pensiero, in un progetto che è di una vastità splendida, inimmaginabile, maestosamente grande, infinitamente gioiosa, e voi siete le creature predilette di questo disegno.

Quando gli uomini agiranno da veri figli di Dio, allora la Gerusalemme Celeste scenderà e la natura sarà glorificata.

Perché la redenzione della natura dipende da noi.

Nella misura in cui siamo in relazione con Dio anche la natura viene redenta, perché Dio la natura l'ha messa nelle nostre mani.

Le leggi sono le sue, ma la natura è nostra: " …di ogni erba che produce seme, di ogni pianta che produce frutto, di ogni animale … Io ti do piena autorità".

Gli uomini fanno il peccato originale e sfasciano questo disegno sulla natura.

Natura: teatro dell'incontro con Dio, luogo glorioso della manifestazione di Dio.

Alla fine dei tempi quando Egli tornerà sulle nuvole e saranno aperti i libri dei sette sigilli e saranno rivelati i figli di Dio e i figli della Bestia, quando la verità sarà proclamata, allora la comunione tra l'Uomo e Dio sarà tale per cui la natura stessa sarà trasfigurata.

Questa è la fine del Mondo come lo conosciamo adesso, l'inizio del Mondo secondo la gloria e il pensiero di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo.