Cercare il regno di Dio e la sua grazia
25-3-2006
1) È giusto chiedere al Signore?
2) Cercate prima il regno di Dio e tutte le altre cose vi saranno date in aggiunta
3) Se uno vive nel regno di Dio non desidera più le stesse cose di prima
4) Chiedere a Dio la salute, il lavoro ecc. A patto di voler mettere tutto al suo servizio
5) Passata la festa gabbato lu santo
6) La tua è vera preghiera?
7) È difficile capire "la grazia di Dio"?
8) Il nostro rapporto con Dio concretamente
9) Tu dipendi da Dio e Dio dipende da te e gli piace mettersi nelle tue mani
10) Stato di grazia significa vivere un rapporto privilegiato con Dio
11) Che cosa ci fa pensare che insieme al di più non riceveremo anche il di meno?
12) Vivendo lontano da Dio perché dobbiamo aspettarci le sue benedizioni?
13) Gesù Cristo ha già preso su di sé tutti i peccati di tutti gli uomini
14) Abbiamo il diritto dovere di esprimere il nostro dissenso?
15) Come possiamo pensare che tutto il resto ci venga dato in sopraggiunta?
16) Il Piemonte: zona ricca di santi
17) Una spiritualità sociale che pensa al bene delle anime o al bene dei corpi?
18) Diminuisce l'intensità spirituale, diminuisce anche il benessere
19) Libertà: è la possibilità di fare ciò che si vuole?
20) Libertà e verità si devono incontrare
21) Chi non vuole correggersi usa l'arroganza
22) La libertà: essere nella pienezza di ciò che io sono
Se il Signore ci invita a domandare per ottenere significa che è giusto che noi chiediamo a Lui.
Egli stesso quando ci insegna il Padre nostro invita a domandargli il pane quotidiano, che rappresenta tutte quelle che sono le nostre necessità della vita sulla terra.
Dobbiamo però essere disposti ad accettare la sua risposta, sia quando Lui dice sì, sia quando Lui dice no.
Ora naturalmente il chiedere semplicemente ciò che ci serve per la vita naturale è qualche cosa che il Signore vuole fare, ma non è l'essenziale della vita cristiana.
Inoltre Gesù stesso ha detto: cercate prima il regno di Dio e tutte le altre cose vi saranno date in sopraggiunta.
Cosa significa in sopraggiunta? Vuol dire che avremo il regno di Dio, ma avremo anche tutte le altre cose.
La cosa essenziale è il regno di Dio, le altre cose sono tutte le altre cose.
Il regno di Dio significa che Dio viene a regnare dentro di noi e se noi viviamo guidati, sostenuti, ecc dalla volontà di Dio, tutto il resto giunge a noi in sopraggiunta, ma giunge.
Se uno vive nel regno di Dio è evidente che non desidera più le stesse cose che desiderava prima di vivere nel regno di Dio.
Quindi quello che chiede una persona che vive nel regno di Dio è "simile" a ciò che una persona che non vive nel regno di Dio chiede, ma non è la stessa cosa.
Una persona che non vive nel regno di Dio chiede il benessere fisico, materiale; una persona che vive nel regno di Dio chiede il pane quotidiano, che produce benessere fisico e materiale, ma capite che uno chiede fine a se stesso per riempire il tubo digerente.
L'altro chiede perché è normale che per la vita sulla terra si ha necessità di altre cose, ma non finisce tutto lì.
Sappiamo molto bene che la salute, la prosperità non possono essere considerate da un credente fini a se stesse; diventano una possibilità in più per servire meglio il Signore.
Dunque chiedere a Dio la salute, chiedere a Dio il benessere, chiedere a Dio il lavoro, ecc. ecc. non è una cosa deleteria o meschina oppure materialistica, a patto che tutto questo si abbia la consapevolezza di volerlo mettere al servizio di Dio.
È anche vero che si rischia di tralasciare le cose spirituali.
Si c'è questa pericolosità, anche i salmi parlano di questo pericolo: l'uomo nella prosperità non intende.
Allora il pericolo è questo, che raggiunta una certa tranquillità, una certa sicurezza, non essendoci più psicologicamente una tensione per uscire dal pericolo, la persona si adagi e viva di rendita.
Allora che cosa ci fa capire che il cammino spirituale di quella persona di quando si trovava in difficoltà, era un cammino di tipo psichico, emozionale, non spirituale, perché la sua preghiera in quel momento non era dettata da un desiderio di essere una cosa sola con il Signore, invece era pilotata da una paura; paura di non farcela, della paura dei debiti, paura di chi sa quali altre cose.
Infatti, passato il pericolo non ci si rivolge a Dio, come dice quel proverbio: passata la festa gabbato lu santo.
Come dire, in quel momento tanta emotività, poi passato il pericolo e chi si ricorda più del Signore!
Allora tu capisci che quel cammino che sembrava un cammino di fede, non era un cammino di fede, era un cammino passionale, emotivo, erano delle preghiere non spirituali, erano delle preghiere passionali.
Anche se quando dite questa parola vi viene un pugno nello stomaco, bene!
Certe volte un pugnetto nello stomaco fa tanto bene, siete d'accordo?
Certe persone hanno bisogno di sentirsi dire: ma guarda che la tua preghiera non era una vera preghiera, era una preghiera passionale, sull'onda dell'emozione, senza con questo lanciare delle accuse.
Perché tu non ti sei rivolta al Signore per essere una cosa sola con Lui, ma avevi paure delle circostanze.
Gli hai detto la verità, magari anche in una maniera cruda, ma non l'hai detto in modo che questa persona sia distrutta.
In fondo la verità punge, ma fa tanto bene.
Alberta dice: mi è difficile capire "la grazia di Dio". Definire la "grazia" non è la cosa più semplice di questo mondo; cerchiamo sempre di darne una visione sintetica, perché essa richiederebbe un approfondimento notevole.
Generalmente la grazia è certamente l'azione della Spirito Santo, però produce una situazione di fatto, la situazione di una grande fiducia e di una grande comunione che permette il passaggio dal Creatore alla creatura e dalla creatura al Creatore di una forma di comunicazione di amore, che è fatta di forza, che è fatta di senso, che è fatta di convincimento, che è fatta di fede, dunque la grazia potremmo dire che è Dio in azione, che è lo Spirito Santo in azione, che sostiene, guida, illumina, fortifica, consola ecc. la tua vita di fede.
Ora la vita di fede non è semplicemente riservata alle cose che crediamo, ma riguarda specialmente il modo in cui concretizziamo la nostra vita di fede, il nostro rapporto con Dio.
Quindi se il nostro rapporto con Dio diventa, grazie all'aiuto della grazia, sempre più forte, sempre più autentico ecc. allora anche il tuo modo di agire nella quotidianità diventa un modo pieno di grazia, ossia qualunque cosa tu fai, la fai riempita della potenza di Dio che, illumina il tuo modo di ragionare e quindi il tuo modo di agire.
La grazia non è solo questo, ovviamente, ma in linea generale produce questo stato.
Una persona in stato di grazia è una persona che ha un particolare tipo di legame, di interdipendenza: tu dipendi da Dio e ti piace dipendere da Dio e Dio, per quanto possa sembrare strano, dipende da te e Gli piace mettersi nelle tue mani e sa di essere in buone mani, perché tu desideri tutto da Lui e ricevi tutto da Lui.
Quindi c'è un interscambio che è impari, che tuttavia si realizza proprio per il fatto che la persona tiene talmente in conto la persona di Dio che non riesce più a farne a meno; è come dire, la persona in stato di grazia non può fare a meno di vivere con il Signore, per il Signore, nel Signore e tutto quello che fa lo fa a maggior gloria di Dio, per glorificare il Signore.
Dalle cose più semplici alle cose più sante; affrontare il martirio?
Si. Dunque vivere nella grazia di Dio significa privilegiare un rapporto di interscambio in cui Dio interviene nella tua vita e tu lasci che Lui lo faccia e dunque la tua vita diventa una risposta al suo intervento; questa risposta è il tuo apporto nei confronti di Dio, ecco l'interscambio, Dio dà a te, tu restituisci a Lui.
Santa Teresina di Lisieux giungeva addirittura a dire: il mio Signore per mio amore è capace di fare qualunque cosa, poiché mi ama.
Il Signore è capace anche di far nevicare, perché sa che mi piace la neve.
Ed è vero, riflettete un po'. Dio è nostro Padre o non lo è?
Se lo è non è forse Gesù che ha detto: voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, perché ve le chiedono, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono.
Ora se riceviamo il di più, che cosa ci fa pensare che non dovremo ricevere il di meno?
Se Dio ci dà il di più che è lo Spirito Santo che è la vita nuova, che è Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell'altare, che è sua madre, che sono i sacramenti, che sono tutta la verità di fede che c'è nella Bibbia, più di questo Dio ha detto: tu sei mio figlio, oggi ti ho generato e con il Battesimo tu sei suo figlio.
Abbiamo ricevuto il di più, che cosa ci fa pensare che insieme al di più non riceveremo anche il di meno?
Perché il benessere e tutte le altre cose sono il di più o sono il di meno? Sono il di meno.
Se hai ricevuto Dio, tutto il resto sono il di più, se hai ricevuto il massimo, tutto il resto è meno del massimo.
Dio è il massimo o il minimo nella vita di un credente?
Per es. il fatto che non ci sia lavoro nella nostra regione, il fatto che il clima sia difficoltoso, non ci fa riflettere?
Se non abbiamo Dio nel nostro cuore, perché dovremmo avere le sue benedizioni?
Se la Madonna a La Salette disse ai due pastorelli Melania e Massimino: "se i vostri paesani non smetteranno di lavorare la domenica, invece di onorare Dio, ricordatevi che avrete dei risvolti negativi e il raccolto delle patate andrà a male"; e fu così!
Poiché essi incuranti del terzo comandamento che dice: "ricordati di santificare le feste", continuavano ad andare al lavoro dei campi senza recarsi ad onorare Dio nel giorno dedicato a Dio.
Ora se il popolo di Dio continua a vivere in una maniera lontana da Dio, perché dobbiamo aspettarci le benedizioni di Dio se ai destinatari di queste benedizioni non gliene importa niente?
Se per la morte di Abele il giusto, che anche lui non era battezzato, Dio andò da Caino e gli disse: "dov'è tuo fratello?
Sono forse io il guardiano di mio fratello?
"Il sangue di tuo fratello grida a me dalla terra", e per questo sangue innocente di un non ancora battezzato, Dio chiese conto a Caino.
Ora io mi domando: quando Dio presenterà i conti di tutto il sangue innocente che viene versato sull'altare dell'utilitarismo, della passionalità, del menefreghismo, della strumentalizzazione della persona umana?
Quando Dio presenterà i conti, chi sarà in grado di colmarli?
Voi mi direte Gesù Cristo! È vero, Gesù Cristo ha già preso su di sé tutti i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi, ma Gesù Cristo ha anche detto: cercate di salvarvi da questa generazione tortuosa e degenere.
Ora se una persona ha conosciuto Gesù Cristo e le sue leggi e dopo lo rinnega, la condizione di questa persona potrà essere positiva di fronte a Dio? peggiore di prima!
Quelli che si dicono credenti e non praticanti, che avallano posizioni di questo genere o loro stessi ne hanno approfittato, in che modo possiamo dire che stanno vivendo nella luce di Dio? Non possono vivere.
Il fatto che si stia parlando di eutanasia infantile, lo sapete che in Olanda è stata approvata la legge secondo cui i genitori possono decidere sull'eutanasia del loro figlio gravemente ammalato?
Se questa è la verità, noi possiamo rassegnarci o abbiamo il diritto-dovere di esprimere il nostro dissenso?
Ci rendiamo conto dei tempi che stiamo vivendo?
Di questi problemi all'inizio del XX secolo quando le vostre mamme andavano con i vestiti fino a terra, non si immaginavano neanche lontanamente che si sarebbe arrivati a una situazione del genere.
Poi ci sono quelli che dicono che la legge 190 ha fatto diminuire il numero degli aborti; menzogna!
Li ha fatti aumentare, perché ovviamente quando una legge diventa legge dello Stato e viene depenalizzato un reato, allora succede che nella mentalità comune, semplicistica, di tanta persone viene identificata la moralità con la legalità, mentre sono due cose diverse.
Una cosa è la legge dello Stato, una cosa è la legge morale, la legge di Dio.
In questo caso si vede evidentemente che non solo sono due cose parallele, ma stanno cozzando duramente l'una contro l'altra.
Quindi vedete la situazione è in rotta di collisione: Dio dice una cosa, l'uomo ne dice un'altra.
Decidiamo di non seguire la legge di Dio?
Non stiamo cercando il regno di Dio, che significa la regola di Dio, che significa la legge di Dio.
Se non abbiamo la legge di Dio come possiamo pensare che tutto il resto ci venga dato in sopraggiunta?
Facciamo una breve riflessione.
Diciannovesimo secolo, la città di Torino come allora, anche oggi, piena di grandi contraddizioni.
Da una parte la nobiltà, la ricchezza, il regno, i ministeri ecc. ecc. leggi massoniche anticristiane ecc.; dall'altra una Chiesa viva, credenti convinti, magari nella povertà, nelle difficoltà sociali, nella difficoltà di trovare lavoro allora come oggi, nella difficoltà di avere degli ammortizzatori sociali.
Non c'erano le mutue, non c'erano gli ospedali gratuiti, ecc. ecc., ora tutto questo c'è.
Ma una contrapposizione consapevole, una vita di fede semplice, più semplice di quella di oggi, la grande massa delle persone non avevano una formazione cristiana profonda, ma generalmente tutti si muovevano in quella direzione quindi c'era consapevolezza di che cosa era secondo la legge di Dio e che cosa non era secondo la legge di Dio.
Risultato, non esiste in Italia in quel periodo, un'altra zona che sia così ricca di santi.
Cosa ha prodotto tutta questa santità?
Ha prodotto l'esplosione e il benessere in tutta la regione, l'inizio dell'era industriale e quindi del benessere è iniziato qui, poi si è espanso fino a metà del XX secolo il nord est viveva nella povertà e abbiamo avuto emigrazione dal Veneto in Piemonte, per esempio.
Ora il Veneto è una delle regioni più ricche, anche se stanno affrontando delle difficoltà.
Che cosa è accaduto? l'uomo nella prosperità non intende; si è cominciato semplicemente a parlare di censo, di diritti, di doveri, di stipendi, ecc. e persino la spiritualità.
Da una spiritualità sociale che pensa al bene delle anime è diventata una spiritualità sociale che pensa al bene dei corpi.
La spiritualità sociale, il Cafasso, il Cottolengo, il Murialdo, Pier Giorgio Trassati, don Orione, tutti i grandi santi che abbiamo avuti qui, tutta spiritualità sociale: si fa bene ai corpi per far bene alle anime.
Si è passati quasi impercettibilmente a non considerare più il bene delle anime, ma focalizzare il bene dei corpi.
Questo ha prodotto una discesa repentina, inesorabile nel tono spirituale.
Non abbiamo più le cose in "sopraggiunta"; et omnia adicetur vobis, e tutto il resto vi sarà dato in sopraggiunta, perché prima bisogna cercare il regno di Dio.
Ora quando i credenti cercheranno il regno di Dio, il Signore ridarà nuovamente le sue benedizioni e i nostri giovani riusciranno a realizzare la loro vocazione, non dovranno andare in altre regioni a cercare il lavoro.
Sembra una soluzione semplicistica, ma noi siamo convinti che diminuisce l'intensità spirituale, diminuisce anche il benessere; non abbiamo ancora capito che benessere e benedizioni provengono sempre da Dio.
Certo questa è una situazione sconvolgente, perché il bambino non ha nessuna colpa di esistere, è totalmente innocente, viene soppresso, perché esiste.
Se poi ha una malattia, a maggior ragione si considera il diritto della madre a una vita serena e non si capisce perché non si debba riconoscere il diritto del figlio a una vita; questo fa paura più di ogni altra cosa, perché lì è ancora più evidente che c'è qualcuno che ha preso il posto di Dio: io decido se tu devi vivere o no.
Quindi si è partito con i bambini, perché è più facile, non si vedono e si arriva coi vecchi; queste persone anziane che vanno in ospedale e non sono curate, i cui medici sconvolti dicono: ci sono i parenti che chiedono se si può fare una dose di morfina più forte.
E un medico che ha una coscienza cristiana rimane sconvolto, decine di medici non si fanno tanti scrupoli.
Ora queste cose fanno riflettere.
Vedete il concetto vero della libertà non è semplicemente la possibilità di fare ciò che si vuole, il che è già una contraddizione in termini, perché ognuno non fa quello che vuole, ma fa solo quello che può.
Perché anche se tu dici: faccio quello che voglio, poi in effetti fai solo quello che puoi, perché per fare tutto quello che vuoi, dovresti essere ricco sfondato, avere una vita che dura 2 mila anni, una salute che ti permette di fare qualunque cosa e sono tutte cose che oggettivamente non hai, quindi non è neanche vero che tu fai tutto quello che vuoi, tu fai solo quello che puoi, quello che ti viene consentito dalla tua situazione concreta.
Quindi vedete che anche il concetto di libertà, come possibilità di fare qualunque cosa è già deficitario in se stesso.
Ma consideriamo che la maggioranza delle persone quando dice libertà dice faccio quello che voglio e sappiamo che non è possibile, ma il concetto vero di libertà non è fare quello che voglio.
Libertà e verità si devono incontrare, perché la libertà è autentica solo quando è vera e la verità si realizza nella libertà.
Cosa significa? Significa che la libertà consiste nella possibilità di essere veri; più semplice di così non so come dirlo.
La libertà è la possibilità di essere veri, cioè autentici.
Mi spiego: essere autentici significa essere se stessi, ma nella pienezza.
Allora una persona che dice: ah! io sono così, mi accettate come sono e usa questo come scusa per fare ciò che le viene in testa, non è una persona autentica, perché in quel momento quella persona si lascia dominare o lascia emergere in sé solo il suo aspetto passionale.
Una persona che non ha voglia di correggersi e di essere veramente come deve essere una persona umana, allora usa l'arroganza, usa la pigrizia ecc. e dice io sono così o mi accettate o niente.
Questa è una scusa bella e buona per una persona che non è nella verità, quella non è la persona, è solo quello che questa ha deciso di far emergere, ma la persona vera non può essere così, la persona vera è pienamente realizzata.
La piena realizzazione significa diventare ciò che si è. ( qualcuno dice: o quello che crede di essere ).
In quel caso non è verità.
Se io credo di essere Napoleone, non diventerò mai l'imperatore della Francia!
La realtà è questa che se noi siamo figli di Dio, lo siamo realmente.
Vuol dire che io posso essere libero e sono una persona libera, quando sono veramente figlio di Dio.
La libertà consiste nel farmi essere nella pienezza ciò che io sono.
Se io sono una ruota e sono quadrato, non posso dire che sono una ruota finché resto quadrato, dovrò diventare rotondo.
Allora solo quando sono diventato ciò che dovrei essere, allora veramente lo sono e sono veramente libero.
Una ruota quadrata non va da nessuna parte, una ruota rotonda va dove deve andare, perché nella pienezza è diventata ciò che deve essere.
Così la persona non è vera persona, dunque non è libera, è sempre condizionata da qualche cosa altro, in realtà è solo "libertina", cioè sfugge dalle regole.
Le regole non sono delle costrizioni, sono delle potenzialità che mettendo ordine, ti permettono di diventare ciò che tu realmente sei.