Il carisma del discernimento
17-12-2005
1) L'aspetto carismatico della vita del cristiano
2) Molte persone, circa i carismi, non li esercitano limitandosi ad una vita religiosa
3) Lo Spirito Santo si serve della persona e delle capacità che la persona mette a sua disposizione
4) Necessità di approfondire la catechesi, la dottrina, il magistero
5) Il sentimento ha dei criteri di discernimento diversi da quelli della fede
6) Lo scopo dello Spirito Santo è quello di trasformarvi in Cristo
7) Attenzione alle parole che usiamo perché hanno un significato profondissimo
8) Dio è mio Padre e nello stesso tempo Dio Padre dice: voi siete miei figli
9) Gesù è venuto a vivere come vivi tu, ma continuamente in contatto con suo Padre
10) Il carisma del discernimento è a due livelli
11) Se tu sei docile, lo Spirito Santo ti fa discernere ciò che è buono
12) Il discernimento è di tipo sapienziale, ma è anche carismatico e spirituale
13) "Signore qual'è il tuo progetto per me?"
14) Il carisma profetico dell'apertura biblica è una mozione dello Spirito
15) Mai annunciare: il Signore dice questo
16) Altri modi in cui lo Spirito si esprime: i modi profetici particolari
17) Parola di scienza
18) Parola di conoscenza
19) Per capire che sei nella volontà del Signore
Il carisma del discernimento è un carisma che prende trasversalmente molti ambiti, in particolare i poteri regale, sacerdotale e profetico, tuttavia dirò alcune cose.
L'aspetto carismatico della vita del cristiano è riservato a tutti i cristiani, solo che purtroppo molti cristiani non sospettano l'esistenza di questa possibilità della loro vita di battezzati, vero?
E per di più non essendo portati come indole, come carattere ad accettare alcune forme dell'espressività dei movimenti carismatici, rischiano di restare fuori da questa che è un'esperienza ecclesiale.
La Chiesa nasce in modo carismatico, è una produzione della potenza dello Spirito Santo.
Gli apostoli nel cenacolo si esprimono in modo carismatico, le manifestazioni che li accompagnano sono manifestazioni della presenza di Gesù vivo che viene reso vivo dalla potenza dello Spirito Santo.
Ora, è fuori di dubbio che questa sia una verità di fede, universalmente accettata nell'insegnamento ufficiale della Chiesa.
Ma nella pratica molte persone si trovano inesperte, non sanno né cosa sia, né come si manifestano i carismi, dunque non essendo né abituate, né educate a riconoscere e esercitare in un modo giusto, ecclesiale i doni e i carismi, non li esercitano, e preferiscono limitarsi a una vita religiosa piuttosto che a una vita di fede.
La vita religiosa è una vita fatta di norme, di regole, di riti a cui sottoporsi, in cui si esprime la vita di fede, ma che non sono tutta la vita di fede, sono la visibilità della vita di fede; sono solo la visibilità della vita di fede, ma c'è un'anima che dovrebbe sorreggere tutto quello che noi facciamo.
Quando una Eucaristia che dura 50 minuti è già considerata lunga da tanti fedeli.
Io mi domando: cosa stanno facendo?
Stanno a un rito, non stanno vivendo la presenza reale, vera, sostanziale di Gesù Cristo, perché?
Perché colui che rende vivo, efficace, presente ecc. ecc. il mistero, lo Spirito Santo, non è stato accolto liberamente nel proprio cuore.
Allora la vita dei carismi è una vita che è affidata a tutti battezzati non solo ai cosiddetti "carismatici" i quali carismatici sono cristiani battezzati come tutti gli altri, non sono niente di più.
Il problema è che come catechisti, a vario titolo e vario genere, avete il compito di far rilevare due cose: l'ecclesialità innanzitutto dell'esperienza carismatica e l'essenzialità dell'esperienza carismatica per la vita del credente.
Molti pensano che i carismi siano qualcosa di stravagante, sembrano incontrollabili, sembrano sfuggire da ogni controllo e discernimento, dunque bisogna temerli.
E io dico: bisogna temere le persone che non conoscono i criteri ecclesiali della vita carismatica; queste bisogna temere non l'esercizio dei carismi.
I carismi sono lo Spirito Santo in azione, ora però voi sapete che lo Spirito Santo si serve della persona e delle capacità che la persona mette a sua disposizione, ora se questa persona ha una formazione piccola così, lo Spirito Santo avrà a disposizione quella formazione.
Se la persona che si lascia utilizzare dallo Spirito Santo è docile, lo Spirito Santo condurrà quella persona all'esercizio dei carismi in un modo equilibrato, ma spingerà la persona a conoscere la verità tutta intera, perché questo ha detto Gesù che lo Spirito Santo avrebbe fatto, vero?
Quindi un buon cristiano che dovesse esercitare i carismi e non sentisse dentro di sé la necessità di approfondire la catechesi, la dottrina, il magistero, non solo sui carismi, ma sull'intera esperienza ecclesiale cristiana, vuol dire che non si sta lasciando guidare docilmente dallo Spirito Santo, ma solo dalle proprie emozioni.
Allora io dico: temete quelle persone!
Perché fanno dipendere l'esperienza carismatica non dalla verità rivelata, ma dal gusto personale, e dove c'è il gusto personale facilmente entra in gioco quel veleno che ha rovinato la natura umana sin dal peccato originale che si chiama egoismo.
Allora una persona che si lascia guidare dal sentimento, dalle emozioni, anche inconsapevolmente, non è necessariamente una persona cattiva, però è una persona in pericolo.
Perché il sentimento ha dei criteri di discernimento diversi da quelli della fede.
Il sentimento che cosa fa? Esprime ciò che c'è dentro di te.
La fede esprime ciò che è Dio, nei tuoi confronti.
Allora nel sentimento troneggia il tuo io, nella fede troneggia il tuo Dio.
Capite perché sono pericolosi coloro che si lasciano guidare dai sentimenti, senza che i sentimenti siano guidati docilmente dall'azione dello Spirito.
Lo Spirito Santo non distrugge i sentimenti, li trasfigura dall'interno.
Lo Spirito Santo ti fa innamorare di Gesù, ti fa innamorare del Padre come figlio, ti fa innamorare del prossimo come il Figlio è innamorato del prossimo.
Infatti, se vi ricordate le volte scorse prima di iniziare il discorso sui carismi, vi ho detto: ricordatevi che lo scopo dello Spirito Santo è la trasformazione in Cristo.
Lo Spirito Santo ti trasforma in Cristo; se non ti trasforma in Cristo non sei guidato dallo Spirito Santo, ma dalle tue emozioni.
Se tu non ami il Padre come Gesù amava il Padre e non ami il prossimo come Gesù amava il prossimo, vuol dire che ciò che ti guida non è lo Spirito Santo, ma sono le tue emozioni e nelle tue emozioni troneggia il tuo "io" non il tuo Dio.
Lo scopo dello Spirito Santo e quello di cambiarti così tanto che chi vede te vede Gesù e non può che essere questo, perché la salvezza è un'opera dell'intera Trinità.
Il Padre dà il progetto, il Figlio realizza il progetto, lo Spirito Santo lo anima e lo attua nel tempo.
Ora è importante considerare tutto questo, perché Gesù che è il Verbo di Dio, cioè la seconda persona della Trinità, se dico Gesù sto parlando del Verbo incarnato; se dico Gesù Cristo io parlo del verbo che si è fatto carne e che ha consacrato l'umanità.
Vedete ogni parola che usiamo ha significato profondissimo, straordinariamente bello e vero, ma noi dobbiamo imparare a capire quello che stiamo dicendo.
Allora se il Verbo si fa carne e diventa Gesù, se il verbo che si è fatto carne si fa battezzare nell'umanità e dunque assume su di sé al Giordano tutta la situazione di tutti gli uomini e di tutti i tempi, che cosa fa da quel momento in poi?
Ci rivela il Padre. Ma il Padre che cosa dice non appena lo Spirito Santo è disceso su Gesù, quando Giovanni lo battezzò al Giordano?
Questo è il mio Figlio.
E non dice: Tu Gesù sei mio figlio; il Padre sta rivelando agli uomini come si fa a essere uomini.
Il Figlio ci sta rivelando chi è Dio e ci dice: uomini guardate chi è Dio, io ve lo rivelo, Dio è mio Padre.
Quindi ognuno deve giungere a dire Dio è mio Padre e nello stesso tempo Dio Padre dice: vi dico chi siete voi, voi siete miei figli.
Quindi il verbo che si fa carne in Gesù Cristo, vero Dio, vero uomo, ci rivela il volto del Padre e rivela a noi il volto dell'uomo, l'autentica umanità; e l'autentica umanità è una umanità straordinariamente grande, perché ha il cuore aperto in una comunicazione continua con l'eternità.
Guardate che non c'è nessuna religione che dà una dignità così alta all'essere umano.
Tu continui a essere "tu" individuo che non si dissolve nel nulla del "nirvana"; tu sei tu con i tuoi gusti, con il tuo carattere, con la tua intelligenza, con la tua sensibilità, con le tue emozioni.
Tu non vieni svilito in niente, tutto quello che tu sei viene conservato, non viene buttato via niente di te, neppure il tuo corpo, perché Dio ha detto: risorgerai!
E ti darà un corpo non più toccato dalla malattia, dalla sofferenza, dalla stanchezza, perché Dio non butta via niente di te, conserva tutto.
Però Dio ti dice: io ti dico chi sei, perché tu da quando ti sei presi l'albero della conoscenza del bene e del male invece di capire che cos'è il bene e il male, tu sei entrato in un enorme confusione, tu hai pensato di essere Dio, ma io sono Dio e tu invece non sei Dio, tu sei uomo e ti rivelo come è fatto l'uomo.
Eccoti Gesù, è venuto a vivere in mezzo a te, vive come vivi tu, ma facendoti vedere come vive l'uomo, cioè facendo le cose di tutti i giorni, ma continuamente in contatto con me, che sono suo Padre.
E gli uomini dicono che impossibile agli uomini.
E Gesù dice: tutto è possibile, infatti io vi manderò il Consolatore; dove Consolatore vuol dire "suola con suola" cioè quello che cammina di fianco a te, quello che ti accompagna, il quale, cosa farà il consolatore?
Ti insegnerà tutte le cose che vi ho insegnato, vi dirà altre cose di cui ora non siete in grado di portare il peso e vi condurrà alla verità tutta intera.
Ora la verità tutta intera è l'insegnamento di Dio, l'insegnamento morale, i dieci comandamenti ecc., ma è solo questa la verità? No.
La verità è ciò che è Dio e la verità è ciò che sei tu.
Per questo san Paolo nella lettera ai Romani al cap. 8 dirà anche: ma noi non abbiamo ricevuto uno Spirito da schiavitù per ricadere nella paura, ma abbiamo ricevuto uno Spirito da figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo Abbà Padre.
Gridare Abbà Padre significa che lo Spirito Santo ti ha condotto alla verità tutta intera, perché ti ha condotto all'esperienza, allo stato di vita che non è solo un'esperienza, ma è proprio uno stato di vita in cui Dio non è più solo il Dio eterno, infinito, l'essere perfettissimo creatore del cielo e della terra, lo è, certo che lo è, ma lo Spirito Santo ti dice che questo essere straordinario è tuo papà.
Da questo deriva che io sono figlio di Dio, da questo deriva che sono, come direbbe qualche scrittore, figlio di re, ma non un re della terra, il Re dei re della terra.
Dunque, voi capite che un'anima che è docile ai suggerimenti dello Spirito, ha tutto un altro criterio per discernere qual è la volontà; certo poi c'è l'azione dello Spirito, che ti conduce di volta in volta a quello che si chiama discernimento.
Ora qui non posso fare tutto un insegnamento sul carisma del discernimento, però posso dare qualche suggerimento.
Carisma del discernimento è almeno a due livelli: è un discernimento carismatico oppure è un discernimento sapienziale o acquisito; questi due tipi di discernimento la situazione ottimale sarebbe che fossero uniti, in comunione, però molto dipende dalla persona, dall'interessato che deve in qualche modo esercitare questo tipo di discernimento.
Il discernimento è un suggerimento dello Spirito Santo, il quale parla nella coscienza e ti fa rilevare ciò che è in comunione con Dio e ciò che non lo è.
Naturalmente più tu hai cura della formazione cristiana dottrinale e più lo Spirito Santo può essere preciso, può guidarti con un estrema sensibilità nelle cose che tu fai.
Nella direzione spirituale molte persone mi hanno detto nel corso di questi anni così: i primi tempi della mia conversione non mi accorgevo di tante cose sbagliate che facevo, ora più passa il tempo e più mi rendo conto che anche delle cose minime stanno diventando importanti.
Perché più "cresci" e più la tua sensibilità sapienziale, ma anche esperienziale diventa attenta, per cui una volta un gesto di rabbia o di impazienza non ti sconvolgeva l'anima, poi dopo un po' di cammino spirituale tu ti rendi conto che c'è qualche cosa che stona; una volta tu parlavi usando termini volgari o a doppio senso, ora non riesci più a sopportarlo, perché?
Perché se tu sei docile, lo Spirito Santo ti fa discernere ciò che è buono, a Lui gradito, giusto e santo e tu provi dentro di te una "mozione dello Spirito" un movimento dello Spirito, che inizialmente si manifesta con una situazione di serenità, di tranquillità oppure con una situazione di insofferenza e di disagio, fino al punto, se tu sei docile alla guida dello Spirito, che nel tuo cuore come se avvertissi autenticamente il rito, come se lo Spirito Santo ti dicesse: alt!
E se tu invece vai avanti cogli il significato profondo del tuo essere andato avanti in modo ribelle alla guida dello Spirito.
Quindi tu fai una cosa che lo Spirito Santo ti sta facendo capire che non è giusta e dopo ti rendi conto non solo che c'è qualcosa che non va, ma c'è qualcosa che non va per questa, questa e quest'altra ragione.
Per es. una persona che si lascia guidare dallo Spirito Santo fa delle belle confessioni, perché ha una visione abbastanza quadrata delle cose che vuole esaminare, che vuole approfondire, perché vuole migliorare.
Una persona che non si lascia guidare dallo Spirito Santo fa come i bambini di 15anni: ho detto le bugie, ho detto le parolacce, magari ha 50anni, come se la vita spirituale si basasse solo su quelle cose lì.
Allora attenzione, il discernimento dunque è di tipo sapienziale e cioè acquisito, la catechesi, il magistero, il catechismo della Chiesa cattolica.
Tu lo leggi impari tante cose e dici: già, veramente, su questo aspetto non avevo mai riflettuto.
Ma il discernimento è anche carismatico, spirituale; lo Spirito Santo ti fa immediatamente avvertire qualche cosa che va o che non va.
È famoso il caso in cui tu venga interpellato immediatamente su un problema che non hai mai affrontato prima, una persona ti chiede un consiglio e tu mentre ti sta parlando a stento riesci a capire di che problema si tratta e poi quasi improvvisamente lo Spirito Santo proferisce dentro di te una linea di interpretazione; che poi ti accorgi che aderisce veramente al magistero della Chiesa o alla Bibbia.
Allora tu puoi dire: ecco questo si tratta di carisma di discernimento.
Vi è stato chiesto è giusto questo o è giusto quello?
Tu investito all'istante di un'azione dello Spirito Santo che si serve di te, perché tu sei al servizio di quell'anima che ha bisogno di una luce e dici, potremmo quasi dire inspiegabilmente, tutto ciò che è contenuto nel magistero della Chiesa nella rivelazione con retta interpretazione; allora tu dici questo è stato discernimento carismatico.
Fare discernimento non significa decidere la sorte degli altri o la nostra stessa sorte, fare discernimento non significa dire: tu fai questo, tu fai quell'altro.
Fare discernimento significa chiedere: Signore qual è il tuo progetto per me, per questa persona, per questa situazione?
Se non capisco subito che cosa mi vuole illuminare il Signore, aspetto e non faccio nulla finché non si sia aperta la porta giusta.
Perché questo è il criterio del discernimento, la pazienza.
Dio non è il computer che risponde alle tue domande; la Bibbia non è libro di istruzioni che tu apri per vedere che cosa devi fare in quel momento.
Il carisma profetico dell'apertura della Bibbia non è un programma di computer, è un dono dello Spirito, questo significa che esige la tua sottomissione all'autorità e al dominio di Dio, non che tu pretenda che Dio ti risponda subito.
Se il Signore vuole farti aspettare, ti sta educando alla pazienza, alla sottomissione, alla disciplina dell'ubbidienza e quindi finché, per es. dice sant'Ignazio da Loyola, non è chiaro la direzione che devi prendere, tu aspetti; in caso di dubbio non fai niente, finché questo dubbio non si sia chiarito e tu abbia capito in che direzione ti devi muovere.
Questo ti educa all'umiltà e alla disciplina.
Il carisma profetico dell'apertura biblica non è una cosa che tu fai quando ti salta in testa, è una mozione dello Spirito Santo.
Cosa vuol dire mozione? Che senti dentro di te forte che lo devi fare; che cosa è importante?
Che tu però impari a distinguere quello che tu senti dentro di te.
Impari a distinguere se senti con l'emozione o se senti per una "mozione", perché è chiaro, viene da te una persona che ha bisogno di un suggerimento e dici dentro di te: ha bisogno di una parola del Signore, perché io in questo momento non so che cosa rispondere.
Aprire profeticamente la Bibbia in questo momento è una mozione dello Spirito Santo o è una mia emozione che mi dice: devo fare qualche cosa, non so cosa fare, apriamo la Bibbia?
Capisci che è lì che devi fare il tuo discernimento. La tua ubbidienza alla guida dello Spirito si manifesta in quel momento.
Perché generalmente si invoca la Spirito Santo prima di fare questo?
Per capire devo aprirla la Bibbia o no? Poi tu dici: va bene, mi pare di capire che devo fare.
Chi dice: il Signore mi ha detto che devo fare questo, guardi prenda la porta e se ne vada!
Io non metto in dubbio che questo possa accadere, possa anche accadere, non che accada sempre.
Mai annunciare: il Signore dice. Mi pare di capire che il Signore dice questo, perché devi essere umile.
Poi, tu hai di fronte a te una sorella, un fratello che probabilmente sono giovani nel cammino di fede, se tu dici: il Signore dice, chi ti ascolta pensa: sono obbligata a fare questo; tu non lasci la libertà di scelta a questa persona, la costringi, dunque non le fai fare un cammino spirituale, ma le fai fare un cammino religioso che cosa vuol dire?
Che la costringi in un cammino dove ci sono delle regole dettate; ma tutto viene sotto l'egida della carismaticità, quindi sembra che sia tutto lecito.
No, perché il libero arbitrio sussiste anche sotto la guida dello Spirito Santo.
Quindi la prudenza, la carità, l'ubbidienza, la docilità si manifestano con la tua umiltà e finché non siamo "papi" noi possiamo ad un certo momento dire: mi pare che il Signore ci suggerisca questo, oltretutto il catechismo dice questo, la Bibbia dice questo, il magistero della Chiesa dice questo, dunque evidentemente quella mozione che ho sentito è autentica, perché tutto coincide. Chiaro?
Devi imparare a lasciare che la persona sbocci da sola, se non la fai sbocciare da sola, ma riempi il vaso di tanti enzimi sintetici, certo le stelle di natale sono splendide in questo periodo tutte rosse, tutte più pulite, ma passato un mese sono tutte morte e non fioriscono più, perché?
Perché non sono naturali.
Tu gonfi la mente di una persona con questo, quell'altro, su e giù, certo quella esplode di colpo, ma è come il classico fuoco di paglia, che fa una grande fiammata, quando è finita la paglia è finito tutto, e noi non vogliamo questo, giusto?
Tu riesci a capire che questa tua "mozione" è autentica, perché lo Spirito Santo ti fa vedere, ti fa intuire immediatamente qual è quella frase, non quella pagina, in cui c'è un itinerario di interpretazione su quello che è giusto fare.
Se il problema è estremamente grave, allora ci sono altri modi in cui lo Spirito si esprime, che sono i modi profetici particolari, la parola Dio scienza, la parola di conoscenza, che sono degli aspetti molto particolari, che si esprimono con una certa libertà soprattutto quando le persone non sono al corrente delle situazioni che ci sono.
Se io so che tu hai un cancro, allora mi viene di dire il Signore dice che guarisce i cancri, ma vatti a nascondere per piacere!
Ma se io non lo so, che tu hai un cancro e questa parola martellante continua a essere nel cuore, allora tu puoi dire: mi pare di capire che il Signore voglia dire che vuole intervenire nella vita di una persona che ha una malattia grave a questo livello.
È parola di scienza, ma tu non puoi, anche esprimendo parole di scienza, costringere una persona a gettarsi in un'accettazione della volontà di Dio, emozionale, perché tu lavori contro lo Spirito Santo se fai così.
Certo lo Spirito Santo si serve anche delle emozioni, ma tu ti prendi la responsabilità di far leva solo sulle emozioni per fare un cammino spirituale?
Quindi significa che quando tu ricevessi una parola di scienza così delicata, devi avere una cura estremamente caritatevole, perché il cuore si deve aprire naturalmente, non devi andare ad aprire il cuore della persona perché si apra, perché la persona muore anche.
Diversa è la parola di conoscenza: è ciò che il Signore vuole fare in quel momento per una data situazione.
Scienza è un carisma molto legato a quello dell'insegnamento profetico, per cui c'è un insegnamento che può fare riferimento a una situazione concreta che però rivela una volontà del Signore, spiega, come dire, un suo insegnamento.
"Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori di me", hai questo comandamento che è verità rivelata, giusto?
In un'assise di preghiera viene fuori la parola di Dio: ecco io sono il vostro Dio, non ne avete altri in onore.
Allora tu capisci che nell'assemblea c'è qualcuno che ha idoli, magari fa magia, fa cose di questo genere.
Magari la parola di conoscenza è questa: il Signore vuole liberare una persona dalla dipendenza, dalla superstizione, ecc. e tu ti rendi conto che c'è questo collegamento stretto; io sono il Signore Dio tuo e il Signore vuole che uno sia liberato.
In effetti nel primo comandamento uno dei peccati più gravi è quello dell'idolatria, che si manifesta nell'occultismo, nella magia, nella medicina alternativa, nella pranoterapia, allora che cosa fai?
Qui c'è carisma di conoscenza, perché dice: il Signore vuole liberare.
Un criterio immediato, essenziale per capire se sei nella volontà del Signore comprende tre punti: la semplicità, la contemplatività e la pace; se manca uno solo di questi tre elementi quella non è la volontà di Dio; contemplatività vuol dire che tu ti senti alla presenza di Dio, non solo in quel momento.
Facendo come ti viene suggerito tu sei in comunione con Dio; non facendo come ti è stato suggerito, senti che c'è un disagio.
Primo punto la semplicità: per compiere la volontà di Dio non devi andare a New York per arrivare a Ciriè, non devi fare dei sotterfugi per ottenere quello che a te sembra giusto, perché la volontà di Dio è come un gomitolo di lana: dipana quasi semplicemente pur essendo tutto annodato.
Quante volte nel discernimento vocazionale delle persone che vengono per capire se sono chiamate al sacerdozio, nella semplicità più assoluta il Signore fa capire.
La pace o irenicità, perché cirenei in greco vuol dire la pace, da cui Irene vuol dire pace; allora "la pace" è quello stato che deriva dalla comunione con il Signore per cui tu sei tranquillo, come dice il salmo 130: "Signore non si inorgoglisce il mio cuore, non vado in cerca di cose superiori…,," ecco questo è il criterio della pace.
Questo è un criterio immediato, essenziale per comprendere se è la volontà del Signore.
Nei casi di dubbio che non sapete che cosa fare, ricordatevi semplicità, contemplatività, pace.
Se manca uno di questi tre non dovete muovervi, dovete aspettare, Signore non ho capito niente, devo fare non devo fare, non ho questi criteri, dunque aspetto.
Se la visione del Signore tarda aspettala, perché sicuramente si realizzerà, arriverà anche se adesso non c'è.
Quindi estrema docilità alla guida dello Spirito, apertura e molta fiducia.
Il Signore è il re dell'universo e il Padre vostro che è nei cieli sa che ne avete bisogno, non state a preoccuparvi di cosa mangerete, di cosa vestirete, cercate prima il regno di Dio, primum regnum dei et omnia adiicetur vobis e tutto il resto vi sarà addizionato, cioè dato in più.