Cammino nella potenza

6-4-2006

Don Mauro Agreste

Dal Vangelo secondo Giovanni. ( Gv 10,31-42 )

Nella prima lettura che abbiamo sentito dal libro del profeta Geremia, c'è un insegnamento che dobbiamo tenere presente per il nostro cammino spirituale e anche per il nostro cammino di guarigione, il nostro cammino nella potenza del Signore.

Noi siamo abituati a mendicare davanti al Signore cercando di imbonirlo, cercando di fare in modo che Lui si occupi di noi, pensando in questo modo che Lui a un certo momento si ricordi di tutte le nostre necessità, quasi che Lui si fosse dimenticato di qualcuno tra di noi, quasi che ci fossero quelli che sono più benvoluti, quelli che sono meno benvoluti.

In realtà abbiamo già visto, il mese scorso, come il Signore ci invita a fare un cammino nella potenza non un cammino nella mendicanza, noi non siamo i mendicanti di Dio, noi siamo i figli di Dio; e in questo nostro essere figli di Dio abbiamo bisogno di ricordarci alcune cose importanti.

Tutti gli incontri cerchiamo di vivere un momento di adorazione alle cinque piaghe di Gesù perché esse sono già guarigione, per questo è molto importante essere qui puntuali già alle 20, perché già ci mettiamo ai piedi della croce del Signore per ricevere la potenza che scende da Lui.

La settimana prossima poi, venerdì prossimo, sarà il Venerdì Santo e in tutte le parrocchie del mondo ci sarà la solenne celebrazione dell'adorazione della croce.

Ora noi sappiamo molto bene che questa settimana saremo invitati a riflettere in maniera profonda il mistero della passione, morte e resurrezione di Gesù.

E c'è un punto che vale la pena di ricordare: il momento in cui Gesù, dopo essere stato flagellato, viene presentato a Ponzio Pilato, e come usavano fare i servi al procuratore romano lo presentano dicendo: ecce homo.

Ecco l'uomo, l'uomo di cui si parlava, l'uomo che è stato condannato, l'uomo che è stato flagellato.

Riuscite a immaginare la scena? Dev'essere stata una scena terrificante.

Per coloro che hanno in mente il ricordo del film che è stato editato l'anno scorso, noi tutti abbiamo ancora nella mente che cosa significhi.

Ecce homo, Gesù sfigurato umanamente.

Non possiamo dimenticare che la flagellazione di Gesù avvenne secondo lo stile romano, non secondo la legge ebraica.

La legge ebraica prevedeva 39 colpi di flagello; la legge romana non aveva dei limiti ai colpi di flagello, di più i flagelli romani erano composti da 9 cordicelle con al fondo dei pesi laceranti, mentre la legge ebraica non prevedeva tutto questo.

Questo significa che durante la flagellazione Gesù vide scarnificata tutta la schiena, si potevano contare le ossa a occhio nudo, e che cosa ne è stato di tutto quel sangue, di tutti quei pezzettini di carne che saltavano via ogni volta che riceveva un flagello?

Cosa sono tutto questo? Questi rappresentano tutto il dolore, tutte le malattie, tutte le sofferenze, tutte le ribellioni, tutte le solitudini, tutte le depressioni di tutti gli uomini di tutti i tempi.

E allora forse vale la pena di metterci già alla presenza di questa guarigione perché noi siamo stati salvati per mezzo del sangue di Gesù.

Il nemico di Dio non ha potere su di noi perché siamo immersi in questo sangue.

Immaginiamo di trovarci lì, e ogni piccolissima goccina di sangue può cadere su di noi e di colpo donarci la salvezza, perché?

Perché sta scritto una verità fondamentale, come vi ha ricordato Gabriella all'inizio della serata.

La parola di Dio che ci viene detta attraverso il profeta Isaia al capitolo 53. "Per le Sue piaghe noi siamo stati guariti."

Capite che siamo stati guariti, lo siamo già!

Tutte le guarigioni di cui abbiamo bisogno siano esse spirituali, oppure guarigioni interiori, della memoria, del modo di ragionare, di quant'altro, quindi le ferite interiori, i dispiaceri, le depressioni, tutto ciò che fa parte del nostro modo di pensare, la guarigione del passato, la guarigione del presente, la guarigione del futuro; ma anche le guarigioni fisiche, da tutte le malattie noi siamo già stati guariti.

Allora il cammino che dobbiamo imparare a fare, e faremo ogni volta che ci incontreremo qui, è proprio questo: quello di dichiarare quello che Dio ha dichiarato.

Perché sapete non è vero quello che noi vediamo, è vero ciò che Dio dice essere vero, siete d'accordo con me?

Perché diversamente significa che noi decidiamo di camminare sotto il peso, che ci schiaccia, delle leggi del mondo, il quale mondo, sappiamo bene perché Gesù l'ha dichiarato, tutto il mondo giace sotto il potere di Satana, il quale è omicida fin dal principio, il principe della menzogna, Belzebù che significa principe delle mosche.

Sapete quanto sono fastidiose le mosche vero?

Attenzione bene, la lettera ai Romani ci ricorda questo: ognuno decide da chi farsi dominare.

E noi abbiamo ricevuto la rivelazione di Dio: l'intera Bibbia.

In questa Bibbia ci sono le dichiarazioni, non ci sono le pie esortazioni.

Noi da troppo tempo ci siamo abituati a vivere la nostra fede come una forma di moralismo, devi fare questo, non devi fare quell'altro.

E così viviamo tutta la vita schiavi di leggi.

Ma dalle leggi siamo stati liberati perché Dio ha fatto di noi figli di Dio.

Dunque siamo chiamati a camminare nella potenza, perché Gesù è il vincitore.

Gesù è il Signore. Gesù ha distrutto ogni potere che ci domina, da quello della malattia a quello della natura a quello del nemico.

E se ricordate bene la volta scorsa avevamo riflettuto anche su questo punto: la nostra montagna ha un nome, come si chiama la tua montagna?

Si chiama malattia? Quale genere di malattia?

Bene, la parola di Dio dice: se avrai fede quanto un granellino di senape dirai a questa montagna: levati di lì e gettati in mare, ed essa lo farà.

Ma in cosa devi avere fede? In te stesso?

Vuol dire che devi pronunciare questa dichiarazione con grande enfasi, con grande sentimento, con grande veemenza?

No, la tua fede non è sulle tue forze, la tua fede non è in ciò che vedrai, la tua fede è in ciò che Dio ha detto, dunque la tua fede è in Lui, e poiché Lui l'ha detto questo accadrà, allora certe volte accade immediatamente, certe volte accade lentamente, ma sempre accade, perché Dio non può mentire. Ditelo: Dio non può mentire.

E adesso domandatevi se siete sicuri di questa dichiarazione, può Dio mentire? Può dire una cosa per un'altra?

E se nella parola di Dio c'è scritto: "Per le Sue piaghe noi siamo stati guariti" sarà vero o sarà falso? Vero.

E com'è allora che non riceviamo queste guarigioni? Perché il nostro cuore è chiuso.

Crediamo in quello che vediamo e non in quello che Dio dice.

Eppure sappiamo bene che è vero ciò che Dio dice, non ciò che noi vediamo.

In cosa consiste dunque il nostro cammino di fede?

In una dichiarazione, in un convincimento della nostra mente che è più vero quello che Dio dice di quello che io vedo.

E se tu dici: nel nome di Gesù a questa montagna: levati di mezzo perché devo andare dal mio Dio.

Questa montagna lo farà. Tu non stai dichiarando la tua malattia di andarsene via perché così te ne stai bene, tu dichiari alla tua malattia che deve levarsi dai piedi perché tu devi servire liberamente il Signore.

Tu non dirai a tutte le tue guarigioni, a tutte le tue sofferenze: levatevi dal mio cammino perché voglio vivere tranquillo, tu dirai: levatevi, nel nome di Gesù, perché io sono figlio di Dio a gloria del Padre e Lo voglio servire pienamente.

Dichiarare ciò che Dio dichiara, farlo diventare vero per te, è già vero nel cuore di Dio, è già vero nella vita di Dio, non è vero ancora nel tuo cuore.

Allora questa sera noi pregheremo invocando l'autorità del nome di Gesù, perché non vi è alcun altro nome al di sotto dei cieli, in cui sia data agli uomini la salvezza.

La salvezza di qualunque genere, la liberazione da qualunque catena, lo spezzamento di qualunque giogo, la liberazione da qualunque oppressore.

Non c'è assolutamente niente e nessuno che può osare di imporre su di te il suo giogo se tu non lo vuoi.

Perché tu sei stato salvato dal sangue di Gesù. Ecce homo.

Il servo che presentava Gesù a Ponzio Pilato pensava semplicemente di presentare Gesù, dopo la flagellazione, in quello stato terrificante, riuscite ad immaginare?

Però questa stessa affermazione: ecce homo vuole anche dire: ecco l'Uomo, ossia eccoti Uomo come ti sei ridotto, questo è il salario del peccato, qualcosa di terrificante.

Gesù si è fatto peccato perché dalle Sue lividure noi fossimo guariti, e lo siamo!

Per le Sue piaghe siamo guariti, in quel sangue versato, in quella carne lacerata, in quella sofferenza terrificante noi abbiamo già ricevuto la guarigione, la liberazione, la salvezza.

Allora accadrà a noi ciò che dichiariamo per la nostra vita.

Impariamo dunque a sapere bene che cosa vogliamo per noi, impariamo a dichiarare ciò che Dio dichiara, e quando Dio dichiara qualche cosa e noi dichiariamo ciò che dichiara Dio, non stiamo dichiarando la nostra volontà ma la Sua.

E la Sua volontà viene fatta sulla terra così come è fatta nei cieli.

Allora non più mendicare o piagnucolare ma dichiarare con gioia, con il sorriso sul volto, con la sicurezza che ciò che Dio ha dichiarato accadrà; non oggi, non domani, non fra una settimana, ma accadrà.

Come dunque dobbiamo cominciare a pregare da questa sera in poi? Nel nome di Gesù.

"Se chiederete al Padre nel mio nome qualche cosa, io la farò."

Dunque siamo chiamati a dichiarare: Padre, per la Tua gloria, nel nome di Gesù dichiaro che questa montagna si deve togliere.

Nel nome di Gesù ti sgrido montagna, qualunque sia il nome di quella montagna.

Un peccato ricorrente, sgridalo. Un vizio, un'abitudine, qualunque cosa che spiritualmente ti opprima legalo, caccialo via nel nome di Gesù, perché tu non hai nessun nome, nessuna autorità per fare questo, è vero o no?

Ma Lui è stato flagellato, Lui è stato crocifisso, Lui da flagellato ha distrutto il peccato.

Ecce homo, l'umanità, il peccato, ridotta in quello stato terrificante, e in quella umanità terrificata dal potere delle tenebre che conduce al peccato e dunque alla morte, Gesù ha fatto morire la morte e Lui è risorto vivente.

Gesù ha fatto morire la malattia e Lui è risorto per non morire più.

Gesù ha distrutto il passato, ha guarito il presente e ha salvato il futuro e Lui è risorto creatura nuova.

In Gesù per le Sue piaghe noi siamo veramente guariti, lo siamo adesso, lo crediamo adesso, lo dichiariamo adesso: tu non puoi mentire Signore e dunque per le Tue piaghe io sono stato già guarito, e col tempo lo vedranno anche i miei occhi, forse subito, forse con il tempo.

Nella celebrazione di questa Eucaristia viviamo dunque con intensità questa profezia: per le Sue piaghe noi siamo già stati guariti.

Non c'è più niente che abbia potere su di noi se noi non gli lasciamo questo potere.

A chi decidi di sottometterti? Alla malattia, alla morte, al pericolo, alla tentazione, alla depressione, alla tristezza, ai vizi, a qualunque cosa oppure decidi di sottometterti alla vittoria di Gesù Cristo?

Come puoi fare che questo avvenga? Dichiaralo, dichiaralo con sicurezza non nelle tue parole, non nella tua enfasi, non nella circostanza, no!

Lo dichiari, dichiaro la verità di Dio; Dio che è via, verità e vita.

Dichiara questo. Per le Sue piaghe noi siamo stati guariti.

Dunque non dichiarare la falsità, se tu hai male non puoi dire non ho più male, però puoi dire sono in via di guarigione, perché sta scritto: per le Sue piaghe io sono stato guarito.

Qualunque sia il nome della tua malattia, spirituale, psicologica o fisica o le circostanze o la famiglia o qualunque altra cosa, dichiara con certezza: sono già in via di guarigione, ditelo!

Ora guardate alla vostra montagna, date il nome alla vostra montagna, riconoscete il nome di questa vostra montagna, la malattia, qualunque cosa sia.

E poi, puntando il dito contro quella montagna, tu dirai: in nome di Gesù levati di mezzo perché sta scritto: per le sue piaghe io sono stato guarito.

Sia lodato Gesù Cristo.