Dal punto di vista come obbedienza
3-12-2005
Tuttavia in fondo si tratta anche di questo.
Secondo me le cose devono andare insieme, se manca l'amore ovviamente tu non obbedisci.
L'ubbidienza può essere coercitiva o può essere amorosa.
L'ubbidienza perfetta non è quella coatta, cioè costretta, l'ubbidienza è come dire la risultanza di un legame di amore che c'è, se non c'è questo legame di amore anche manca il rispetto nei confronti dell'altra persona per cui l'altra persona diventa a te strumentale, cosa vuol dire, che tu la strumentalizzi, l'altra persona tu la usi per i tuoi scopi, per quello che a te interessa, per quello che tu vuoi, però se tu ami l'altra persona.
Non si tratta neanche se vogliamo di vera e propria ubbidienza, si tratta di consonanza, se tu ami l'altra persona c'è unità di intenti cioè tu ti metti a favore dell'altra persona, la sostieni, la aiuti, neanche perché tu sia costretto, è semplicemente la risultanza dell'amore; quando l'amore c'è tu ti fai in quattro per l'altra persona, quando l'amore non c'è svicoli facilmente per fare quello che fa comodo a te, ecco dove nasce la disubbidienza.
Dunque la radice della disubbidienza è l'assenza dell'amore, quando invece l'amore è presente l'ubbidienza è quello che si vede, ma più che di ubbidienza si dovrebbe parlare di unità e di comunione, sono stato chiaro.
Ora vorrei proprio che voi consideraste, quando voi fate il catechismo, che il tema del peccato, del senso del peccato è una cosa importante e da sottolineare perché il catechista non solo rivela delle verità di fede, cioè tenta di chiarirle, ma il catechista in qualche modo deve introdurre alla vita di fede le persone, e quindi il senso di peccato è qualche cosa di propedeutico, non di propedeutico di educativo, è come dire, un sostegno, un'impalcatura che sostiene lo scheletro della tua vita spirituale, perché dobbiamo instaurare le paure nel cuore dei fedeli?
Il senso del peccato è instaurare la paura nel cuore dei fedeli?
Tutt'altro, il senso del peccato è instaurare nel cuore dei fedeli un grande amore di cui il senso di peccato è il dispiacere di non essere stato in grado di corrispondere a questo amore, questo si è manifestato con la disubbidienza, con gli atti specifici contrari all'amore però il catechista deve in qualche modo sottolineare questo fatto, che il peccato non è peccato solamente perché tu hai disobbedito, ma tu hai disobbedito perché non ami il Signore, che è più grave!
Voi capite molto bene che un peccato di debolezza è meno grave di un peccato di malizia.
Se una persona per debolezza risponde in maniera arrogante nei confronti dell'altro perché ha un carattere impetuoso, è una cosa che ti fa soffrire, che è grave fin che vuoi ecc., ma è più grave una persona invece che, volontariamente decide di distruggere un'altra persona, mi sono spiegato, per cui magari quella persona silenziosa, che non è impulsiva, non è arrogante, commette un peccato molto più grave perché quando dice qualche cosa, lo dice in un modo tale da essere convincente e in questo modo fa più male di non quell'altra persona che è un classico fiammifero a cui tutti sono abituati.
Non intendo dire che uno non sia male e l'altro lo sia, è entrambi male, però uno può essere una debolezza di una persona che non riesce a tenere a bada il proprio carattere, l'altro invece è un atteggiamento studiato, mirato, progettato ed eseguito.
Uno è un peccato di debolezza, l'altro è un peccato di malizia, voglio perpetrare questo male, ovviamente nel peccato di debolezza c'è una mancanza di amore, però c'è anche una certa superficialità, allora bisogna curare il cammino spirituale perché la persona non rimanga vittima della debolezza, ma la sappia affrontare, la sappia riconoscere, la sappia anche domare, invece nel peccato di malizia c'è realmente un progetto e la volontà di realizzare un progetto iniquo.
In questo caso veramente il peccato è più grave, perché non solo non c'è amore, ma non c'è amore in modo efficiente, cioè efficientemente, che vuol dire in modo attivo costruisco non solo una mancanza di amore, ma una negatività efficiente, cioè proprio qualche cosa che produce il male, una cosa è qualche cosa che ti sfugge dalla bocca e non la volevi dire, una cosa è far sfuggire dalla bocca una cosa per produrre il male, mi sono spiegato?
Questo è un esempio banale, ma tanti ce ne sono in tanti altri casi.
Andiamo un pochino avanti, però vedete è proprio necessario che si parli del senso di peccato, forse se avrete i ragazzi delle medie potreste fare anche questa domanda, tu lo senti il senso del peccato?
Che cosa senti? Perché ai bambini voi dite, sentite questo rimorso dentro, questo e quest'altro, ma i bambini naturalmente vivono in questo modo per quale ragione?
Perché la psicologia del bambino è ancora molto condizionata dalle emozioni, più si cresce e più le emozioni si fanno forti, intense, profonde, ma più la reattività umana, quindi la temperanza riesce, almeno dovrebbe riuscire a tenere a bada, in equilibrio le varie emozioni, ci siamo?
Mentre nel bambino la virtù della temperanza si deve ancora sviluppare, quindi il bambino sente, vive più di emozioni, di sensazioni che non di ragionamenti e di progetti generalmente, ma un preadolescente, un adolescente ecc. che vive un periodo particolarmente difficile perché, le emozioni hanno lasciato il loro spazio, le sensazioni hanno molto spazio, ancora non c'è una capacità critica, una capacità logica di determinarsi e soprattutto non c'è una virtù della temperanza che è in grado di gestire tutte queste potenze che emergono nella psiche della persona e nel suo vissuto, allora è importante far riflettere le persone su questo, cioè dire che cosa è il senso del peccato, tu quando fai un peccato cosa senti?
Perché lo senti? Allora voi potreste avere le risposte più differenti, per esempio non sento niente!
Tutto questo dovrebbe darvi l'occasione, lo spunto per introdurre veramente il discorso su che cosa è il peccato e sul senso del peccato.
Naturalmente non dobbiamo e non possiamo dimenticare che il peccato è un'offesa fatta a Dio, giusto, il problema sta a monte e lo dico in parole semplici, che non voglio che siano considerate blasfeme, ma perché siano semplici.
Uno potrebbe anche dire, ma a me cosa me ne frega di Dio, quindi faccio quello che voglio, allora il senso di peccato nasce, si sviluppa e si consolida in una persona che ha il senso di Dio, ora, poiché tutti hanno il senso di Dio, però alcuni ce l'hanno in modo esplicito, altri ce l'hanno in modo implicito, cioè a dire un qual cosa c'è, questi qui sotto un certo aspetto sono i più svantaggiati perché sanno che un qualche cosa c'è e quando un atto che hanno compiuto è moralmente sbagliato, loro sanno che è sbagliato, però non avendo un Dio a cui rivolgersi per chiedere perdono, cadono in un situazione peggiore che si chiama il senso di colpa.
Nel senso di colpa non c'è uno a cui fare riferimento, sei tu da solo di fronte a quello che hai commesso, e poiché tu non puoi auto assolverti visto che ti stai già auto colpevolizzando, si ingenera inconsciamente un labirinto vizioso, che vuol dire che finito il labirinto ti ritrovi al punto di partenza, in cui una persona non sa più che cosa fare per venirne fuori, allora la colpa c'è stata, il senso di colpa lo avverti, non riesci ad uscirne fuori e cosa fai, ti stordisci per non pensarci, come ti stordisci?
Con la musica assordante, la discoteca fino alle quattro del mattino, le corse pazze in automobile e in moto, la droga, il sesso, l'alcool, tutto quello che serve per stordire, mi sono spiegato?
Ecco dunque che una grande quantità di persone vivono in questo modo perché non hanno sviluppato il senso del peccato.
Il senso di peccato non è semplicemente una disubbidienza, certo che è una disubbidienza però abbiamo detto prima che la disubbidienza è la conseguenza di qualche cosa che c'è e che non c'è, se io ho relazione con te, a un certo momento se ti voglio bene non farei mai qualche cosa che ti possa offendere, giusto!
Se io faccio qualche cosa che ti offende i casi sono due, o non ti voglio bene oppure non so che tu ci sei, oppure non mi interessa che tu ci sia. Allora, se non mi interessa che tu ci sia o non so che tu ci sei, il mio problema è che la mia colpa morale c'è perché lo Spirito di Dio parla nel cuore di tutti, si chiama la coscienza e tutti hanno una coscienza, giusto!
Lo Spirito di Dio parla nelle coscienze di tutti?
Certamente, più la coscienza è formata e più hai una comprensione di quello che stai facendo, meno la coscienza è formata, meno hai la comprensione, quindi hai più confusione, tuttavia lo Spirito di Dio a tutti dice questo è giusto, questo non è giusto, va bene?
Più la tua coscienza è formata più riesci a determinare, a capire, ad approfondire, meno lo è ecc., non crederete mica che gli zingari non sappiano che rubare è una cosa sbagliata, certo che lo sanno, loro sono stati educati con una coscienza educata male, i 10 Comandamenti valgono anche per gli zingari cristiani, si o no?
( Nostro intervento che non si capisce )
Si ma ci sono anche gli zingari cristiani, non solo musulmani, dunque ci sono gli zingari cristiani per i quali c'è i 10 Comandamenti, il 7 dice non rubare, vale anche per loro, però la loro coscienza è stata educata male perché i loro genitori gli hanno detto, devi essere furbo, approfitta qui e la su e giù, quindi c'è attrito fra le due cose, uno è l'insegnamento di Dio, uno è la coscienza come gli è stata formata, tuttavia Dio in quella coscienza formata male continua a parlare, tanto è vero che essi lo sanno che facendo questo fanno una cosa sbagliata, ma la fanno perché si sentono furbi!
E si sentono migliori degli altri e poi dopo naturalmente ne approfittano per i loro scopi di sussistenza ecc. ecc., ma la coscienza formata ti da più sensibilità e più discernimento, tuttavia non possiamo dire che la coscienza non formata non riceve ugualmente il soffio dello Spirito che dice, qui si e qui no, tuttavia come catechisti o come educatori a vario livello avete il dovere di suscitare il senso del peccato, che non è il senso di colpa, perché dal senso di colpa non si esce, dal senso di peccato ci si converte e si esce.
Dal senso di colpa scaturiscono gli stordimenti e tutto quello che vi ho descritto prima, dal senso di peccato scaturisce una vita nuova.
Il catechista deve instaurare il senso di peccato facendo rilevare la colpa, ma dal senso di peccato si esce con la confessione e con la contrizione e con la conversione…..confessione, contrizione, conversione tutti "con" eh!
Attenzione bene, il senso di peccato prende origine da una relazione che c'è con Dio, e io dico che c'è anche a livello implicito, perché Dio ama tutti i suoi figli, e Dio parla nel cuore di tutti i suoi figli, dunque una relazione c'è, Dio parla a te; certo che se però i vostri ragazzi non si rendono conto o non sanno o non hanno mai imparato a discernere la voce di Dio, come faranno a capire ciò che Dio gli sta dicendo i quel momento?
(Ns. intervento) Io gli direi, a te se ti facessero qualcosa ti piacerebbe?
Questo è già un insegnamento morale, l'ho capito, è già un atteggiamento giusto, è l'atteggiamento dell'Antico Testamento, occhio per occhio dente per dente, non fare agli altri ciò che non vuoi che gli altri facciano a te, oppure fai agli altri ciò che vuoi che gli altri facciano a te, è giusto però vedete che siamo semplicemente sul piano orizzontale?
Sono solo relazioni tra di noi, non dico che siano sbagliate, è giusto, ma voi siete catechisti, la civile convivenza mi sta molto bene, ma voi dovete dare il senso spirituale delle cose, questo non vuol dire che non dobbiamo questo sistema, certo che dobbiamo usare questo sistema, ma non dobbiamo dimenticare di dare una motivazione, cioè dobbiamo sempre coinvolgere la presenza viva di Dio nella vita della persona, a te piacerebbe che facessero così?
No, non mi piacerebbe! E allora perché lo fai agli altri, non lo sai che il Signore.. questa è già solo una legge, non possiamo solo parlare di una legge, noi dobbiamo parlare di una Persona, quando incontrano la Persona allora la legge la capiscono e la accettano, sicuramente vi siete accorti anche voi nella vostra esperienza, che più di ogni altra cosa, i nostri ragazzi hanno voglia e sono contenti quando qualcuno gli parla di Gesù e gli fa incontrare Gesù, poi dopo accettano anche le leggi.
Ma perché si è parlato di Gesù, perché se io gli dico solo una legge, il veleno del peccato originale che è dentro ciascuno di noi che si chiama ribellione si ribella, ma se io gli parlo di una Persona allora la legge dopo l'accetta, e la Persona è Gesù, allora posso partire da delle situazioni categoriali, è successo questo, è successo quest'altro, però non posso come catechista, come credente, come praticante, come innamorato di Gesù ecc., in non posso tacere ciò che è più importante, senza dimenticare il resto, però non posso mettere la conseguenza prima della promessa, posso partire dalla conseguenza ma non per arrivare alla premessa, sono chiaro o sono complesso, è comprensibile?
Cioè io vedo una cosa sbagliata, allora faccio il mio ammonimento, dico così non si fa, saresti contento che gli altri lo facessero a te?
E allora perché tu lo fai agli altri, lo facessero a te? E allora perché tu lo fai agli altri!
Non lo sai che il Signore abita dentro di te come abita dentro di lui?
Non lo sai che in quel momento tu hai fatto qualcosa di male al Signore? Credi che Lui non ti veda?
Ma ti importa qualche cosa di Lui o no? Quello è il momento ammonitivi, quindi la sgridata, poi c'è il momento catechetico nel quale tu puoi partire da quello che è accaduto, però per spiegare il senso del peccato, cioè dire, ma non vedi che il Signore che ha fatto il cielo e la terra e ha voluto te, ha voluto bene a te, vuole bene a te pensi che non vuole bene anche a quell'altra persona?
Come mai se il Signore vuole bene a te e tu non vuoi bene a quella persona, tanto è vero che la tratti così male, credi che il Signore sia contento di te?
È un esempio molto banale, tutto sommato, però è un motivo per ricordarsi che come credenti, come catecheti, come educatori della fede dobbiamo partire dalle cose che si constatano e rivelare invece la presenza viva, efficace di Gesù, cioè dire non possiamo limitarci a fare un discorso orizzontale, la croce non era fatta solo con il palo orizzontale, era fatta anche con il palo verticale, quindi quando noi dobbiamo trasmettere Gesù Cristo dobbiamo si trasmettere la comunione fraterna, la comunità tutto quello che vuoi, ma non possiamo limitarci a questo, anche perché, sapete che cosa succede?
Che molti cristiani che hanno avuto una formazione semplicemente orizzontale, non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, sono poi quei cristiani che hanno confuso il cristianesimo come semplicemente un grande attivismo, e hanno dimenticato che l'esperienza cristiana è un'esperienza mistica, hanno dimenticato il valore mistico del cristianesimo, cosa vuol dire mistico?
Esperienziale, esperienza di Dio, ora l'esperienza di Dio si chiama comunemente preghiera, giusto?
Ma se voi dite ai vostri ragazzi preghiamo, a quelli gli viene una pizza, una barba fino al pian terreno, perché anche qui c'è un lungo discorso che i catechisti devono saper affrontare, le preghiere sono anche le preghiere, ma che cosa ho detto io, ho detto sono anche, ma la preghiera è qualcosa di diverso dalle semplici preghiere mnemoniche che si sanno!
Ora le preghiere mnemoniche che si imparano, con quale scopo si conoscono?
Per dire delle filastrocche a Dio, tu pensa a Dio quanto è contento di sentire delle filastrocche, ditemi un po', sono come potremmo dire una pista di riflessione, quando tu dici quelle cose si presume che tu quelle cose le voglia dire, non solo le stia ripetendo come un pappagallo, questo vuol dire che la preghiera sta a monte delle preghiere e La Preghiera con tutte le lettere maiuscole, significa uno stato di relazione affettivo e affettuoso con Dio, se manca questo tu puoi dirti tutte le preghiere del mondo, ma hai pregato o no?
Certo che quando voi dovete parlare di queste cose ai vostri ragazzi, non è un discorso così semplice perché, perché non hanno l'esperienza della preghiera, forse avranno l'esperienza delle preghiere, ma l'esperienza della preghiera non necessariamente, l'esperienza della preghiera è un'esperienza in cui cuore a cuore di fronte a Dio.
Voi capite il valore educativo del catechista che è quello di ricordarsi che, nell'età preadolescenziale ed adolescenziale c'è tutto uno squilibrio a livello affettivo, a livello psicologico, addirittura a livello fisico, giusto, quindi se nell'età infantile le sensazioni e le emozioni giocano il novanta per cento della cognitività, cioè della capacità di conoscere e di collocare le cose.
A livello preadolescenziale si innesca la valenza critica, quindi iniziano ad usare il loro cervello, solo che non lo sanno usare bene, è ancora un cervello che non ha una logica struttura di pensiero sempre parlo in modo generalizzato, poi ci sono quelle famiglie in cui invece l'educazione è stata preparata, prevista ecc. e quindi si crea una struttura di pensiero che appena si innesca la razionalità si trova già una struttura preparata, ma la grande maggioranza dei casi questo non avviene, lo sapete vero?
Spero di essere comprensibile perché so che sto parlando di cose un po' difficili, mi capite?
Ecco, allora quando nell'età preadolescenziale e adolescenziale naturalmente comincia a svilupparsi la capacità logica e critica, che cosa è la logica?
La capacità di capire, di dare un senso alle cose, quindi anche un discorso è logico se ci sono le premesse, lo sviluppo del discorso e le conseguenze.
Non è logico un discorso quando una persona dice una cosa poi passa da un'altra ecc. voi capite che quella persona non ha una struttura logica nella propria mente, mi spiego e qui apro una divagazione molto breve, una curiosità se volete intenderla come una curiosità.
La difficoltà nei nostri giorni per esempio di comprendere ad esempio la musica classica, è impossibile comprenderla perché la loro mente non è stata mai formata in questo modo perché, perché la musica moderna non ha una struttura logica, o al massimo la struttura logica è ridotta ai minimi termini, la musica pop che sarebbe la musica popolare, su che cosa si basa, semplicemente su alcuni giri armonici che gli accordi ti consentono con certi strumenti.
Chi suona un po' di chitarra sa molto bene che ci sono delle serie di accordi che ti permettono di avere il giro di do e il giro di re ecc. che ti danno una frase melodica conclusa, però la musica popolare si basa solo su questo, questo vuol dire che tutti i nostri giovani che si nutrono continuamente e semplicemente di questo quando parlo di musica pop e folk.
Ma se parlo di musica rock i problemi sono ancora peggiori perché non esiste neanche una linea melodica, nella maggioranza dei casi, specialmente nel rock duro, metallico ecc. allora che cosa si crea nella struttura mentale, una mancanza di struttura, dalla mancanza di struttura manca anche una capacità di affrontare i problemi, i discorsi.
Provate a parlare con certi nostri giovani, o provate a parlare con certi altri nostri giovani, voi vedrete delle differenze abissali, questo è solo una curiosità, chi ha avuto una famiglia alle spalle che ha educato la struttura mentale, è una persona che è in grado di accostare qualunque genere e di apprezzarlo se magari non proprio di capirlo, ad un certo momento tu non puoi comprendere alcuni brani di grandi autori se non capisci che c'è una struttura dentro, ma se tu non vedi questa struttura non capisci.
Se tu non sei mai stato abituato a capire che c'è una struttura perfino in un brano musicale tu non lo capirai mai, se tutto ciò che tu ti nutri è sempre solo un frullato dove c'è dentro di tutto, dove tu metti dentro gli agnolotti metti anche la frutta insieme, certo c'è tutti i principi nutritivi ci sono tutti, ma tu puoi dire mi sono mangiato un bel piatto di agnolotti?
Di la verità, hai mangiato un pastone, dove non c'è più niente che abbia la sua struttura, invece tu avendo una mente ordinata sei in grado anche di affrontare un discorso che sia ordinato, dunque anche nel cammino spirituale all'età preadolescenziale, se questa struttura c'è bene, se no la dovete costruire voi, come farete a costruirla?
Aiutando queste giovani menti a ragionare sul messaggio che viene dato.
L'essenza del messaggio del cristianesimo è "Dio vi ama e vi vuole con se, e io sono venuto a prendere i vostri peccati perché voi possiate andare verso il Padre", questo ridotto all'osso è la radice di tutto quello che Gesù ha fatto per noi, "ho preso su di me le vostre colpe, sono morto al posto vostro, perché eravate voi che avete fatto queste colpe non io, siete voi che avete sputato in faccia a Dio, non io".
Ai ragazzi potete dire anche questo, che è un discorso violento ma dovete, come dire, svegliare le menti ottuse, da una grande quantità di frasi e di voci inutili, mi spiego, quindi Gesù e come se avesse detto "io non ho sputato in faccia a Dio mio Padre, ma voi si, perché l'unica volta che Lui ha detto, non fate questo, voi lo avete fatto.
Vuol dire che Gli avete detto "caro Dio Padre, non ce ne frega niente di te, tu vali molto meno di tutto quello che a noi ci interessa e quindi vai a farti friggere, questo è un po' l'essenza della radice del peccato e Gesù dice, voi avete fatto questo, io invece no, non ho fatto questo, anzi ho detto "Padre, perdonali, prendo io tutte le loro colpe perché loro possano ritornare verso di Te".
A questo punto, visto che li avete un po' scioccati su un discorso che non è il solito discorso, dovete fare questo non dovete fare quello, gli avete acceso il cervello, gli avete messo in movimento il cervello, però su dei temi spirituali, e tutta la Bibbia vi parla di questi temi.
P poi dopo si potrete raccontare tutta la storia di Gesù, tutto ciò che Gesù ha fatto ecc. e potrete dire: vedete il Signore, perché noi potessimo andare verso il Signore, verso il Padre, ci fa capire che se ci mettiamo nelle sue mani, Lui ci fa camminare sull'acqua, lui guarisce le malattie, Lui ci libera dal demonio ecc.
Perché le colpe noi le abbiamo fatte veramente, e da quella colpa del peccato originale ogni giorno ci sono delle colpe, e allora potrete dire, provate un po' ad andare ad analizzare quante sono le volte in cui voi, facendo quello che avete nella mente voi, praticamente state dicendo a Dio "non me ne frega niente di Te, faccio quello che mi pare e Tu non mi scocciare", allora detto in questo modo vedete che loro incominciano a ragionare sul senso del peccato.
Non si ricevono un pacco preconfezionato in cui si dice questo è peccato e questo non lo è, perché a un certo momento una qualsiasi potrebbe dire e nell'età adolescenziale, se ci ricordiamo come eravamo noi, potremmo dire: perché?
Tu mi dici questo si e quello no e io ti dico perché? Mi va, lo faccio, allora, non serve a niente dire questo si e quello no, se tu come educatore cristiano non gli hai detto anche perché questo si e questo no, e il perché non può essere solo orizzontale, deve essere prima di tutto verticale e no perché Dio dice questo, e dice questo per questa e quest'altra ragione.
R ricordatevi, partite dalle situazioni che vedete, e poi dite è sbagliato perché Dio infatti ci insegna così, così e così e sapete perché Dio ci insegna così, così e così?
Perché se non facciamo come dice Lui abbiamo delle conseguenze di questo genere, va bene?
La volta prossima se avete delle domande approfondiremo tutto questo.